ArcidiaconoLà dove il mare luccica …

 

 

E’ sicuramente uno dei luoghi più incantevoli della nostra penisola. Da Castellammare di Stabia, passando per Vico Equense, ci si arriva percorrendo la Statale 145. L’ultima curva, a sinistra, ci pone di fronte ad uno scenario unico, specialmente al tramonto: è il Golfo di Sorrento. Poesia e romanticismo. Lì il mare luccica davvero. Ed è qui che raggiungiamo Pietro Arcidiacono, in un tardo pomeriggio come tanti di post-allenamento, dal suo appartamento rigorosamente sul mare. Quel mare che può osservare e contemplare nella sua immensità in qualsiasi momento della giornata. Pietro è disponibile, felice di questa chiamata che lo riporta con la mente a quella che lui stesso ha definito “la sua seconda casa”, Empoli. E’ pronto a sfogliare l’album dei ricordi che ha ben impresso nella sua memoria.

 

“Ho passato nove anni bellissimi, unici, ad Empoli. Arrivai che ero un bambino, avevo undici anni. Fu Nino Sindoni, un osservatore dell’Empoli per la Sicilia, che mi portò lì. Giocavo in una squadra vicino a casa mia, a Catania, la Palestro”.

 

Pietro è, appunto, siciliano. Nato a Catania il 21 Maggio del 1988.

 

“In Toscana mi seguirono anche i miei, i dirigenti dell’Empoli ci misero a disposizione un appartamento ed aiutarono mio padre a trovare un’occupazione. Dopo qualche anno loro tornarono a Catania ed io iniziai a vivere da solo”.

 

Quali anni ricordi con più piacere?

 

“Di ricordi ne ho un’infinità. Gli anni più belli credo siano due: quello degli Allievi Nazionali, dove tra l’altro feci tanti gol, e l’ultimo con la Primavera”.

 

Sei particolarmente legato anche agli allenatori di quegli anni …

 

“Sì, certo. Sono state persone importanti per me. Galasso negli Allievi mi ha dato tanto, però eravamo ragazzini. Il salto definitivo è arrivato con Ettore Donati in Primavera; lui mi ha fatto veramente crescere sotto tutti i punti di vista. Anche fuori dal campo perché io da ragazzino ero un po’ una testa matta (ride). Donati ci urlava, ci trattava come uomini. E poi …”.

 

Cosa? Vai avanti …

 

“Un’altra persona alla quale devo molto è Mister Guarino, Rosario. Mi stava dietro, mi seguiva e mi dava continuamente consigli. E’ stato colui che mi ha spiegato come funzionava la vita lontano da Empoli, mi preparava alle esperienze che poi mi sono trovato a fare. E’ stata davvero una persona per me importante, un punto di riferimento, stavo sempre insieme a lui”.

 

E il compagno con il quale eri più legato?

 

“Pelagotti, che adesso è il terzo portiere lì ad Empoli. Fin dai tempi degli Allievi, arrivando in Primavera, abbiamo condiviso molti momenti insieme”.

 

Per Pietro, come per tutti gli altri ragazzi che arrivano a completamento della trafila delle giovanili, giunge il momento di fare la prima esperienza altrove, di staccarsi dal cordone ombelicale. Arriva il trasferimento in prestito al Monza, Serie C1.

 

“Bellissima esperienza, lì ho capito quanto siano stati importanti per me gli insegnamenti e i consigli che mi aveva dato Guarino. Penso che per essere stato il primo anno lontano da Empoli feci anche molto bene. Alla fine giocai molto, trentuno presenze, e feci anche quattro gol. Ero il più piccolo di tutti, vivevo da solo, ma tutto sommato posso dire di essermi trovato benissimo”.

 

L’Empoli lo riporta alla base, siamo alla scorsa stagione, e lo consegna a Silvio Baldini. La rosa è importante, la società azzurra ha puntato forte sull’immediato ritorno nella massima serie. Per Pietro non ci sono molti spazi, appena quattro spezzoni di gara in totale, e a Gennaio 2009 lascia di nuovo Empoli per trasferirsi stavolta al sud, a Sorrento, sempre in Serie C1 anche se nel frattempo ha cambiato nome ed è diventata Prima Divisione. Gioca dodici gare complessive, nessun gol, agli ordini di Simonelli.

 

“Veramente un gol l’ho fatto! In Coppa Italia, contro il Foggia”.

 

Giusta e doverosa precisazione. Mai lasciare un gol per strada.

 

La partenza a Gennaio da Empoli l’hai vissuta come una bocciatura o come ulteriore possibilità di crescita?

 

“Direi come possibilità di crescita anche se è normale che a tutti piace stare in categorie superiori. Ad Empoli però non c’erano molti spazi e decisi di andare a giocare. Io penso che sia meglio giocare quasi sempre in C anziché fare un paio di presenze in B”.

 

Quest’anno sei rimasto a Sorrento …

 

“Sono rimasto qui perché ci sto bene anche se nelle ultime settimane sono cambiate un po’ di cose, l’allenatore non mi vede ed ho già passato tre domeniche di fila in tribuna. Nel girone di andata ho sempre giocato con Simonelli, facevo la mezz’ala nei cinque a centrocampo, ma farei anche il terzino pur di giocare. Quando poi abbiamo cambiato allenatore ed è arrivato Novelli facevo proprio il mio ruolo naturale che è quello di esterno alto a sinistra. Novelli giocava con il 4-2-3-1 ed avevo iniziato anche a trovare la via della rete”.

 

Poi cos’è successo?

 

“Hanno mandato via pure Novelli ed hanno richiamato Simonelli. Dopo uno spezzone di gara giocato a Cremona non ho più giocato”.

 

Il problema è che nemmeno ti porta in panchina. E un altro problema è che il Sorrento sta facendo bene ultimamente …

 

“E’ vero. Allora c’è un motivo!”

 

Ride. La prende con filosofia. Ed è giusto così. Anche perché Pietro sa bene che possono esserci questi momenti nella vita di un calciatore. Si fa serio e dice:

 

“Stare fuori non piace a nessuno e io sto male se non gioco. Tutti i giocatori stanno male se non giocano, però che dobbiamo fare? Qua non siamo nei Giovanissimi o negli Allievi. Siamo una squadra di professionisti che ha l’obbiettivo di salvarsi e lo dobbiamo fare tutti insieme, non posso lamentarmi e fare il bambino. Anche se sto male dentro so che quando arrivo al campo mi devo allenare e correre il doppio degli altri per cercare di riconquistare la fiducia del Mister. Sono giovane e mi devo rimboccare le maniche, ogni tanto ingoio qualche boccone amaro, ma non mollo. Continuo a lavorare, giorno dopo giorno, il lavoro paga e spero di seminare bene per poter poi, un giorno, raccogliere quanto di buono ho seminato”.

 

Bravo Pietro. Questa è musica per le orecchie di qualsiasi allenatore.

 

Il vostro programma com’è articolato?

 

“Lunedì riposo, martedì allenamento, mercoledì il doppio, giovedì amichevole, venerdì ci alleniamo al mattino e il sabato ritiro. Sempre, anche quando giochiamo in casa”.

 

Dove vi allenate?

 

“Sul campo principale, sempre lì”.

 

Il vostro campo è particolare. Assomiglia ad un campo di “calciotto” ed è in sintetico. Questo aspetto vi agevola quando giocate in casa contro avversari non abituati a queste misure e questo tipo di terreno?

 

“Sì bravo, di calciotto! Ma pure di calcio a cinque direi! In teoria ci dovrebbe avvantaggiare perché allenandoci lì tutti i giorni ormai conosciamo ogni punto del campo. A volte però sembra che necessitiamo di più spazio durante la partita, non lo so. Gli avversari, specialmente all’inizio si trovano un po’ in difficoltà per le misure e per i rimbalzi però anche noi a volte siamo penalizzati”.

 

Anche a Sorrento vivi solo …

 

“Sì. Un appartamento di uno stabile in cui ci sono altri giocatori, compagni di squadra”.

 

Mangiate fuori o a casa?

 

“Abbiamo una convenzione con un ristorante ma preferiamo rimanere a casa, stiamo più tranquilli. Solitamente ci raduniamo a casa di uno, a turno”.

 

Cucini tu?

 

“No, no. Cucina Angeli (nome di battesimo Simone, classe ‘78, toscano di Lucca, professione terzino sinistro n.d.r.), è lui lo specialista e io ogni tanto guardo per imparare qualcosa”.

 

Per quanto riguarda lavare, stirare ecc … Come vi siete organizzati?

 

“Abbiamo la lavatrice e anche in questo caso laviamo tutto insieme anche se può capitare di andare in lavanderia”.

 

Chi stira?

 

“Beh … Sempre i ragazzi più grandi, io non ne sono capace”.

 

Ancora Angeli?

 

“Sì sì”.

 

Ma fa tutto lui allora!

 

“Ma no dai! Per esempio quando lui cucina io gli dò una mano”.

 

Sì va beh … apparecchierai …

 

“Sì! Apparecchio e pulisco!”.

 

Ormai lo abbiamo capito. La cucina non è il suo habitat preferito. Si farà.

 

Sei fidanzato?

 

“No, mi sono lasciato”.

 

Nel tempo libero cosa ti piace fare?

 

“Sto in casa, passo un po’ di tempo al computer, un po’ di playstation con i compagni, niente di straordinario. Ascolto sempre musica mentre non amo particolarmente leggere, a volte qualche quotidiano sportivo”.

 

Altre passioni?

 

“I tatuaggi. Ne ho dodici o tredici. Ma io sono piccolo, ne bastano due o tre per riempirmi tutto!”

 

Stavolta la risata è più corposa. Soffrirà anche il fatto di non giocare in queste ultime settimane, ma l’umore è sereno. Un vantaggio.

 

A casa, in Sicilia, vai spesso?

 

“Ogni tanto. Ci vado quando ho voglia, non è un problema, vado a Napoli e prendo l’aereo”.

 

L’Empoli lo segui?

 

“Sempre. Come potrei non seguirlo? Guardo le partite, mi interesso di chi gioca e chi non gioca. Te l’ho detto, Empoli è per me una seconda casa e a fine stagione spero di essere riscattato interamente dalla società azzurra, anche se mi dovesse mandare di nuovo in prestito in un’altra società. La mia speranza però sarebbe quella di fare il ritiro e di avere la possibilità di giocarmela come l’anno scorso”.

 

Chi è il tuo procuratore?

 

“Lucia Bianco, un avvocato. Però non sono particolarmente soddisfatto, ci sono un po’ di problemi e spero di poter dare una svolta in questo senso”.

 

Ma tu nel complesso sei soddisfatto della tua stagione?

 

“Fino a quando giocavo sì, stavo facendo bene. Adesso è un periodo un po’ così. Semmai c’è una cosa di cui non sono proprio soddisfatto …”.

 

Quale?

 

“Piove sempre a Sorrento!”

 

E magari tira pure forte il vento …

 

 

 

intervista di Alessandro Marinai

 

 

Già pubblicati (cliccare sul nome per accedere direttamente alla pagina):

 

24/11 Giuseppe Arvìa

 

03/12 Claudio Sciannamè

 

09/12 Marco Granaiola

 

16/12 Andrea Aperuta

 

24/12 Emanuele La Rocca

 

14/01 Gianmarco D’Oria

 

03/03 Stefano Manzo

 

12/03 Saverio Pellecchia

 

 

 

Articolo precedenteIl "Citta" non si ferma piu'
Articolo successivoPotenza escluso dal campionato

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here