Stefano ManzoNon perdere … la testa!

 

 

Il 2 Febbraio scorso ha compiuto vent’anni Stefano Manzo, campano di Torre del Greco in provincia di Napoli, professione calciatore, specializzazione mezz’ala. Ha lasciato Empoli la scorsa stagione, sicuramente l’anno più sfortunato per lui, passato quasi interamente in infermeria per un brutto infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro.

 

“Sicuramente anche per questo motivodice non ho avuto la possibilità di andare a giocare tra i professionisti in Lega Pro anche se devo dire che quando si è presentata l’opportunità del Gavorrano ho accettato al volo. E’ una società ambiziosa che vuole fare il salto nei professionisti”.

 

Il titolo è un gioco di parole della situazione attuale della sua squadra, ormai prossima ad un crocevia importante, forse fondamentale, della propria stagione e che capiremo più avanti.

 

Gavorrano è un piccolo comune toscano, della provincia di Grosseto, con meno di 9.000 abitanti e dista dal capoluogo 38 km. Si estende tra la pianura della Maremma e le Colline Metallifere, una zona estremamente ricca dal punto di vista minerario, soprattutto giacimenti di pirite.

 

Con Stefano sfogliamo l’album dei ricordi, i suoi trascorsi azzurri dove arrivò giovanissimo dalla Campania, da sempre terra di conquista per l’Empoli.

 

“Arrivai ad Empoli all’età di 13 anni, per la precisione nell’Agosto del 2003. Fu Lorenzo D’Amato a darmi la possibilità di salire in Toscana per fare vari provini e alla fine diventai un giocatore dell’Empoli. Iniziai la mia trafila con i Giovanissimi Regionali fino all‘anno scorso, ultimo anno di Primavera”.

 

In che squadra giocavi prima di passare in azzurro?

 

“Giocavo nel San Nicola Castel Cisterna, una società affiliata all’Empoli, che si trova a 10 km da Napoli”.

 

E che società! Da lì sono arrivati in azzurro calciatori che hanno scritto pagine importanti della storia dell’Empoli come Nicola Caccia, Vincenzo Montella ed Antonio Di Natale. Scusate se è poco…

 

Cosa ricordi del periodo passato nelle giovanili azzurre?

 

“Devo dire che per me sono stati sei anni importanti e mi sono trovato molto bene. Non solo per il fatto di giocare a calcio ma anche per la vita di tutti i giorni, la scuola, le amicizie”.

 

C’è qualcuno che ricordi con maggior piacere di quel periodo?

 

“Ho un ottimo ricordo di Federico Guidi che però adesso è alla Fiorentina. E’ stato mio allenatore e colui che mi ha dato qualcosa in più. Mi piaceva molto come si rapportava con noi giocatori e penso che quello sia stato l’anno più bello ed importante per me”.

 

Oggi il tuo presente si chiama Gavorrano, Serie D…

 

“Sì. Sono contento di quello che sto facendo e se riuscissimo a vincere il campionato credo che le mie presenze acquisterebbero più valore. E’ vero che ci siamo un po’ complicati la vita in queste ultime settimane, per nostri demeriti ma anche per qualche decisione arbitrale sfavorevole. Domenica scorsa non ho giocato per via di un’ammonizione che avevo rimediato quindici giorni fa, al rientro dal mio infortunio che mi aveva tenuto fuori per qualche gara; erano due mesi che mi portavo dietro la diffida e prima o poi doveva accadere. Tra meno di due settimane ci giocheremo gran parte della stagione quando andremo a far visita al Città di Castello che è la nostra diretta concorrente per la promozione. E’ superfluo dire che sarebbe importante arrivarci da primi in classifica”.

 

Che rapporto hai con l’ambiente?

 

“Posso dire di avere un bel rapporto con tutti. Il paese è piccolo e le poche persone che ci seguono ci stanno sempre vicino. Ho avuto poi la fortuna di essere arrivato in un gruppo fantastico; inoltre il Mister (Lamberto Magrini n.d.r.) ci tratta tutti allo stesso modo, non fa differenze e non ci crea problemi”.

 

C’è qualcuno con il quale hai legato in maniera particolare?

 

“Ho legato maggiormente con Adolfo Gerolino che è stato il primo ragazzo che ho conosciuto e poi mi trovo bene anche con Francesco Menciassi, anche lui proveniente dal settore giovanile dell’Empoli”.

 

La tabella settimanale è come quella dei professionisti?

 

“Praticamente sì. Ci alleniamo tutti i giorni escluso il lunedì e il mercoledì facciamo il doppio. Gli allenamenti li facciamo al Sussidiario dello Stadio. Qua c’è una mentalità da professionisti, non da dilettanti. E poi è una società seria: ci pagano puntualmente quello che è stato stabilito ad inizio stagione e non abbiamo niente in sospeso”.

 

Il ritiro pre-gara?

 

“Soltanto in occasione delle trasferte lontane. Quando giochiamo in casa ognuno rimane a casa propria e ci ritroviamo la domenica mattina per pranzare tutti insieme e raggiungere poi lo stadio”.

 

Senti, a Gavorrano come ti sei organizzato?

 

“Vivo in una specie di residence. Siamo in sette, ma ognuno ha il suo appartamento e per quanto riguarda i pasti abbiamo un ristorante dove ci manda la società sia a pranzo che a cena. Per il resto devo dire che abbiamo la fortuna di avere custodi e magazzinieri fantastici che ci aiutano molto per quanto riguarda lavare e stirare anche se ripieghiamo pure sulla lavanderia”.

 

Diventa difficile anche trovare il modo per scendere a casa…

 

“Diciamo che mediamente riesco a scendere a casa ogni mese e mezzo più o meno. Per fortuna nel nostro girone ci sono sei umbre e due laziali e quindi in alcune di queste occasioni riesco a fare un salto dalla mia famiglia”.

 

Nel tempo libero cosa fai?

 

“A Gavorrano non c’è molto da fare per la verità. Alcune volte, con i compagni, passiamo le serate a fare giochi di società oppure con l’immancabile playstation. Altre volte invece mi affido alla lettura”.

 

Sei fidanzato?

 

“No”.

 

Parliamo un po’ di Stefano Manzo calciatore…

 

“Sono un centrocampista, una mezz’ala di corsa anche se negli ultimi due anni di Empoli ricoprivo un ruolo davanti alla difesa, da mediano. Il mio pregio credo sia il tiro, calcio sia di destro che di sinistro, forse è questa la mia caratteristica migliore. Il difetto invece credo sia rappresentato dall’imprecisione, sbaglio un po’ troppi passaggi e in questo sto cercando di migliorarmi”.

 

Tu lo segui l’Empoli?

 

“Lo seguo attraverso i giornali e le trasmissioni televisive. Purtroppo non abbiamo il ricevitore satellitare e quindi non ho la possibilità di seguire le partite. Della prima squadra conosco Musacci e, bene bene, Angella. Oltre a Caturano, che è un ‘90 come me, che però se n’è andato”.

 

E l’Empoli segue te?

 

“So che qualcuno si sente con il nostro Direttore Sportivo. Non saprei dirti con esattezza chi possa essere ma so per certo che si sentono. Forse Marcello Carli. In fondo io qua sono in prestito e quindi di proprietà dell’Empoli, è normale che io senta forte questo legame con la maglia azzurra dove spero un giorno di poter tornare per avere la possibilità di calcare scenari più importanti”.

 

 

 

intervista di Alessandro Marinai

 

 

 

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24/11 Giuseppe Arvìa, 03/12 Claudio Sciannamè, 09/12 Marco Granaiola, 16/12 Andrea Aperuta, 24/12 Emanuele La Rocca, 14/01 Gianmarco D’Oria

 

 

 

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