FUORI GIOCO

Un viaggio dove finisce il rettangolo verde

 

Capitolo 2

Dal Brasile con furore!

 

Abbiamo iniziato questo viaggio fuori dal campo parlando del rapporto tra Empoli FC e “stranieri”. Dopo l’intervista ad Andrea Innocenti, Responsabile del Settore Giovanile azzurro, cominciamo oggi ad incontrarli, questi “stranieri” che vestono la maglia dell’Empoli.

Cominciamo con  Luan Menegaz de Oliveira, Brasile.

Desidero premettere all’intervista quanto ho scritto nel “Capitolo 1″ di questo viaggio….quando, nell’annunciare le interviste, ho premesso che ho riportato pari pari quanto detto dai ragazzi…. affermando che ho lasciato il loro italiano…”nella loro dizione a volte incerta…nella loro costruzione grammaticale non sempre esatta…perché volevo che restituissero a chi legge, per quando possibile, la loro verità”.

 

Il giovane brasiliano MenegazNome, cognome, data di nascita

“Luan Menegaz de Oliveira, sono nato il 6 aprile del 1992 a Porto Alegre, nel sud del Brasile”.

 

Da quanto sei qui a Empoli? Anzi…in Italia?

“Beh… quando sono venuto qua sono venuto direttamente ad Empoli.. e sono ormai quasi tre anni”.

 

Vedo che comprendi e parli bene l’italiano. Quindi con la lingua non hai problemi…

“Sì sì…tutto ok”.

 

Come ti ha trovato l’Empoli?

“Io ho giocato 4 anni al Gremio, di Porto Alegre in Brasile… ho iniziato a giocare al calcio con una squadra piccola che c’era a casa…poi è andato Marcello Carli (Responsabile del Settore Giovanile dell’Empoli FC fino al giugno di quest’anno, n.d.r.) in Brasile e mi ha visto e… è andato a parlare con queste squadre e con la mia famiglia e poi hanno detto se volevo venire in Italia a conoscere l’Empoli”.

 

Senti, parlaci della tua vita in Brasile. Come era prima che tu venissi all’Empoli.

“Praticamente i miei genitori sono separati…ho vissuto con la mamma…a 11 anni sono andato al Gremio a giocare e sono stato lì quasi 4 anni. Sono uscito di casa che avevo 12 anni per abitare nel Convitto del Gremio.. ma prima sono andato ad abitare da mio zio che abitava in una città piccola vicino a Porto Alegre…sono stato un anno con lui e poi nel convitto del Gremio..avevo 13 anni…fino a 14”.

 

A 14 anni ti ha scoperto l’Empoli e sei venuto qua. Quale è stato il tuo impatto con l’Italia? Come l’hai vissuta all’inizio?

“All’inizio per me quando sono arrivato qua era un Paradiso! Proprio…quando sono arrivato qui al Convitto…mi ha spaventato nella maniera buona..perché io in Brasile abitavo nel Convitto del Gremio in una stanza con 16 ragazzi..qui eravamo in 4 quindi ero…”.

 

Mi stai dicendo che in Brasile vivevi al Gremio in una stanza grande quanto quella qui ad Enpoli …solo che qui siete in 4 e lì ci stavate in 16?…

“Un pochino più grande di quella che è qui a Monteboro ma eravamo in 16 ed avevamo un solo bagno. Quindi quando sono arrivato qua ero felicissimo”.

 

Sei figlio unico?

“Sì sì”.

 

Hai detto che vivevi con la mamma. E la mamma ti è mancata molto quando sei venuto qua?

“Quando sono arrivato in Italia…sì..mi è mancata tanto ma già ero abituato perché già ti ho detto che da 12 anni che non abitavo più a casa. Certo che non avevo mai stato sei mesi  lontano da casa come sono stato qua…però…certo che a volte arrivi di notte dopo l’allenamento e viene la nostalgia che proprio difficile…non è facile”.

 

In questi anni in Italia che cosa è che hai imparato e cosa ti manca di più del Brasile? Della tua vita in Brasile…

“Io dico la verità…che mi manca manca…io abitavo benissimo in Italia…forse mi manca qualche cibo, mi manca la mia mamma, gli amici…però non è che c’è una cosa che mi manca manca perché io mi trovo benissimo in Italia”.

 

Quindi hai già un tuo giro di amici….di relazioni…

“Sì sì”.

 

Tu sei uno che gioca nella Primavera dell’Empoli quindi vuol dire che sei uno che gioca bene, che ha delle prospettive nel mondo del calcio, delle speranze di riuscire a diventare un calciatore professionista: è quello che vuoi?

“Sì…sì, certo”.

 

Che cos’è che ti spinge a giocare al calcio? Quale la cosa che ti smuove di più a giocare al calcio?

“In Brasile da piccino …tutti i ragazzi vogliono essere calciatori. Io da piccino, da quando avevo nove anni, mi svegliavo alle otto e mezzo di mattina e andavo a giocare nei campetti dei quartieri….scalzo…nel freddo…nel caldo…Quindi in Brasile c’è proprio nel sangue. Però io….proprio per la passione voglio giocare ….perché io …ogni volta che entro in campo mi viene che posso aiutare la famiglia tanto col calcio e anche me stesso…”.

 

Ma è vero o è solo un luogo comune che per i Brasiliano il calcio è solo tecnica…fantasia…e poi quando arrivano in Italia trovano un calcio tutto regole…tattica..e faticano molto. E’ così?

“E’ vero. Io quando sono arrivato in Italia i primi tre giorni sembrava che non sapevo più giocare al calcio perché è molto più veloce. I primi giorni proprio ti spaventi perché è molto più veloce. La tattica è importante…in campo è molto diverso in Brasile”.

 

Da voi è tutto più libero…

“Non è che è libero…però è molto diverso. Qui in Italia è molto più veloce”.

 

Che cos’è che non ti piace dell’Italia?

“Non mi piace che alcuni allenatori dicono che bisogna lasciare spazio ai giovani… o a volte mettono quelli più vecchi a giocare. Io penso che se quello è più giovane ma in campo fa vedere che può giocare… penso che non può esistere la regola del più vecchio”.

 

Questo come calciatore. E come ragazzo che cosa è che non ti piace dell’Italia? Del paese, della gente, del comportamento, mentalità. Quali sono le cose che ti danno più fastidio dell’Italia?

“Non mi piace che i giovani in Italia… tanti tanti tanti… già a dodici anni iniziano a fumare. Questo è quello che mi spaventa di più”.

 

Tu non fumi?

“No. Mai fumato”.

 

Vai a ballare?

“A volte, quando capita”.

 

Sei fidanzato? Hai la ragazza?

“Sì… ho la ragazza”.

 

Empolese?

“No. Brasiliana”.

 

E lei è in Brasile? E come la vivi questa storia? Ti manca?

“Mi manca sì. Però penso che se c’è il sentimento si può”.

 

Questa è una visione un po’ romantica…

“No… sì… però…”.

 

Uno come te, parliamoci chiari…calciatore…carino..ci avrai mille possibilità di poter….

(Luan se ride imbarazzato e divertito) …come le gestisci queste situazioni? Con la fidanzata lontana…

(Ancora risata.  Non insisto perché non voglio creare imbarazzi o, peggio, incidenti diplomatici…)

Dura è?

“A volte sì…”. (ride ancora)

 

Da quanto tempo stai con questa ragazza?

“Domenica (il 24 ottobre scorso, n.d.r.) ho fatto tre anni con lei. Quindi… siamo stati fidanzati… messi insieme due mesi e poi sono venuto in Italia”.

 

Giochi in una Società di calcio importante… hai prospettive e speranze… ma sinceramente: non è difficile giocare al calcio oggi per un ragazzo della tua età? Distrazioni, procuratori, i giornalisti…

“Non direi difficile però se uno non ci ha la testa messa bene può creare qualche problemino… può darsi che sia in mezzo perché ci sono tante cose in mezzo al calcio”.

 

Quali caratteristiche deve avere un giovane per diventare un calciatore?

“La più importante è la responsabilità. La responsabilità e la serietà. Penso che se un ragazzo e serio…e si mette un obiettivo dove vuole arrivare…può darsi che non sia tanto difficile realizzarlo”.

 

Tu come vivi la partita di calcio? Come l’affronti? Sei nervoso, tranquillo?

“Prima ero più nervoso, ora già penso prima della partita ad essere concentrato però non penso tanto… penso che devo fare bene, che devo essere concentrato, però il giorno prima penso anche ad altre cose… non solo alla partita”.

 

Quindi sei uno che la vive tranquillamente…

“Sì sì”.

 

Qui in Italia il calcio è un fenomeno importante… giornali, radio, TV. Che idea ti sei fatto del calcio italiano?

“No… ogni tanto penso che il calcio sia abbastanza simile… che gli italiani vivono il calcio e i brasiliani vivono il calcio…”.

 

..ma con la stessa pressione? La stampa che ne parla venti volte al giorno..i giornali..

“Sì sì”.

 

Quindi da questo punto di vista non hai trovato differenza tra Brasile e Italia?

“No..no…bello..bello come in Brasile”.

 

Ti piace così?

“Sì sì”.

 

E non ti dà fastidio tutta questa pressione che il calcio ha intorno a sé?

“No no…penso che per i soldi che guadagnano i giocatori devono far bene per forza!”.

 

Questo è vero ma non sempre è così. A parte l’Empoli hai una squadra italiana per cui fai il tifo?

“Sì sì..il Milan”.

 

Il Milan? Bene…da oggi parlerò sempre malissimo di te.. (ce la ridiamo)….Per finire… che cosa uno come te, che viene dal Brasile e che è qua per una grande sfida ed un grande sogno, si sente di dire ad un suo coetaneo?

“Dire da quale punto di vista?”

 

Da qualsiasi…fai te….Se tu dovessi dare un consiglio…

“Se sei dentro dentro il calcio devi dare il massimo e poi se arrivi è una bella cosa…”.

 

Hai mai preso in considerazione l’ipotesi che potresti non risucire?

“Certo”.

 

Ed in questo caso?

“Beh… io penso molto molto positivo. Credo che per un calciatore non sia importante avere un pensiero positivo ed avere la fiducia su di sé… Pensare che non potevo arrivare non ci ho mai pensato…però il giorno di domani non lo sa nessuno”.

 

Sinceramente, non dico nell’Empoli perché so già la risposta, ma in Italia esiste il razzismo per un ragazzo straniero?

“All’inizio sì”.

 

In che senso? Come lo percepisci?

“Forse perché vieni da fuori e allora pensano… tipo che puoi levare il posto a quelli che sono italiani…però poi  se fai vedere che sei bravo non esiste più…niente proprio…ti accolgono benissimo”.

 

E la gente per strada? Le nuove conoscenze? Ti accolgono tranquillamente?

“Dopo che ti conosce sì”.

 

Perché, all’inizio c’è un po’ di diffidenza?

“Penso…non lo so…non sono andato da altre parti d’Italia…però qui in Toscana sono un po’ chiusi..un pochino sì”.

 

Non sei mai andato fuori dalla Toscana?

“A parte a giocare no”.

 

Con gli amici…in gita?

“No”.

 

Da quanto non torni a casa?

“Sono stato ora a giugno”.

 

E ora tornerai…?

(lo dice con una voce che si fa un pochino triste) “…a giugno prossimo”.

 

Lo dici con tanta nostalgia….

“Un po’ sì…ma quando ero in Brasile sapevo che se venivo qua era così…”.

 

Ma verrà qualcuno dei tuoi a trovarti?

“Mia mamma e la mia ragazza”.

 

Bene. Allora farai un Natale scoppiettante.

L’ultima cosa la chiedo non a Luan ma al calciatore. Giochi nella Primavera, una bella squadra, quali sono i tuoi obiettivi? Cosa può fare questa squadra?

“Questa squadra può fare benissimo in qualsiasi competizione che va… io penso che il nostro obiettivo, non solo mio ma di tutti, è arrivare bene in tutte e tre le competizioni: il Torneo di Viareggio, la Coppa Italia ed il Campionato. Io ho una grande fiducia. Sono sicuro che non faremo una brutta figura”.

 

 

A cura  di Fabrizio Fioravanti

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