Antonio Buscè dopo il gol al Milan nel marzo 2008Ieri pomeriggio Antonio Buscè è stato presentato ufficialmente, queste le domande e le risposte del giocatore in conferenza stampa.
“Nasco ala e ho quasi sempre giocato ala destra nel 4-4-2, anche se in alcuni campionato ho fatto anche il terzino destro: forse proprio in questo ruolo ho fatto il mio miglior campionato a Empoli, e se parto da dietro, essendo nato esterno alto, ho la tendenza a spingere e dare una mano in fase offensiva. In più, mi sono adattato a giocare anche come mediano di destra nel centrocampo a tre”.

Hai anche segnato parecchi gol.
“Ho cercato di curare anche la fase conclusiva: dopo tanti campionati riesci a capire meglio alcune giocate, il punto in cui può cadere la palla e la posizione giusta per concludere in porta”.

Raccontaci quello che è successo negli ultimi mesi.
“Sono stato un po’ duri a livello calcistico: a Reggio Calabria si era creata una situazione un po’ particolare e ho avuto qualche problema. Ora mi sento rinato: ho una gran voglia di ricominciare a giocare, dopo un paio di mese in cui ho potuto farlo molto poco, e di tornare a correre su quella fascia per dare una mano al Bologna, a risalire in classifica, che è la cosa più importante. Penso che la squadra abbia tutte le possibilità per farlo”.

Com’è la tua condizione fisica attualmente?
“Negli ultimi due mesi ho giocato pochissimo, ma non ho avuto problemi fisici e mi sono sempre allenato. Negli ultimi dieci giorni di fatto ero fuori squadra, dato che la società aveva deciso di cercarmi un’altra sistemazione, ma mi sono comunque allenato; in certi momenti anziché fare esercitazioni tattiche (per me poco utili sul piano organico) ho lavorato con il preparatore atletico per mantenere la condizione. Probabilmente oggi come oggi mi mancano i novanta minuti tirati, dato che l’ultima partita da titolare l’ho giocata due mesi fa contro l’Empoli”.

Hai visto qualche partita del Bologna?
“Ho visto quella di domenica contro il Cagliari. Aldilà della sconfitta, la prestazione ha dimostrato che la squadra ha valori importanti e che ci sono i presupposti giusti per uscire presto da questa situazione di classifica”.

Tu sei uno abituato a lottare per la salvezza.
“Non so se è stata una sfortuna o una fortuna, ma a Empoli ho sempre vissuto campionati di questo tipo, a volte ottenendo salvezze quasi impossibili. Non dico che mi trovo a mio agio in queste situazioni, ma so cosa vuol dire stare in una certa posizione di classifica: bisogna rimanere tutti uniti, mantenendo una certa regolarità e cercando di andare tutti per la stessa strada. Il Bologna, come singoli e come gruppo, ha ottimi valori e lo spogliatoio in questo giorni mi ha dato una bella sensazione di serenità e tranquillità: questo è importante”.

A 34 anni un giocatore può ancora fare la differenza?
“Non posso togliermi degli anni: questa è la mia età. Però fisicamente sono integro e ho la gamba per sostenere ancora ritmi molto alti e fare certe sgroppate sulla fascia. Chiaramente con gli anni si invecchia e forse adesso sento più fatica, quando magari si giocano tre partite in una settimana, rispetto a qualche tempo fa, ma questo è normale”.

Il Bologna è una società che ha un blasone importante. Per te essere qui è un premio alla carriera?
“Io sono contentissimo e molto soddisfatto per essere arrivato qua a Bologna. La società mi ha dato fiducia e spero di ripagarla al più presto possibile. Ho 34 anni ma non vivo il mio arrivo a Bologna come un premio alla carriera: mi sento rinato e non vedo l’ora di essere al cento per cento, di tornare a giocare partite ufficiali e di aiutare la squadra a uscire da questa situazione difficile di classifica. Essere qui è una bella soddisfazione personale, ma ora devo ricominciare da zero, perché la voglia giocare è tanta”.

 

Fonte: tmw 

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