“L’Empoli è da play off”

 

Un terzo di campionato se n’è andato ed è quindi tempo di primi bilanci e di analisi alla luce di quanto visto finora. Abbiamo interpellato a tal proposito Alfredo Pedullà, uno dei massimi conoscitori del torneo cadetto, opinion leader di “Sportitalia” che cura in maniera accurata e approfondita il campionato di Serie B.

 

Che idea ti sei fatto di questo scorcio di campionato?

 

“E’ il campionato più folle degli ultimi 30 anni, forse il più folle. Partendo dal presupposto che la Serie B è sempre stato un campionato equilibrato, quest’anno è un ribaltamento assoluto rispetto ad un normale pronostico iniziale che non è stato rispettato. Basta fare un confronto con lo scorso anno quando di questi tempi, per esempio, il Parma con Guidolin aveva risolto o era sul punto di risolvere molti dei suoi problemi e il Bari di Conte aveva una sua identità. Oggi se mi chiedessi di puntare 10 euro su una squadra che sicuramente arriverà tra le prime 2 non punterei perchè non lo so…”.

 

Alfredo Pedullà giornalista di SportItaliaIl Lecce però sembra aver preso un buon passo…

 

“Sì, il Lecce ha recuperato la qualità degli acquisti che ha fatto negli ultimi giorni di mercato, ha un allenatore importante, ha meno pressioni rispetto a piazze come Torino e Reggina ma vorrei vederlo in profondità. E’ vero che ultimamente ha recuperato partite importanti, vedi Torino dove è riuscito a pareggiare al 93′ dopo che era andato sotto, e anche la vittoria nell’ultima giornata con il Padova dove anche lì stava perdendo. Sabato ha un test importante a Brescia e vedremo se verrà fuori ancora la personalità della squadra pugliese. Prima di parlare di promozione diretta vorrei aspettare ancora un po’, anche se ai play off ci va di sicuro”.

 

In questo campionato folle però non mancano alcune certezze

 

“Ce ne sono due di conferme: la prima è il Frosinone che ha sempre avuto organici di prim’ordine ma a mio parere aveva sbagliato gli allenatori ed ha finito per soffrire inopinatamente per conquistare addirittura la salvezza. Però confermando la base dei vari Bocchetti, Scarlato, Sicignano, Guidi e integrando gli elementi richiesti dall’allenatore, peraltro Moriero ha firmato il rinnovo fino al 2012, che è stata forse la cosa che è mancata in questi anni, confermano che il Frosinone vuole andare in Serie A. Un altro elemento a rafforzare il mio concetto arriva dal tempismo dell’ingaggio di Stellone nell’intento di colmare certe lacune”.

 

E la seconda?

 

“Sono le matricole che comunque cambiano poco, hanno questa ventata di entusiasmo che si portano dietro per la promozione. Per esempio il Cesena ha cambiato pochissimo ed ha mantenuto lo stesso allenatore che tra l’altro è molto bravo, un predestinato secondo me. Mi ricorda un Mazzone in miniatura quando Mazzone aveva la sua età. Poi devo dire che mi ha stupito molto il Gallipoli perchè la scorsa estate tutti, in maniera anche un po’ troppo maligna, lo davamo come sicuro retrocesso senza passare dai play out. Anche il Crotone e il Padova stanno facendo bene. In buona sostanza le certezze di quelle che vengono dalla Lega Pro sono: entusiasmo, qualità e investimenti della società”.

 

In che senso?

 

“Penso ancora al Cesena che oltre all’entusiasmo ambientale ha fatto operazioni giuste, penso a Do Prado ingaggiato a parametro zero e io mi chiedo per quale motivo anche club importanti non abbiano messo gli occhi su questo giocatore. A parametro zero ci si poteva pensare”.

 

Il Cesena quindi che fa da contraltare alla Reggina…

 

“Conosco molto bene la realtà della Reggina anche perchè io sono di Reggio. Per la prima volta negli ultimi 15 anni, nel ciclo vincente di Lillo Foti, è stato messo tutto in mano all’allenatore (Novellino n.d.r.) con tutto ciò che ne è conseguito anche a livello di costi gestionali che la Reggina in Serie B non ha mai avuto. Voglio dire: prendere Volpi e fargli due anni di contratto a 450/500 mila euro l’anno o lo stesso Buscè che tu conosci molto bene oppure Bonazzoli e fargli certi contratti… Evidentemente la Reggina ha detto: io mi affido a Novellino, mi metto nelle sue mani confidando anche nella sua rabbia dopo la parentesi negativa col Torino e gli faccio una squadra a sua immagine e somiglianza sottovalutando però un concetto fondamentale: bisogna avere fame in Serie B. Se non hai fame, se non corri e se pensi che basti soltanto il nome finisce che rimani per strada. Novellino ha pagato per tutti ma era inevitabile anche perchè la Reggina non ha mai dato un’idea, un indizio di squadra. Io non la taglio ancora dai play off anche se pensare ai play off adesso solo un pazzo potrebbe farlo. In primavera potrebbe rientrare a patto che in queste partite che mancano da qui alla sosta natalizia faccia bene e capisca che nessuno ti regala niente. Poi a gennaio secondo me dovranno anche capire quali sono i giocatori ancora motivati nel proseguire questa avventura. Uno su tutti Brienza che in questa categoria dovrebbe fare la differenza e non la sta facendo, altrimenti a gennaio sarebbe meglio puntare su altri giocatori”.

 

Ci sono delle analogie con l’Empoli dello scorso anno?

 

“In parte sì. La differenza però è che l’Empoli i giocatori li aveva in rosa, penso a Vannucchi, Buscè, Saudati, la Reggina invece è andata a prenderli quelli che pensavano avessero ancora fame, confidando nelle loro qualità, invece non sembra essere così, almeno per il momento. Il comune denominatore mi pare sia la mancanza di stimoli”.

 

Adesso parliamo dell’Empoli. Devastante in casa e male in trasferta dove risulta essere la squadra più anemica in fase realizzata con un solo gol all’attivo…

 

“Questa doppia faccia dell’Empoli per me è una sorpresa perchè conosco molto bene Campilongo che è un allenatore che ha tanti pregi ma se ne ha uno che spicca di più sugli altri è quello di trasmettere personalità alla squadra. Per questo non mi spiego questa differenza tra le partite in casa e quelle in trasferta. Ti faccio un esempio: l’Avellino dello scorso anno, fin quando ha retto, giocava quasi meglio in trasferta che in casa, ricordo i pareggi ad Empoli e Livorno e pure a Mantova quando quest’ultima era ancora in corsa per i play off e poi la vittoria ad Ancona”.

 

Da cosa dipende secondo te?

 

“Secondo me è un fatto puramente numerico, non c’è peggior cosa delle statistiche che ti restano in testa. Prima o poi, anche per la legge dei grandi numeri, l’Empoli vincerà anche in trasferta e si sbloccherà. Non è un problema soltanto tattico, Campilongo non fa distinzione tra partite in casa e partite in trasferta, ha una mentalità più o meno come quella di Zeman, non parlo della fase difensiva, ma della mentalità, di una squadra che tra casa e trasferta mantiene sempre la stessa pelle. Per me Campilongo sta facendo un lavoro straordinario, un lavoro da sette e mezzo in pagella, è riuscito a plasmare un po’ tutto tirando fuori cose importanti per esempio da Vannucchi che forse l’anno scorso si era un po’ seduto; il mix tra giovani e vecchi sta funzionando molto bene e poi vorrei sottolineare che la mossa Stovini è stata straordinaria”.

 

Dove può arrivare l’Empoli?

 

“Per me l’Empoli è da play off. Ne sono convinto. A maggior ragione adesso con l’inserimento di Stovini. Lo conosco molto bene e non capisco per quale motivo fosse rimasto senza squadra, forse perchè da poco gli è nata una figlia e non voleva allontanarsi da Firenze. Però se vedi i buchi di molte difese di serie B ma anche di alcune di serie A, Stovini sarebbe stato un giocatore perfetto. Ripeto che secondo me è un’operazione straordinaria perchè consente di far crescere meglio Angella e gli altri giovani bravi e di talento che ha l’Empoli; mancava loro una guida e allora Stovini è il giocatore giusto. Anche nello spogliatoio e per il gruppo si rivelerà importante. Riesce a risolvere i problemi e a capire per primo quali sono le difficoltà dei giovani. Però non basta…”.

 

Cos’altro manca?

 

“Dal mio punto di vista nell’Empoli manca un esterno difensivo a sinistra che possa far rifiatare Tosto. E’ assurdo pretendere che lui a 35 anni debba cantare e portare la croce. Inoltre credo che manchi un grande attaccante. Se l’Empoli riuscisse a prendere questo tipo di giocatore oppure un ex trequartista che adesso gioca come punta, faccio un paio di nomi: Sforzini e De Zerbi che Campilongo conosce molto bene e mi risulta siano in cima alla lista delle sue preferenze. Ecco, se l’Empoli prendesse uno di questi giocatori secondo me farebbe un salto di qualità definitivo. Non dimentico poi i tanti bravi giovani che ci sono e che crescono sempre di più, in particolare Musacci. Ma l’esempio più clamoroso di questa squadra è Marianini che non faceva mai gol e quest’anno grazie ai suoi inserimenti è già andato a segno diverse volte, di testa, di piede, in tutti i modi. Questo è un grande merito di Campilongo che è uno dei pochi allenatori in generale che studiano le situazioni di palla inattiva, gli schemi, i movimenti senza palla. Manca veramente poco perchè l’Empoli possa togliersi grandi soddisfazioni. Già così però è un organico competitivo soprattutto quando Stovini arriverà a regime”.

 

Mi sembra di capire che si potrebbe sognare…

 

“Se avranno la possibilità di fare un sacrificio per completare l’organico… E poi la più grande differenza rispetto allo scorso campionato è quella di viaggiare a fari spenti. L’anno scorso vennero fatti proclami più o meno giusti sulla vittoria del campionato, sull’andare in Serie A o arrivare tra le prime due. Questo l’Empoli e Silvio Baldini lo pagarono e probabilmente l’esperienza dello scorso campionato ha insegnato che se fai meno proclami forse è meglio…”.

 

Intervista di Alessandro Marinai

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