https://www.pianetaempoli.it/immagini-empoli/foto-notizie/doria.jpgDa Prato… Al Prato

 

Nelle relazioni di coppia si chiama “colpo di fulmine”. La vedi, ti innamori ed inizi a corteggiarla per cercare di conquistarla. E’ più o meno quello che è capitato a Gianmarco D’Oria con l’Empoli qualche anno fa, sportivamente parlando. Durante un incontro di campionato tra Empoli e Prato, categoria Allievi Nazionali, il Presidente azzurro Fabrizio Corsi, presente in tribuna, rimase colpito dalla prestazione del portiere pratese e dette incarico ai suoi collaboratori di seguirne il rendimento. Di lì a qualche mese, al termine di una lunga trattativa tra le due società, Gianmarco si trasferì ad Empoli.

 

“Sì, credo proprio che fu il Presidente a volermi ad Empoli dopo avermi visto in quella partita. Già in quella stagione, dopo aver riflettuto e dato la mia disponibilità, si concretizzò il trasferimento nella finestra di gennaio. Valutai bene questa opportunità ed accettai perché comunque per me passare dalla squadra della mia città all’Empoli era un passo in avanti. Non fu semplicissimo però, la cessione avvenne proprio nell‘ultimo giorno di calciomercato. La trattativa tra Empoli e Prato fu molto lunga sebbene io, come detto, detti il mio assenso all’operazione”.

 

Gianmarco D’Oria nasce difatti a Prato l’8 Giugno 1990, di venerdì, alla vigilia dell’esordio mondiale della Nazionale di Azeglio Vicini all’Olimpico di Roma contro l’Austria deciso da un gol di Totò Schillaci.

 

192 cm per 87 kg. Fisico da portiere.

 

Arrivasti a gennaio ad Empoli e…

 

“Finii il campionato di Allievi Nazionali e poi disputai due anni di Primavera ed è proprio a quest’ultima categoria che è legato il ricordo più bello che conservo dei miei trascorsi in azzurro: la partita dello scorso anno in trasferta contro la Juventus che vincemmo per 2-1 in rimonta e dove io parai anche un rigore a Daud”.

 

Gli intrecci del calcio. La Juventus era capolista; dopo il rigore parato da Gianmarco a Daud sul risultato di 0-0 al 24’ del primo tempo, pensate un po’ chi sbloccò il risultato a favore della formazione bianconera otto minuti più tardi? Marrone, recentemente accostato in sede di calciomercato come possibile nuovo arrivo azzurro. Nella ripresa arrivarono i gol di Hemmy e Dumitru, attuale punta di diamante della Primavera azzurra, che consentirono all’Empoli di ribaltare il risultato e portare a casa tre punti importanti, grazie anche alle prodezze di Gianmarco.

 

Che altro ricordi di Empoli?

 

“Empoli è un bell’ambiente, mi sono sempre trovato bene con tutti, in maniera particolare con gli allenatori dei portieri Drago e Marchisio ma anche con Aliboni lo scorso anno”.

 

Ti senti legato quindi alla società azzurra…

 

“Sì, mi sento molto legato all’Empoli. Qualche giorno fa sono andato a trovare i ragazzi della Primavera e quando potrò farò visita anche ai ragazzi della prima squadra con i quali ho avuto, ed ho, un ottimo rapporto specialmente con Vannucchi, Bassi, Dossena…”.

 

Magari sarà un’occasione anche per rivedere Drago e Marchisio…

 

“Con loro ci sentiamo per telefono ogni tanto. Marchisio è anche venuto a vedermi non molto tempo fa nel derby con la Lucchese con alcuni dirigenti dell’Empoli. Mi seguono insomma”.

 

Non poteva per te esserci soluzione migliore che andare al Prato dopo gli anni di Primavera…

 

“E’ la squadra della mia città, dove sono nato e dove vivo con mia madre e i nonni. Ho firmato un contratto di comproprietà di tre anni, assistito dal mio procuratore Claudio Orlandini, per quest’anno credo proprio che non mi muoverò da qui. Penso anche di rimanere al Prato ancora per un altro anno o due, a maggior ragione se dovessimo fare il salto di categoria, per completare la mia crescita ed arricchire il mio bagaglio di esperienza. Qui sto molto bene”.

 

Sei stato fortunato in questo senso rispetto ad altri ragazzi…

 

“Ho avuto la fortuna di non essermi mai allontanato da casa e al tempo stesso di giocare in società professionistiche importanti. Inoltre sto completando gli studi. Sono all‘ultimo anno di superiori in un istituto privato dopo tanti anni di professionale. Sono rimasto un po‘ indietro ma ci tengo a diplomarmi”.

 

E poi non deve essere stato difficile nemmeno l’inserimento in un ambiente per te familiare…

 

“Beh sì… E’ un ambiente che già avevo frequentato anche se la realtà della prima squadra mi era un po’ sconosciuta. Ci sono ragazzi molto giovani ed altri un po’ più “vecchi” che comunque ci aiutano molto per favorire il nostro inserimento all’interno del gruppo. Non ho mai avuto problemi con nessuno”.

 

Sei soddisfatto della tua stagione?

 

“Molto. Ho tutti i dati dalla mia parte e mi sento considerato. Ho subìto pochi gol e questo grazie anche ai compagni. Siamo una buonissima squadra e ce la vogliamo giocare fino in fondo anche se sarà difficile riacciuffare la Lucchese. Noi però ci crediamo e non molliamo, altrimenti sarebbe inutile andare al campo ad allenarsi! L’importante tuttavia è riuscire a fare il salto di categoria; per primi o attraverso i play off ha poca importanza”.

 

La vostra settimana calcistica com’è articolata?

 

“Ci alleniamo tutti i giorni escluso il lunedì che è il giorno di riposo, quello seguente alla partita. Il mercoledì, come tutti, facciamo doppio allenamento e il sabato mattina la rifinitura. In ritiro andiamo solo per le trasferte lontane”.

 

Nel tempo libero cosa fai?

 

“Non essendo fidanzato esco con gli amici e poi mi piace molto stare al computer. Confesso però che ho appena acquistato la Playstation 3 e quindi anche questo è un passatempo che divido con gli amici e i compagni di squadra. Tutto sommato però ho una vita molto tranquilla”.

 

Com’è maturata la decisione di fare il portiere?

 

“Fin da piccolo, quando ancora non giocavo a calcio, nelle “partitine” che facevamo con gli amici ero sempre il primo a mettermi in porta. Sono sicuro al 101% che il ruolo del portiere lo si ha dentro, non lo si diventa. Mi è sempre piaciuta l’idea di non far fare gol agli altri anziché farlo io”.

 

Quando e dove hai iniziato a giocare a calcio?

 

“Da bambino facevo nuoto, poi ho iniziato a giocare a calcio all’età di nove, dieci anni, nel Maliseti che è una piccola società del pratese. Dopo due anni sono andato alla Fiorentina”.

 

Fiorentina? Questo non lo sapevo…

 

“Ci sono stato una sola stagione. Fu l’ultimo anno di Cecchi Gori perché poi la Fiorentina fallì e mi ritrovai svincolato. Quasi tutti i miei compagni rimasero a Firenze, io invece scelsi di andare al Prato anche perché il Presidente Toccafondi mi voleva già prima che arrivasse il fallimento per la società viola. A Prato sono rimasto circa quattro anni prima di passare all’Empoli”.

 

Se tu dovessi indicare un tuo pregio e un tuo difetto?

 

“Il pregio credo il carattere. Non mi piace mai mollare, mi metto sempre in discussione e questo mi aiuta anche ad affrontare i periodi meno buoni o gli errori che possono capitare, riesco sempre ad uscirne. All’inizio della stagione qualche errore l’ho commesso specialmente nelle uscite però non mi sono mai abbattuto e sono andato avanti per la mia strada. Il carattere che ho mi è di aiuto per migliorarmi, per crescere, perché nel corso degli anni voglio salire, non è la Seconda Divisione la categoria nella quale voglio rimanere”.

 

E il difetto?

 

“Credo un po’ l’inesperienza per interpretare al meglio alcune situazioni di gioco. Devo migliorare nelle uscite e credo che riuscirò a farlo anche perché ho la fortuna di giocare in una buona squadra, un’ottima difesa e quindi questo mi fa stare tranquillo e mi fa sentire sicuro. Davanti ho due centrali di 1,80 e 1,86 cm con dei campionati alle spalle e loro, assieme agli altri compagni, mi stanno dando una grossa mano. In fondo, come dicevo prima, se ho subìto pochi gol è anche perché le squadre avversarie fanno fatica a tirare in porta e questo è sicuramente merito di tutta la squadra”.

 

Ad oggi il tuo obbiettivo primario qual è?

 

“Quello di vincere con il Prato e continuare a lavorare per migliorarmi. Per quanto mi riguarda darò il massimo per cercare di contribuire ad arrivare il più in alto possibile. Chiaro che, se dovessimo essere promossi, sarebbe importante per me fare esperienza in una categoria superiore”.

 

 

intervista di Alessandro Marinai

 

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