A cura di Claudio “Freccia”

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Curva tifosi Lazio coreografia
Una coreografia della curva della Lazio

Gruppi esistenti: Direttivo Ultras Lazio Curva Nord: rappresentato dalla pezza con l’aquila imperiale sul cancello principale della Nord, ha preso le redini della curva negli anni dell’oblìo degli Irriducibili ed ha come leader Fabrizio “Diabolik”, che non gode in questo momento di libertà, per ragioni giudiziarie, quindi la curva è in mano ad altri ragazzi molto in gamba, che cercano di non farlo rimpiangere. Irriducibili: nascono nell’87 come gruppo di rottura. Si propongono all’attenzione della Nord come àncora di salvataggio nell’”abbruttimento” sociale di quegli anni, per rilanciare l’identità dell’individuo con originalità e fantasia, identificando moltissimi giovani con quell’aggettivo scelto come sinonimo d’ìndomità di chi non si arrende di fronte a nessun ostacolo per difendere e alimentare la propria fede. Cresciuti negli anni postumi i “-9” ed il “Calcioscommesse-bis”, intraprendono una serie di lotte e “battaglie di coscienza”, entrando in divergenza con la gestione-Calleri, con gli “Eagles” e i Clubs, con Cragnotti, conquistando alla fine fiducia e simpatie del popolo laziale, che vede in loro il gruppo trainante del tifo organizzato. Dopo lo scioglimento degli Eagles, spetta loro l’onere il compito di sviluppare il patrimonio tradizionale della Nord. Via i tamburi, largo agli stendardi e allo spontaneismo, trasformando il tempio del tifo laziale in una miriade di vessilli, dagli slogan più strani, umoristici e sarcastici. Fautori della mentalità dell’andare “oltre”, sono partiti nell’87 in 432 tesserati, fino a raggiungere quota 10mila, con l’esperienza al “Flaminio” (89/90) che ha saputo gettare le basi per un roseo futuro. Ufficialmente sciolti nel 2010, hanno ripreso ad attaccare lo striscione nel 2013/14. C.M.L. ’74 (Commando Monteverde Lazio): all’ingresso 49 della Nord si trovano loro, gruppo dell’omonima zona di Roma, sita sulla circonvallazione Gianicolense. Le radici di questo gruppo sono lontane nel tempo, più di quello che si può supporre dalla dicitura, tanto da risalire agli albori del tifo organizzato. Il primo nucleo si costituisce infatti nel 1971, proponendosi come nuovo gruppo di giovani sostenitori, in curva Sud, lungo il muretto lato Montemario, inquadrato autonomamente per produrre un sostegno totalmente diverso dalla concezione allora dominante. Il vecchio Commandos raggruppa un consistente numero di ragazzi che prima, disordinatamente, si sparpagliavano nei vari settori dello stadio. Sull’altra sponda del Tevere, i cugini giallorossi copiarono con evidenza il nome con prima il “Commandos Lupi”, poi col “Commando Ultrà”. L’euforia per lo scudetto del ’74 cambia nome al gruppo con la dicitura odierna. Veterani: in simbiosi con la rivoluzione dirigenziale e tecnica del periodo di metà anni ’90, se ne compie un’altra sulle tribune, anzi in Tribuna Tevere, che dal campionato 1994/95, precisamente da Lazio-Parma, nella parte bassa, detta anche Parterre, dal lato curva Nord, è occupata dai “Veterani”, primo gruppo ultras laziale (e forse primo anche in Italia), che dall’esperienza di curva si sposta in un settore genericamente definito borghese e silenzioso, senza cori d’incitamento e torce accese. Gruppo di tutto rispetto, con belle coreografie e stendardi splendidi fin dall’inizio, è composto da Irriducibili della prima ora, in particolare il “Grinta”, uno dei massimi fondatori nell’87. Stanno in piedi e tifano come se stessero in Nord, prendendosi i rimbrotti e qualche insulto da parte della gente che avanza pretese perché lì il biglietto è caro; presenti in casa come in trasferta, sono ben visibili anche nei derby in cui gioca in casa la Roma e la Tevere è in maggioranza giallorossa./ Quelli di Sempre Lazio, MCM, Lazio Fans (occupano la parte sinistra in basso e gestiscono quella zona di curva, sono certamente un gruppo importante, anche loro col bandierone sempre presente), Lazio Hit Firm (ex “Lazio Youth”, “Avanguardia” e “NCSSL”, si trovano a sinistra del cancello della Nord, anche se sono nati da poco sono un bel gruppo), Manipolo (gruppo storico che si colloca in alto a destra, vetrata opposta a quella del CML. Sempre presente, oltre a quella del gruppo hanno anche altre pezze come “E’ gradito l’abito nero”), Romana Gioventù, Dietro la Porta, Caos Group, Lazio Squirt Fans, Side by Side (sono altri gruppi che si trovano nella parte bassa, tutti abnbastanza ristretti e nuovi ma in ottimi rapporti col direttivo; alcuni membri sono del direttivo stesso), Laziali a ‘na Certa Maniera-Gruppo San Basilio (quest’ultimi occupano la parte bassa a destra della Nord e sono alcuni ex “Banda Noantri” e altri ragazzi del quartiere San Basilio. Dalla stagione 13/14 non hanno esposto la loro pezza, bensì, purtroppo quella che ricorda Maurizietto, membro del gruppo scomparso a giugno 2013 in seguito a una brutta vicenda, e che la curva spesso ricorda con cori e applausi), L’Elite Romana, Nobiltà Capitolina, Pessima Reputazione, Pride of Rome, Romanità Crew, Anzio Ultras, Ostia Fans, Ardite Schiere (nascono in Sud negli anni ’90), Piazza d’Armi, Stampo Elitario, Urban Lazio Crew, Yuppies Lazio (si sono fatti notare in trasferta), Sodalizio.
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Settore: Curva Nord “Gabriele Sandri”, tranne “Veterani” e “Sodalizio” in Tribuna Tevere, e i “Pride of Rome” in curva Sud, almeno fino all’anno scorso (14/15).
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Siti Internet: www.ultraslazio.it – www.sslazio1900.it – www.avantilazio.com

Curva tifosi Lazio coreografia spettacolare
Altra spettacolare coreografia dei laziali

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Amicizie: -Inter: vecchio gemellaggio, molto sentito, che nasce intorno alla metà degli anni ’80, tra i più solidi e importanti d’Italia. Nel 1995 in Inter-Lazio, i laziali al seguito esprimono la loro fraterna amicizia con la scritta “Un saluto romano alla vera Milano”. Gli interisti risposero con “Roma biancazzurra…il resto è solo guardie!”. Stesso modo di vivere la curva, in casa e in trasferta, e comuni storiche rivalità, dai romanisti, ai milanisti, agli juventini, hanno nel tempo cementato questa unione, rinsaldata con la finale di Coppa Uefa nel 1998 a Parigi, e il maggio 2002, famoso giorno di Lazio-Inter, ultima giornata di campionato, con uno stadio intero (50.000 interisti e oltre 25.000 laziali) che tifa Inter, la Juve di scena a Udine, un punto sotto i nerazzurri, la Roma a Torino, due punti sotto, che vinceranno tutt’e due, mentre l’Inter naufraga perdendo 4-2 contro una Lazio senza obiettivi concreti, che “tradisce” i suoi tifosi facendo perdere lo scudetto dell’Inter, arrivando invece terza, con la Juve vincente 2-0 a Udine e la Roma 1-0 a Torino, per quello che passerà alla storia come il fatale “5 maggio” interista. Tra gli striscioni laziali “Peruzzi poggete al palo”, “Vincete per Prisco”, mentre i nerazzurri rispondevano con “Irriducibili: il vostro sostegno…la nostra vittoria” e “Una bella amicizia basata su rispetto e coerenza”, mentre la Nord urlava ai suoi giocatori “Dove eravate, al derby dove eravate…”. A San Siro, nel 2003/04 gli interisti espongono il messaggio “Patto d’acciaio”, con gli stemmi delle squadre e un simpatico disegno. Nella stagione 2008/09, prima di Inter-Lazio, la Nord interista si ricopre di biancoceleste, componendo la scritta gigante “Gabriele”, con sotto lo striscione “Sarai sempre con noi”, a dimostrazione di quanto il gemellaggio sia saldo. Famosa anche la scritta ironica “Oh noo” dei laziali in Lazio-Inter (0-2) del 2009/10 (terz’ultima giornata), che sfavorisce la Roma seconda, a vantaggio dell’Inter prima. In Lazio-Inter 2012/13 esposto lo striscione “Passano gli anni mai l’amicizia…onore alla curva interista”; gli interisti rispondono con “Noi e i laziali amici di antichi valori e veri ideali”, mentre sempre a Roma, nel gennaio 2014, i laziali espongono “Nella buona e nella cattiva sorte uniti fino alla morte, saluti all’unica curva di Milano”. In Lazio-Inter esposta dai laziali la scritta “Battiamo le mani ai fratelli dei laziali”. -Verona: prima dell’amicizia, nata all’incirca a metà anni ’80, nel settembre ’83, prima di Verona-Lazio, scoppiano incidenti tra le due tifoserie, con due veronesi accoltellati e 64 laziali fermati. Mille laziali a Verona nel 91/92 fraternizzano con le già ex Brigate Gialloblù, andando a bere insieme dopo il match e scambiandosi le sciarpe. In Hellas Verona-Lazio del 95/96 esposto lo striscione “BentornAto Hellas”. I laziali nel 1999 esposero a Verona lo striscione “Un saluto romano ai putei dell’Hellas Verona”. Comunque le incomprensioni in passato non sono mancate, come i fischi dei veronesi a Mihajlovic nel 2000, quando il serbo sputò in una partita di Champions al giocatore di colore dell’Arsenal Viera, e per contro i laziali esposero un “10-100-1000 Sinisa”. Non si può infatti parlare di gemellaggio, anche per la loro salda amicizia con fiorentini e doriani, ma di amicizia tra esponenti delle due curve, basata su stessi princìpi ultrà, stesso modo d’intendere il tifo e comuni rivalità. Laziali spesso presenti a Terni, nei match tra Ternana e Verona. Nel 2013/14 torna dopo una decina d’anni in campionato la sfida tra Verona e Lazio, che è l’occasione per rinsaldare l’amicizia, seppure non siano presenti, causa tessera, gli ultras laziali. Per Verona-Lazio 15/16 è ottima l’accoglienza fuori lo stadio dei tifosi dell’Hellas, coi laziali invitati a gruppetti a bere e a scambiare materiale, parlando del mondo ultras. -Real Madrid: il gemellaggio nasce ufficialmente nella stagione 2000/01, durante il doppio confronto in Champions League, ma già da prima c’era una certa sintonia, grazie a comuni affinità come mentalità ultras e ideologia di destra. Con lo striscione “Divididos por los equipos, unidos por la mentalidad” (“Divisi per le squadre, uniti per la mentalità”), i laziali suggellarono nel 2001 a Madrid il gemellaggio internazionale con gli “Ultras Sur” del Real Madrid. Una delegazione di Irriducibili andò a cena coi madrileni. Al ritorno all’”Olimpico” l’amicizia venne nuovamente rinnovata. Gemellaggio rinsaldato nel 2007/08, sempre in Champions, quando gli spagnoli esposero al “Santiago Bernabeu” gli striscioni d’affetto “Un saluto romano al nostro amico italiano”e “Anche Madrid ti piange, giustizia per Gabriele”. Striscione “Ultras Sur” presente in Lazio-Roma 04/05). -Triestina: gemellaggio vero e proprio, nato nella prima metà degli anni ’80, quando le due squadre frequentavano la Serie B. Un loro vecchio striscione recitava “Benvenute Aquile…insieme torneremo grandi”. Striscione “Benvenuti alabardati” esposto in Lazio-Roma 1984/85, drappi e striscioni alabardati in Lazio-Triestina 1985/86. Stendardo “Triestina” in Udinese-Lazio 07/08 e 08/09, oltre che nella finale di Coppa Italia 08/09 con la Sampdoria. In Triestina-Roma, ottavi di finale Coppa Italia 09/10, esposti nella loro curva vessilli laziali, spesso presenti anche a Terni nelle gare Ternana-Triestina. Stendardo “Curva Furlan” in Maribor-Lazio, Europa League 12/13. Pezza alabardata in Lazio-Chievo 12/13. -Espanyol: le due squadre non si sono mai incontrate, ma c’è sintonia a livello politico coi tifosi di questa squadra di Barcellona, da sempre rivale del Barça. L’amicizia ci porta indietro fino agli anni ’90, quando soprattutto i Viking Nord Italia avevano un rapporto diretto con le “Brigadas Blanquiazules” Espanyol, spesso presenti con il loro striscione in curva Nord, nei derby e partite di cartello. Laziali presenti al loro fianco per il match dei sedicesimi di Coppa Uefa 06/07 Livorno-Espanyol. Affinità tra le due tifoserie nei colori sociali, nell’anno di fondazione, nel substrato sociale, nella rivalità coi cugini. Striscione “Brigadas Gate-8” in Lazio-Roma 04/05. -Chelsea: la passione degli ultras laziali per l’Oltremanica risale agli anni ’70, già dai tempi degli “Eagles Supporters”. Quella coi tifosi del Chelsea ha invece inizio nei primi anni ’90, grazie al buon rapporto tra quest’ultimi e i laziali residenti a Londra, rinsaldato nella Champions League del 1999/2000, nella seconda fase a gironi. Stendardi dei britannici esposti in Lazio-Bologna 2008/09. -Ascoli: negli anni ’70-’80 Ascoli era un campo ostile e nemico per i laziali. Nel 1975 i C.M.L .’74 organizzarono due pullman per le Marche, ma furono accolti da una sassaiola, da pupazzi biancoblù impiccati e scritte antilaziali sui muri, cui seguirono incidenti, poi nasce negli anni a seguire, soprattutto per affinità politiche e per l’odio comune verso la Roma, una discreta amicizia, rinsaldata nel 2005-06, ultima di campionato ad Ascoli, con esposti gli striscioni “Banda Noantri” e “Assenza Forzata” Lazio. In Ascoli-Lazio 88/89 giro di campo coi bandieroni delle due tifoserie. In Ascoli-Ancona, Coppa Italia 2014/15, esposto lo striscione “Lazio Hit Firm”. Pezze ascolane “1898” e “Cecco vive” in Nord per il recente Lazio-Cagliari 14/15. -Chieti: con gli abruzzesi non esiste un vero e proprio gemellaggio ma sintonia e empatia, per il comune modo di intendere il tifo e lo stile. Il famoso coro “Non mollare mai”, per diversi anni colonna sonora della Nord, è stato importato dalla curva del Chieti. -Liverpool: più che un amicizia, una devozione, una riconoscenza eterna verso i Reds per aver vinto 5-3 ai rigori (1-1 d.t.s.) contro la Roma, la finale di Coppa dei Campioni del 30 maggio 1984, disputatasi proprio a Roma. In quella finale la famosa “Kop”, la curva del Liverpool, si trasferì in curva Nord. -Wisla Cracovia: l’amicizi
a risale al 2014. I tifosi polacchi non restano a guardare quando alcuni laziali fermati a Varsavia, dopo la famosa partita con il Legia, non riescono a coprire le spese e tornare in libertà, così i tifosi del Wisla raccolgono nel breve tempo 10000 €. e ottengono la scarcerazione degli ultimi laziali rimasti a Varsavia. Ne nasce ovviamente una bella amicizia e una cinquantina di “Wisla Sharks” sono ospitati a Roma per il derby del 25 maggio 2015, per vedere dal vivo uno dei derby più belli del mondo. -Levsky Sofia: bella amicizia internazionale coi bulgari del Levsky, soprattutto tra esponenti delle due curve, nata nei primi anni 2000. Loro sono spesso presenti nei derby e quando la Lazio gioca nell’Est Europa. Nel 2009/10 le due squadre si sono incontrate per la prima volta “ufficialmente” nel doppio confronto di Europa League, fase a gironi. In Lazio-Juve 14/15 presenti alcuni stendardi del Levsky, accompagnati dalla frase “Lazio and Levsky for 1000 years” (Lazio e Levsky per mille anni) dei laziali. -Paris Saint Germain: amicizia che risale intorno al ’93; bandiere del Psg presenti alcune volte all’”Olimpico”. -West Ham: ennesima amicizia anglofila, recente. In Lazio-Roma 12/13 esposta una bandiera del West Ham. -Porto: ci sono stati dei contatti coi portoghesi alcuni anni fa, ma niente di ufficiale, anche se almeno una bandiera del Porto si è vista anni fa in Nord.
Ex-gemellaggi/amicizie: Torino: incidenti nell’aprile ’75 durante la gara Lazio-Torino, con alcuni arresti. Lanciati bastoni e altri corpi contundenti che hanno colpito un celerino, divelte panche, porte dei gabinetti, con la polizia che spara lacrimogeni nel settore dei facinorosi, che rispondono con lanciarazzi sparati ad altezza d’uomo contro la Celere. Il gemellaggio che affonda le radici nel lontano 1976, viene rinnovato quando i laziali, in Lazio-Torino 78/79, esposero lo striscione “Forza Radice: vinci lo scudetto della vita”, rivolto all’allora allenatore del Torino, Luigi Radice, gravemente ferito in un drammatico incidente stradale, in cui perse la vita Paolo Barison, ex-giocatore del Toro, il 17 aprile 1979. Il gemellaggio sembrava forte e duraturo, ma il cambio di guardia della Nord, dagli Eagles, gruppo di centro-destra, agli Irriducibili, gruppo di estrema destra, mise in crisi il rapporto con la “Maratona” torinese, prevalentemente “rossa”, a tal punto che terminerà con lo scioglimento, nel 1991/92, degli “Eagles”. Un’amicizia che è durata a lungo, soprattutto per l’odio comune verso i romanisti, finita solo per questioni politiche. Bari: il gemellaggio risale al 16 novembre 1980, stretto tra “Ultras Bari” e “Eagles Supporters”, quando all’”Olimpico” è di scena Lazio-Bari, con esposto in curva Nord lo striscione “Ultras Bari”. Striscione “Eagles Supporters” e altri striscioni di clubs laziali in curva barese per Bari-Lazio 82/83. Dopo lo scioglimento degli Eagles, gli Irriducibili hanno rotto il rapporto indirizzando cori poco amichevoli ai baresi in Lazio-Bari 91/92. Cesena: vecchio gemellaggio; giro di campo coi bandieroni delle due squadre in Cesena-lazio nell’86.
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CALCIO: SERIE A; LAZIO - SIENA
La curva della Lazio

Rivalità: -Roma: odio storico stracittadino, fortissimo, che va oltre i 90 minuti di una partita di calcio. Basterebbero scritte sui muri, da parte di ottusi romanisti, come “Mejo una coppa in faccia che un razzo nell’occhio”, “28/10/79 – 28/10/13 il tram dei laziali è 28…sparato! 10-100-1000 Paparelli”, “Di Canio come Vincenzo” (striscione) o “2014, nulla è cambiato ancora godo per il razzo sparato”, per rendersi conto di quanto è forte la rivalità tra le due sponde del Tevere. I primi incidenti si perdono nella notte dei tempi; già nel 1974 si verificano lanci di oggetti in campo verso i giocatori, risse tra opposte fazioni, con le forze dell’ordine che sparano lacrimogeni sugli spalti, fuori incendiate auto, bus e cassonetti, 20 feriti, un arresto. Nel marzo ’75 lanci di razzi e scontri tra le opposte fazioni; sequestrati diversi oggetti. Il 28 ottobre 1979 la triste vicenda di Vincenzo Paparelli, di cui si parla nella sezione “Storia del tifo laziale”. Dopo la partita Lazio-Italia Under 21, un gruppo di giocatori della Roma che assisteva alla partita è stato aggredito. Incidenti in Lazio-Roma dell’ottobre ’83 fuori dallo stadio, con due accoltellati e tredici arresti. Numerose cariche e scontri con la polizia. Tafferugli, lo stesso anno, anche nel campionato primavera, con due contusi romanisti. Roma-Lazio del febbraio 1984 con tre feriti prima della partita, accoltellamenti e cinque arresti per lancio di pietre e porto di armi improprie. Nel derby di Coppa Italia del novembre ’84 le forze dell’ordine intervengono numerose volte per impedire invasioni di campo e in uno di questi interventi sono vittime di una sassaiola da parte della Nord, con ferimento del capitano dei carabinieri. Altri incidenti in varie zone cittadine. Lazio-Roma del marzo ’85 vede un minorenne arrestato per possesso di un coltello, due contusi, e materiale sequestrato, tra cui un accetta e tre bottiglie molotov nei pressi dello stadio. Tafferugli prima e dopo la partita con due laziali e due romanisti fermati per rissa. Scontri anche nell’89/90, molto gravi, con lo scoppio di una bomba carta che apre la battaglia, soprattutto con le f.d.o., che caricano ripetutamente, vengono bersagliati da oggetti, la curva ondeggia paurosamente, nasce un mini incendio. Alla fine 13 agenti feriti, tre laziali ricoverati e sei arresti. 86 ragazzi della Nord denunciati a piede libero, 4 in manette, a cui fecero seguito diffide, anche a ragazzi ritenuti estranei ai fatti, esponenti di “Irriducibili” e “Eagles Supporters”, contro le quali venne attuato uno sciopero del tifo ad oltranza nella stagione successiva (tifo solo nel secondo tempo) e nelle ultime due gare casalinghe della stagione 89/90. Rubato negli anni ’80 lo striscione “Guerriglieri” ai romanisti. Lazio-Roma del novembre ’94 è funestata da incidenti nella curva laziale, la polizia entra in Nord ma viene ricacciata; scene di guerriglia con bastoni e fumogeni. Nell’aprile 2001 incidenti prima della gara tra opposte fazioni sotto la Sud, violenti scontri laziali-forze dell’ordine a fine gara con lacrimogeni sparati dalle f.d.o. Ad ottobre 40 ragazzi degli Irriducibili vengono sequestrati mentre preparano la coreografia; scoppiano violenti scontri in curva Nord tra ultras e polizia, che tenta di entrare in curva, ma viene ricacciata. Violenti scontri ultras-f.d.o. anche nel marzo 2002. Incidenti prima del derby dell’ottobre 2005, con i due gruppi che si affrontano lanciandosi vari oggetti contundenti. Un 20enne laziale accoltellato al gluteo. Sequestrato armamentario vario fuori dallo stadio “Olimpico”. Scontri nei pressi dello stadio anche nell’aprile 2007, con due tifosi accoltellati. Incidenti poi in Roma-Lazio del novembre 2008, con 8 tifosi arrestati; nell’aprile 2009, con un laziale di 38 anni arrestato per rissa avvenuta prima della partita e un altro di 29 anni bloccato dagli agenti durante scontri nel corso della gara in Tribuna Tevere. Nel derby del dicembre 2009, per incidenti del prepartita, arrestati due romanisti e tre laziali. Apparso in Nord nella finale di Coppa Italia 2012/13 vinta dalla Lazio, lo striscione “Roma Club Firenze”. -Atalanta: odio storico, sentita rivalità. Nel giugno ’87 incidenti a Roma dentro e fuori lo stadio, con alcuni feriti, 4 fermati, denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale. Diverse cariche della polizia per disperdere i facinorosi, un agente colpito da un sasso ne avrà per 7 giorni. Scontri nell’87/88 sia a Bergamo che a Roma, con incidenti tra le opposte tifoserie, dentro e fuori lo stadio. Incidenti a Roma nell’89/90 prima, durante e dopo la gara; le forze dell’ordine, forse impreparate “caricano” nella Nord, grave il bilancio, con diversi arresti, feriti e 27 denunce. Nel marzo ’91 incidenti al “Dall’Ara” di Bologna (squalificato il campo di Bergamo), prima, durante e dopo la gara. Nel ’96, dopo 5 anni, 26 ultras laziali verranno condannati con pene da 4 a 9 mesi di reclusione. Scontri nell’aprile ’96 a Bergamo, quando, all’arrivo dei laziali non c’era neanche un vigile ad aspettarli, così hanno caricato gli atalantini fin sotto la loro curva, ma, dopo averli fatti scappare, i bergamaschi si sono ricompattati, respingendo e ricaricando i laziali, assediandoli per circa un’ora nello spazio riservato agli ospiti. A settembre del ’96 arrivano le prime diffide. Nel 2001/02 a Roma gli atalantini transitano sotto la Nord e vengono assaliti dal lancio di pietre e bottiglie. Le due fazioni si fronteggiano per qualche minuto, poi interviene la celere a calmare gli animi. Scontri anche nel settembre 2006 a Roma prima della gara, con 10 feriti. -Napoli: odio acerrimo, viscerale, cattivi rapporti in pratica da sempre, per una rivalità che ha raggiunto il suo apice all’inizio degli anni 2000. Già nel 1970 un tifoso napoletano di Avellino, di 29 anni, venne accoltellato dopo un diverbio sugli spalti, con prognosi di sette giorni. Nel 1975 scazzottate tra tifosi sugli spalti dopo il gol del Napoli. Nel novembre ’79 in Napoli-Lazio, 22 arresti, 30 denunce, 3 quintali di raudi sequestrati. In Lazio-Napoli dell’aprile ’84 accoltellato gravemente con sei fendenti un napoletano, dopo la partita, da un gruppo di teppisti. Un 59enne aggredito prima del match nei pressi della curva Sud, accoltellato a una coscia. Arrestati 9 tifosi, di cui 5 di Napoli. Due laziali aggrediti dopo la gara, di cui un 18enne accoltellato e un altro 18enne malmenato fuori lo stadio a calci e pugni. Durante gli spareggi-salvezza per rimanere in B, dell’86/87, disputatisi al “San Paolo” di Napoli, i napoletani incendiarono un pullman di tifosi laziali. In Napoli-Lazio 91/92 i partenopei esposero lo striscione “Per 200 km. 3 anni di attesa”, ma nell’88/89 i laziali arrivarono a Napoli in 700 e non furono fatti entrare al “San Paolo”, mentre per la festa-scudetto 90/91 arrivarono in 60, con la Lazio che non lottava più per nessun obiettivo, alla stazione, ma la polizia li rimandò a casa dicendo loro che non c’erano più biglietti. A Roma, nel 91/92 incidenti pre e post-gara, con due accoltellati e 4 arrestati. I “Fedayn” Napoli nel 93/94 firmano il messaggio “Ma quali inglesi…leccapalle dei veronesi”. Incidenti ancor più gravi in Lazio-Napoli 2000/01, dentro e fuori lo stadio “Olimpico” con 17 feriti, tra cui cinque agenti, otto napoletani, di cui uno accoltellato in maniera non grave, e tre laziali. I pullman dei napoletani, arrivati sotto la Nord, sono presi a pietrate; questi scendono dai pullman e ne nasce un parapiglia. I numerosi supporters napoletani lanciano diversi bengala e petardi verso i laziali nello spazio adiacente il settore ospiti. Alla fine alcuni laziali provano ad aggredire i napoletani, attaccando gli agenti con bottiglie, monetine e quant’altro. Portato via ai napoletani lo striscione “Blue Tiger”. I laziali a fine partita espongono la scritta “Venite alla stazione, al resto ci pensiamo noi”, ma non avverrà niente di grave. Sequestrate ai laziali prima della partita cinque bo
mbe incendiarie. -Pescara: odio molto forte, soprattutto dei pescaresi verso i laziali, a causa di episodi anche remoti. Nell’ottobre 1977, quando 300 abruzzesi giungono a Roma con sei pullman, la scintilla nasce nel prepartita, quando alcuni romani puniscono la sprovvedutezza degli ospiti che lasciano nel piazzale antistante la curva Nord i propri torpedoni incustoditi ma pieni di striscioni, bandiere e tamburi, che, essendo anch’essi biancazzurri, vengono portate in curva Sud dai laziali. Al fine gara scoppiano violenti tafferugli sotto la Nord tra pescaresi e laziali. Nel maggio ’86 a Pescara incidenti prima della gara, con pescaresi che nel piazzale antistante lo stadio danneggiano le auto in sosta targate “Roma”. A settembre ’86 oltre 300 laziali arrivano col treno speciale, nel corteo verso lo stadio un romano rimane ferito da una bottiglietta. Dopo il match violenti “corpo a corpo”, auto danneggiate dai fans romani, cariche e lacrimogeni da parte delle f.d.o.: 30 minuti di guerriglia. Oltre 30 fermati e denunciati per resistenza, lesioni e danneggiamenti, diversi feriti più o meno lievi. Tafferugli anche dopo Lazio-Pescara del marzo ’87, con tre laziali arrestati e 4 minorenni fermati, più alcuni feriti. Nel 1992 il tifo si macchia di sangue, quando venne ucciso un pescarese, Maurizio Mazzocchetti, davanti alla discoteca “Cocoricò” di Riccione, durante una rissa tra laziali e pescaresi. La corte di Assise di Rimini ha condannato, nel 1997, a 15 anni il romano Fabio Gabriele. Altri imputati, romani e pescaresi, sono stati condannati da due a cinque anni per il reato di rissa. -Milan: vecchia rivalità, odio storico. Già nel 66/67, durante Milan-Lazio scoppiò una scazzottata tra una 50ina di tifosi laziali e milanisti. Nel marzo ’84 un 15enne laziale viene aggredito con calci e pugni durante Lazio-Milan e accoltellato all’addome dentro lo stadio. Nella finale di andata di Coppa Italia 97/98, a San Siro, rubato e mostrato dai laziali lo striscione “Milan Club Montecavolo”, mentre la Sud espone lo stendardo “Mr.Enrich” degli Irriducibili. La Coppa sarà vinta dai laziali all’Olimpico, quando, imponendosi per 3-1, ribaltano lo 0-1 dell’andata, col popolo biancoceleste che si abbandona a caroselli e atti vandalici per le vie della capitale. -Perugia: odio storico, forte rivalità, una delle più vecchie. Già negli anni ’70 scontri a sfondo politico tra laziali e perugini, con quest’ultimi derubati dello striscione “Vecchia Guardia”. Nell’ottobre 1975 i laziali, dopo aver sventolato drappi neri e fatto il saluto romano, al gol laziale cominciano a volare bottiglie e sassi, poi bastoni e lunghe spranghe di ferro. Un gran caos, con “corpo a corpo” tra perugini e laziali. Mezzora dopo la fine della gara la polizia interviene anche alla stazione di Fontivegge, per evitare che la situazione degeneri. Nel febbraio ’76 nuovi incidenti, stavolta a Roma, quando alcuni laziali hanno spaccato i vetri di automezzi perugini, inoltre tafferugli e scazzottate sugli spalti, un ferito e molte persone fermate poi rilasciate. Tafferugli e tumulti anche in Tribuna Tevere non numerata. Per Perugia Lazio del marzo 1983, arrestati tre tifosi laziali e 28 denunciati a piede libero. In Perugia Lazio 85/86 scontri prima e dopo la gara, causati soprattutto dai laziali, che danneggiano auto e tirano sassi verso i perugini, con almeno tre umbri feriti con tagli anche profondi; sassaiola contro i laziali all’altezza della stazione di Fontivegge. Pandemonio anche in occasione di Perugia-Lazio 98/99, con lancio di lacrimogeni e gara sospesa per un quarto d’ora. Scontri soprattutto tra laziali e polizia, che avrebbe manganellato senza motivo, secondo gli Irriducibili, un tifoso recatosi in bagno. Altri scontri fuori e dentro lo stadio, 8 laziali arrestati, un laziale colpito al collo da un mattone si procura una ferita di 15 cm. Fuori sassaiola e nuovi lanci di lacrimogeni, con un agente ferito e auto danneggiate. -Sampdoria: vecchio odio. Gravi incidenti nel settembre 1983, sia dentro che fuori lo stadio, bloccati anche alcuni minorenni e una ragazza. La battaglia prosegue a Brignole a colpi di bottiglia. Bande di teppisti si affrontano per circa un’ora nel dopogara, armate di coltelli, mazze, spranghe, cocci di bottiglia e pistole lanciarazzi. Feriti anche 4 funzionari di polizia e un genoano, accoltellato nella mischia ad un gluteo. Accoltellato nell’’84 un 22enne fuori dall’”Olimpico”, di Avezzano (AQ), molto probabilmente di fede laziale, all’uscita della Sud. In Samp-Lazio 98/99 il grosso della tifoseria biancoceleste viene fatta passare, con lo striscione “Irriducibili” spiegato, senza le dovute precauzioni, sotto il settore occupato dai doriani, e ai primi accenni di offese, si staccano circa 200 tifosi che vengono a contatto. Gli ultras laziali (8.000 presenze in tutto), esasperati dal trattamento loro riservato nell’ultime trasferte prima di Genova, cercano il contatto coi doriani, sfruttando un lacunoso servizio d’ordine, ma vengono respinti da una controcarica doriana, dopo 15 minuti di guerriglia, poi, resisi conto della brutta figura, pensano “bene” di dare una sprangata al parabrezza di un’auto di passaggio, con a bordo un bambino di dieci anni, che viene poi ricoverato in ospedale con una scheggia di vetro in un occhio, inoltre un tifoso sulla quarantina viene picchiato selvaggiamente da una decina di laziali. In Lazio-Samp del gennaio 2005, scontri fuori lo stadio nei pressi dell’Aula Bunker del Foro Italico, dove un gruppo di laziali aggredisce tre doriani, colpendoli alla testa con manganelli “telescopici” e un coltello, armi poi recuperate. Arrestati due laziali. -Fiorentina: antica rivalità, odio, disprezzo. Nell’84 tafferugli a Firenze nel piazzale antistante lo stadio: un minorenne arrestato, tre fiorentini e un laziale feriti. A Firenze nel gennaio ’85, incidenti fuori dallo stadio con 14 feriti, oltre cento macchine danneggiate e oltre 200 milioni di danni. Laziali aggrediscono armati di catene una persona, che subisce un trauma cranico con ferite multiple. Altri due fiorentini e due laziali feriti. Dopo il 2-0 diverse scaramucce con ferimenti, battaglia impedita dalle forze dell’ordine. Un tifoso viola viene accoltellato in Fiorentina-Lazio 98/99; scontri tra ultras viola, laziali e polizia sotto la Curva Fiesole. Al 24° un petardo stordisce il giocatore tedesco della Fiorentina Heinrich. Scene di ordinaria follia anche l’anno dopo, con tafferugli pre e post-gara nelle vie adiacenti lo stadio. Il parapiglia scoppia quando un manipolo di tifosi viola accerchia il corteo dei laziali; le due fazioni vengono a contatto, divise solo dalle forze dell’ordine, ma si contano ugualmente 20 contusi. Marasma anche alla stazione “Campo di Marte”, dove i tifosi laziali, circa 5mila, sfogano la rabbia per la mancata vittoria (3-3 il risultato) fracassando le strutture ferroviarie, come già avevano fatto l’anno prima. Scaramucce anche nell’aprile 2000, con fitto lancio di oggetti da settore a settore. Nel febbraio 2003, alla stazione di S. Maria Novella di Firenze, violenti scontri tra i fiorentini, un centinaio su un treno locale diretto a Lucca per Castelnuovo-Fiorentina, e i laziali diretti a Verona per Chievo-Lazio, con sassaiola che provoca un fuggi fuggi generale, danni a negozi, a arredi della stazione, ai vagoni, 110 laziali, sui 150 totali, denunciati per danneggiamento e lesioni. L’intervento della polizia evita che la situazione degeneri. Nel gennaio 2005 nuovi incidenti fuori dal “Franchi” di Firenze. Nel 2005/06 i fiorentini in casa mostrano gli striscioni “Laziale: a.a.a. cercasi ultras in una curva di politici” e “Lotito al timone…Irriducibili in cassa integrazione”; diverse scaramucce tra laziali e polizia. -Sambenedettese: odio storico; famosa la foto del corteo dei laziali con davanti lo striscione “Irriducibili” e una sola macchina della polizia a capo del corteo, diventato poi uno storico murales. Nell’85/86 striscione provocatorio “Puzzate di pesce” davanti al corteo laziale; primi scontri già
in mattinata sul lungomare, con auto targate “AP” danneggiate, sassi contro tre pullman di laziali, vetri in frantumi. Scontri tra tifosi dopo la gara, interviene la polizia con cariche e lancio di lacrimogeni; dieci tifosi laziali, diretti verso la stazione, seguiti da un centinaio di tifosi locali, si barricano in un bar, assediati, sono liberati dalla polizia, che usa lacrimogeni; due tifosi rossoblù denunciati. Trauma cranico per un tifoso locale. Nell’86/87 scontri tra tifosi prima, durante e dopo la partita, due laziali feriti, auto danneggiate da laziali (4 fermati), lancio di pietre contro le f.d.o. -Bologna: odio, rivalità forte, disprezzo. Nell’85 tafferugli tra le due tifoserie dopo la gara nei pressi dello stadio, un 17enne di Carpi aggredito da laziali, ne avrà per otto giorni. Scontri a Bologna pure nel 1996/97, nella zona della Bocciofila, prima della gara, tra “Irriducibili” e “Forever Ultras Bologna”, con conseguenti diffide a ambo le parti. Biglie ai pullman dei tifosi bolognesi a Roma nel 97/98, due arresti. Nel 2002 tifoso rossoblù accoltellato in scontri prima della gara Bologna-Lazio. In occasione di Lazio-Bologna 15/16, prima dell’arrivo dei bolognesi a bordo di pullman, un gruppo di laziali in tangenziale si fa avanti e danneggia uno dei mezzi. -Cesena: nell’ottobre 1992 pesante bilancio della guerriglia notturna. Scontri tra f.d.o. e cesenati, che affrontano 4-5 laziali, i quali avevano la macchina parcheggiata nei pressi della curva cesenate e, notati da ultras di casa, vengono fronteggiati, ma le cariche dei carabinieri li salvano dal linciaggio. -Arsenal: incidenti per le vie di Roma, provocati dagli inglesi nell’ottobre 2000. Prima della gara vengono accoltellati due tifosi dei Gunners e incediate due auto della polizia municipale. -Spal: Tafferugli in Spal-Lazio del febbraio 1982, con due laziali arrestati al termine del match e tre fermati. -Cavese: prima di un Cavese-Lazio presa a sassate la carovana di pullman laziali, presenti in circa 3.000 unità nel giorno della promozione in A. Nel pomeriggio, nel tentativo di separare le due fazioni, i carabinieri esplodono lacrimogeni e un colpo di fucile: nella carica ci sono due contusi. -Genoa: tafferugli tra tifosi in Genoa-Lazio del settembre 1983, con 4 fermati, due genoani e due laziali. Nel gennaio ’87 incidenti dopo la gara a Roma allo stadio e nelle zone circostanti, un pullman di genoani inseguito e preso a sassate. Scontri a Genova, sempre nell’87, tra le opposte fazioni, coi laziali, in circa 150, che scatenati iniziano un lancio di bottiglie verso i liguri, colpiti anche 4 agenti; numerosi i fermati. All’inizio della partita tafferugli anche fuori lo stadio, fermati e portati in questura 5 genoani e un laziale. Sempre nell’87, a Pisa, diversi incidenti, con feriti, arresti, fermati, cariche e lacrimogeni. I pisani espongono lo striscione “Pisa e il PCI vi vogliono in C”. -Catania: scontri in Lazio-Catania del novembre ’83, durante la gara e al termine; accoltellato un 19enne catanese. -Juventus: odio storico, anche se negli ultimi anni, dopo la vicenda-Sandri, c’è stato un avvicinamento, ma dopo la Supercoppa Italiana, disputatasi nell’agosto 2013 a Roma, sono stati registrati incidenti. Riavvolgendo il nastro, scontri nel febbraio 1984, iniziati nei pressi dello stadio di Torino. Un 49enne juventino viene aggredito da un gruppo di laziali nei pressi della curva “Filadelfia”. Verso fine gara rissa nei distinti, coi tifosi laziali che sfondano i cancelli e un 17enne romano viene accoltellato ad una coscia e ferito alla testa con 15 giorni di prognosi da un torinese di 23 anni, pure lui ferito alla testa. Due tifosi juventini di 19 e 21 anni accoltellati per Lazio-Juve Coppa Italia 86/87. Guerriglia all’”Olimpico” nell’amichevole del 31 agosto 2002, quando si verificano danni per centinaia di milioni di Euro, decine di locali del Coni devastati, tre juventini accoltellati, poliziotti feriti, macchine delle forze dell’ordine date alle fiamme insieme a due furgoni di gadgets e panini nel piazzale sotto la Nord.-Pisa: odio fiero. Incidenti nella Sud occupata dai laziali nel maggio ’84 a Pisa. Atti di teppismo dopo la gara: alcuni laziali danno fuoco a un motorino, un pullman di laziali bloccato sulla strada per Lucca da un fitto lancio di pietre. -Taranto: scontri in Taranto-Lazio nel 1987, con tentato furto dei tarantini dello striscione “Eagles Supporters” da trasferta; gli stessi tarantini avevano accolto i laziali con lo striscione “10,100,1000 Paparelli!!!”. Tafferugli a fine gara tra tifosi e f.d.o. -Ipswich Town: vecchia rivalità, ormai non più sentita. Nel novembre ’73 incidenti in campo e sugli spalti, quando, dopo un gol annullato a Garlaschelli e il rigore dato agli inglesi viene giù lo stadio, con lancio di bottiglie di vetro e altri corpi contundenti in campo, tentate invasioni e aggressioni. A fine partita la violenta insurrezione si riversa sul prato verde, sanitari distrutti, porte dei bagni usate come “ponti” per saltare il fossato, distrutte le porte e le panchine, pugni, calci, cazzotti distribuiti contro tutto e tutti. Attimi di terrore vissuti soprattutto quando è saltato l’impianto d’illuminazione. Gli incidenti proseguono anche fuori dallo stadio, dove un gruppetto di sostenitori dell’Ipswich viene preso di mira e aggredito da teppisti laziali. La Lazio sarà per questi incidenti estromessa per una anno dalle competizioni europee, e non potrà partecipare alla Coppa dei Campioni 1973/74. -Legia Varsavia: dei fatti famosi di Varsavia di fine novembre 2013 ne parliamo a parte nella sezione “Curiosità”. Qui ci piace sottolineare come i laziali all’andata cercarono in vari modi di stringere amicizia coi polacchi, contattandoli più volte prima della partita. -Olimpique Marsiglia: odio e disprezzo. La rivalità nasce durante un’amichevole nei primi anni ’90, nella quale fu sottratto ai marsigliesi lo striscione “Ultras”; nel 2000 i laziali tornano a Marsiglia per una sfida di Champions L., preceduta da minacce su Internet, e furono accolti da lanci di pietre, bottiglie e biglie per tutti i 90’ della partita. -Ternana: odio politico: ternani “rossi”, laziali “neri”. Incidenti in Ternana-Lazio, amichevole del 1995, col ferimento di un tifoso rossoverde e la denuncia a piede libero di un ultrà laziale, per lesioni personali, danneggiamenti e discriminazione razziale, che al momento dell’arresto ha esibito una bandiera tricolore con al centro il fascio littorio. Amichevole nel settembre 2002, con mazze e striscioni sequestrati, cinque denunciati della Lazio tra cui un 17enne, reo d’aver accoltellato un ventenne ternano. -Modena: odio, perlopiù dal punto di vista politico; incidenti prima di Lazio-Modena del novembre 2002 tra opposte tifoserie, rimasto ferito un vigile urbano con arma da taglio. -Foggia: fiera rivalità. Le trasferte a Foggia sono state sempre ostili per i laziali e ne sa qualcosa chi, nei primi anni ’90, si recava allo stadio “Zaccheria”, trovandosi di fronte, non solo una tifoseria, ma la città intera. -Brescia: astio fiero, campo del Brescia sempre stato ostile. Violenta rissa tra tifosi delle opposte fazioni a Brescia nel gennaio 1986. Un 17enne romano accoltellato da un bresciano, un 23enne di Brescia ferito alla testa con oggetti e un pugno. -Vicenza: tafferugli dopo Vicenza-Lazio dell’ottobre 1985 nel centro città: minorenne romano fermato con un coltello, 18enne vicentino accoltellato a una coscia. -Catanzaro: nell’85/86 un centinaio di laziali, a salvezza conquistata, restano per ore a Catanzaro, assediati all’interno dello stadio, mentre fuori piovono sassi a ripetizione. -Lecce: coi leccesi non è mai corso buon sangue, anche se tra le due tifoserie rari son stati gli episodi di violenza. -Atletico Madrid: astio sia a livello sportivo che ultras, dovuto soprattutto al gemellaggio tra laziali e madridisti. -Dinamo Bucarest: 5 romeni feriti in incidenti vicino lo stadio nell’agosto 2007, in Lazio-Dinamo Bucarest, preliminari di Champions; il più grave, ferito al fianco, se la caverà i
n dieci giorni.
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Curva tifosi Lazio2
Curva Lazio in festa

Storia del tifo laziale: i primi gruppi ultras nascono in curva Sud alla fine degli anni ’60, coi tumulti giovanili del ’68, quando gruppuscoli di ragazzi, perlopiù sedicenni, dai nomi più disparati, affollano le gradinate dell’”Olimpico”. La nascita del movimento ultras è guidata soprattutto da un personaggio di spicco: Goffredo Lucarelli, detto “er Tassinaro”, venuto a mancare il 1° agosto 2012. Il 14 novembre 1971 inizia la storia del primo vero gruppo ultras della capitale: i ragazzi di Monteverde formano il “Commandos Monteverde Lazio”, striscione di 22 mt., poi C.M.L. ’74, sull’entusiasmo per lo scudetto di quell’anno. Nel 1976 i gruppi della Sud, ancora troppo divisi, decidono di riunirsi sotto un’unica sigla: nascono i Gruppi Associati Bianco Azzurri, che l’anno dopo, nel 1977, diventeranno gli “Eagles Supporters”, con striscione a tutta-curva di 56 mt., nome d’impostazione britannica, che per oltre un decennio faranno da traino alla Nord ed alla Lazio stessa. Nel 1978 fanno la loro prima apparizione in curva Sud i “Viking”, i più politicizzati e intransigenti del periodo. Il 28 ottobre 1979 è una delle giornate più brutte della storia del calcio italiano, una giornata nera, rimasta nell’immaginario collettivo: si gioca il derby della Capitale, la Roma gioca in casa e 15.000 laziali sono posizionati in Nord, quando il terzo di tre razzi, sparati dalla curva Sud romanista da un 17enne, soprannominato “Tzigano”, che morirà, sfinito dal rimorso diversi anni dopo, uccide Vincenzo Paparelli, 33enne padre di famiglia, tifosissimo laziale. Un avvenimento che cambierà radicalmente il mondo ultrà: è da allora che inizia la repressione negli stadi, uno dei primissimi episodi di violenza. Vincenzo fu il primo morto ad essere infangato (“Ma quale polizia, ma quali manganelli, 10,100,1000 Paparelli!” o lo striscione romanista, diversi anni dopo, “Paparelli te stai a perde i tempi belli”). Il C.U.C.S. Roma e tutta la tifoseria romanista viene sbattuta in prima pagina, come mostri alla gogna. Il dopo-derby avrebbe potuto seminare altri morti: prima della partita vengono rinvenuti 50 razzi di segnalazione marina e striscioni “forti” come “Scusa porco se ti chiamo romanista” e “Rocca bavoso i morti non risuscitano”. Gli ultras laziali si scatenano, la Nord “scoppia”, il capitano, Pino Wilson, va sotto la curva, i tifosi chiedono la sospensione, ai romanisti i cori “Assassini, assassini”. In Via del Corso è guerriglia urbana, una voglia di vendetta simile a quella che, diversi anni dopo, ci sarà a Genova per il caso Spagnolo. Come già accennato la vicenda-Paparelli scatena una caccia alle streghe senza precedenti: si parla di ripulire le curve, con toni enfatici, seguono blitz nelle sedi dei gruppi e condanne. L’ondata repressiva costringe molti gruppi a cambiare nome a mimetizzarsi, a vivere in clandestinità, col ministro Rognoni che proibisce i nomi violenti e mette al bando ogni organismo ultras. Costituitosi dopo diciotto mesi di latitanza in Svizzera, al processo “Tzigano”, vero nome Giovanni Fiorillo dirà di non essere stato messo al corrente della pericolosità del razzo, e il giovane verrà condannato a sette anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Una volta scontata la pena tornerà in carcere per piccoli reati e morirà nel 1993 per un male incurabile. Ma la fine dei ’70 sono anni tristi per la storia della Lazio anche per la morte, nel 1976, di Tommaso Maestrelli, allenatore dello scudetto, stroncato da una grave malattia e, nel 1977, di Luciano Re Cecconi, centrocampista tricolore, morto per uno scherzo atroce e sciagurato in una oreficeria, fingendo una rapina. Nello stesso anno della morte di Paparelli, gli Eagles Supporters si sposteranno in Curva Nord, seguiti da tutta la tifoseria, a parte i Viking, che li seguiranno due anni più tardi. Se gli anni ’80 sono stati il periodo peggiore della Lazio, lo stesso non si può dire per il tifo della Curva Nord, imitata e ammirata da tutti per calore, passione ed originalità. La Lazio è travolta da scandali, retrocessioni e umiliazioni. La curva Nord, visto il pessimo andamento della squadra, nel marzo ’82 attua uno sciopero. Si gioca Lazio-Perugia e la squadra è irriconoscibile e rischia la Serie C: ci penserà D’Amico a salvarla dal baratro all’ultima giornata realizzando 3 gol al Varese, avanti 2-0 (!). Nell’82/83 si formano nuovi gruppi: “Gruppo Sconvolti”, “Ultras ’74 e “Gruppo Rock”, che inciderà su cassetta “My Way” dei Sex Pistols, riadattato alla Nord, cioè il celebre “Farò quel che potrò per la mia Lazio…”, che sarà rispolverato dagli Irriducibili negli anni ’90. L’83/84 è l’anno della “Generazione Chinaglia”: “Long John” torna alla Lazio, dopo l’esperienza nei Cosmos (U.S.A.), da presidente, portando Laudrup e Batista. Il popolo laziale torna a sognare, ma la Lazio si salverà solo all’ultima giornata a Pisa. L’anno dopo è penoso dal punto di vista calcistico, con la Lazio prematuramente retrocessa in B a otto giornate dal termine. Nel campo del tifo esce la prima fanzine della Nord, “Viking Press”, e, nel derby di ritorno, con la Lazio già matematicamente in B, la curva Nord, piena come non mai, allestisce una grande coreografia, con un sole gigante e la scritta “Solo i vili e i mediocri conoscono la sconfitta…noi siamo grandi e risorgeremo!”, con la Sud romanista che resta di stucco. Nel settembre 1985 nasce “Lazialità”, settimanale di sport, cultura e spettacolo diretto da Guido De Angelis, ex ragazzo di curva. La rivista si schiera subito al fianco della tifoseria, parlando la stessa lingua della curva Nord. Nel 1994 diventerà la rivista ufficiale della S.S. Lazio, cambiando stile e impostazione. Mercoledì 6 agosto 1986 a Roma scoppia la guerriglia. Il “Corriere dello Sport” titola: “Lazio nel dramma. Retrocessa! Bocchi e Calleri vanno via!”. Una mobilitazione di circa 800 fans sotto Via Allegri, sede della F.I.G.C., viene improvvisata in una Roma semideserta, già in vacanza. Qualcuno eccede, scoppia la scintilla e divampa la battaglia, proseguita a Villa Borghese. Il 26 agosto la Lazio resta viva, in Serie B, ma col pesantissimo handicap di 9 punti! La Lazio rincorrerà la salvezza dalla prima giornata, disperatamente: “Vincete per non morire” era lo slogan della stagione. La Lazio raggiunge la salvezza nel suo stile, soffrendo ed accedendo agli spareggi all’ultima giornata, con una vittoria presa per i capelli, col Vicenza, con un gol incredibile di Giuliano Fiorini, scomparso nel 2005 per un tumore ai polmoni, a 10 minuti dalla fine. La Lazio va così a Napoli a giocarsi la salvezza contro Campobasso e Taranto, contro cui perde, mentre il secondo match, coi molisani, lo vince, salvandosi per il rotto della cuffia davanti a 35.000 laziali impagabili, che, alla fine della seconda partita, esporranno lo striscione “Nove punti non sono stati sufficienti…la prossima volta datecene venti!”. Il 18 ottobre 1987 per un Lazio-Padova compare il primo striscione spartano, di 10 metri, degli “Irriducibili”, che prende momentaneamente il posto di quello dei “Viking”, al muretto centrale della Nord. Il gruppo nasce nelle strade di Monteverde, da sempre feudo laziale, presentandosi subito con un volantino inequivocabilmente battagliero e grintoso. Il gruppo ha personalità da vendere e nascono inevitabilmente dei contrasti con gli Eagles Supporters, ancorati alla tradizione Ultras: la convivenza in curva è difficile fin dagli inizi e gli Eagles si sciolgono nel 1992, quasi inevitabilmente, anche perché è mancato il ricambio generazionale, non si sono ringiovaniti con nuove leve. Nell’88/89 la Lazio, di nuovo in Serie A, è accolta in maniera ostile in quasi tutti gli stadi. A Napoli, addirittura, i 500 tifosi laziali giunti a sostenere la squadra non vengono fatti entrare, perché a detta delle f.d.o. lo stadio è esaurito, ma identificati e rispediti a casa. Nel 1990/91 in Nord proliferano le “Union Jack”, infatti l
a Lazio annuncia l’acquisto del fuoriclasse inglese, già protagonista a “Italia ‘90”, Paul “Gazza” Gascoigne. “It’s ready for you”, stendardo gigante raffigurante una pinta di birra, dà il benvenuto all’asso inglese. L’anno dopo continua la “Gazza mania” con tantissime bandiere britanniche e maschere. A Capodanno 1991 a Roma, due nordafricani vengono accoltellati nel parco di Colle Oppio, con la tifoseria laziale subito tirata in ballo. Alcuni aggressori fanno parte dei “Viking”, dice la Questura, ma la curva non ci sta e attua un nuovo sciopero. Campionato mediocre nel 91/92, coi tifosi che accusano i giocatori di scarso impegno, così col Verona uno striscione annuncia “Noi come voi già in vacanza!”, con spazio a gommoni, ciambelle e canotti…Nel 1992 arriva Cragnotti e la Lazio torna ai vertici del calcio italiano e europeo. I Viking tolgono il proprio striscione per far spazio ad uno con la scritta “Non omologati”. Novità all’”Olimpico”: per la prima volta dopo tanti anni, anche la Sud torna a sostenere la Lazio, coi ragazzi del “Nucleo” che animano questo settore. La Nord volta pagina con un tifo prettamente anglosassone, ha un nuovo assetto. Il 18 aprile 1993, durante il derby di ritorno, si tocca l’apice della english-mania con una miriade (circa 6000) di stendardi goliardici e fantasiosi. La svolta è anche nelle pezze in balconata, al posto degli striscioni, che induce la Sud romanista a ideare lo striscione “Levate quei stracci che so’ asciutti”. In quel periodo sotto il tabellone c’è sempre la scritta “S.S.Lazio” e pezze come “06”, “Senza tregua”, Since 1900”, “Zoccolo duro”, I don’t mineral water”, “tuca tuca” e altre ancora, anche di quartiere. Nel 1993/94 in estate viene organizzato all’”Olimpico” un triangolare con Roma e Cagliari, ma i laziali contestano: “Lazio e Roma non possono disputare gare amichevoli, c’è troppa rivalità”. La serata viene boicottata dalla Nord, scoppiano incidenti con le forze dell’ordine. Il 6 marzo 1994 si gioca il primo derby in notturna di campionato. La Nord ammonisce: “No al calcio tecnologico”, precursori anche in questo gli Irriducibili “denunciano” il calcio in televisione. Una coreografia d’effetto colora la Nord con due braccia tese che sorreggono una sciarpa “popular” con la scritta “C’mon guys”, sul tartan centinaia di stendardi. Nel 94/95 in Nord torna il glorioso striscione “Ultras”. Il 15 gennaio ’95 la Nord partorisce la sua nuova rivista ufficiale, titolo “La voce della Nord”. Domenica 11 giugno 1995 Cragnotti annuncia: “Ho ceduto Signori al Parma per 25 miliardi di lire”. Ne seguirà un’autentica sommossa popolare al grido “Signori non si vende”, sotto la sede di Via Novaro. Grande tensione, è la protesta del calcio moderno, del cuore contro i miliardi. I tifosi non ci stanno e vincono facendo interrompere ogni trattativa. Alle 19,30 la notizia ufficiale: “Signori resta alla Lazio ma io vado via!”, annuncia il patròn, che in realtà rimarrà ancora per qualche anno. Nella stagione 96/97 Signori realizza il centesimo gol in maglia biancoceleste e la Nord lo ricambia con una coreografia che ritrae cento immagini del bomber e la scritta “100 volte grazie!”. Verrà incoronato e dipinto su uno stendardo dove pare vero, disegnato magistralmente dall’artista “Disegnello”, l’autore di tutte le scenografie in curva Nord, al secolo Massimo Di Clemente, su cui è scritto “La Nord incorona il suo re”. “Disegnello”, tautore professionista, si laureò con 110 e lode all’Accademia delle Belle Arti. L’anno dopo la Nord sciopererà per le botte di Napoli prese dalle forze dell’ordine (vedi sezione “Curiosità”) fino alle finali di Coppa Italia e Coppa Uefa, la prima vinta, la seconda persa. Nel 98/99 la Lazio vince la Supercoppa italiana, con 6mila fedeli che invadono il “Delle Alpi” (2-1 alla Juve). Nel ’98 gli Irriducibili abbandonano lo stile-british per tornare allo striscione tradizionale, che per la verità era apparso nel periodo filo-anglosassone alcune volte, soprattutto nei derby. Si torna all’antico, per recuperare vecchi valori e per la voglia dei più giovani, sentitisi smarriti, di identificarsi dietro uno striscione, senza abbandonare il carattere spontaneo, ma anche senza più sezioni o dissapori. La Lazio nel ‘99 perde lo scudetto per un punto, fatale il pareggio di Firenze, ma si rifarà tre giorni dopo a Birmingham, vincendo la Coppa delle Coppe contro il Real Maiorca, seguita migliaia di tifosi. Nel 1999/2000 la Lazio più forte della storia si aggiudica il secondo scudetto, che però non avrebbe vinto senza l’aiuto dei suoi tifosi, che l’hanno sorretta non solo sugli spalti, ma anche scendendo in piazza, per manifestare la propria rabbia contro i continui torti arbitrali, di nuovo a Via Allegri davanti la Figc, che uno dopo l’altro hanno fatto sbottare il popolo laziale, con la classica “goccia che fa traboccare il vaso” rappresentata dal gol regolare di Fabio Cannavaro del Parma, annullato senza apparente motivo dall’arbitro De Santis in Juve-Parma 1-0. Viene inscenato un funerale per le vie di Roma fino ad arrivare allo stadio, facendo entrare una bara in curva Nord, con la scritta “Il calcio italiano è morto!”. A Via Allegri corteo con in testa lo striscione “spareggio o guerra!”. Nel corso degli anni 2000 la Nord continua ad essere guidata dagli Irriducibili. Insieme a loro i vecchi CML. ’74, i “Viking”, che però nel 2005 si scioglieranno, gli “Ultras”, gli “Anni ‘70”, il “Manipolo”, i “Lazio Fans” e la “Banda Noantri”, che nasce nel 2000 per sciogliersi nel 2005, schiacciata dalla repressione (numerose diffide, arresti, problemi interni), con molti ragazzi della “Banda” che nel 2007 andranno a formare “In Basso a Destra”. In Tribuna Tevere, oltre ai “Veterani”, c’è anche l’Associazione “Sodalizio”, gruppo comprendente molti tifosi e ultras di vecchia data, e tifosi laziali provenienti da tutta Italia. In curva “Maestrelli” (la Sud) nascono intorno al 2000 la “Legione Mr. Enrich”, le “Ardite Schiere” e la “Brigata Bigiarelli”, ma avranno breve durata, tranne le “Ardite Schiere” che si sposteranno poi in curva Nord. Soprattutto dalla metà degli anni 2000, la curva Nord attua una notevole, importante contestazione verso il presidente Lotito, ribattezzato “Lotirchio”, colpevole forse soprattutto di aver tagliato le fonti di guadagno alla Nord, i finanziamenti e i biglietti omaggio. Nell’ottobre 2006 viene disposto l’arresto per estorsione e aggiotaggio di Giorgio Chinaglia, all’epoca negli Stati Uniti, da dove rigettava tutte le accuse, e di altre otto persone, tra cui quattro tifosi della Lazio, nell’ambito dell’inchiesta sulla scalata alla Società Sportiva Lazio. L’obiettivo, era semplice: mettere le mani sulla Lazio, impadronirsene ad ogni costo, facendo ricorso alle minacce, all’estrosione, alla violenza. Tutto sarebbe iniziato a cavallo tra il 2005 e il 2006, quando Chinaglia, di rientro in Italia, sostenendo di parlare a nome di un fantomatico gruppo farmaceutico ungherese, farebbe sapere di esser disposto ad incontrare Lotito per una trattativa di acquisto della società. L’indagine della magistratura romana parte dalle denunce del presidente della Lazio, in seguito a ripetute minacce di morte nel caso non avesse ceduto la società, e prende in esame la scalata al club. Ai quattro esponenti degli Irriducibili, Yuri, Toffolo, Piscitelli detto “Diabolik” e Paolo, che hanno dovuto rispondere di associazione per delinquere e altre varie accuse, nel 2007 vengono concessi i domiciliari. In realtà, secondo le indagini, la cessione del club non era il vero motivo del malcontento degli Irriducibili che puntavano, invece, a recuperare quel flusso di denaro che la gestione-Lotito aveva contribuito a stroncare. Intanto nuovi arresti e diffide travolgono la Nord, la più falcidiata d’Italia. Nel 2007/08 continua la contestazione a Lotito, anche se la Lazio non va poi così
male. L’11 novembre 2007, Gabriele Sandri, a cui in seguito sarà intitolata la curva, viene ucciso a soli 26 anni dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, che si trovava dall’altra parte della carreggiata, con un colpo di pistola, mentre, in macchina con i suoi compagni di viaggio stava lasciando l’autogrill di Badia al Pino (AR), diretti a Milano per Inter-Lazio. L’attenzione dell’agente è stata richiamata da un parapiglia tra tifosi laziali con un gruppetto di juventini, diretti a Torino per Juve-Parma, così un nuovo grave lutto colpisce il calcio italiano. Spaccarotella verrà accusato di omicidio volontario e condannato il 14 luglio 2009 in primo grado per omicidio colposo a una pena di sei anni di reclusione, ma in appello la condanna viene aggravata ad omicidio volontario con una pena di 9 anni e 4 mesi, confermata poi anche in Cassazione. La notizia dell’omicidio di Sandri quella domenica si diffonde immediatamente: durante la giornata si scatena la violenza degli ultras, soprattutto a Bergamo, Taranto e, ancor di più, a Roma, dove centinaia di laziali e romanisti insieme attaccano una stazione di polizia, un commissariato, gli uffici del Coni e la caserma dei carabinieri di Ponte Milvio. Per gli ultras arrestati viene in seguito formulata, ma poi archiviata, anche l’accusa di terrorismo. L’11 novembre 2007 diventa il titolo di un libro dello scrittore romano, di fede laziale, Maurizio Martucci, che parlerà dell’uccisione di Gabriele come di “una giornata buia della Repubblica”. Molte tifoserie in seguito si dimostreranno solidali e sdegnate. Ad esempio juventini e parmensi si avvicineranno alla curva Nord, con bei gesti di amicizia, tipo il copricurva dei “Boys Parma” in Parma-Lazio 10/11, con la scritta “In ricordo di Gabriele Sandri cittadino italiano”, oltre a “Gli ultras non dimenticano: Gabriele vive”. Lo stendardo con impresso il suo volto accompagnerà la Lazio ovunque, in Italia e in Europa. Il 21 marzo 2010, in occasione di Cagliari-Lazio, gli Irriducibili lasciano il comando della curva dopo 23 anni, con la gestione che passa in mano ai membri della ex “Banda Noantri” e ai ragazzi di “In Basso a Destra”, gruppi formalmente sciolti per le numerose diffide ma comunque presenti sotto il nome di altri striscioni, che creeranno una collaborazione tra tutti i gruppi storici della Nord per quanto riguarda le decisioni e la gestione di essa, e tutti si riuniranno sotto il nome di “Ultras Lazio Curva Nord”, rappresentati dal vessillo dell’Aquila Imperiale, posto ad ogni gara alla cancellata centrale della curva Nord. Il 1° aprile 2012 muore negli Usa per arresto cardiaco Giorgio Chinaglia, “Long John”, il bomberone della Lazio anni ’70, dello scudetto, un’autentica bandiera del club. Una notizia che scuote l’ambiente Lazio. Dal settembre 2012 i ragazzi della curva, con il patrocinio del Comune di Roma e della stessa società Lazio, decidono di inaugurare l’iniziativa “Terzo Tempo Lazio”, ovvero la possibilità per tutti di incontrarsi nel pre e postgara in un’area nei pressi dello stadio dedicata ai colori biancocelesti. Il resto è storia dei giorni nostri…
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Curva tifosi Lazio
Fumogeni e bandiere i curva laziale

Curiosità: -Con una scellerata e assurda decisione, il 26 giugno 2015, nel corso di una riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza, il prefetto di Roma Franco Gabrielli decide di dividere le curve dell’Olimpico in due tronconi con una larga scalinata nel mezzo, presidiata a destra e a sinistra dagli steward, con l’innalzamento antiscavalcamento delle barriere tra curva e Distinti. Per protestare contro queste restrizioni, in atto dall’inizio della stagione 2015/16, le due curve capitoline decidono, in occasione di Roma-Lazio dell’8 novembre 2015 (12^ giornata 15/16), con un accordo senza precedenti, di scioperare lasciando le curve deserte. Il derby si gioca in un ambiente surreale, con nelle due curve solo qualche decina di persone, solo i distinti e parte della Tribuna Tevere sono un po’ affollati. La protesta degli ultras riesce benissimo visto che i paganti sono solo 11.663 e la grande maggioranza dei 23.590 abbonati della Roma è assente. La posizione dei tifosi è stata resa esplicita dallo striscione, probabilmente dei romanisti, “Fuori per dignità e rispetto della storia, che il nostro grido porti alla vittoria. Non chiamatelo derby”. I giallorossi sono andati a incitare la squadra fuori dall’Hotel in zona MonteMario dove la Roma era in ritiro, scandendo anche cori come “Gabrielli pezzo di merda” e “Questa curva non si divide”. Certo, rispetto agli altri anni, tutto è filato tranquillo sotto il profilo dell’ordine pubblico, senza incidenti, grazie anche al lavoro di Intelligence fatto fin dalle prime luci del mattino (tre perquisizioni domiciliari in cui sono stati rinvenuti un coltello, artifizi pirotecnici e una carta d’identità pronta alla ricettazione). Fermato un laziale intento a bruciare una sciarpa romanista. Bilancio: 7 Daspo (!), 3 denunce e, ovviamente, nessun ferito. -Prima della partita Lazio-Bayer Leverkusen, spareggio Playoff andata di Champions L., del 18 agosto 2015, saranno molti i tentativi di mediare con gli steward per ottenere almeno di appendere le pezze e occupare il cancello per coordinare il tifo, ma niente da fare: polso duro della Digos che non concede nulla. Il primo tempo si passa in silenzio; sciarpata a inizio gara, ma l’importanza della stessa richiederebbe ben altro sostegno. Nella ripresa le cose cambiano, spuntano i bandieroni, la curva si anima trascinando la squadra alla vittoria. Ma le scene surreali di quel martedì sera lasciano il segno: le perquisizioni esasperate che hanno creato ore e ore di disagio e perplessità nei migliaia di tifosi che hanno atteso in fila, sotto l’afa estiva, prima di entrare ed essere sottomessi a controlli fuori dal comune. -I tifosi della Lazio si presentano al ritorno a Leverkusen in circa 2000. Prima del match corteo senza scorta di circa 200 laziali, che arrivano cantando sotto la “BayArena”, cercando, per quanto comprensibile, di stuzzicare i locali col classico coro “Dove sono gli ultrà?”. Il risultato, 3-0 per i tedeschi, è perentorio: alla fase a gironi di Champions ci vanno loro e ai laziali non rimane altro che cantare “tirate fuori le palle” quando la squadra a fine gara si porta sotto il settore biancoceleste. -In Lazio-Bologna, anticipo al sabato della 1^ giornata del campionato, la Nord, dopo i problemi della gara di Champions col Bayer Leverkusen, decide di disertare la curva e sostenere la Lazio all’esterno dell’impianto. Dopo i vari divieti, l’impossibilità di esporre alcuna pezza e la spaccatura in due, la Nord si oppone. La protesta vede quasi tutta la curva vuota, se togliamo pochi presenti che decidono di entrare. -La Nord si astiene dal tifo anche in Lazio-Udinese, 3^ giornata di campionato, settembre 2015, e quando intona cori sono solo per la maglia, contro Lotito e il prefetto Gabrielli,. Il clima è teso anche perché la squadra viene dalla sconfitta per 4-0 di Verona col Chievo. -In Nord, la sera di Lazio-Genoa, 5^ giornata 15/16, del settembre 2015 si festeggia il compleanno di Gabriele Sandri, che senza la scelleratezza dell’agente di polizia Spaccarotella compirebbe oggi 34 anni. Molti i cori contro la divisione della curva; molta gente decide di non presenziare da tempo e per questo la curva risulta abbastanza vuota: un po’ la divisione, un po’ le misure, un po’ questo calcio che francamente ha stancato, il risultato è visibile a tutti. Le nuove norme e disposizioni non fanno altro che distruggere solo la parte popolare e storica del tifo duro e puro, che così non ha più modo di esistere e vivere la propria spontaneità. Dov’era il cuore del tifo ora c’è il cuore di una militarizzazione, costosa e inutile, che alimenta solo un clima di tensione. A chi non rispetta il proprio posto multe salate. Tutto questo mentre la città di Roma sta vivendo uno dei suoi momenti più bui e cupi, in mano alla corruzione, Mafia Capitale, tangenti, scoppia uno scandalo al giorno e si respira un clima da far-west. Questi sarebbero i veri problemi da risolvere! -E’ per questi motivi, per la repressione adottata nei confronti delle curve romane, che i laziali prendono la storica decisione, vista l’impossibilità di tifare in casa, di farlo in trasferta, grazie alla tessera del tifoso, per ricompattare una tifoseria che qualcuno vorrebbe far morire. Quando la curva prende la decisione è una corsa contro il tempo per avviare la card alla svelta per raggiungere Verona. I circuiti, vista la grande richiesta, vanno in tilt e così viene presa la decisione di rimandare a Reggio Emilia col Sassuolo la prima trasferta ufficiale della curva. -A Reggio Emilia, ottobre 2015, sono ben 2500 quelli che affollano il settore ospiti. Il colpo d’occhio è di grandissimo livello e non mancano stendardi e bandiere che colorano il settore. Ci sono laziali anche nelle due tribune. A inizio gara la Nord crea una divisione inscenando quello che il prefetto di Roma vuole (striscione “Come ci volete”), poi a gara in corso torna a unirsi, dimostrando che nessuna barriera potrà mai dividere la curva laziale (striscione “Come resteremo”). Tifo potente e bandiere sempre alte, treni possenti che non cessano neanche con la squadra sotto di due reti (finirà 2-1). Esposto uno striscione contro il rapper J-Ax, che aveva dichiarato come lo scudetto della Lazio nel 2000, sia stato una tragedia per la città di Roma. -Lazio-St.Etienne, fase a gironi Europa League, dell’1 ottobre ’15, vede la Nord priva di molta gente per il solito motivo e presenzia sostanzialmente per pattugliare la zona e prendere di mira gli ospiti, circa 1000, soprattutto i bresciani, presenti coi cesenati, tifoserie gemellate coi francesi. -In occasione di Lazio-Torino (3-0), del 25 ottobre 2015, va avanti ad oltranza la protesta della Nord, come di questi tempi del resto fanno anche i romanisti: curva semideserta e nessuna forma di tifo. Sarà contento il prefetto…Se le società sono compiacenti e stanno a guardare problemi loro. -Per capire il momento particolare che passa l’ambiente, basti pensare che domenica 22 novembre 2015, per Lazio-Palermo, c’erano solamente 2.987 paganti e tanti dei 14.188 abbonati erano assenti. Mentre erano poco più di tremila i presenti per Lazio-Dnipro (3-1), di giovedì 26 novembre scorso, gara valevole per la fase a gironi di Europa L. 15/16. -Il derby Lazio-Roma della penultima giornata del campionato 14/15, giocato a maggio, che decide seconda e terza classificata viene spostato di lunedì a causa della finale di Coppa Italia della settimana precedente. Anche se orario e giorno non sono ideali si contano 50mila presenze con malumori soprattutto da parte romanista. Il pregara è come sempre sorvegliato in ogni punto critico dello stadio, ma ci saranno due feriti romanisti, a circa 700 metri dallo stadio, con armi da taglio. Il grosso della Nord parte alle 17 da Ponte Milvio, come sempre, e con loro ci sono circa 50 tifosi del Wisla ben equipaggiati con passamontagna e maglie del gruppo. Spettacolare la coreografia organizzata dai laziali, dal coefficiente di difficoltà altissimo: “La sua virtù sfida da sola le
tenebre”, con le fiamme disegnate in basso ad ardere l’aquila biancoceleste. Davvero bella e ammirabile. Vincerà la Roma 2-1 che vuol dire secondo posto matematico. La Lazio si appropria del terzo posto vincendo 4-2 a Napoli lo scontro diretto, col Napoli che finisce quarto. -Per il derby di andata dell’11 gennaio 2015 in Nord si organizza la fuga di un romanista con dei megastendardi a due aste. Sulla pista i ragazzi organizzano una coreografia che come sempre risulta di ottima fattura. Tante le scritte a fare da contorno: “La tua coerenza: chiedi i permessi e paga la dirigenza”, “Paga Pallotta pè sti fiji de na mignotta” (il presidente americano pagherebbe le coreografie dei romanisti), “Sulla tua storia ultras hai sputato, 40 anni di curva in 10 righe hai rinnegato”, “1-7 piazzato a Tor di Valle!”, riferito alla clamorosa debacle della Roma col Bayern Monaco nella fase a gironi di Champions 14/15, “Adesivi, striscioni e scritte…mi pensi anche quando ti fai le pippe?”, “09-02-2014: questa è Roma non Maratona”, “Mio nonno tifava Lazio, il tuo pure!”, “A Catania come sempre ogni anno un espediente”. Il dopogara è ricco di incidenti, soprattutto tra laziali e polizia, e in altri punti coi romanisti. -Lazio-Napoli della giornata successiva si giocherà con la chiusura parziale della Nord, dopo gli scontri del derby, che mette i laziali sprovvisti di tessera nelle condizioni di scegliere un altro settore. Una volta tanto non possedere la famigerata tessera risulta vincente per gli ultras della Nord che possono quindi acquistare i biglietti di Sud senza problemi. Chiaramente non tutta la curva risulta piena, ma almeno 5mila tifosi prenderanno posto in curva Sud. Poco il tifo che possono offrire, anche perché l’organizzazione, per ovvie ragioni, non può essere la stessa. Nei restanti settori si fa quel che si può, con qualche fumogeno e delle sciarpate che non sono male, ma l’atmosfera, in tutto lo stadio è particolare, non c’è la solita unione e anche la squadra ne risente parecchio. -1200 laziali tesserati seguono la squadra a Cesena (21^ giornata 14/15) e inscenano un buon tifo, si fanno sentire nonostante non siano ultras. -Lazio-Milan della 20^ giornata 14/15 vede i giocatori scendere in campo con la storica maglia del “-9” che la Lazio decide di riproporre, quella della stagione 1986/87 che vide una storica salvezza in Serie B. Quella Lazio fu la più amata dal popolo laziale, non tanto per i risultati ottenuti ma perché dopo mille difficoltà riuscì a evitare la retrocessione nonostante la forte penalizzazione, e soprattutto perché in quella squadra non giocavano campioni ma uomini veri, capaci di soffrire e combattere per impedire alla squadra un fallimento annunciato. Col Milan quei giocatori, o nel caso di chi non c’è più, come l’amato Giuliano Fiorini, la sua famiglia, sfilano sotto la Nord con la maglia in mano, acclamati da una curva che non li ha mai dimenticati. La Nord poi si colorerà al massimo con ottime sciarpate, bellissimi treni e molta voce, perché la gara si mette subito male, ma a vincere è la Lazio e tutto lo stadio esplode per il 3-1 finale. -Nord carica e in ebollizione, che attraversa un momento di ottima salute, con la Lazio che gira a mille anche nella semifinale di andata di Coppa Italia 14/15 col Napoli (1-1).

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Curva laziale

-In Lazio-Cagliari, 10^ giornata del campionato 14/15, la Lazio centra la quarta vittoria su cinque gare, condotta al trionfo dalla curva: è uno spettacolo la Nord colorata e rumorosa. Esposti gli striscioni “Roberto Berardi libero”, ultrà prigioniero in Kenia, e “Avanti Keita…siamo con te!”, dopo un incidente stradale occorso all’attaccante della Lazio. -Entusiasmo anche con la Juve, alla 12^ giornata: il cuore della Nord batte forte. Colpo d’occhio molto bello, bandiere e stendardi fanno da cornice a uno spettacolo che non sfigura nemmeno sullo 0-3. Esposta l’eloquente scritta “Noi sappiamo chi è Stato. Stefano Cucchi vive”. -Non sfigurano neanche i mille tifosi tesserati a Reggio Emilia col Sassuolo, facendo un tifo rumoroso, di sostegno alla squadra. -Posticipo di grande interesse ultra quello tra Lazio e Verona della 26^ giornata 2014/15, con la Nord in formissima, che trascina la squadra alla sesta vittoria consecutiva. -I laziali sono molto galvanizzati dalla striscia positiva, ora la posizione di classifica è interessante e c’è consapevolezza e anche con la Fiorentina (4-0) la curva è a mille: si infiamma la sfida tra terzo e secondo posto; c’è in palio la Champions League diretta. -50mila spettatori fanno da cornice a Lazio-Chievo (1-1); il pubblico applaude nonostante la prestazione non sia stata al livello delle precedenti. La Nord risponde sempre presente e tira fuori un’altra prestazione massiccia. -Rappresentanze ultras nei derby di andata e ritorno della finale di Coppa Italia Primavera. -Con lo striscione “Oltre i colori…ciao Stefano e Cristian”, esposto in curva Nord per Lazio-Torino del 26 ottobre 2014, 8^ giornata del campionato di A in corso, si ricordano due tifosi della Roma, padre e figlio, tragicamente scomparsi in un incidente stradale mentre facevano ritorno a casa, dopo aver assistito all’infausta partita di Champions League Roma-Bayern Monaco, del 21 ottobre 2014. 35mila spettatori affollano l’Olimpico e il tifo è su livelli alti. -In occasione di Lazio-Sassuolo (3-2) dell’ottobre scorso, 6^ giornata del 14/15, la Nord è bella carica ed espone diversi striscioni, alcuni contro Lotito, poi uno singolare per Sara Tommasi, attrice hard, sulle recenti dichiarazioni contro la Lazio (“Dopo una vita di fellatio metti bocca sulla Lazio?! Sara Tommasi zoccola”) e un altro sulla vicenda degli scontri in Roma-Cska Mosca di Champions, per la visita dei russi al River, locale sotto la Sud romanista (“Al River zitti e MOSCA”). -A Varsavia, per la partita Legia Varsavia-Lazio, valida per l’Europa League, fase a gironi, del novembre 2013, la Lazio è seguita da circa 200 tifosi che, appena dopo aver iniziato un corteo dalla stazione centrale, sono intercettati dai poliziotti polacchi, perché rei secondo la legge polacca di “adunanza sediziosa”. I laziali reagiscono col lancio di un cartello pubblicitario e alcune bottiglie (reato grave in Polonia). Il gruppo si spacca in due, con la polizia che si divide. Una decina di laziali s’infilano in un vicolo cieco e vengono malmenati, qualcuno pesantemente, mentre altri accorrono ad aiutare gli amici in difficoltà. Gli agenti si predispongono a ferro di cavallo e chiudono il gruppo chiedendo documenti, poi perquisizioni approfondite (alcuni vengono spogliati sulle camionette), impronte digitali, dopo un’ora di silenzio da parte della polizia, viene comunicato ai ragazzi che sono tutti in arresto. Divisi in tanti gruppetti da quattro, vengono condotti in diversi commissariati dentro e fuori Varsavia e messi in cella d’isolamento, molti rimangono senza acqua per 10 ore. I fermi diventano in totale 149: una vera e propria retata. I laziali vengono ammanettati, spogliati degli effetti personali, giacche, braccialetti, guanti, ecc. La polizia ritrova coltelli e tirapugni. In carcere i ragazzi subiscono le peggio angherie. Primo giorno senza cibo, spogliati completamente con perquisizione “totale”, derisi per i tatuaggi dai poliziotti, che praticano anche una serie di violenze psicologiche (“Vi farete 10 anni in Polonia”), affamati per lo scarsissimo cibo. In poche ore si sparge la voce dei soprusi e a Roma vengono raccolti ben 40mila €. di fondi; si muovono anche i tifosi del Legia Varsavia, offrendosi di fare da interpreti nei processi in tribunale. Giorni dopo arriva l’avvocato Lorenzo Contucci, ormai per tutti “l’avvocato degli ultras”, e alcuni ragazzi escono pagando circa 200 euro di cauzione. Restano tristemente in Polonia 22 cittadini italiani, con le istituzioni che si muovono con colpevole ritardo, 18 condannati a due mesi, tre a tre mesi, uno a sei mesi. Tutti passeranno il Natale in Polonia, in attesa delle sentenze. Durante la partita (già, c’è pure quella…) i laziali sono in buon numero, ma con grande solidarietà assistono alla gara perlopiù in silenzio e limitandosi a pochissimi cori. Nessuna pezza esposta, una torcia accesa al gol di Perea, sequestrata subito dagli agenti. I noti fatti in Polonia caratterizzano l’ambiente in Lazio-Napoli del 1° dicembre ’13, durante la quale verranno esposte numerose scritte al riguardo, come “Libertà per gli ultras di Varsavia”, “Fieri di essere italiani, ultras Lazio liberi”, “Oltre i colori…grazie avvocato il tuo gesto non sarà dimenticato” (verso Contucci) e “Senza lacci, senza suole, ma con un ideale in fondo al cuore!”. L’ennesima sconfitta passa in secondo piano, anche se alla fine ci saranno fischi per la squadra. Lotito e il direttore sportivo Ighli Tare vengono presi di mira per aver indebolito la squadra. I fatti di Varsavia vengono regolarmente puniti dall’Uefa e Lazio-Apollon Limassol di Europa League 13/14, fase a gironi, viene giocata a porte chiuse. -In Lazio-Inter del gennaio ’14, i fatti di Varsavia sono sempre all’ordine del giorno, infatti per tre di loro non c’è ancora libertà e, a tal proposito, verrà spiegato lo striscione “Il nostro silenzio è la voce della nostra assenza…onore ai ragazzi di Varsavia” e in diversi momenti verranno intonati cori a loro favore. -Anche in Lazio-Livorno del dicembre 2013 e col Trabzonspor, in Europa League, è il tema dei detenuti laziali a Varsavia a tener banco e molti sono gli striscioni al riguardo, uno dei quali, col Livorno, reca la scritta “Siete sempre con noi, ultras liberi!”. -Per Lazio-Cesena, 2^ giornata del campionato 2014-15, la Nord carica la squadra dopo diversi mesi di assenza ed espone lo striscione “Presenti solo per nome, simbolo e colori!”, per chiarire la sua posizione, poi fa partire cori contro Lotito alternando quelli per la squadra. Buona la cornice di pubblico, con 35 mila spettatori presenti. La squadra vince, diverte ed entusiasma il pubblico per un ritrovato feeling, dopo tanto tempo. -Per la gara di Coppa Italia di fine agosto 2014 Lazio-Bassano Virtus, si registra un buon pubblico nonostante lo sciopero della nord che si protrarrà ufficialmente fino al 1° settembre, poi uscirà un comunicato sulle intenzioni della curva. -Lazio-Sassuolo del febbraio 2014 risulterà la partita con più spettatori della stagione, dopo il derby, nonostante si giochi contro l’ultima in classifica. Infatti 45.000 laziali assisteranno alla gara, invogliati dalla maxi-contestazione contro Lotito: in tutti i settori vengono esposti cartoncini con la scritta “Libera la Lazio”; quella che, a suo tempo, a detta del presidente era una contestazione strumentale di una sparuta minoranza, oggi è di tutto il popolo biancazzurro. Tutto lo stadio contesta, anche la Tribuna MonteMario adiacente alla poltrona di Lotito. La vittoria passa in secondo piano e non placa minimamente la contestazione, che mai nella storia della Lazio aveva unito così tanta gente e, soprattutto, mai il resto dello stadio aveva seguito la curva in un’iniziativa del genere. Tra gli striscioni “Sei come Cimabue fai una cosa e ne sbagli due”, “Lotito e Tare vermi”, “Lotirchio vattene”, “Assoluta maggioranza” e “Cerchi di metterci paura andando in questura?? Lotito infame!”. -Il 12 maggio 2014 viene organizzata una manifestazione senza preced
enti dal nome “Di padre in figlio”, con boom di biglietti venduti a due mesi dall’evento, a prezzi simbolici con incasso devoluto in beneficienza, per festeggiare i 40 anni dallo scudetto del 1974, invitate anche le squadre del “-9” e dello scudetto del 2000, in una cornice fantastica, una grande festa proprio nel momento in cui il popolo laziale sta disertando lo stadio per la contestazione a Lotito. Un triangolare che ha rivisto in campo giocatori ormai invecchiati, che da tanto tempo hanno appeso le scarpette al chiodo, presenti anche i figli di Re Cecconi e Chinaglia. Belli da vedere anche gli striscioni di una volta, da brividi quello degli “Eagles Supporters”, che non vedeva la luce da quasi 20 anni, poi quello dei Viking e di altri gruppi sciolti di recente. Emozionante aver visto 70mila allo stadio, nonni con figli e nipoti, tante torce accese dagli Eagles e dai ragazzi della Nord. Bello anche vedere ospiti della serata gli amici di Inter, Ascoli e Chieti, con tanto di striscioni. Senza vessilli, anche baresi e granata, in Tevere. Acclamato a gran voce l’ex patron Sergio Cragnotti, che nel giro di campo riceve sciarpe e applausi da tutto lo stadio. Belli tanti striscioni esposti, tra i quali “Questa è la nostra Lazio piena di passione serve urgentemente un cambio di gestione”, “Banda ’74: pazzi, rissosi, scatenati, indomabili…laziali!”, riferito ai clan nello spogliatoio e alle pistole in allenamento della squadra dello scudetto, “Quella corsa sotto la curva non la posso scordare, cuore lacrime e sudore…e ti sei fatto amare, ciao bomber Fiorini, E.S.”, “Lontano dalle mode, senza compromessi, nel cuore della gente, Eugenio con noi”, per il mister della miracolosa salvezza del “-9” Fascetti. -E’ ormai una leggenda la finale di Coppa Italia 12/13, vinta sulla Roma con gol di Lulic al 71°. -Nel derby di ritorno 2013-14, a febbraio, sul piano dell’ordine pubblico, esclusa qualche scaramuccia lontano dallo stadio, tutto fila liscio. I laziali come sempre si ritrovano di buon’ora al Ponte Milvio e da lì danno vita a un bel corteo chiassoso e colorato in direzione Curva Nord. Al 71° minuto della partita, riproposta la torciata che simula il gol di Lulic nel derby della finale di Coppa Italia dell’anno prima, con tanti “71’”. In Nord singolare iniziativa dopo che la questura aveva vietato la coreografia perché nella stessa erano presenti palloni gonfiati a elio, gas vietato all’interno degli stadi. Per protesta, ma anche per irridere i romanisti viene esposto lo striscione “Ah dimenticavo c’è il ‘memorial’ derby…finisco la birra e poi entro!” e esposti durante la gara tanti altri striscioni, tra cui “Non c’è niente di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste…”, “30-5-84: il dolore dei vostri padri. 26-5-13: il dolore dei vostri figli” (riferendosi alla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma ai rigori col Liverpool in casa e alla finale di Coppa Italia), “Nessun rispetto nessuna pietà per chi insulta un padre di famiglia ucciso più di 30 anni fa”, “Dal 26 maggio a parlare ci vuol coraggio”, “Romanista figlio delle banche, pupillo di stampa ed istituzioni, il non conforme tifa Lazio!” e “Scritte e cori contro chi non c’è più, sei una merda dalla testa in giù”. -Dalla gara casalinga con l’Atalanta, del marzo 2014, fino al termine della stagione, inizia la diserzione laziale (a parte Lazio-Milan del 23 marzo), con circa 4mila spettatori presenti, causa il presidente tiranno Lotito. La Nord passa all’attacco e protesta ad oltranza: esposte le scritte “La Lazio è nostra e la lasceremo ai nostri figli”, “Lazio-Ludogorets biglietti omaggio, Lazio-Atalanta biglietti a chiunque, per te l’unica cosa normale è il tuo tornaconto personale!”, “O lui o noi”. Il paradosso è che poche ore prima questa gara si gioca a Formello il derby Primavera con la Roma ed accorrono in 5000 a vederlo, una cifra ragguardevole, presente lo striscione “Veterani” e molti stendardi della Nord. Le ultime partite casalinghe del 13/14 sono giocate con la Nord vuota e gli altri settori popolati da pochissima gente. -In Lazio-Cagliari dell’ottobre 2013, dopo i recenti scarsi risultati, la Nord fa trovare sulla strada dove passa il pullman dei giocatori lo striscione “Noi meritiamo rispetto…fuori le palle!”, poi, dentro lo stadio viene preso di mira ancora una volta il presidente Lotito, per una campagna acquisti ritenuta inesistente, e ricordato, a due giorni dalla ricorrenza, Vincenzo Paparelli. -Durante la stagione 2012/13, la Lazio, a causa di cori razzisti cantati dalla curva Nord in partite della fase a gironi Europa League, dovette giocare a porte chiuse Lazio-Stoccarda (3-1), ritorno ottavi di finale, e Lazio-Fenerbahçe (1-1), ritorno quarti di finale. Il presidente Uefa Michel Platini mise alla berlina la Nord, accusandola di razzismo; la curva rispose con “Heysel 29-05-85: hai avuto la forza di giocare…davanti 39 morti il coraggio di festeggiare…Platini maiale da te nessuna morale”, esposto durante Fiorentina-Lazio di campionato, del 10 marzo 2013. -Per Lazio-Napoli dell’aprile 2012, la Nord propone un disegno con un’immagine storica di Chinaglia, a sei giorni dalla sua morte: una sua esultanza in un derby col dito puntato verso la Sud, accompagnata dalle scritte “Noi vogliamo 11 Chinaglia!” e “Quel dito verso la Sud rimmarrà per l’eternità…nonostante tutto…Giorgio Chginaglia è il grido di battaglia!”. Al termine della vittoriosa gara il figlio maggiore di Chinaglia corre sotto la Nord con la maglia del padre. Tanti cori e striscioni in ogni settore, tipo “’Di Lazio ci si ammala inguaribilmente’ di te ci si innamora…irrimediabilmente, goodbye Long John!” e “Finita la storia…inizia la leggenda! Long John la Roma che conta ti piange”. L’ambiente è scosso anche dalla tragica notizia dell’incidente a Mirko Fersini, giocatore degli Allievi della Lazio, in coma dopo un incidente col motorino, a cui vengono dedicati striscioni quali “Mirko non mollare!” e “Coraggio Mirko giovane aquilotto”. Il ragazzo, 17 anni, non ce la farà e morirà dopo alcuni giorni. Col Lecce gli verrà dedicato un bellissimo striscione: “Vedo l’Aquila che è in volo…chiudo gli occhi e penso a te…ciao Mirko!”. -Nel gennaio ’98, durante una disperata rapina per salvare il figlio di otto anni gravemente malato, ad una filiale della Cariplo di Roma, muore ucciso da una guardia giurata Claudio Marsili, detto “Cupido”, 32 anni, un esponente di spicco degli Irriducibili, sempre in prima linea, pluripregiudicato con una lunga cronaca giudiziaria alle spalle, una fedina penale fatta di rapine, spaccio, furti. Una storia da cinema neorealista, da film di Pasolini o da “Rapina in un giorno da cani”. In Lazio-Lecce, la domenica successiva, la Nord osserva 45 minuti di sciopero vocale in sua memoria con in transenna lo striscione, semplice e significativo “Claudio sei sempre nei nostri cuori”, che alzò un vespaio di polemiche bigotte, coi media che si scatenarono in insignificanti luoghi comuni. Un altro striscione, ancora più denigrato, recitava “Tre spari infami ci hanno tolto un amico”. -Nel 2000 lo striscione da trasferta degli Irriducibili viene inspiegabilmente sequestrato dalle forze dell’ordine nella trasferta di Bologna. Furono portati in un capannone, circondati, spogliati, maltrattati, intimati di stare immobili, e privati del borsone contenente lo striscione, per le guardie “bottino di guerra” (così rispondevano a chi chiedeva spiegazioni). -La scenografia futuristica e stratosferica di Lazio-Roma 95/96, venne scelta dalla Coca-Cola per realizzare uno spot promozionale degli Europei d’Inghilterra del ’96, che rappresentò un gran colpo per gli Irriducibili. -Fece molto scalpore, con unanime condanna di media e opinione pubblica, l’esposizione, durante Lazio-Bari del 30 gennaio 2000, dello striscione “Onore alla tigre Arkan”, il cui vero nome era Zeljko Raznatovic, criminale, sanguinario serbo, leader paramilitare, autore di numerosi cri
mini di guerra, durante il conflitto in Jugoslavia negli anni ’90, commessi da lui stesso e dalle sue “Tigri di Arkan”, per le quali attinse da volontari ultras della Stella Rossa, dei quali lui era il capo, e dalle carceri belgradesi, piene di criminali comuni senza scrupoli. La vicenda fece nascere un polverone immenso, gli Irriducibili si sentirono braccati, anche perché quello striscione era per Sinisa Mihajlovic, allora giocatore laziale, molto amico di Arkan fin dai tempi in cui Mihajlovic militava nella Stella Rossa. -In Lazio-Udinese del 2000 la curva Nord è in subbuglio, perché durante tutta la settimana gli Irriducibili sono stati sul banco degli imputati per cori razzisti. Si gioca in un clima di tensione, la curva, disadorna di striscioni, è blindata più del solito e dalle incomprensioni, si passa ai tafferugli con la polizia, che non lesina cariche ingiustificate, colpi proibiti coi calci di fucile e maltrattamenti a diversi tifosi. -I primi “Irriducibili” portavano avanti un discorso creativo, originale, indipendente, lontano da convenzioni, da integrazioni al sistema, con una ferrea mentalità ultras, non cedendo mai davanti a sponsor, corruzione e giornalismo di bassa lega. Si è scelto quel nome per il suo significato di gente che non si arrende mai e non scende mai a compromessi. Contrari alle coreografie dove si arrivava a spendere, in alcune curve, anche 20 milioni di lire, che potevano essere incanalati per cose ben più importanti, sintetizzarono il concetto in uno striscione esposto in un derby del 90/91: “Lo spettacolo colora la curva…la solidarietà la rende grande”. Contrari alle sezioni di altre città e agli striscioni di quartiere, visti come uno sgretolamento del gruppo portante, stampavano una bella fanzine, dove esprimevano il loro pensiero, dal titolo “Mr. Enrich”, fumetto inglese degli anni ’60, col simbolo dell”omino che scalcia”. -Al fianco di questa fanzine, dalla stagione 1995/96, gli Irriducibili hanno stampato un’altra fanzine, o meglio, una rivista, dal titolo “La voce della Nord”, di 32 pagine tutte a colori, con cadenza quindicinale, ben scritta, in carta patinata, con alta definizione grafica, articoli firmati come un vero magazine, con rubriche interessanti quali “Dentro la Lazio”, “Oltre la Manica”, “Diario di bordo”, ecc. che si poteva trovare, oltreché allo stadio e nei Lazio Point, anche nelle edicole della capitale. Lo slogan del gruppo era: “Non diremo mai sissignore!”. L’Associazione Mr. Enrich del gruppo ha intrapreso iniziative di natura sociale e umanitaria, come la raccolta di materiale inviato ai croati durante la guerra e fondi a favore della lotta all’Aids. -Gravissimi incidenti nel 1998 sulla via del ritorno da Napoli, quando il treno dove viaggiavano i laziali è stato arrestato tirando il freno d’emergenza. Alcuni laziali scendono dal convoglio, ma le forze dell’ordine reagiscono brutalmente, entrando negli scompartimenti e cominciando a colpire, indiscriminatamente, anche donne e ragazzini, con una violenza inaudita: un attacco immotivato, dissennato e sproporzionato, coi giornali che minimizzarono e camuffarono. Sulla dinamica degli incidenti sul treno, l’onorevole di Alleanza Nazionale, Gigi Martini, ex terzino della Lazio campione d’Italia del ’74, avviò un’inchiesta parlamentare. La notizia dell’aggressione ai laziali fece il giro del mondo ultras, sollevando parole di sdegno e protesta. Già i romanisti avevano ricevuto lo stesso trattamento sul treno tornando da Napoli. Le due tifoserie romane si unirono nella protesta nel derby dell’8 marzo, interrotto anche per alcuni minuti per lancio di razzi in campo verso la celere: le due curve allestirono una “controcoreografia”, con la Nord disadorna e in silenzio, con lo striscione “Prigionieri di una fede”. Esposti poi anche “Digos fotografa ‘sto cazzo” e “I colori ci dividono, un grido ci unisce, guardie infami”, per un derby senza colore sugli spalti, ma che sarà ricordato per la comune posizione contro le forze dell’ordine. Nella trasferta di Coppa Italia a Milano, scontri programmati con le forze dell’ordine dei laziali, una sorta di “caccia al celerino”, aiutati dai gemellati interisti. -La Lazio, società quotata in Borsa, antepone gli interessi finanziari a quelli del tifoso, considerato alla stregua di un prodotto commerciale da promozionare. -Ben 14 erano i negozi di proprietà degli Irriducibili nel 2001, ma il franchising dei loro negozi non era gestito dal gruppo, ma da liberi imprenditori privati o da famiglie, che corrono per proprio conto il rischio imprenditoriale. -I laziali rinunciarono ad esporre la coreografia che avevano pensato per il derby di andata 2001/02, come forma di protesta in seguito alle numerose perquisizioni nelle case dei tifosi e nelle sedi dei gruppi: scelta provocatoria della Nord, che decise di realizzarla la domenica successiva col Brescia. -Per il derby di ritorno della stagione 2000/01, la Nord s’inventa una coreografia “umana” con ventimila pettorine e cappellini indossati dai tifosi a formare la scritta “Roma Merda”, ben realizzata e dal sicuro impatto visivo, che gli immancabili benpensanti giudicano volgare, di cattivo gusto. Gli Irriducibili risposero, oltreché con un comunicato, con lo striscione, in perfetto loro stile, “Ma quali scuse…solo odio e disprezzo per chi ha ucciso V.Paparelli. 10-100-1000 ‘Roma merda’”, esposto la domenica successiva in casa col Bari. -Il settimanale “Panorama” riportò il caso di Fabrizio Toffolo, noto esponente della Nord, arrestato nel ’95 con l’accusa di aver preso parte ai famosi incidenti di Brescia-Roma dell’anno prima (spedizione alla quale parteciparono in effetti anche tifosi laziali). Fatti sei giorni di carcere, fu poi liberato: si scoprì che il giorno dei tafferugli Toffolo era in curva Nord a vedersi la sua Lazio. -Gli Irriducibili diedero una scossa al mondo ultras quando organizzarono la giornata dello striscione “10-01-93: la morte è uguale per tutti”, che venne esposto in quasi tutti gli stadi italiani per ricordare la scomparsa del tifoso atalantino Celestino Colombi, colto da infarto in seguito ad una violenta carica della celere negli scontri del dopogara di Atalanta-Roma. -Bisogna dare atto agli Irriducibili di essere stati i precursori di tante mode curvaiole: i primi (o comunque tra i primissimi) ad andare in trasferta con lo striscione del gruppo davanti al corteo (San Benedetto del Tronto, 1987); i primi a cambiare il mezzo di trasporto rispetto a gruppo-guida ultrà della stessa curva (tutti in treno, in contrapposizione al pullman degli Eagles); i primi ad aver creato uno spettacolo teatrale, vestiti da gladiatori dell’antica Roma, che sventolano i vessilli imperiali e le bandiere dell’S.S. Lazio; i primi a creare una coreografia dove su enormi teloni sono raffigurati i monumenti di Roma Imperiale (derby ’89); i primi a creare una coreografia con un’enorme maglietta a coprire buona parte della curva e sotto la scritta “Onoratela”, creando i presupposti per portare all’interno del panorama ultras italiano, l’abitudine di affezionarsi meno ai giocatori, spesso mercenari, e tenere alto l’attaccamento alla maglia; tra i primi in Italia a lanciare la moda anglosassone degli stendardi, oltreché delle “pezze” al posto dei tradizionali striscioni; i primi dopo i veronesi a proporre le sciarpe a righe verticali, dette nel gergo ultras “popular”. -La “Sora Lella”, al secolo Elena Fabrizi, morta il 9 agosto 1993 a 78 anni a seguito di un’ischemia celebrale, sorella del grande comico Aldo Fabrizi, deceduto nel 1990, era una grande tifosa della Lazio. Proprio su sua richiesta Aldo Donati compose il primo inno della squadra “So’ già dù ore”. I sostenitori della Nord le hanno dedicato nel 2012 un bandierone che sventola tuttora durante le partite interne degli aquilotti. E’ molto celebre la sua frase riguardo la sua fede calcistica: “Io so’ della Lazio perché quando ero bambina a Roma c’era solo la Lazio”. -Nella stagione 2002/03, per i 15 anni deg
li Irriducibili, la Lazio decide di assegnare la maglia numero 12 alla curva Nord. –

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’60: -Aficionados: nascono nella parte alta verso l’uscita degli spogliatoi della curva Sud, nel 1969, dove cominciano a radunarsi decine di tifosi, non allineati coi “Clubs”. Sono i primissimi Ultras, nel senso che vanno “oltre” il normale spettatore passivo; un gruppo di amici che pensano a divertirsi prendendo la partita per quello che è: un gioco.

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Curva della Lazio

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’70: -Eagles Supporters: nati in curva Sud nel 1977, si sposteranno presto in Nord. Per diversi anni rappresentano l’anima pulsante del tifo laziale: formatisi dall’esperienza dei “G.A.B.A.”, gli “Eagles Supporters” navigano al fianco dell’Aquila, forse nel periodo più cupo della sua storia, con una Lazio in caduta, ferita, tradita e venduta, retrocessa, sul punto di scomparire, ma mai doma: “Tarpateci le ali, riprenderemo a volare!” recitava un motto di quegli anni ’80 quando gli “Eagles”, in seguito all’ondata repressiva adottata contro i gruppi ultras italiani, dopo la tragica uccisione di Paparelli, che li esiliò in Sud col nome di “Gioventù Biancazzurra”, hanno saputo reggere come una roccia dura da scalfire, tra i campetti della serie cadetta, cementando un unione generazionale che in curva Nord ha radicalizzato la passione di migliaia di giovani. Nel 1992 decidono per l’autoscioglimento, provati dalle lotte intestine per la supremazia in curva Nord con i “nuovi” Irriducibili, forse anche per una specie d’esaurimento del loro compito, indispensabile per la maturazione della tifoseria biancoceleste. -Viking: nascono nel 1978 per iniziativa di alcuni ragazzi che si posizionano nella curva Sud dello stadio “Olimpico”, i primi simboli che utilizzano sono l’ascia bipenne e il “drakkar vikingo”, segno della forte connotazione politica del gruppo ai suoi albori, caratteristica che porta anche alcune frizioni con i più moderati “Eagles Supporters”. La stagione successiva si spostano, al pari di tutti gli altri gruppi, in Nord. Da allora il balconcino alla destra del tabellone, guardando la curva di fronte, è il loro feudo. Sono un gruppo di amici di vecchia data, elitario, che non si pone l’obiettivo di diventare di massa anche e soprattutto per non snaturarsi. In un certo senso hanno rappresentato la coscienza storica della curva. Si sciolgono nel 2005. -Gruppi Associati Biancazzurri: nel 1976 il tifo della Lazio cambia: una progressiva evoluzione fa nascere nelle due curve gruppetti e gruppuscoli di tifosi che, sotto le sigle più variopinte, incitano la squadra anche negli angoli più nascosti dell’”Olimpico”, cosicché si rende necessaria la nascita di un’unica stuttura, i G.A.B.A. appunto, capace di incanalare organicamente il tifo giovanile, con l’eliminazione di tanti dispersivi marchi. Il nuovo organismo si sistemerà in curva Sud, a partire da Lazio-Bologna del 1976/77. -Vigilantes: i primi insieme a C.A.S.T. e N.A.B. a stazionare nella Nord, sorgono nel 1974 sullo spontaneismo di quel periodo, col tifo improvvisato la domenica sulle gradinate. I meriti da attribuire al gruppo sono indubbiamente molti: su tutti quello d’aver sfondato una porta chiusa e creduto in una curva in cui al solito il tifo non si faceva, e quando veniva organizzato era solo nei derby, con la Sud spostata nella Nord. I Vigilantes sono stati gli apripista per una parte consistente di tifosi nata nell’ombra del primo scudetto. Pur avendo avuto vita breve, visto che solo due anni dopo confluiscono nei G.A.B.A., le loro gesta e il loro cammino sono considerevoli. Originali anche nel nome, copiato poi dai Vigilantes Vicenza nel 1978. -Commandos Aquile San Basilio Talenti: nasce nella stagione 1974/75, all’indomani della conquista dello scudetto, dalla passione e fede di ragazzi di San Basilio e Talenti, ma anche di Tufello, Val Melaina e Nuovo Salario. E’ stato il primissimo gruppo a “colonizzare” la Nord, dopo di loro si aggiunsero i “Vigilantes e i “N.A.B.”. Dal 1974 esposero lo striscione nel muretto centrale della Nord, fino al 1979, quando lo striscione fu sequestrato dalla polizia per i fatti del dopo-Paparelli. -Ultras: nascono negli anni d’oro della Lazio, in curva Sud, per poi spostarsi in Nord qualche anno dopo. Salgono alla ribalta chiamandosi prima “Club Garbatella”, poi appunto “Ultras”, i primi a Roma a denominarsi con questo appellativo oltranzista, che sarà poi riassuntivo dell’intera fenomenologia giovanile di curva. Ragazzi di ogni estrazione e ceto sociale, provenienti dai quartieri Garbatella, Eur, Parioli e Casal Bruciato. Con loro nascono le prime magliette, le prime sciarpe e baschi. Con il tempo, dietro lo striscione “Ultras” si sono susseguiti diversi ragazzi, ma sempre con lo stesso piglio battagliero e intransigente. -La Coscienza della Lazio: più che un gruppo ultrà, una sorta di società segreta, un gruppo di contestatori, ma sempre per il bene della Lazio, a cui non andavano bene società, squadra e allenatore del periodo. Famosi son stati gli undici bidoni biancazzurri di un Ternana-Lazio, ma anche numerosi striscioni di contestazione. Nati nel 1971, se ne perdono le tracce con la conquista del tricolore del ’74. Golden Boys, Leopard di Ciampino, Folgore, N.A.B (Nuclei Armati Biancazzurri), Brigate San Giovanni, Falange, Tupamaros, Boys, Marines, Panthers, Brigata Portuense: tutti questi gruppi, insieme a “Cast”, “Ultras” e “Vigilantes”, andranno a formare i GA.B.A./ Destroyer, Gioventù Biancazzurra, Aquile, Gruppo Maestrelli.

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’80: Gruppo Rock, Timbers, Gruppo Scannati, Erotik Group, Boys, Gruppo Sconvolti, Eagles’ Korps, Hell’s Eagles, Toll Gruppe, Testaccio Group, Gli Ultras del ’74, Ciampino Group, Monteverde Feudo Biancazzurro, Roma Biancazzurra, Rebel Group, Gruppo Termini, Ultrà Sballati, Gruppo Allucinati, Ultras Fleming, Vecchie Brigate San Giovanni, Eagles’ Girls, Orange Jacket, Legione, Gioventù Sudista, Stars Club 1983, Nucleo Ostiense, Bronx, American Eagles.

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Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Nucleo: nel 1992 alcuni ex militanti di Irriducibili e Eagles Supporters lanciano una sfida: trasformare la “nemica” curva Sud giallorossa in una seconda sorgente di tifo. Dopo le prime difficoltà, il “Nucleo” si è distinto come gruppo unito, solido, con idee originali e coreografie (col Borussia Dortmund la parola “vittoria” in varie lingue). Disorder Group Lazio: nascono nel lontano ottobre ’92 dallo scioglimento dei Viking sezione Perugia, col nucleo principale che rimane immutato, mantenendo gli stessi ideali e la stessa mentalità della Nord, in una zona tradizionalmente ostile ai colori laziali. Un nucleo di amici che puntualmente si ritrovavano in sede per discutere dei problemi organizzativi. I Disorder erano contro ogni tipo di violenza, a dispetto del nome che portavano, che esprimeva in pieno la voglia di ribellarsi ad una società priva di punti di riferimento per i giovani./ Blousons Noirs, Clan, Vecchia Guardia, I Soliti 7/8, Orgoglio Laziale, Non Omologati, Noi Oltre, Blue Eagles, Ultimi Ribelli, Gruppo Marchegiani, Gruppo Casiraghi, Gruppo Diego Fuser, Nobiltà Ultras, Good Fellas, Anni ’70, Braveheart, Favalli Group, Via Guareschi-Laurentino, Brigata Bigiarelli (in Sud).

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Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Banda Noantri: nasce nel 2000 da una costola degli Irriducibili, nome nuovo, di stampo romano, età media tra i 18 e i 25 anni, classico gruppo elitario, non per tutti, intransigenti e temuti. Stile e modi di agire sono quelli delle “Casual Crew” d’Oltremanica: una brigata d’azione che in pochi anni di vita si propone alla ribalta della scena ultras italiana. Non espone lo striscione dal 2005./ In Basso a Destra, Suburbio VIII, Simply Fans, Eternamente Degni, Centuria Ultras Prenestino, XIV Maggio Fans, Assenza Forzata, Gruppo Cinghialone, Quella Sporca Dozzina, Fronte Nord, Solite Facce, Gente d’Altri Tempi, Ncssl, Anni Buttati, Avanguardia Laziale, Lazio Youth.

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Gruppi scomparsi, nati negli anni 2010: I Ragazzi del Tassinaro (Tribuna Tevere), White Blue Fans.

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Politica: da sempre fortemente destroidi.
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Curva tifosi Lazio coreografia maglia
Un’altra coreografia della curva della Lazio

Liberi pensieri: “Oggi più che mai forza Lazio vinci per noi” (Lazio-Udinese 79/80), “Gli uomini passano…la Lazio resta” (Lazio-Catanzaro 79/80), “Il tricolore non cancella l’odore: Roma merda” (riferimento allo scudetto vinto dalla Roma nel 1982/83; Lazio-Roma 83/84/Torino-Lazio 83/84); “Forza ragazzi la Nord vi ama!” (La-Roma 83/84), “Solo i vili e i mediocri conoscono la sconfitta…noi siamo grandi e risorgeremo!”, “1900: Lazio…1927: Roma, i primi a nascere…gli ultimi a morire” (La-Roma 84/85); “Zitti servi di Falcao” (Roma-La 84/85), “Niente distruggerà la nostra fede: Giorgio sempre al tuo fianco…comunque vada!”, rivolto a Chinaglia, allora presidente (La-Udinese 84/85); “Segui noi e…la Lazio”, con un pullman disegnato (Arezzo-Lazio e altre gare, 87/88); “Tutta l’Italia lo sa, tortellini e bocchini la vostra specialità” (Bologna-La 87/88), “Coloreremo così tutta l’Italia. Eagles Supporters” (Parma-La 87/88), “Mister: facce entra”, storica minicoregrafia con sovraesposta una maglia gigante recante il numero 12 (La-Udinese 87/88); “1977-1987, Noi vediamo solo biancazzurro” (coreogr. con occhiali giganti in curva Nord; Lazio-Brescia 87/88); “Noi ricchi patrizi perché da sempre nobile stirpe, voi poveri plebei perché da sempre classe popolare”, “Solo con l’aiuto della polizia…la Sud vince il derby della fantasia!” (La-Roma 88/89); “Grazie Di Canio per quella corsa alla Chinaglia!!” (La-Juve 88/89), “Non 11 numeri ma 11 bandiere” (coreogr. Lazio-Roma 89/90), “12° in campo? quando lo vogliamo noi” (Lecce-La 90/91), “L’Europa per riprenderci la storia” (La-Napoli 92/93), “Te credi romano, t’atteggi pè far matto…più passa er tempo e più sei coatto” (Lazio-Roma 94/95), “Solo giocando con il cuore avrete il nostro…amore”, “O lottate o ve n’annate” (contestazione in Nord per le altalenanti prestazioni della squadra, La-Genoa 94/95); “Non c’è cosa più divina che scopasse la cugina”, “Contro il calcio moderno…tradizione ultras”, “Core de Roma core de sta’ città, ma ‘ndo stavate 95 anni fa?” (Roma-La 94/95); “La Nord non dimentica, Vincenzo vive”, in ricordo di Paparelli (La-Cremonese 94/95), “In tutto il firmamento sei sempre la più bella”, coreografia, con la risposta romanista frutto di spionaggio-ultrà “Firmamento malfidato c’è ‘na stella che ha cantato” (Roma-Lazio 95/96), “Il domani appartiene a noi” (un tifoso laziale tiene una bandiera a due aste con questa scritta, vestito perfettamente da…astronauta, per sottolineare la futuristica coreografia degli Irriducibili; Lazio-Roma 95/96); “Con il cuore…la ‘Retinite pigmentosa’ si vince”, con tanti cuori biancocelesti (La-Inter 95/96), “Noi siamo aquile…fuori gli artigli” (La-Napoli, Coppa Italia 96/97), “Signori: la bandiera che non si vende!” (La-Parma 96/97), “Fieri di noi stessi, orgogliosi di combattere, destinati a vincere” (Empoli-La 97/98), “Ti ho difeso ti ho capito ma non mi aspettavo di essere tradito, Zeman boia”, “Osare credere spavaldi di essere!!!”, coreografia (Lazio-Roma 97/98); “Fate il vostro gioco…noi poker servito”, “Voi 4 su 4 manco cor Viagra”, riferito alle 4 vittorie in 4 partite dell’anno prima, “S.Ferilli prima 11 falli poi 15 palle” (la Ferilli interpretò con Francesco Nuti nel 1998 il film “Il signor Quindicipalle”; derby 98/99), “Noi Irriducibili da sempre…voi da venti minuti” (gli “Irriducibili Curva Nord Juve” avevano lanciato una platonica sfida a quelli della Lazio per il titolo di unici “Irriducibili” d’Italia; Juventus-Lazio, andata 4.i di finale, Coppa Italia 99/00); “Ferilli nuda per lo scudetto? Pensa che schifo a 70 anni”, prende di mira l’attrice Sabrina Ferilli, romanista, anche se qualcuno dice ex laziale, che aveva promesso di spogliarsi nuda in caso di scudetto giallorosso, cosa che avverrà l’anno dopo (La-Roma 99/00); “Ronaldo, il tuo posto è in campionato, arrivederci a presto” (il drammatico infortunio del “Fenomeno” interista Ronaldo aveva commosso le curve; Fiorentina-Lazio 99/00); “Con la Juve eterni rivali…in campo e sugli spalti!! Ma oggi un pensiero per lui, ciao Edoardo”, riferito alla morte di Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato Gianni, a soli 46 anni, appartenente ad una famiglia che da sempre identifica il potere dell’eterna rivale Juventus (La-Milan 00/01); “Te sei comprato er biglietto pe’ venì a vede’ come è fatto lo scudetto” (La-Roma 00/01), “De Santis: la giustizia sportiva ti ha assolto…la nostra ti ha condannato…a morte!” (per il goal di Cannavaro che l’arbitro annullò in Juve-Parma dell’anno prima; La-Napoli 00/01); “Ciao Prisco ultimo dirigente ultras!”, in memoria della morte di Peppino Prisco, dirigente “sui generis” dell’Inter (Verona-La 01/02); “Co’ un cantante de Campobasso, na spogliarellista de Fiano, un presidente marchigiano, hai festeggiato da napoletano…e te vanti d’esse romano!!”, che chiama in causa rispettivamente Antonello Venditti, Sabrina Ferilli e Franco Sensi; “Alla Ferilli piace Dalla!”, in quel periodo la Ferilli e lo scomparso cantante Lucio Dalla facevano un programma insieme dal titolo “La bella e la bestia” (La-Roma 01/02); “Una curva allo sbando…aridatece er Commando!” (Roma-La 01/02), “Della bistecca v’è rimasta solo la B”, di scherno per la retrocessione della Fiorentina in Serie B (Fiorentina-La 01/02); “Amendola maiale, te prendo verticale te lascio orizzontale” (La-Inter 01/02), “18 anni di Lazio: hai dato tanto hai ricevuto tutto…da parte tua nessun saluto, lo facciamo noi ciaooo!!”, per l’addio di Alessandro Nesta, senza ringraziamento, su cui piovono fischi (La-Milan 02/03); “Siete la nostra brutta copia”, “Pedofili, giornalisti, politicanti questi i nemici di tutti quanti!”, “La mentalità arde di più della rivalità…onore ai veri ultras!”, “Ilary-Totti: una letterina per un’analfabeta”, “Asr Ultras: ancora tu? ma non dovevamo vederci più?” (La-Roma 02/03); “…Mentre la Fiat licenzia migliaia di operai…mentre Berlusconi sposta i processi…mentre i pedofili aumentano di giorno in giorno…mentre il mondo è minacciato dalla guerra…mentre ci sono i farmaci raccomandati…mentre i detenuti muoiono in cella…lo Stato salva il calcio e manda gli ultras in galera!” (Roma-Lazio 02/03), “Piccola Veronica sei la stella più bella di questo grande cielo” (bambina di 5 anni morta a causa di ritardi in attesa d’un trapianto, Juve-La 03/04);
“Sebastian: la Nord ti aspetta e ti saluta!”, per l’ex Veron, idolo della curva; “Giletti: finalmente l’hai trovato chi t’ha pistato” (Lazio-Chelsea, fase a gironi di Champions Le. 03/04); “Previti in Parlamento, Toffolo agli arresti…’La legge non è uguale per tutti’” (sit-in di contestazione a Palazzo Chigi, 2003/04); “Nessuno ve copia, nessuno ve ‘nvidia…ma chi ve se ‘ncula”, “Se la Sud è tutta qua era meglio il Commando Ultrà”, “Prima pagate i buffi” (debiti in romanesco, in risposta a “Ve pagamo nun scappate” della Sud, tema la crisi societaria delle due romane; Roma-La 03/04); “Progetto Ultrà: tutte chiacchiere e infamità” (Inter-La 03/04); “Leggi speciali per gli ultras! quando su programmi televisivi come ‘Il Processo del lunedì’? Biscardi ipocrita bavoso”, “Ma quali filmati, ma quali verità, menzogne e arresti la vostra legalità”, “Boschi di braccia tese ti salutano, onore a Battisti cuore biancoblù” (La-Bologna 03/04); “In silenzio per urlare la nostra rabbia…giustizia per Toffolo” (unica scritta nella Nord vuota nei primi 5 minuti, per poi riempirsi improvvisamente e tifare come sempre; La-Inter 03/04), “Quelli che il calcio …gira che te rigira, lo prendono sempre in bocca!” (Chievo-La 03/04), “Cragnotti e Toffolo liberi” (La-Milan, ritorno semif. Coppa Italia 03/04), “Sig.ra Ventura non ti dimenticare, per far carriera da quel bell’uomo di Galliani ti sei fatta fare” (La-Sampdoria 03/04), “Da Sinistra a Destra, curva Sud fai pace co’ la testa!”, “Tatuaggi, basettoni…daje Paolo prendiamoli a spintoni!”, riferito a Di Canio (La-Roma 04/05); “Livornese infame” (La-Livorno 05/06), “A voi archiviano i reati a noi buttano le chiavi”, “Boia chi molla” (Livorno-La 05/06); “Lotito non è il nostro presidente”, comincia a montare la contestazione a Claudio Lotito (Cagliari-La 05/06); “23-10-05, grazie per la visita…vi è piaciuta l’accoglienza?” (Reggina-La 05/06), “Sconcerti maiale”, “06-04-06: Paolo Negro laziale vero” (Siena-La 05/06); “Tutto per la Lazio…niente per Lotito” (coreografia La-Juve 05/06), “Irriducibili, colpevoli di amare la Lazio” (La-Cagliari 06/07), “Gabriele sempre nei nostri cuori”, “…Ma Gabriele vorrebbe anche questo!”, con la curva che si riempie dopo che era stata vuota per protesta, striscioni per ricordare la scomparsa di Gabriele Sandri (La-Parma 06/07); “Ciao Matteo salutaci Gabriele”, a ricordare il parmense Matteo Bagnaresi, morto il 30 marzo 2008 a soli 28 anni nell’Area di servizio Crocetta sulla Torino-Piacenza, mentre andava a vedere Juve-Parma, poi non giocata per lutto, travolto dall’imprudenza di un autista di un pullman di Juve Club (Parma-Lazio 07/08); “Gabriele vive e lotta insieme a noi” (07/08); “Mille bandiere famo sventolà”, “Omicidi, arresti, infamità, niente ci fermerà” (Roma-La 08/09); “Fiorentino lurido infame” (La-Fiorentina 08/09), “Per Gabriele, la curva e la storia…uniti fino alla vittoria!” (Lazio-Sampdoria, finale Coppa Italia 08/09); “Da sempre fieri del nostro gemellaggio, alla Nord di Milano rendiamo omaggio”, “Mourinho uomo vero in un calcio finto” (La-Inter 09/10); “A.s. Roma 1927 pride of America”” (Roma-La 10/11, in relazione alla proprietà americana della Roma di James Pallotta); “Il sole vince sempre” (La-Inter 10/11), “Per storia e tradizione da voi nessuna lezione”, “Te credi romano mi chiami laziese ma il tuo fondatore è abruzzese”, “Fondazione Sandri sulle maglie…perché no?!”, “Noi la tradizione di romana civiltà…voi bori e coatti della città”, “Copi tutto tranne i valori miei…onore a De Falchi e a Di Bartolomei!”, “Da te nessuna morale…insulti i morti e firmi il verbale” (La-Roma 11/12); “Lotito pagliaccio il tuo circo è a Salerno”, il presidente della Lazio è anche patròn della Salernitana (La-Inter 11/12); “Da 40 anni solo per la maglia” (La-Juve 11/12), “Euro 2012: stop killing dogs”, fine allo sterminio dei cani per gli Europei del 2012, che si giocano in Ucraina e Polonia (La-Cagliari 11/12), “Massimo Mauro: raccomandato da giocatore raccomandato da giornalista…idiota da sempre”, “C’è chi gode la partita, c’è chi la soffre…la Nord la combatte!” (La-Palermo 12/13); “Dai pullman c’è chi scende in inferiorità e chi scappa in superiorità”, “11-11-2007/11-11-2012: un ultras non dimentica, Gabriele sempre con noi”, “Il giro del palazzo scortato, come hai visto i laziali sei scappato!”, “Atene: allo stadio esponi pezze, all’aeroporto prendi pizze!”, “Non imbratti un cimitero, rispetti De Falchi, Bagnaresi, Ercolano, romanista, parmense o napoletano: la nostra vita è fatta di onore e ideali” (La-Roma 12/13); “Il vero laziale boicotta stampa e Sky” (La-Parma 12/13), “Romanista alla tua maniera…con noi scappi e ai bambini rubi la bandiera”, “Palestina libera”, “C’mon Gazza” (La-Tottenham, fase a gironi Europa League 12/13; Nord in festa per il ritorno allo stadio di Paul “Gazza” Gascoigne); “Stoltezza ed idiozia non albergano in questa curva…giù le mani dai laziali”, “Speziale e Micale innocenti…fuori la verità” (i due ragazzi catanesi accusati dell’omicidio dell’ispettore Raciti del febbraio 2007, La-Udinese 12/13); “Poche parole tanto sudore…ciao capitano grazie di cuore”, riferito a Tommaso Rocchi appena passato all’Inter, “Il campione vero è umile, non toglie i palloni in allenamento alla Primavera, non piange su Twitter e si riduce l’ingaggio, non rivendica un contratto mal valutato: Zarate vattene” (La-Cagliari 12/13); ”Onore a chi ha lottato per un ultras assassinato” (La-Atalanta 12/13), “Il cuore è laziale, lo stampo è romano, c’avemo bona lingua e mejo mano!” (La-Chievo 12/13), “La Nord saluta Cristiano Bergodi…laziale a vita!”, mister del Pescara, 160 presenze e 4 gol nella Lazio in A (La-Pescara 12/13), “L’unica San Baislio schierata è laziale dichiarata”, “Noi diffidati voi tesserati”, “Noi figli di Roma voi figli di una cagna”, “20 anni del tuo capitano…sputi calci e lezioni d’itagliano”, “Con lo sceicco che triste pantomima, era più dignitosa la colletta del Sistina, *pantomima: messinscena per commuovere o ingannare”, “T.d.T. o Club Away sempre tesserato sei”, “Avete preso botte e fatto fughe da dietro il Colosseo a sotto il Partenone, non vi sembra un po’ da frustrati esultare per un bandierone?”, “A Colle Oppio correvi il doppio”, “Ripassa la storia e fattene una ragione…Roma tifa Lazio per tradizione!”, “Vivo la vita così alla giornata con quello che dà, sono un ultras e allora mi basta la mia libertà, ciao Califfo”, per ricordare la morte del cantautore romano Franco Califano (Roma-La 12/13); “Lotito bla bla bla hai paura del salto di qualità!”, “Lotito da tre anni copia e incolla!”, “Tale è il mio amore, così tanto t’appartengo, che per il tuo bene mi accollerò ogni male!” (La-Napoli 12/13), “30-03-08 Bagna vive!” (La-Catania 12/13); “Nel ricordo non li hanno uccisi…onore ai martiri delle Foibe!” (Lazio-Borussia Gladbach, ritorno 16.i di finale Europa L. 12/13); “Platini: condanni la Lazio ma della partita truccata di Dinamo Zagabria-Lione 1-7 non ti è fregato un cazzo!”, “Platini: per voi ‘roi’, per noi ‘la merde’” (La-Juve 12/13); “18/10/87 – 18/10/12, odiati, amati e temuti…semplicemente Irriducibili”, esposto lo striscione sulla pista d’atletica, a 25 anni esatti dalla fondazione del gruppo“ (La-Milan 12/13); “Di romanità continui a vantarti, non so più che farti…sei nato in Abruzzo da una grande fusione, a Roma è la Lazio che la fa da padrone”, “Basta adesivi e scritte sui muri, fatece vedè quanto sete duri!”, “Tra Facebook e striscioni ne hai riempiti di faldoni, ‘romanista spia’”, “Ma quali permessi, ma quale coerenza, non fai la coreografia per incompetenza!”, “Nel 2013 ancora insulti Paparelli…fuori ti nascondi dietro i manga
nelli”, “Tutta Italia l’ha capito romanista rifardito!”, “A ruba bandiera vieni a giocare coi laziali a ‘na certa maniera”, “Nel derby che fa la storia…a detenuti e diffidati rendiamo gloria” (Roma-Lazio, finale Coppa Italia 12/13); “Simbolo di grinta e dedizione…ciao Cristian grande campione”, ultimo saluto al centrocampista Brocchi, “26-05-2013: siamo pronti a dar battaglia per l’onor di questa maglia avanti curva Nord!”, la data è quella della finale di Coppa Italia (La-Sampdoria 12/13); “26.05.2013 crepi il lupo” (Lazio-Brasil Team, amichevole 13/14), “Amico fraterno, omo d’onore e ultras de valore…quanno che t’aricordo ‘sento ‘n petto ar sol levasse er core!’, Maurizio vive” (Lazio-Juve, Supercoppa it. 13/14) “Cent’anni di storia…auguri irraggiungibile Silvio Piola!” (ricordato il centesimo anniversario della nascita del più prolifico bomber di sempre in Serie A, con 274 reti, ormai non più raggiungibile dal secondo bomber di sempre, il romanista Totti; La-Fiorentina 13/14); “Viking Milano: non pervenuti col Legia, non pervenuti oggi…ci scrivete infami ma quando ci affrontiamo?” (La-Juve 13/14), “Sì alla vita, sì al metodo stamina”, “Il tuo nome provano ad infangare…noi lo vogliamo ricordare! 28-10-1979 Paparelli vive!” (La-Cagliari 13/14); “Uefa=Mafia” (La-Legia Varsavia, Europa League fase a gironi 13/14); “Non c’è prepotenza che possa imporsi sulla nostra giovinezza…ritorneremo sempre con ‘ostentata sicurezza’”, “Il ‘milanista infame’ insulta De Falchi e non merita rispetto…tu non hai lo stesso difetto?”, “Scendo a patti con la polizia? I tuoi ‘vecchi’ per 30 anni non hanno fatto la coreografia?”, “Il tuo triste e inconfondibile stile è il simbolo della mia eterna vittoria”, “Come al solito non conti niente…’no al nuovo stemma’ e nessuno vi sente”, riferito ai romanisti contrari al nuovo stemma della società (La-Roma 13/14); “Romanista coniglio corri più di Gervinho!”, “Asr campioni di fughe!” (Lazio-Ludogorets, 16.i di finale Europa League 13/14), “Seedorf boia!”, l’ex del Milan il giorno della morte di Gabriele Sandri si rifiutò di mettere il lutto al braccio (La-Milan 13/14); “9 anni tra sbagli e malumori…presidente dacci un’altra gioia…ariportace Vignaroli!” (La-Chievo 13/14), “Il nostro silenzio è la voce della vostra assenza…onore ai ragazzi di Varsavia” (La-Inter 13/14), “Non è con lo sconto che si acquista un ideale…mai complici di un lurido maiale!”, “1 comunicato 10 cazzate stanchi delle tue buffonate”, “Taser alla polizia per la vostra finta democrazia”, per una delle novità del “Decreto-Alfano” (La-Sassuolo 14/15), “Eccoci…ancora amore amor per te” (La-Cesena 14/15), “Rompiamo la testa al Toro”, “Tutti quanti cantano e bevono per te…ciao Massimo”, viene ricordato questo ragazzo del Pigneto, scomparso alcuni giorni prima (La-Torino 14/15); “Nemici bergamaschi liberi” (solidarietà agli orobici puniti severamente per gli scontri di Atalanta-Roma del 23 novembre 2014; La-Atalanta 14/15); “11-01-2015 nessun dorma!”, a caricare l’ambiente in vista del derby della settimana seguente (La-Sampdoria 14/15), “Rifatte l’occhi andiamo a giocare a pallone!”, “Digos boia” (La-Verona 14/15), “Nedved puttana”, dirigente della Juve con una lunga esperienza da giocatore della Lazio (La-Chievo 14/15); “Cò sta maglia addosso non c’ho paura de nessuno…11 leoni!” (La-Parma 14/15), “Da quanno che so’ nato ve lo giuro er cor mio è stato sempre biancazzurro, so’ uscito dalla panza de mi madre senza strazio e con gran voce ho detto: Forza Lazio, sta fede porterò fino a che esisto e da lassù la griderò anche con Cristo” (La-Inter 14/15), “Il fiore più bello del Cml, ciao Carolina cuore laziale” (La-Udinese 15/16), “Quanto ce capivi…ciao Simò aquilotto nostro”, ultrà volato via troppo presto (La-Genoa 15/16).

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