L’amaro, quello della celebre pubblicità televisiva tanto per intendersi, no. Che cosa vuole di più allora Salvatore Mastronunzio dalla vita? Ha conquistato la B, a suon di gol, si sta confermando, sempre a suon di gol, in un campionato dove aveva fatto il comprimario, recentemente ed è diventato anche papà. Allora?

salvatore mastronunzio

“Una tripletta”, dice, scherzando nemmeno tanto poi, l’attaccante dell’Ancona che è tornato in corsa per il titolo di capocannoniere. “Non ho mai segnato tre gol in una partita”. Intanto si sta esercitando, perché a Livorno ne ha fatti due nel giro di un minuto. Roba da non crederci. “Non mi era mai capitato. Ma dopo il primo eravamo sicuri che saremmo potuti riuscire a ribaltare la partita”. Il miglior assist? Quello di Da Costa che fa il portiere. “Con lui provo sempre questo schema, perché se sei bravo, riesci a sorprendere la difesa”. E Mastronunzio e Da Costa sono stati davvero bravi.

Non muore dalla voglia di togliersi i sassolini che ha accumulato nelle scarpette da calcio da anni. Da quando fece una toccata e fuga in B, perché per molti, non per tutti, non era un attaccante da serie cadetta. Non ha digerito la bocciatura frettolosa a Frosinone. “Con i miei gol avevo contribuito alla promozione in B, ma poi non mi hanno dato l’occasione”.

Ai tempi di Empoli, la società in cui è cresciuto, non ci pensa più. Anche se la sfida personale con Tavano, anche lui cresciuto nel vivaio dell’Empoli prossimo avversario dell’Ancona, l’ha vinta lui. Più facile del previsto. Due gol a zero. Una doppietta, la quinta stagionale, per soffiare sul collo di Vantaggiato. “Non ci penso al titolo di capocannoniere – dice Mastronunzio -. Certo se c’è da segnare non mi tiro indietro. È il mio mestiere far gol, faccio l’attaccante. E quando Nassi è andato via, sapevo che avrei avuto maggiori responsabilità, ma questo non mi ha spaventato”.

Per regolare la pratica salvezza, ci sarebbe bisogno di qualche altra doppietta. “Magari arrivasse. Ci tengo a salvarmi con l’Ancona. E non mi dispiacerebbe vincere anche per il secondo anno di fila il Carlino d’oro, significherebbe che avrei fatto molto bene qui. L’Ancona mi ha dato quello che non mi ha dato il Frosinone: la possibilità di mettermi in luce in B”. E ci sta riuscendo alla grande.

Il suo futuro è tutto da scrivere. Difficile perfino immaginarlo ora. Ha un altro anno di contratto, ma potrebbe non bastare per trattenerlo ad Ancona. “Io vorrei restare, ma è chiaro che vanno sistemate le cose in società. Adesso come adesso è impossibile intavolare qualsiasi tipo di discorso. Certo, non mi dispiacerebbe se la situazione societaria si sistemasse, perché qui mi trovo bene e perché, con una società che ha disponibilità economica, si può puntare anche al grande salto”. Che cosa può volere allora di più dalla vita Mastronunzio? Non un amaro ovviamente. Per quello c’è ancora tanto tempo.

 

fonte: il resto del carlino

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