ph iltirreno
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Al prossimo 30 giugno, infatti, si chiuderà l’esercizio 2015/2016 e, come e forse più dell’anno scorso, il saldo sarà in attivo. Quello precedente, pubblicato proprio in questi giorni anche su alcuni siti specializzati, ha fatto registrare un utile, al netto delle imposte, di 35.000 euro. Capovolgendo, di fatto, un trend negativo che aveva visto il segno “meno” sia al 30 giugno 2014 (con una perdita netta di 3,9 milioni), sia al 2013 (perdita di 554.000 euro). Un’inverzione di tendenza, dunque, figlia del ritorno nel massimo campionato. Che, con i diritti tv, è una sorta di piccolo paradiso. Nell’ultimo esercizio, però, un’altra voce determinante è stata quella del mercato. E, in particolare, incassi e plusvalenze relative alle cessioni di Valdifiori al Napoli e della seconda metà di Rugani alla Juventus. E, oggi, la situazione si ripresenta quasi identica. 

 

Nell’esercizio che si chiuderà fra pochi giorni, infatti, sarà iscritta anche la cessione (già conclusa e formalizzata) di Lorenzo Tonelli al Napoli. Un affare che nelle casse dell’Empoli, anche se con pagamento dilazionato, porterà 9,5 milioni più altri 1,5 legati ai bonus (presenze e rendimento). Un introito ricco, insomma. E, come se non bastasse, una plusvalenza totale visto che Tonelli era entrato nel settore giovanile azzurro 10 anni e ha sempre avuto addosso, in senso metaforico e non, la maglia dell’Empoli. Diverso, invece, il discorso per Mario Rui. Perché l’accordo con la Roma (3 milioni per il prestito oneroso, 6 per il riscatto obbligato più altri 1,5 di bonus) sarà formalizzato a luglio. Il che permetterà ai giallorossi di dilazionare il pagamento in più anni e all’Empoli di non esagerare con l’attivo (che, in sostanza, significherebbe più tasse da pagare) con un’altra plusvalenza milionaria. Il conto torna. Anche perché, conti alla mano, ad oggi non ce n’è bisogno.

 

Chiuderemo con un attivo simile a quello dello scorso anno – sentenzia l’amministratore delegato Francesco Ghelfi – e con una situazione generale che migliora costantemente. È il caso, ad esempio, dei debiti tributari. Sono dovuti alle rateizzazioni degli anni scorsi, con la scadenze sempre rispettate. Ora, però, siamo nelle condizioni di estinguerle. L’Iva, in particolare. Contiamo di pagare completamente il dovuto del 2013 e anche del 2013 entro settembre». Ovviamente aumentano le entrate ma anche le uscite. Con il monte ingaggi che in Serie A è più alto e un premio, quello per il 10º posto, da saldare. «È giusto e normale che sia così – conclude Ghelfi – ma sarà comunque un altro ottimo bilancio. Magari cercando di non fare troppo utile…

 

fonte: iltirreno

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

27 Commenti

  1. Finché l’Italia sarà strutturata in questa maniera e le aziende(che siano calcistiche o di altri settori nn importa)saranno costrette a nn fare troi utili x nn.pagarci le tasse i margini di crescita di tutto sistema saranno minimi..

  2. A me invece sembra che i conti non tornino affatto.
    È impensabile che una società come l’EFC in cui il 70-75% del volume delle operazioni sono in uscita (cioè incassi, plusvalenze), si presenti con un utile di 35k €.
    Probabilmente ci sono delle voci costo “camuffate” tipo “consulenze straordinarie” che altro non sono che spostamento di denaro nelle tasche del Corsi.

    Diciamo che, alla fine, ci va bene anche così perché noi siamo solo tifosi e non corriamo i rischi di chi è a capo di un’impresa. A noi basta che l’Empoli stia in alto per il più a lungo possibile.
    In questo senso, i nostri interessi sono identici a quelli del Corsi perché lui con l’Empoli ci mangia.

    Però, sentirsi dire da diverse stagioni a questa parte che la società insegue il pareggio del bilancio mi sembra una bugia colossale.
    Siamo onesti e diciamo che l’EFC è un club che negli ultimi 20 anni è stato gestito a meraviglia ed ha prodotto milioni di utili ai suoi gestori.
    Ma non diciamo il contrario

    • Non conosco il bilancio, ma bisogna vedere anche quanto si spende per il settore giovanile. Magari prima di dire certe cose informati meglio e magari poi facci anche sapere che ne gioveremo tutti.

      • Nel bilancio del 2014-2015 si parla di 4,5 milioni per il settore giovanile,cifra che così ad occhio parrebbe inverosimile,anche perchè il presidente in diverse trasmissioni tv ha sempre detto che il settore giovanile costa all’Empoli 2 milioni o poco più.Da notare che fra il sig.Ghelfi e il sig.Corsi per i loro stipendi,presumo netti,c’è una spesa da parte della società di 850.000 euro(questo senza voler fare i conti in tasca a nessuno)

        Comunque potete vedere i bilanci 2014-2015 di tutte le squadre di A.Naturalmente non voce x voce!Ma mi pare interessante vedere che ci sono squadre che davvero non si capisce come siano state fatte iscrivere al campionato scorso…

        ATALANTA
        L’Atalanta è una di quelle provinciali che cercano di mantenersi sulla linea dell’equilibrio. Le difficoltà non mancano anche se alle spalle c’è un proprietario solido: Percassi ha rinunciato a 7,5 milioni di crediti patrimonializzando il club. Dopo il -2,8 del 2014 e i 9 milioni persi nei primi sei mesi del 2015, l’estate scorsa è stata avviata una razionalizzazione dei costi: rosa snellita e plusvalenze per 22 milioni che hanno consentito di riequilibrare la situazione economico-finanziaria. In conto, nel 2015, anche gli investimenti per il restyling dello stadio: 3,6 milioni il costo dei lavori, di cui 1,2 che il Comune rimborserà perché di rilievo pubblico e il resto condiviso con l’AlbinoLeffe.

        CAGLIARI
        Nell’anno della retrocessione il Cagliari era riuscito a tenere ancora una volta i conti in ordine. Anzi, si era regalato un utile di quasi 6 milioni grazie a una gestione attenta, con gli stipendi a incidere solo per il 42% sul fatturato, e alle plusvalenze di Nainggolan (11,9 milioni) e Oikonomou (2,6). Ha influito anche l’incorporazione della controllata Società Generale Servizi, proprietaria del marchio e della library. La stagione 2014-15 è stata la prima della presidenza Giulini, in grado di attutire gli effetti della discesa in B (al 30 giugno 2015 i debiti con le banche erano 0 e quelli con istituti di factoring 3 milioni) e di ripartire con rinnovate ambizioni.

        CESENA
        Lo spettro del fallimento, l’inchiesta sui fondi neri, i disastri della precedente gestione e il tentativo disperato di Lugaresi per evitare il crac. Sono stati anni turbolenti per il Cesena, e le peripezie sono ancora in corso. Nel 2014-15, con la A, i bianconeri erano riusciti a minimizzare le perdite (261mila euro) ma il grosso problema è rappresentato dai debiti pregressi: in particolare quelli con l’Erario (27,9 milioni al 30 giugno 2015) e con i fornitori (27,3). Il ritorno in B ha complicato le cose. In estate è stato deliberato un aumento di capitale di 2,5 milioni ma si corre sempre sul filo: la cessione di Sensi è stata una boccata d’ossigeno.

        CHIEVO
        Quarto bilancio di fila in utile per il Chievo che la scorsa stagione ha aumentato del 20% il costo del lavoro (a 27,9 milioni) facendo quadrare i conti con le plusvalenze (12,8). Ma stavolta è stato determinante un altro tipo di plusvalenza: tra le operazioni straordinarie figurano 5,5 milioni per la cessione alla controllata Chievo Football & Fencing del ramo aziendale del centro sportivo Bottagisio. Sulle spalle c’è la rateizzazione del debito col Fisco sull’Iva non pagata: al 30 giugno 2015 il residuo era pari a 17 milioni. Il collegio sindacale fa notare: «Stante la prevalenza di passività correnti rispetto alle attività correnti, si raccomanda di attivare tutte le procedure necessarie per ridurre tale sbilancio».

        EMPOLI
        Il ritorno in A è stato un toccasana per l’Empoli: dai 3,9 milioni persi nel 2013-14 in B ai 35mila euro di utile nella scorsa stagione. È vero che gli stipendi sono più che raddoppiati (da 8,4 a 19,9 milioni) ma il fatturato si è quasi quintuplicato (da 7,2 a 31,7). E in più ci sono stati 8 milioni di plusvalenze, di cui 5,5 per Valdifiori al Napoli (oltre al provento di 3 milioni per il riscatto di Rugani da parte della Juve). Tra i costi l’Empoli iscrive a bilancio 4,5 milioni per il vivaio, a conferma della vocazione del club toscano per il settore giovanile. Da segnalare, tra i compensi al cda, i 520mila euro per il presidente Corsi e i 326mila per l’a.d. Ghelfi. La società prevede un «sostanziale pareggio» anche per il 2015-16.

        FIORENTINA
        I fratelli Della Valle avevano imposto per il club viola la via dell’autosufficienza ma dopo i due bilanci in utile nel 2012 e 2013, la Fiorentina è tornata in rosso: -37 milioni nel 2014, -14 nel 2015 nonostante la cessione di Cuadrado con relativa plusvalenza di 23 milioni. I costi continuano a non essere sostenuti dai ricavi caratteristici: gli stipendi hanno ripreso a crescere per assecondare le ambizioni del club. Ma è chiaro che l’apporto degli azionisti diventa imprescindibile: nel 2014 versati 22 milioni, nel 2015 altri 19 per un totale di oltre 250 milioni in 13 anni. Anche per questo rimane bassa l’esposizione bancaria della Fiorentina: solo 5 milioni di debiti.

        GENOA
        È corsa alle plusvalenze per il Genoa. L’ultimo bilancio, al 31 dicembre 2014, si era chiuso in rosso per 26,1 milioni e con un patrimonio netto negativo di 6,3 milioni. Gli amministratori hanno scelto di indugiare, piuttosto che chiamare l’aumento di capitale come previsto dall’art. 2447 del codice civile, nella speranza di riequilibrare la gestione con un bel pacchetto di uscite e un taglio degli stipendi. Nell’estate 2015 sono stati ceduti Bertolacci (15,9 milioni di plusvalenza ma con un onere da comproprietà di 7,5) e Iago Falque, nell’ultima finestra è stata la volta di Mandragora (6 milioni più 6 di bonus) e Perotti (riscatto a 9 già avvenuto). Il quadro resta complicato anche per la zavorra del debito con l’Erario.

        INTER
        Nelle ultime cinque stagioni l’Inter ha accumulato 502 milioni di perdite. Anche i primi anni di Thohir, senza il tesoro della Champions, sono stati durissimi: la scorsa stagione il bilancio consolidato si è chiuso a -140,4 ma si è deciso di caricare diversi costi (41,3 milioni di oneri non ricorrenti) in quell’esercizio in modo da facilitare il rispetto delle prescrizioni Uefa per quest’anno e il prossimo. I debiti sono in crescita (quelli al netto dei crediti sono passati da 360,5 a 417,5). In questa stagione, con le ricche plusvalenze (Kovacic e Guarin), il deficit sarà ridotto ma il tetto del fair play (-30) è a rischio. L’aumento di capitale è all’orizzonte. Sul tavolo resta il mandato ampio dato da Thohir a Goldman Sachs.

        JUVENTUS
        Dopo cinque stagioni consecutive in rosso la Juventus ha fatto segnare un +2,3 milioni nel 2014-15. È il turnaround per l’era Andrea Agnelli, reso possibile dall’impetuosa crescita del fatturato, fino a 327,6 milioni in cui spiccano i 100 della cavalcata Champions fino alla finale, tra premi Uefa e botteghino. Per questa stagione il club prevede prudenzialmente una perdita ma punta a un consolidamento del trend: coi ricavi stimati attorno a quota 350 grazie al rinnovo dei contratti (nella semestrale 6,8 milioni dalla nuova attività di merchandising e licensing) e le plusvalenze da 34 milioni, sarà ancora utile, anche se gli stipendi continuano a crescere (+17% a metà anno).

        LAZIO
        Un altro bilancio in utile per Lotito, che in 11 anni ha chiuso in rosso solo due volte. Ma il profitto consolidato di 5,8 milioni del 2014-15 è arrivato grazie a un’anticipazione dei proventi Uefa. Il totale è di 21 milioni: 3 per l’eliminazione ai playoff di Champions; 11 per il «paracadute» del market pool di Champions; 2,4 per il group stage di Europa League; 4,6 per una quota del market pool di EL. La Lazio ha spiegato di aver maturato già al 30 giugno un diritto a ricevere quelle somme per le coppe 2015-16 ma la Consob sta ancora facendo approfondimenti. I biancocelesti sono in salute: gli stipendi sono cresciuti (da 52 a 61 milioni), però la gestione regge senza il ricorso alle plusvalenze (zero).

        MILAN
        La Champions è stata una mazzata. L’ultimo bilancio disponibile del Milan (anno solare 2014, quindi con una quota residua di premi Uefa) si è chiuso a -91,3 milioni e ha scontato gli effetti negativi della sospensione del consolidamento fiscale. Ma se considerassimo la stagione sportiva 2014-15, nella quale il fatturato è crollato a poco più di 200 milioni per l’assenza dall’Europa, il rosso sarebbe ancor più pesante: -125 milioni. Uno squilibrio pesante che ha costretto Fininvest a intervenire massicciamente per rimpinguare le casse: dopo i 64 milioni versati nel 2014, stando alla semestrale 2015 Berlusconi ha sborsato altri 60 milioni nei primi sei mesi dell’anno scorso e 90 milioni a settembre.

        NAPOLI
        Dopo otto bilanci di fila in attivo e 72 milioni messi in cascina, il Napoli ha licenziato il 2014-15 con un deficit di 13,1 milioni. È il segno che la gestione va in sofferenza senza le plusvalenze del passato (69,4 milioni nel 2013-14 contro gli 11,9 del ‘14-15) e i premi Champions. De Laurentiis ha agito di conseguenza riducendo i compensi al cda a trazione familiare da 5,5 a un milione. È vero che gli stipendi (da 89,2 a 85,2 milioni) e gli ammortamenti (da 63,3 a 50,2) sono calati, ma non basta tant’è che per questa stagione gli amministratori non escludono ancora una perdita. A livello patrimoniale, comunque, il Napoli è solido: non ci sono debiti con le banche e la liquidità è cresciuta a 49,9 milioni.

        PALERMO
        Dal pesante deficit di 27,7 milioni nell’anno della B all’utile di 297mila euro della stagione scorsa. Grazie al ritorno in A, certo. Ma grazie soprattutto a Paulo Dybala: la sua cessione alla Juve, avvenuta a giugno, è stata iscritta nel bilancio 2014-15 con una plusvalenza di 27,6 milioni. Tutte le cessioni hanno generato guadagni per 38,7 milioni ma occhio alle spese di mercato. Le commissioni agli agenti sono costate 7,2 milioni: spiccano i 4 milioni dati alla Calcio Sudamerica Llc per la cessione di Dybala. Secondo il club «il piano di riduzione dei costi e dell’incremento dei ricavi consentirà all’azienda di ripristinare l’equilibrio economico-finanziario», anche attraverso nuove plusvalenze.

        ROMA
        La quarta stagione americana si è conclusa ancora in rosso: -58,5 milioni nel 2011-12; -40,1 nel 2012-13; -38,8 nel 2013-14 e -41,1 nel 2014-15. La costruzione di una squadra da vertice è costata parecchio: in questo arco di tempo gli stipendi sono cresciuti del 32%, gli ammortamenti del 36%. L’assemblea dei soci ha deciso di riportare a nuovo la perdita di As Roma (38,9 milioni, quella consolidata è 41,1): il deficit ha superato un terzo del capitale ma il management prevede per quest’anno «un significativo miglioramento» e quindi il venir meno dei rischi in termini di continuità aziendale. Se le risorse non fossero sufficienti, il gruppo «dovrà fare affidamento sul realizzo dei suoi asset aziendali», ossia dei calciatori.

        SAMPDORIA
        Il bilancio 2014, ultimo disponibile, ha coperto solo i primi sei mesi della presidenza Ferrero: -24,6 milioni. La dote lasciata da Garrone (65 milioni di versamenti prima di mollare, con abbattimento dei debiti) e le efficienze attuate dal nuovo corso hanno consentito di migliorare la gestione. La semestrale 2015 si è chiusa a -2,9 milioni, col provento straordinario di 7 milioni per l’indennizzo pagato dall’ex patron. Considerando la stagione sportiva 2014-15 il passivo è stato di una decina di milioni. L’autosufficienza è d’obbligo. Da qui le numerose cessioni: nelle due sessioni di mercato del 2015 si sono realizzati 25 milioni di plusvalenze, e lo scorso gennaio altre uscite, in primis Eder.

        SASSUOLO
        Altro che provinciale. Quanto a investimenti, il Sassuolo fa parte a pieno titolo della borghesia del calcio italiano. Nel 2014 la proprietà Mapei è intervenuta con la maxi-sponsorizzazione da 22 milioni e versamenti in conto capitale per 23,6 milioni. Così il club neroverde ha potuto permettersi di chiudere le due sessioni del mercato 2014 con un saldo negativo di 29 milioni e di raddoppiare le spese per il personale rispetto al 2013 toccando quota 45,5 milioni. Se il bilancio al 31 dicembre 2014 si è chiuso a -16, quello 2015 potrebbe avvicinarsi al pareggio: dopo aver chiuso la semestrale con una perdita di 6,5 milioni sono stati realizzati 16 milioni di plusvalenze nella sessione estiva.

        TORINO
        Dopo aver versato 59 milioni in 8 anni per ripianare le perdite, Cairo si è goduto due bilanci di fila in utile: +1,1 nel 2013 e +10,6 nel 2014. Le plusvalenze sono state particolarmente ricche: 31,9 milioni nel 2014, soprattutto con Cerci (11,6) e Immobile (13,8). E il trend è proseguito nel 2015. La strategia granata – conti in equilibrio grazie al trading – si è manifestata anche la scorsa estate: 17,2 milioni di plusvalenza per la cessione di Darmian al Manchester United ed esercizio al 31 dicembre 2015 (ancora da approvare) che chiuderà in utile per il terzo anno consecutivo, nonostante gli stipendi si siano incrementati del 24% nel primo semestre. Una nota di merito è l’assenza di debiti con le banche.

        UDINESE
        Secondo rosso di fila per l’Udinese. Dopo il -12,1 del 2013-14 altri 6 milioni persi, ma stavolta la colpa è del cambio di calcolo degli ammortamenti. I friulani sono passati dalle quote costanti a quelle decrescenti per tutelarsi in caso di partenze di giocatori fuori dal «periodo protetto» del regolamento Fifa. Caricando i costi dei trasferimenti nei primi anni di contratto si riducono gli effetti di eventuali minusvalenze. Il passaggio al nuovo regime, però, ha comportato maggiori ammortamenti per 12,3 milioni con un conseguente buco d’esercizio da 8,9 milioni. Altrimenti il 2014-15 si sarebbe chiuso in utile, grazie soprattutto alle ricche plusvalenze: 48,3 milioni. Per questa stagione è previsto un sostanziale pareggio.

        VERONA
        Il Verona, in grado di tenere sotto controllo i debiti, ha chiuso la sua seconda stagione in A con un deficit di 6,9 milioni dopo il +5,3 del 2013-14. Sono venuti a mancare i 15 milioni della plusvalenza per la cessione del marchio e sono cresciuti i costi di gestione (stipendi da 29,1 a 33,9 milioni; ammortamenti da 4 a 6,2). Non è bastata la plusvalenza di 7 milioni per Iturbe alla Roma. Il suo riscatto dal Porto era costato 15 milioni, finanziato per 14 milioni con un’anticipazione della controllante HV7. In seguito Setti ha rinunciato a 2,5 milioni di crediti per alimentare le riserve, vista la perdita di bilancio. E in questa stagione l’azionista ha messo nel conto 5 milioni di versamenti e altri 2 di prestito.

    • a me non interessa che il Corsi ci mangia , mi basta che mi fa rimanere in serie A E CHE DIVENTIAMO LA SECONDA REALTA’ DELLA TOSCANA E SOPRATTUTTO CHE RIMANIO EMPOLI FC 1920 SENZA MAI FALLIRE

    • Caro mio, o sei un emerita mala lingua in cattiva fede, oppure il Corsi t’insidia la moglie e ti vuoi vendicare.
      Povero a te, ma come sei limitato e ignorante. Vuoi parlare di un argomento che non conosci, di un documento così complesso di cui non hai presa visione, parli di “consulenze straordinarie”, e nella “nota integrativa non si specifica cosa sono??. Sarebbe facile evadere il fisco indicando nel passivo la voce generica e astratta di consulenze straordinarie, senza spiegare cosa sono; e poi, una volta accantonato l’importo, come si fanno uscire i soldi, si fa un assegno intestato al Corsi o si fa un bonifico alla moglie???
      Se non facessi pietà faresti solo ridere.
      Gianca

  3. qualcosa da parte per lo stadio l’importante che c’è , avete dato la parola che lo stadio si farà !!!!!!!!!!!!

  4. gran bazar ti ricordo che se si perdeva con il Vicenza si rischiava il fallimento… Quando leggo che si dovrebbe spendere otto dieci milioni per paredes penso proprio che chi lo scrive è o è stato nana e del l’empoli ha iniziato ad interessarsi da poco

    • non è che si rischiava il fallimento.
      è il corsi che ci avrebbe fatto fallire perche non poteva piu garantire a se stesso lo stesso lauto stipendio.

      su paredes hai ragione.

  5. solo lo scorso anno 30 milioni diritti tv , 3 milioni rugani , 5,5 valdifiori , 6,5 hisaj più premi valorizzazioni vari , più vari sponsor ecc. uguale 50 MILIONI ; USCITE 15- 20 milioni stipendi ,2 milioni settore giovanile , 4-5 milioni tasse e spese varie !!! utile 35.000 euro ????????? quest’ anno 30-40 milioni diritti tv 5 mln sponsor vari 10mln tonelli 12mln RUI già abbiamo 70 milioni e non sono pochi speriamo che ci fanno una squadra competitiva

  6. Va bè che in certe cose bisognerebbe esserci dentro per capirle meglio,ma così….parlando da persona non addetta ai lavori,mi vien da dire che se l’anno della B,AVEVAMO 3,9 MILIONI DI DEBITO,in 2 anni di A con tutte le cessioni ,i diritti televisivi e compagnia bella ci ritroviamo con un utile di 35.000 euro?In pratica se non avessimo ceduto alcuni dei pezzi migliori oggi saremmo in rimessa?Pur essendo in serie A?Ma per favore…non è che sulla fronte c’ho scritto giocondor!

  7. ‘chi se ne frega se ci mangia, basta che io me la cavo’

    vi rendete conto di quanta mafiosità c’è in questo tipo di frasi?
    che schifo

  8. Scusate ma mi pare che l’Empoli sia una s.p.a. e non una onlus….e che il Corsi sia un imprenditore, non un benefattore…Anonimi vari, non capite una emerita sega!

  9. io non capisco l’Udinese ogni anno 50-60 milioni di incassi solo dalle cessioni dei calciatori e poi ha un bilancio in rosso assurdo

  10. Per i fenomeni che sanno tutto:
    Scaricate il bilancio completo e dettagliato chiuso al 30.06.2015 e vedrete che tutti questi margini non ci sono.
    Ogni anno è un miracolo grande come una casa.
    Le cessioni del mercato vengono incassate in più anni e quindi non ci si può limitare a fare una semplice somma.
    Vedete anche il monte ingaggi. Solo Saponara ha pesato al lordo delle tasse 1, 5 Mln.

  11. Anche un bambino sa che è improprio dire che per esempio per Tonelli si è incassato 10 mln.Casomai hai venduto per quella cifra ma si da il caso che il cartellino di un calciatore non sia un filoncino di pane che porti via e paghi seduta stante.Poi io non capisco mai perchè a qualcuno dia noi che il Corsi ci guadagni:è anzi la massima garanzia che vorrà fare del suo meglio per rimanere ad alti livelli e quindi per noi tifosi è questo l’importante L’Empoli Fc non è una Onlus a fini sociali;è una SPA!!!! Si vede la serie A a 130/160 € in maratona:chi si lamenta meriterebbe di andare a vedere davvero il Prato o la Carrarese.L’invidia è una brutta bestia!

  12. Insomma si deve presumere che chi qualche anno fa diceva che il Corsi in serie A non ci volesse andare,aveva ragione.Evidentemente stare in A COMPORTA PIU’ SPESE CHE GUADAGNI.Mi domando allora in quale categoria si debba giocare per avere un bilancio positivo di svariati milioni.Mi domando anche come facesse Carli a dire che gia in serie B la squadra azzurra con le varie cessioni di Fabbrini e company aveva la sicurezza di fare 2 o 3 campionati senza grossi problemi finanziari.Anche quest’anno chiuderemo con una trentacinquina di mila euro…..sicuramente l’anno prossimo se ci risalviamo idem con patatine.Secondo me c’è qualcosa che non torna e le ultime parole del Ghelfi stanno li a dimostrarlo…..”ma sarà comunque un altro ottimo bilancio. Magari cercando di non fare troppo utile…“..Detto questo con 35.000 euro di attivo vorrei capire come si puo’ chiedere ancora alla società di comprare qualcuno quest’anno!Avete capito ora perchè prendiamo i giocatori più che altro in prestito?Con 35.000 euro di attivo al massimo si puo’ acquistare un auto…capito?Smettiamola di pensare a giocatori che non siano prestiti….Ben vengano i Pereira e company,questo almeno quando siamo in A,quando un giorno,il più lontano possibile naturalmente,torneremo in B,allora i giocatori li compreremo per intero….in A E UN CI SI FA!

  13. Se si vede da sportivi tutto ok. Da cittadini un po meno…. E poi si vuole lo stadio gratis ??? O perché io devo pagare tutto e sempre ??!! E invece alle società si dilaziona tutto… L utile di 35.000 euro è ridicolo… Ma bene così … Se lo stato che sperpera come nessuno tiene alte le aliquote purtroppo nessuno mai vorrà pagare le tasse… Meno imposizione ma più regole !! E rispetto delle leggi con punizioni esemplari dei furbetti… RI VO LU ZIO NE !! Comunque sempre e solo forza azzurri !!!

    • Bè anche da sportivi non mi pare tutto ok….In C si fallisce,in B si sopravvive a stento,in A CON TUTTI I SOLDI CHE SONO ENTRATI E CHE ENTRERANNO(perchè nei conteggi ci vanno messi sia in previsione sia perchè se gli altri pagano a rate noi di sicuro facciamo lo stesso….insomma alla fine se dei soldi ce l’ho da avere e ce l’ho da avere)mi si viene a dire che gli utili sono 35.000 euro?
      Ma avete mai visto i bilanci delle società tipo Coop o similari,ma a volte anche i bilanci delle banche….chissa perchè alla fine i guadagni e le spese finiscono in perfetta parità…..Una vecchia canzone di Mario Zelinotti diceva: “Sono soltanto chiacchiere non ci credere perchè….se ascolti quelle chiacchiere……………

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