Fonte: Claudio “Freccia”

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Gruppo principale: North Side 1994;

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Altri Gruppi: Milano Clivense 2008, Gate 7 Chievo Verona 1929, Chievo 1929, The Followers;

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Siti Internet: www.northside1994.comwww.fansclubchievo.it

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Settore: Curva Sud;

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Amicizie: –Monza: una buona amicizia, la più vecchia, sbocciata nella stagione di Serie B 2000/01, non più coltivata ultimamente visto le diverse categorie in cui hanno giocato le due squadre. –Albinoleffe: amicizia risalente ad alcuni anni fa, rinnovata ogni anno, nonostante la diversa categoria, grazie al torneo estivo di calcio. –Pro Sesto: le due squadre di calcio forse non si sono mai incontrate, ma l’amicizia coi sestesi va oltre le categorie, grazie al torneo annuale tra tifosi. –Sassuolo: durante l’anno 2013/14 è nata  questa amicizia coi sassuolesi;

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Tifosi Chievo 1
La curva del Chievo al Bentegodi di Verona

Rivalità: –Hellas Verona: è l’unica vera rivalità, quella tra Hellas e Chievo, che è tangibile e molto più sentita di quanto si pensi, da ambedue le sponde. Fino al 2001, tra le due squadre, non esiste un reale rapporto competitivo, dato che i “Mussi” vengono ancora visti come una piccola squadra di quartiere, che per decenni si era barcamenata nelle serie inferiori. Tra le due squadre non è quindi mai esistita una rivalità sportiva, ad esempio, nel 1994, in occasione della decisiva trasferta di Carrara per l’approdo del Céo in cadetteria, centinaia di supporters dell’Hellas si uniscono a quelli del Chievo, per sostenere insieme la piccola realtà di borgata. L’arrivo in Serie A del Chievo, nel 2001/02, inizia a cambiare le cose: permette innanzitutto alla città di Romeo e Giulietta di essere la quinta a poter vantare un derby cittadino nella massima serie, e inoltre mette, per la prima volta, realmente sullo stesso piano le due compagini. Il primo derby veronese in Serie A si disputa nel 2001, ma, nonostante i mutati equilibri di forza tra le due formazioni veronesi, vi è ancora un clima di armonia e rispetto tra le rispettive curve, che però viene inclinato dal derby di ritorno, giocato in casa dei “Mussi” e vinto da questi 2-1. Nel decennio seguente, complice la buona gestione societaria di Luca Campedelli, presidente, e Giovanni Sartori, il direttore sportivo, forse il principale artefice della “favola Chievo”, sulla sponda clivense, e quella tribolata Pastorello-Cannella, su quella targata Hellas, il Céo rimane una presenza fissa nella massima serie, mentre per il Verona inizia un lento declino, che lo porta a sfiorare la C2. Dopo la retrocessione in Serie C nel 2007, si inizia a parlare seriamente di una fusione tra le due formazioni: ad opporsi sono i tifosi e l’allora presidente veronese Martinelli. La “guerra dei simboli”, scoppiata nell’estate del 2010, riporta in auge la discussione tra le opposte fazioni sportive, riguardanti i colori e gli stemmi societari impiegati dal Chievo. Gli Hellas Fans rimproverano infatti all’altra sponda di Verona, l’uso degli stessi colori sociali, il giallo e blu delle insegne comunali, mentre le tinte originali del Chievo erano il bianco e l’azzurro. In questo contesto, alla vigilia della stagione 2010/11, il Chievo durante la sua campagna abbonamenti, tra i vari simboli promozionali utilizza un cavaliere con un drappo su cui era rappresentato lo stemma della dinastia scaligera: la Scala. Tutto ciò crea una nuova protesta dei sostenitori dell’Hellas, i quali identificano tale simbolo come proprio, fin dagli anni ’70  delle Brigate Gialloblù, e vedono quindi il tutto come un tentativo del Chievo di prendere idealmente il posto e l’identità del Verona nell’immaginario collettivo, emulandone i simboli e i colori. Il presidente del Chievo Campedelli replica sostenendo che l’antica Scala è da intendere come rappresentante di tutta la provincia di Verona, dimostrando anche come il Chievo sfoggiasse la Scala sulle proprie maglie sin dagli anni 1930. Da segnalare, in occasione di Chievo-Sampdoria del 2010/11, che la presenza di ultras veronesi coi gemellati doriani genera dei disordini tra fans dell’Hellas e del Chievo, a seguito dei quali si sono registrati fermi da ambo le parti.

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Tifosi del Chievo

Mini-storia del tifo del Chievo: il Chievo ha vissuto e sta vivendo una favola calcistica bellissima, non finendo mai  di sorprendere, come non hanno mai smesso di sorprendere i suoi tifosi,  profondamente diversi dai cugini maggiori veronesi. Il tifo dei supporters del Cèo (così viene chiamato in dialetto veronese) è genuino, sano, corretto, goliardico, apolitico, mai violento, l’esatto contrario di quello degli esuberanti e sfrontati cugini dell’Hellas. Un fenomeno vero e proprio quello del Chievo, sociale, economico, di costume, capace persino di ispirare un film e di giocare pure in Europa: pensare che negli anni ’80 era in C2 e non faceva abbonamenti…Il gruppo organizzato principale dei tifosi del Chievo è sempre stato il “North Side”, letteralmente “Settore Nord”, adottato per distinguersi dall’opposta tifoseria cittadina, anche se tuttavia la curva Nord del “Bentegodi”, stadio in cui gioca il Ceo dal 1986/87, il primo in una serie professionistica, la C2, non è però concessa a causa di prescrizioni di sicurezza, ed è adibita a settore ospiti. Il gruppo nasce nel 1994, con lo striscione che fa il suo esordio il 6 novembre a Cesena, per la volontà di un gruppo di pochi ragazzi che seguivano già la squadra con calore e passione, riunendo quindi i tifosi più caldi,  sull’onda dell’entusiasmo per la storica promozione in Serie B. Inizialmente fanno parte del Club “Amici del Chievo Verona”, ma nel ’96, dopo due campionati, escono dal coordinamento visto che non si riconoscono più nel regolamento da esso stilato, per l’esigenza di esprimere liberamente le proprie idee. I North Side, comunque, non si definiscono sin dall’inizio un vero gruppo ultras, bensì di “supporters”, visto anche che fanno il tifo per la propria squadra, non offendendo mai i rivali, almeno fin quando non sono a loro volta insultati dai tifosi avversari. Un’altra pecularietà è quella che non stipulano gemellaggi, ma tuttavia non rinnegano amicizie con gruppi di altre squadre. Il primo simbolo del gruppo è la Rosa dei Venti, ben presto abbandonato per il “Marvin the Martian”, famoso personaggio dei cartoni animati “Looney Tunes”. Nei primi anni il North Side conta poche unità, perlopiù ragazzi che si avvicinano al mondo del tifo, incuriositi da questa squadra di quartiere che scala, stagione dopo stagione, le gerarchie del calcio nazionale. A fine millennio il North Side conta su un discreto zoccolo duro di persone, che ogni domenica seguono con voce e calore, ove possibile, il Chievo. Ma è proprio nel 2000, con la diffida di 5 ragazzi tra i più attivi per 5 anni, che il gruppo conosce un grave momento di crisi, uscendo a pezzi dalla vicenda e andando sull’orlo dello scioglimento. A fine stagione però il gruppo trova nella fede e nell’amore dei suoi ragazzi nuova linfa e nuovi stimoli per ricominciare, ed è così che alcuni veterani, insieme a molti giovani, prendono in mano le redini e, complice anche la cavalcata trionfale del 2000/01 verso la Serie A, superano il momento difficile e il gruppo si riprende. La promozione suscita giustamente molto clamore, e nel suo primo anno in massima serie la compagine clivense sorprende tutti, lottando nel girone di andata gomito a gomito con le prime della classe, permettendosi il lusso, per alcune settimane, di essere la capolista del campionato e dando addirittura a tratti l’impressione, l’effervescente squadra di mister Del Neri, di lottare per lo scudetto. Nel girone di ritorno però crolla, ma arriva comunque un buon quinto posto, che le permette la Coppa Uefa nel 2002/03, eliminata al primo turno dalla Stella Rossa Belgrado. Grazie a questi storici risultati, la squadra è al centro di una grande attenzione mediatica e diviene conosciuta dal grande pubblico. L’arrivo al vertice del calcio italiano di una formazione di quartiere viene visto come una grande impresa, e l’oculata gestione societaria del Chievo viene da più parti presa a modello. Nel 2002/03 il Chievo disputa ancora un bel campionato, classificandosi settimo, beffato all’ultima giornata da Parma e Udinese. L’anno dopo, a causa delle cessioni dei suoi giocatori più importanti, arriva “solo” nono. Nella stagione 2004/05, con la partenza di Perrotta e dell’allenatore del “miracolo Chievo” Del Neri, si salva in extremis grazie a due vittorie e un pari nelle ultime tre giornate. Sono anni comunque esaltanti per la tifoseria, sull’onda di incredibili risultati, che si presenta sempre più numerosa in stadi nei quali, fino a pochi anni fa, sembrava impossibile solo varcarne i cancelli ed appendere gli striscioni, anche in Europa, che torna, dopo l’assaggio del 2002/03, nel 2006/07, sotto forma della competizione più importante, la Champions League, grazie al quarto posto ufficiale dell’anno prima, derivante dalle contemporanee penalizzazioni di Juventus (scudetto sul campo ma retrocessa d’ufficio in B), Fiorentina e Lazio, entrambe di 30 punti, tutte squadre immischiate nello scandalo “Calciopoli”. Il Chievo viene però subito eliminato al terzo turno dei preliminari dal Levski Sofia (2-0 in Bulgaria, 0-0 a Verona) e “retrocesso” al primo turno di Coppa Uefa 2006/07, eliminato anche qui, ma con molte più recriminazioni, al primo turno dallo Sporting Braga (sconfitto 2-0 a Braga, vincente ai supplementari 2-1 a Verona ma fuori lo stesso). Come un fulmine a ciel sereno, però, in quell’anno arriva la retrocessione in Serie B, a Bologna contro il Catania all’ultima giornata (0-2). Ma il Chievo e la sua tifoseria dimostrano grande caparbietà e l’anno dopo avviene subito il ritorno in A, con un perentorio primo posto. L’anno dopo il Céo si salva per miracolo, diventando poi, negli anni successivi una realtà del calcio italiano: nella partita Brescia-Chievo del 30 gennaio 2011, la squadra raggiunge le 100 vittorie in Serie A. Si piazza 14^ nel 2010, anno in cui si forma in curva il nuovo gruppo “The Followers”, che prende posto in uno dei balconcini della curva, mentre nel 2011 nasce, dalla scissione di una parte di sostenitori del North Side, il gruppo ultrà “Chievo 1929”, che ripropone un ritorno alle origini, in tema di colori sociali e nome di società. Arriva poi un decimo e un dodicesimo posto in campionato, mentre nel 2014 il simpatico Céo si salva sul filo di lana (16° posto).

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Calcio Serie A: Chievo Verona-Inter 2008-2009
La curva del Chievo

Curiosità: -Da tanti anni ormai, praticamente il Chievo disputa i campionati professionistici, la tifoseria clivense chiede di poter usufruire in esclusiva della curva Nord. Il North Side, da sempre gruppo guida, nel 2002 organizzò una raccolta di firme per chiedere ufficialmente il legittimo diritto di avere una curva tutta per sé, visto che la curva Sud, è esclusiva, quando il Verona gioca in casa e nei derby stracittadini, dei tifosi dell’Hellas, e per questo i clivensi non la sentono propria. Spesso in tutti questi anni ha campeggiato nella parte alta della curva lo striscione “Vogliamo la Curva Nord”, e per un certo periodo è stato esposta la pezza “Curva Nord Chievo”. -In un derby del ’95 i veronesi esposero lo striscione in dialetto, a tutta curva, “Quando i mussi i volerà faremo il derby in Serie A”, per ridicolizzare il piccolo Chievo che provava a sfidare il “grande” Verona. Il 18 novembre 2001, con un “Bentegodi” pieno come non si vedeva dallo scudetto del 1984/85 del Verona (35.000 spettatori), quello che sembrava impossibile si è avverato e dallo scherno è nato il soprannome “Mussi volanti”, ironicamente attribuitosi dai clivensi stessi in risposta allo sfottò. -Il 10 novembre 1994 è il giorno del primo storico derby scaligero della storia Chievo Verona-Hellas Verona, gara svoltasi davanti a trentamila spettatori che termina 1-1. Il derby di ritorno vede imporsi il Chievo, più bisognoso di punti, per 3-1. L’anno dopo, sempre in B, si replica, coi clivensi che, nonostante il ridotto bacino d’utenza, si danno da fare addobbando la curva Nord con strisce argentate e fiaccole di vario colore che spiccano molto nella gara notturna. Nel secondo tempo esporranno un bandierone raffigurante lo stemma del Chievo. Solo il settore centrale partecipa al tifo, comunque tenuto alto fin dal prepartita, rispondendo alle provocazioni veronesi, dai quali vengono chiamati “terroni”. -Molto dinamici, intraprendenti e battaglieri i ragazzi del “Gate 7”, con una certa mentalità ultras; più sfrontati del North Side, gli eredi degli “Ultras Chievo” a volte provano a tifare per conto proprio. -Durante Chievo-Parma 2012/13, i North Side hanno esposto lo striscione “Paolo non mollare”, proprio nei giorni del processo contro alcuni celerini del Reparto Melere di Bologna, che il 24 settembre 2005 picchiò e massacrò selvaggiamente, alla stazione ferroviaria di Verona, il tifoso bresciano Paolo Scaroni, riducendolo in coma e invalido al 100%. -Il gruppo “North Side”, nella stagione 1999/2000, incappò in una insolita “infrazione disciplinare”. Infatti, durante la partita Chievo-Napoli del 12 marzo 2000, vennero esposti nel loro settore due striscioni, non più che goliardici ma comunque di pessimo gusto, che costarono cari a coloro che li avevano appesi: cinque anni di diffida! Da quella sfortunata giornata, per tutto il periodo delle diffide, è stata esposta, accanto allo striscione del gruppo, la scritta “5empre con noi”. -Al termine della stagione 2010/2011, sulla “Diga di Chievo”, che connette, con un lungo tratto rettilineo, Chievo con Porta Palio, cioè il territorio Nord-ovest con il territorio Sud-est della città di Verona, effettuata una torciata notturna che rievoca quelle permesse allo stadio fino a pochi anni fa, per festeggiare la salvezza e il decimo anno di attività in Serie A. -Tifosi del Chievo in fermento nella gara casalinga col Catania 2008/09: vengono distribuiti volantini e affissi manifesti fuori lo stadio. All’ingresso in campo delle squadre si alzano in curva clivense tanti cartelli con la scritta “no alla fusione”, proposta nell’arco della settimana precedente la gara tra le due compagini scaligere. A più riprese vengono cantati cori contro la paventata ipotesi. -In Juventus-Chievo del 4 marzo 2012, la tifoseria gialloblù ricorda con l’esposizione dello striscione “Jason x sempre”, a dieci anni di distanza, il giocatore congolese Jason Mayélé, scomparso in un tragico incidente stradale a Bussolengo (VR), la mattina del 2 marzo 2002, nello scontro con un’altra autovettura. -Dal 1957 al 1986 viene utilizzato per le gare interne il vecchio stadio “Carlantonio Bottagisio”, molto caro ai sostenitori clivensi, soprattutto a quelli di vecchia data. Oggi il campo ospita partite e allenamenti di una parte delle giovanili, mentre la prima squadra vi disputa partite amichevoli soltanto in occasione di particolari eventi celebrativi. E’ situato in Chievo, a ridosso dell’Adige, ed ha ospitato le gare interne dei clivensi anche nel corso degli undici campionati di D giocati dalla squadra. Nel 1986 il Chievo conquista la promozione in C2, ed il campo storico, non adeguato per ospitare gare professionistiche, è sostituito dall’attuale stadio “Bentegodi”. -Il Chievo costituisce un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l’unica società proveniente dalle categorie minori ad aver scalato l’intera piramide calcistica nazionale. -Dal 2012 tutti gli anni si svolge, allo stadio “Martinelli” di Leffe, il triangolare di calcio “l’amicizia continua”, tra le tifoserie di Chievo, Albinoleffe e Pro Sesto, espressione di un calcio genuino, tra birra, fumogeni e grosse mangiate. -Fin dai loro campionati di Serie B, che vanno dal 1994/95 al 2000/01, i North Side e gli altri clubs della curva hanno dimostrato tutta la loro grinta e capacità organizzativa allestendo spettacoli coreografici eccellenti. -Nell’anno della promozione dalla C1 alla B 93/94, il Chievo, che rappresenta una frazione di Verona di sole tremila anime, ha sorpreso non solo per il gioco divertente e spregiudicato, ma anche per i numeri: nell’anno della promozione dalla C1 si è passati in tre gare da una media di 500 spettatori a quasi 20.000, anche se si trattava di partite importanti e con l’aiuto dei “veronesi”, per non parlare degli oltre 3.000 di Carrara del maggio ’94. -La stampa veronese fa spesso riferimento al Chievo chiamandolo “La squadra della Diga”, appellativo dovuto alla presenza, nel piccolo quartiere, di una diga sul fiume Adige. -Ai tempi della Champions League bellissimo lo striscione esposto in curva “Chievo frazione di Verona, provincia d’Europa”. -L’11 novembre 2000 il Chievo, per la prima volta nella sua storia, occupa il primo posto della classifica del campionato di Serie B, chiuso al terzo posto, che porta alla prima, storica promozione in Serie A. -Sempre esposto in curva lo striscione “Orgoglio clivense”. -Pressoché sempre presenti in casa e fuori le pezze “Drink Team 1929”, “Tifosi Corretti con Grappa”, “Very Ignorant People”, “Tasso alcolico elevato”. -Una volta i tifosi del Chievo hanno perso il loro aplomb, contro l’arbitro di Chievo-Cesena 94/95, che spazientì il pubblico presente con diverse decisioni infelici, mentre hanno contestato per la prima volta seriamente la squadra nel ’98, dopo uno sciagurato (1-4) Chievo-Lucchese.

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La storica coreografia per la promozione in Serie A

Clubs principali: Club “Amici del Chievo Verona” (organizza le trasferte e conta ad oggi circa 15 sezioni, una anche nella lontana Genova),  Iz Iz Alè Ceo, Chievomania Pantelleria, Mussi Volanti, The Friends Chievo Forever,  Calcio Club Chievo Verona “Quei de Mancalacqua”, Club Aldeno, Alto Garda, Calcio Club Bar Genesi, Calcio Club Buttapietra.

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Slogan: Magno, beo e tifo Ceo.

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ‘80: Chievo Korps (nato nel novembre 1986).

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Supporters Nogara, Brulè Boys (gruppo di fine anni ’90 che in seguito ha preferito affiancarsi agli Ultras Chievo Verona, composto da alcuni ex North Side), Yellowblue Animals Chievo Verona-Gruppo Bovolone, The Eagle, X-Files.

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Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Ultras Chievo (gruppo importante, nato nel 2002 e scioltosi alcuni anni fa, che si era staccato dal “North Side”, col quale non correva buon sangue, soprattutto per una diversa mentalità ultras, un certo buonismo che gli Ultras Chievo rinfacciavano al gruppo principale. Caratteristiche degli Ultras lo stile british dietro un unico striscione, senza tamburi), Tipi Loschi, La Fossa dei Pandorini, Le Monelle, The Renagade, Orda Balorda, I Sporcacion, Cani Sciolti, Armata.

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Politica: ufficialmente apolitici.

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La bandiera del Chievo

Liberi pensieri: “Un’impresa che resterà nella storia…una felicità impressa per sempre nella nostra memoria” (coreografia per la promozione in Serie A, Chievo-Salernitana 00/01); “26-08-2001 h. 15:00 noi con voi nella storiA” (per la prima gara in assoluto nella massima serie, Fiorentina-Chievo 01/02), “Ciao Peppino” (striscione in memoria all’avvocato Prisco, interista per antonomasia, a pochi giorni dalla sua scomparsa; Inter-Ch 01/02); “Jason, Luigina: vivere nei cuori di chi resta non è morire” (Torino-Chievo 01/02), “Con dei prezzi così…un pubblico da C” (Ch-Lazio 04/05), “Se siamo uomini dimostriamolo”, “Primi a crederci, ultimi a mollare”, coreografia (Ch-Fiorentina 04/05); “Colore, calore, passione, il nostro calcio non è business né televisione” (04/05), “Chievo: Verona non ti merita!” (Ch-Sporting Braga, Coppa Uefa ritorno 1° turno 06/07),

“Grinta e sudore in ogni battaglia, unico obiettivo onorare la maglia” (Ch-Mantova/Messina 07/08),

“8 anni sono passati, da noi non sarete mai dimenticati, Jason e Luigina vivono con noi” (Ch-Cagliari 09/10), “Da 10 anni realizziamo i sogni di una città”, con un piccolo copricurva rappresentante la Scala (Ch-Roma 09/10); “Auguri Capitano”, per la bandiera del Chievo Sergio Pellissier, che compiva 32 anni (Ch-Bologna 10/11); “Jimmy con noi” (10/11-11/12).

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