imageMilan, Inter, Lazio, Fiorentina, Genoa, Sampdoria, Chievo Verona, Hellas Verona, Palermo, Carpi, Frosinone, Empoli, Udinese e ancora Cagliari e Bari… queste le quindici squadre, tra serie A e B, che Kimbo, l’azienda partenopea simbolo del caffè espresso napoletano, ha scelto di sostenere nella stagione calcistica 2015/2016.

Kimbo, grazie a un accordo con Infront Sports & Media, la società leader in Italia nella gestione dei diritti media, marketing e pubblicitari nel mondo dello sport, sarà infatti Premium Sponsor della maggioranza delle squadre della massima serie, accompagnandole in tutte le partite previste dal calendario.

Grande l’impatto che la sponsorizzazione avrà sul pubblico dei tifosi di calcio, sia allo stadio sia alla televisione e su tutti i media sportivi, locali e nazionali: il brand Kimbo accompagnerà infatti le squadre di calcio sia sul campo che fuori dal terreno di gioco.

 

L’inconfondibile scritta rossa comparirà nei led a bordocampo e negli schermi degli stadi, nei corridoi di accesso al terreno di gioco, sarà presente nei back drop durante le interviste dei calciatori e le dirette televisive, sarà inserito nei siti internet ufficiali delle società con un link al sito Kimbo.it

Supportando il campionato di calcio, il brand non solo entrerà in tutte le case italiane ma sarà presente, attraverso stampa e tv, anche nei bar di quartiere dove, per definizione, le dispute calcistiche proseguono accese e partecipate, ben oltre il novantesimo minuto.

L’accordo siglato con Infront prevede inoltre che Kimbo diventi il caffè di dirigenti, calciatori e tecnici della maggior parte dei team coinvolti e fornitore ufficiale di caffè presso i centri sportivi delle squadre e le aree Hospitality, nelle tribune autorità e in quelle d’onore dei più importanti stadi italiani.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

39 Commenti

  1. PER PRIMA COSA C’E’ STATA NELL’ANNO 2013 UNA VOTAZIONE ED APPROVAZIONE DEL CONI PER L’ANNO 2020
    A PRESIEDERE ABODI

    E DOPO PER LA SERIE A E B SI E’ PASSATI ALLA LEGGE N.147/2013 SUGLI STADI
    CHE ALL’ARTICOLO 1 COMMI 303 E 306 CHIEDONO DI AMMODERNARE LE STRUTTURE ESISTENTI RISPETTO AD ESEGUIRNE DELLE NUOVE CON I SOGGETTI CHE ALL’INIZIO

    PRESENTANO UN PROGETTO PRELIMINARE O SEMPLICE STUDIO DI FATTIBILITA’
    IN ATTESA DELLA RISPOSTA DEL COMUNE DI APPARTENENZA SOLO DOPO AD ESITO POSITIVO I SOGGETTI PRESENTANO IL PROGETTO DEFINITIVO

    LA REGOLAMENTAZIONE GARANTISCE TEMPI BUROCRATICI ENTRO 180 GIORNI

    TUTTE LE SOCIETA’ IN A E B SI STANNO ORGANIZZANDO CON I RISPETTIVI COMUNI
    BARI MILANO NAPOLI ED ALTRE ANCORA

    SOTTO RIPORTO DUE ESTRATTI LA VOTAZIONE DEL CONI CON ILK COMMENTO PUBBLICO DI ABODI

    La Lega di Serie B fa un altro passo avanti verso il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano B Futura. L’assemblea dei presidenti dei club partecipanti alla serie cadetta ha infatti deciso che a partire dalla stagione 2020 per iscriversi al campionato di B sarà necessario avere uno stadio senza pista d’atletica leggera attorno al rettangolo di gioco.

    Ad annunciare l’importante novità è stato il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi. “La fine del decennio può sembrare lontana nel tempo”, ha affermato Abodi, “ma in realtà è una distanza ragionevole se si vuole realizzare uno stadio. Siamo determinati in questa nostra intenzione e non faremo deroghe”.

    La determinazione mostrata dalla Serie B nel dotarsi di impianti al passo con i tempi ha trovato una sponda importante da parte del governo presieduto da Enrico Letta. “L’impegno confermato oggi al Coni dal presidente Letta di elaborare una legge obiettivo dedicata alle infrastrutture sportive”, ha aggiunto Abodi, “ci spingerà nelle prossime settimane ad iniziare un roadshow presso le 11 società che hanno espresso interesse nella nostra iniziativa”.

    E RIPORTO ANCHE L’ARTICOLO DELLA LEGGE 147

    A far data dal primo gennaio 2014 è entrata in vigore la disciplina legislativa (cosiddetta Legge sugli stadi) di cui all’articolo 1, commi 303-306, Legge n. 147/2013 (cosiddetta Legge di stabilità), che, in concreto, ha soddisfatto l’esigenza, da tempo avvertita nel nostro Paese, di determinare le condizioni atte a favorire la realizzazione di nuovi impianti o anche la ristrutturazione e/o l’ammodernamento di quelli già esistenti, dovendosi comunque considerare il favore riservato alla seconda delle due opzioni; infatti, la richiamata legislazione prescrive espressamente che gli interventi agevolati “laddove possibile, sono realizzati, prioritariamente, mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate”.

    Ciò posto, interessa ora individuare i passaggi fondamentali che caratterizzano l’iter procedurale previsto ai predetti fini.

    In capo al soggetto interessato (ad esempio, un istituto di credito o una impresa costruttrice) incombe innanzitutto l’obbligo di definire e presentare uno studio di fattibilità, corredato da un piano economico-finanziario e dall’accordo intervenuto con una o più associazioni o società sportive che utilizzino l’impianto in misura prevalente.

    Si consideri che l’indicato studio di fattibilità non può prevedere interventi che non siano quelli “strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa”, sempre che i predetti interventi concorrano, sotto il profilo sociale, occupazionale ed economico, a favorire la valorizzazione dell’ambito territoriale su cui il realizzando impianto sportivo insista.

    Ad ogni buon conto, è esclusa la realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale, ed infatti soprattutto tale circostanza ha ostacolato, tra le altre, negli anni, una tempestiva approvazione dell’originario disegno di legge, da più parte temendosi che il rilancio del settore dell’impiantistica sportiva costituisse un mero pretesto allo scopo di agevolare, in via preferenziale, taluni interessi di settore con l’approvazione di varianti urbanistiche legittimanti l’edificazione di aree verdi periferiche o la realizzazione di nuove unità immobiliari di pregio.

    Ora, rileva anche sottolineare che una volta presentata la richiamata documentazione, il Comune interessato, previa indizione di una conferenza di servizi istruttoria (preliminare) e sempre in ipotesi di valutazione positiva, dichiarerà la proposta di pubblico interesse entro il termine di 90 giorni.

    All’esito della dichiarazione di pubblico interesse ed effettuata eventualmente la gara, potrà essere presentato il progetto definitivo, da approvarsi definitivamente in conferenza di servizi, salvo l’individuazione di modifiche che si rendano eventualmente necessarie.

    Il provvedimento di approvazione dovrà essere assunto entro il termine di 120 giorni dalla presentazione dello studio di fattibilità (180 giorni qualora sia richiesto l’intervento della Regione con atti di specifica competenza, ad esempio, in tema di varianti urbanistiche).

    Illustrata sommariamente la successione delle fasi fondamentali attraverso cui deve svilupparsi la procedura, è opportuno riferire, sia pur in sintesi, anche in ordine ad alcuni ulteriori profili che la legislazione vigente in materia ha inteso disciplinare in maniera stringente.

    Ad esempio, è stato previsto che il provvedimento assunto in via definitiva costituisca, nel contempo, anche atto sostitutivo di ogni autorizzazione o permesso, comunque denominati, necessari alla realizzazione dell’opera e ne determini la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza.

    In tal senso, la disciplina legislativa di nuova formulazione, disponendo che il provvedimento definitivo di cui trattasi possa configurarsi anche quale atto sostitutivo di ogni autorizzazione o permesso, comunque denominati, inclusa, quindi, la variante urbanistica, incide significativamente sulla possibilità di mutare le previsioni contenute nei piani regolatori che, ad esempio, non consentano la realizzazione di un centro commerciale contiguo o nelle vicinanze dell’impianto sportivo.

    Invero, se da un lato è indubbio che il provvedimento definitivo scaturisca all’esito di una conferenza di servizi decisoria indetta dalla Regione, dall’altro è altrettanto pacifico che la procedura sottesa a legittimare un’eventuale variante urbanistica è favorita proprio da una legge dello Stato; se così è, i dubbi di costituzionalità pregiudizievoli di una pacifica applicazione della norma statale, come da alcuni già osservato, si rivelerebbero oltremisura diffusi.

    Tuttavia, detta forma di impasse potrebbe essere aggirata mediante l’emanazione di leggi regionali che recepiscano la normativa statale anche sotto il profilo urbanistico oppure ricorrendo alle ordinarie procedure di variante previste in ambito locale, o ancora, anche ricorrendo, se del caso, alla disposizione contenuta nell’articolo 1, comma 304, Legge n. 147/2013 (cosiddetta Legge di stabilità), per la quale “resta salvo il regime di maggiore semplificazione previsto dalla normativa vigente”.

    Per concludere, il nuovo provvedimento legislativo sull’impiantistica sportiva ha previsto anche che, in ipotesi di superamento dei termini stabiliti ex lege, il Presidente del Consiglio dei Ministri, all’esito di istanza ad hoc formulata dal soggetto proponente, assegnerà al Comune interessato il termine di ulteriori 30 giorni per assumere i provvedimenti necessari e, in difetto, il medesimo Presidente del Consiglio dei Ministri (o la Regione), relativamente agli impianti sportivi di maggiori dimensioni (con capienza superiore alle quattromila unità al coperto e alle ventimila unità allo scoperto) adotterà i provvedimenti necessari entro il termine di 60 giorni.

    Nel caso di interventi da realizzare su aree di proprietà pubblica o su impianti sportivi pubblici esistenti, il progetto eventualmente approvato deve essere oggetto di opportuna procedura di evidenza pubblica.

    Ad oggi, il rilancio dell’impiantistica sportiva non può prescindere dall’intervento di capitali privati il cui impiego non sarà adeguatamente effettuato se non alla luce di una valutazione che permetta di ottenere un certo equilibrio finanziario tra i costi di realizzazione e di gestione dell’impianto e dei proventi attesi; proventi che, peraltro, non possono più essere esclusivamente correlati alla vendita dei titoli di accesso allo spettacolo sportivo o ancora allo sfruttamento dei diritti connessi agli eventi sportivi, quali ad esempio, l’advertising (inserzioni pubblicitarie), i naming rights (i cosiddetti diritti di denominazione degli stadi, mediante cui viene individuata un’operazione di carattere finanziario, in sempre più costante diffusione in ambito calcistico europeo, in base alla quale una determinata società sportiva sostiene i costi di realizzazione o di ammodernamento del proprio impianto sportivo attingendo risorse attraverso la stipula di contratti pluriennali di sponsorizzazione ˗ accordi di title sponsorship o venue sponsorship ˗ con un investitore commerciale partner che, quale contropartita, acquisirà il diritto di denominare la struttura con il proprio brand) o il puring (somministrazione di alimenti e bevande in esclusiva).

    Di contro, occorre procedere nella direzione di uno sviluppo sinergico della destinazione d’uso dell’impianto diversa da quella sportiva che privilegi, ad esempio, i servizi e il commercio.

    La disciplina legislativa di nuova e recente introduzione, prescrivendo che lo studio di fattibilità (di cui in precedenza) può prevedere anche altri tipi di intervento purché “strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa”, sembra essere orientata proprio verso la indicata prospettiva.

    • è una legge che è atta a favorire, non ad imporre.
      poi se si vole far fallire il comune facendogli pagare 7 milioni per uno stadio, boh..

      • Infatti l’Empoli calcio ha sfruttato questa legge
        per ammodernare lo Stadio
        entro i termini di legge

        Il Comune pensa ad altro
        tipo come farlo chiudere lo stadio

        • non hai capito la cosa fondamentale. che lo stadio verrà fatto se il corsi trova i fondi (16 milioni minimo minimo). il comune non può fare nulla se il privato (corsi) non caccia i vaini.

          tra l’altro l’empoli non ha sfruttato ancora nulla perche il progetto ancora non l’ha fatto.
          come tifosi dobbiamo chiedergli con forza che porti in comune un progetto e i fondi necessari!

          • è si perchè uno che tira fuori 11 milioni di euro
            per te non ci mette nulla vero?

            quanto al progetto c’è il nome e cognome dell’architetto che l’ha eseguito

            e si sa che vi garberebbe trasformare il Castellani in un pisciatoio pubblico
            ma noi non siamo come voi
            per fortuna

          • non è questione se ci metti tanto o nulla.
            è che non bastano, punto. e lo sa anche lui.

            riborda, quello non è un progetto, è carta straccia; se tu domani vai in comune e presenti 3 pagine con 3 immgini photoshoppate e 2 didascalie a corredo e ci scrivi che con 6 milioni rifai tutto ti danno lo stesso peso che danno alle paginette di rebecca e ghelfi cioè a norma di legge ci si puliscono il culo.
            non è che se continui a rovinarti il fegato, francesco, risolvi qualcosa.
            trovate i fondi e rifate lo stadio.

  2. …..SPORT NON PER TUTTI…..
    HAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHH

  3. Noi lo sappiamo purtroppo c’ è ancora qualche cretinx che deve leccare il culx al comune e si accontenta di uno stadio mal ridotto e fatiscente , ormai è chiaro che la gente vuole stadio e noi sosterremo la società e non permetteremo mai che qualche genio da tastiera renziano influenza un intero territorio che VUOLE LO STADIO . Alla viaccia mandateci questi 4 renziani incapaci

  4. Io avevo detto che i lavori iniziano a primavera , come stato detto dal CORSI !!!
    IL comune prendi quello che è stato offerto perché l’atletica non conta un niente,
    FATEVI DEL MALE .
    IN tutte le città hanno mollato e si stanno adeguando alla legge, siamo rimasti l’unica città.

  5. I lavori come io vi ho detto sono partiti! non si fa spendere 1.000.000 AGLI SPONSOR per sistemare la tribuna , per poi rischiare di andare alla viaccia , L’EMPOLI A SPESO molto anche per rifare il campo e l’illuminazione,la legge è chiara , il comune vuole la pista olimpica?, date retta se sono arrivati a
    1.500.000 avete ottenuto molto , ora basta trovatevi in questa settimana e stringetevi la mano e tutti felici sai che pista ci viene !se poi la vuoi migliorare la puoi fare anche in un secondo tempo .
    MA ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA SI VUOLE IL “SI”

  6. Si fallire i soldi se si vuole si trovano per tutto ma poi dove la trova una società di calcio che ti mette 1 milione e mezzo , 1-2 li mettono gli sponsor e BOLT finalmente si può allenare ad Empoli

        • il comune lo ha presentato il progetto di rifacimento della Pista?
          con tanto di interventi punto per punto?
          Piano di sicurezza?
          Computo metrico estimativo dell’opera?
          Nome del Progettista?

          OPPURE COME SEMPRE C’E’ DI MEZZO UNA FANTOMATICA COOPERATIVA DI SERVIZI?

          al cittadino è stato reso noto?

          Comunque per rispondere alla tua domanda
          in modo spannometrico come si dice in gergo

          se la pista viene rifatta in un impianto esistente
          tipo santa maria 1 milione e mezzo compreso il rifacimento della strada…2 se si vuole spostare la tribuna…

          nuovo 3milioni e mezzo in linea con gli altri comuni

          • esatto nuovo 3milioni e mezzo in linea con gli altri comuni, senza contare gli espropri.
            ora mettici i 10 del corsi per lo stadio, i parcheggi e gli altri espropri…

  7. Si 10 milioni …se non vuoi le mazzette con 2-3 milioni viene una bella pista , la tribuna la fai con le curve del castellani anche se 3.500 posti sono tanti x uno sport seguito da centinaia di persone

      • no no siamo noi che si viene la domenica a vedere la partita a casa vostra

        siete quattro gatti a impegnare uno stadio intero
        una pista e l’illuminazione

        ci costate un patrimonio di tasse acqua e luce da pagare poi al comune

        salvo poi che se un ci fosse sportsprint e le pubbliche assistenze
        a empoli non ci sarebbe mai nemmeno una gara podistica

        se si spetta voi campa cavallo

  8. Allora continuate a non capire una sega. Lo stadio il corsi lo fa se trova i soldi , hai voglia di leggi o presunte leggi. Hai voglia di guarda quanto costa la pista al metro quadro…..
    Poveri coglionelli

  9. http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Lo-stadio-Carlo-Castellani/D8746324-1.html

    previsti 750.000 euro dal genio Corsi, i costi furono il doppio (1,4 milioni), con tanto di causa legale che poi sarebbe interessante sapere come è andata a finire…
    tra l’altro, azzardo, chissà che quando corsi diceva che stavamo fallendo non gli era appena arrivata da pagare la mazzata dal tribunale..

    comunque sia andata, questo da l’idea di quanto vale la paginetta del corsi, di quanto valgono le sue stime, e di quanto costi per davvero rifare il castellani.

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