L’Ad azzurro, Ghelfi, ha parlato questa mattina attraverso le pagine locali de “Il Tirreno” per chiarire la posizione del club di Monteboro dopo la notizia del sequestro di 1,3 milioni disposto dalla procura di Firenze:

Gli evasori sono altri, sono fatti in un altro modo. Sarebbe giusto definirci evasori se l’Empoli non rispettasse le scadenze – continua – ma così non è. Sappiamo che esiste una sentenza della Cassazione che, in questo senso, parla chiaro. Quindi siamo di fronte a un intervento legittimo, o almeno legittimato dalla legge. Però diciamo che non siamo stati fortunati perché non si sono visti altri aspetti della vicenda che, a nostro avviso, dovevano portare a un’interpretazione differente. Una società di calcio ha tanti vincoli, tanti lanci. Non è un’azienda normale, ad esempio non si può sgarrare sui pagamenti di stipendi, contributi e Iperf. I regolamenti, però, consentono una rateizzazione dell’Iva, così come la norme tributarie. Per l’ordinamento penale, però, si tratta di un reato. Non mi nascondo e non ci nascondiamo ma il buonsenso, a mio avviso, consiglierebbe di perseguire chi non paga la rate e non lo ha fatto in passato.  L’Empoli ho vissuto anche anni più complicati, sotto il profilo economico, e visto che questa possibilità esiste ne abbiamo approfittato, pensavamo che onorare gli impegni presi sarebbe stato sufficiente, evidentemente non è così. Il problema più importante è il danno d’immagine, perché l’Empoli è una società seria, sana, non una banda di furbetti del fisco. E non merita questa etichetta che gli è stata cucita addosso

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2 Commenti

  1. Di solito chi ha un danno di immagine non fa altro che portare in tribunale chi lo ha causato…..denunciate la procura di Firenze…….se vi riesce e se vi sembra di aver ragione…..

  2. Perchè i lavori sospesi ed il cantiere chiuso al sussidiario quest’estate sono stati una bella pubblicità. Quest’anno mi pare non se ne azzecchi una nemmen volendo, in campo e fuori. Speriamo che la ruota giri…

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