A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo Principale: Curva Sud Milano: dal 2010 la maggioranza dei gruppi preesistenti della tifoseria del Milan si sono riuniti sotto il nome “Curva Sud Milano”. Il gruppo ha sede a Sesto San Giovanni e può contare sulle sezioni: Nordest (forse più di una sezione), sez. Toscana, Roma, Torino (sezione importantissima), Sondrio, Varese, Quarto, Aosta, Ivrea, Emilia Romagna, Belgio e Campania. Lo striscione occupa la transenna principale della curva Sud, affiancato da quelli dei sottogruppi “Estremi Rimedi”, “Vecchia Maniera” e “Ultras 1976”. Sotto il loro controllo, ma sono più che sezioni, anche “Nervi Tesi”, “Briganti”, “Finchè Vivrò”, “Nativi Milano”.

Altri gruppi/compagnie esistenti:  Vecchia Maniera, Estremi Rimedi, Ultras 1976, Nervi Tesi, Estrema Militanza, Quarto IV, Briganti, Six six six, Banditi Milano, Nativi Milano, Sun Semper Chi, Ketamilan 1899, Roma ’78, Nord Est since 200, 1°Anello Blu, Axum, 049, Ubriachi di Milan, Finchè Vivrò (2008), MCF Milan City Firm, Maglia Rossonera, Palazzi Popolari (sottogruppo “Estremi”), 1989 (striscione con la scritta “1989” e al centro il volto di un bulldog, che però ultimamente non appare più: forse sciolti), Piranha Saronno, Destino Glorioso 1899, Dangerm, Femminile Saronno (sempre presente anche in trasferta), Black Devil, Old Clan 1899 Acm, Gruppo Transenna, Semper Cioch, Fanatic (forse si sono però sciolti perché ultimamente lo striscione ha fatto poche apparizioni).

Settore: Curva Sud secondo anello, tranne Nativi Milano, Piranha, Maglia Rossonera e altri più piccoli in Sud primo anello; altri ancora, come “Black Devil” e “049”, sono sparsi per lo stadio.

Amicizie: –Brescia : gemellaggio molto solido, forse l’unico riconosciuto ufficialmente dalla Sud milanista. Uno dei più longevi (dura infatti dai primi anni ’80) e più forti del panorama ultras italiano. Bel giro di campo coi bandieroni in Brescia-Milan 2000/01, con i bresciani che espongono lo striscione “Il nostro gemellaggio non avrà mai fine”, mentre i milanisti rispondono con “Il tempo che passa rafforza l’amicizia, uniti dalla solidità del nostro credo”. Molti nel tempo gli scambi di favori e le visite reciproche. A Latina, i bresciani nel 2013/14 furono accolti dallo striscione “Siete i degni compari di quegli infami”, in riferimento ai fatti di Latina del 2011. Striscione “Curva Nord Brescia” e pezze in Milan-Juve, finale di Coppa Italia 15/16. Pezze anche in Milan-Inter 15/16. In Milan-Udinese del settembre ’17 esposto “Forti sempre amici bresciani. Pezza bresciana in Milan-Atalanta 17/18 e 18/19. –Siviglia: amicizia internazionale sbocciata da poco tempo, intorno al 2014.

Buoni rapporti: –Reggina: amicizia nata nel 2000 e rinnovata l’anno dopo, ma adesso i rapporti si sono allontanati, causa la mancanza di contatti e i continui stravolgimenti nell’organizzazione del tifo reggino. Rimane buon reciproco rispetto. –Venezia: feeling dalla fine degli anni ’90, rinnovato nella stagione 2000/01 segnatamente con il gruppo “Ultras Unione Veneziamestre”. –Salernitana: simpatia a fine anni ’90, dopo che c’era stato del risentimento. Buona accoglienza degli ultras campani nel 98/99, mentre la gente sopra gli ultras milanisti lancia di tutto. Un membro della curva salernitana si dà da fare per restituire uno striscione rossonero ai legittimi proprietari.

Ex-gemellaggi: –Verona: primo gemellaggio, risalente alla stagione 1971/72, con tanto di partita a calcio e pranzo. Non male se si pensa ai rapporti burrascosi coi veronesi che caratterizzeranno gli anni a venire, a partire da quel Verona-Milan 5-3, passato alla storia come “Fatal Verona”, del 20 maggio 1973, col Milan che arriva all’ultima giornata con un punto di vantaggio su Juve e Lazio, impegnate rispettivamente a Roma, dove vincerà partita e scudetto, e Napoli; il Verona invece non ha problemi di classifica, quindi sembra già fatta per il Milan, ma succede l’incredibile e dopo mezzora il Milan è sotto di tre reti. I tifosi veronesi sono sopra la Fossa e, nonostante il gemellaggio con le “Brigate Gialloblù Verona”, la comprensibile tensione porta ad un reciproco lancio di oggetti. Qualcuno dei milanisti riesce a prendere un lembo di uno striscione veronese, tirandolo verso il basso fino a quando non si strappa. All’ultimo minuto la Juve segna e il Milan dice addio anche allo spareggio. Da lì in poi, tra veronesi e milanisti, sono state sempre botte e incidenti furibondi, fino ai giorni nostri. –Partizan Belgrado: dal 2012 è esistito questo gemellaggio tra “Curva Sud Milano” e “40+” Partizan. Con questo gruppo della curva del Partizan era maturato un rapporto intenso e di rispetto reciproco. In Milan-Barcellona di Champions L. 12/13, per ufficializzare l’amicizia, per tutti i 90 minuti era stato esposto un loro vessillo in transenna, ed in seguito una delegazione della Sud era stata invitata ad assistere al derby Partizan-Stella Rossa nell’aprile 2012, ma, essendo la loro curva composta da molti gruppi (i principali sono “Shadow” e “Alcatraz”, poi ce ne sono molti altri secondari), a causa di disguidi e incomprensioni interne loro, si sono verificati inconvenienti poco piacevoli. C’è stata poi una riunione tra i loro gruppi, al quale ha partecipato anche gente della Sud, in cui ogni portavoce di ogni singolo gruppo si è scusato per l’accaduto e, alla fine del lungo dibattito, era stato ufficializzato il gemellaggio. Tifosi di Belgrado presenti in Ajax-Milan dell’ottobre 2013. Più tardi i rapporti si sono raffreddati e il gemellaggio può ora definirsi sciolto definitivamente. –Genoa: durante Inter-Genoa dell’ottobre ’73 viene stretto un gemellaggio con la “Fossa dei Grifoni” genoana, che tempo dopo inviterà i milanisti a Genova per una grande festa. Il gemellaggio era molto forte, con continue visite reciproche e sbandierate in campo. Durerà fino alla stagione 1981/82, quando, al termine di Genoa-Milan, i genoani caricheranno alle spalle i milanisti, mentre si avviano tranquillamente al parcheggio. Nonostante la delicatezza della partita (entrambe lottano per non retrocedere), i milanisti mai si sarebbero aspettati una cosa del genere; davanti al gruppo dei genoani c’era un loro leader con la lama in mano, che alcuni anni più tardi, dopo la morte di Spagnolo, si riempirà la bocca con lo slogan “Basta lame, basta infami”. –Como: rapporto risalente agli anni ’80, pian piano svanito per le differenti categorie affrontate dalle rispettive squadre. Ora il rapporto è neutro. –Napoli: gemellaggio che risaliva ai primi anni ’80, cessato per futili motivi (vedi sezione “Rivalità”). –Roma: gemellaggio dalla fine degli anni ’70 all’85/86, nato per l’odio comune verso juventini e interisti. Nell’83/84 lo striscione “Ultrà Roma” viene esposto in una gara in piena curva Sud. A Roma nell’85/86, i milanisti vanno in numero esiguo (alcuni di loro partecipano al sabato alla trasmissione di Rai1 “Fantastico”), ma abbastanza tranquilli dato il gemellaggio che intercorre coi romanisti. Invece, sia durante la partita che all’uscita, alcuni gruppuscoli di romani cercano di caricarli, ma i milanisti riescono in qualche modo a svicolare, e gliela giurano al ritorno a Milano, dove ovviamente accadono incidenti, con 5 romanisti che si devono far medicare. Con la Sud che espone lo striscione “Romani infami: non siete lupi siete cani bastardi!!”. –Pescara: gemellaggio risalente agli anni ’80, rotto alla 2^ giornata del campionato 92/93, quando i pescaresi offesero i milanisti dopo la rete del 5-4 del Milan. Alcune frange filointeriste a Pescara non vedevano di buon occhio il gemellaggio. –Bologna: era un gemellaggio storico, che univa le due tifoserie sin dall‘80. Abituali erano le sbandierate in campo nel periodo del gemellaggio. Bolognesi presenti al fianco dei milanisti nella finale di Coppa Campioni contro il Benfica a Vienna nel ’90. La Fossa aveva un bel rapporto con gli “Ultras Rossoblù”, ma c’erano i “Mods” Bologna che non vedevano di buon grado l’amicizia, chiusa nel ’97. –Pisa: gemellaggio che risaliva alla stagione 1983/84, nato dall’odio comune per diverse squadre, in primis la Fiorentina. Poi il legame si perderà, col Pisa che disputerà ben altre categorie rispetto al Milan. –Vicenza: buon vecchio rapporto, risalente ai primi anni ’80, anche se, già all’inizio dei ’70, Vicenza rappresentava una delle trasferte più dure. Con loro però per tanti anni sono intercorsi buoni rapporti, finiti con l’attacco di alcuni ultras biancorossi in occasione di Vicenza-Milan dell’aprile ’99, a dei milanisti giunti a Vicenza in macchina, anche se poi i “Vigilantes”, gruppo guida della Sud vicentina allora, criticherà il comportamento scorretto di alcuni di loro, auspicando per il futuro la massima correttezza verso la tifoseria rossonera. –Atletico Madrid: amicizia risalente agli anni ’90. In qualche caso si è visto a San Siro lo striscione del “Frente Atletico”, gruppo leader della curva spagnola. Lo stesso striscione è presente al fianco dei milanisti a Barcellona, in Champions League, nel 2000/01. Nell’ultimo Milan-Atletico Madrid di Champions 13/14, qualche coro ostile durante la gara è la prova che l’amicizia che vigeva una volta tra “F.d.L.” e “Frente” appartiene ormai al passato. Venezia: rapporto nato nel ’99, poi spentosi nel tempo. Panathinaikos: amicizia in passato, primi anni 2000, poi più niente.

Rivalità: –Inter: una delle primissime risse l’abbiamo nel derby di andata della stagione 1971/72, quando un personaggio della Fossa, aggirandosi nei pressi degli interisti con in mano un bastoncino che reggeva una lattina, a mò di presa in giro, visto che il mercoledì precedente l’Inter aveva perso 7-1 col Borussia Monch., risultato non omologato perchè l’interista Boninsegna era stato colpito da una lattina. Dopo pochi minuti scoppia una furiosa rissa che si spegnerà senza nessun intervento esterno. C’è da dire che a quei tempi, nei derby, gli striscioni “Fossa” Milan e Boys” Inter erano a pochissimi metri di distanza, entrambi nei “popolari”, solo che gli interisti erano proprio in transenna. Nel dicembre 1980 durante un amichevole tra una mista Milan-Inter e Bayern, gli interisti lanciano una molotov contro i pochi milanisti presenti. Il giorno successivo, durante la solita festa natalizia viene l’idea di una spedizione contro i nerazzurri e, anche se tanti erano contro, una trentina decidono di andare, ma una volta giunti alla sede dei “Boys”, questi sono pronti ad aspettarli (qualcuno li aveva avvisati) e ne fa le spese un ragazzo delle Brigate, ferito gravemente da una coltellata alla milza (altri subiscono ferite da taglio più leggere). Fortunatamente, dopo una notte drammatica fuori dall’ospedale in attesa di notizie, il ragazzo risulta fuori pericolo. Dall’83, tra milanisti e interisti, è stato stipulato una sorta di patto di non belligeranza, che per svariati anni ha scongiurato incidenti; il patto vide protagonisti Franco Caravita, capo dei “Boys San”, e Giancarlo Capelli, famoso come il “Barone”, capotifoso milanista. I due, che per un periodo hanno gestito un negozio ultrà, si resero conto che non aveva più senso picchiarsi quando ci si conosceva tutti per nome; dopo l’armistizio sono diventati grandi amici, ma prima dell’83 si erano quasi sparati, sfiorando momenti drammatici, in derby ci poteva scappare anche il morto. In quello del Mundialito 80/81 ci si è andati veramente vicini: i rossoneri vengono caricati alle spalle dagli interisti; partono alcuni colpi di pistola, poi una controcarica; uno di Fossa, sempre pronto allo scontro e impavido del pericolo, crolla a terra colpito alla testa forse da una biglia tirata con la fionda. La situazione appare subito grave: all’ospedale gli verrà riscontrata la frattura dell’osso frontale e dovrà essere operato. E’ un momento davvero brutto per chi conosce questo ragazzo da parecchi anni. Così nella partita successiva la Sud è pronta a tutto, e quando gli interisti espongono uno striscione offensivo con il cognome di lui, parte in direzione della curva opposta. Partono anche gli interisti, ma i milanisti prima arretrano fino alla loro curva, poi ripartano con una carica che li porta fin dentro la Nord, dove strappano anche lo striscione offensivo. In pericolo il patto di non belligeranza dopo Inter-Partizan di Europa League dell’ottobre 2012, per la presenza di milanisti coi tifosi serbi. Gli interisti rispondono con cori e striscioni come “Il coraggio non si compra col gemellaggio”. –Juve: le due tifoserie sono divise da profondo odio e rancore, soprattutto dopo il gol di Muntari non visto (?) dal guardalinee, con Buffon che para ben oltre la linea, in Milan-Juve 11/12. I primi incidenti in Milan-Juve 74/75, con decine e decine di pullman juventini distrutti per la furia rossonera, derivante da un arbitraggio a parer loro scandaloso. Nell’81/82 a Torino gli juventini si presentano al parcheggio dei pullman milanisti, ma saranno rincorsi a lungo; molti juventini ne subiranno le conseguenze, anche se un ragazzo delle Brigate riesce a prendersi due sassi in testa. La trasferta di Torino del maggio ’99, con lo scudetto nel mirino, sarà oceanica, ma i rossoneri, una volta dentro lo stadio, trovano una brutta sorpresa: la presenza nella curva a fianco di una bandiera rossonera. La cosa, in casa milanista, puzza più di vigliaccheria che di coraggio, in quanto a nessuno viene a mente come e quando possano averla rubata. Nel 2000/01, in Milan-Juve, i “Fighters Roma”, supportati da quelli di Torino, stranamente posizionati al 2° anello, cominciano a strappare gli striscioni dei Milan Clubs posti vicino a loro. Ma, sia la Fossa che le Brigate, fanno il giro del 2°anello raggiungendoli e arrivando allo scontro, con gli juventini che si dileguano fra la polizia. Lo striscione del “Commandos Tigre” venne rubato dal loro pullman, diretto a Empoli, dagli juventini “Viking”, in viaggio per Roma, durante scontri in un autogrill tra Parma e Reggio Emilia, nel dicembre 2002. I due gruppi ultrà sono entrati nuovamente in contatto poco dopo, in occasione di Milan-Juve di campionato de marzo ’03, con scontri fuori e dentro lo stadio e un arresto di uno dei Commandos. Poi il 21 aprile, a Milano, un gruppo di juventini diretti a Barcellona per una sfida di Champions, viene aggredito da ultras milanisti armati di spranghe. Per la finale di Champions League Milan-Juve, all’Old Trafford di Manchester del 28 maggio 2003 viene stabilito, su pressione della polizia e anche per una sorta di dimostrazione di unità italiana nei confronti della nemica Inghilterra, un patto di non belligeranza tra milanisti e juventini. Poi nemici come prima. Si arriva al 2005 con altre faccende di striscioni rubati che portano allo scioglimento della Fossa (vedi sezione “gruppi scomparsi, nati negli anni ’60”). Il 22 aprile 2013 avviene una rissa tra le due tifoserie in un autogrill vicino Novara, coi milanisti c’erano quelli del Partizan. Un tifoso arrestato e uno denunciato, trovato in possesso di petardi, prima di Juventus-Milan finale di Coppa Italia a Roma nel maggio 2018. –Roma: dalla fine del gemellaggio, le due tifoserie sono divenute tra le più fiere rivali del movimento ultras italiano. I primi incidenti seri si hanno a Roma nell’87/88, quando i milanisti, scesi in molte unità, arrivano in prossimità dello stadio e, notando pochissimi poliziotti, fanno partire una carica verso i romani, che sono costretti, visto il rapporto di forze e l’effetto-sorpresa, ad indietreggiare fino quasi alla loro curva, poi la polizia a cavallo riesce a riportare la calma. Purtroppo di lì a poco succederà un episodio gravissimo: in occasione di Milan-Roma 88/89, nel prepartita, un gruppo di 20-25 milanisti aggredisce tre romanisti, che ovviamente scappano, con loro c’è anche il 19enne Antonio De Falchi, che però inciampa e rimane a terra, i milanisti infieriscono su di lui che muore poi dallo spavento per arresto cardiaco (davvero infelice lo striscione “Noi arresto in flagranza, voi arresto cardiaco” che i milanisti mostreranno ai romani qualche anno più tardi); in seguito alla vicenda verranno arrestati tre milanisti, di cui uno delle Brigate, skinheads, e due della Fossa, accusati dell’aggressione, che, dopo circa un mese di detenzione, vengono processati. Il ragazzo delle Brigate viene condannato, scontando, dopo vari ricorsi in Appello, parte della pena in carcere, gli altri due assolti per insufficienza di prove. Durante la partita, giocata in un comprensibile ambiente surreale, per una forma di rispetto non verranno esposti striscioni. La prima partita contro la Roma dopo la morte di De Falchi, al “Flaminio” nel 1990, si gioca in un ambiente surriscaldato. L’appellativo di “assassini” è la parola più gentile che viene rivolta ai milanisti, giunti a Roma in buon numero. A fine gara i romanisti si accaniscono con i milanisti isolati e scatenano una pesante guerriglia contro la polizia davanti al settore dei rossoneri, nel tentativo di raggiungerli. L’anno dopo, a Milano, una 16enne romana finisce in coma perché colpita da un seggiolino lanciato dall’anello superiore di S. Siro. Un giallorosso viene accoltellato dopo la gara di Coppa Italia 90/91. Tre ore di guerriglia fanno da sfondo a Milan-Roma di Coppa Italia 92/93, con un bilancio pesante, anche un milanista ricoverato in coma profondo, forse colpito da una bottiglia. Numerosi scontri e incidenti tra le due tifoserie anche negli anni 2000, sia a Roma nel 2003/04 (un’ora e mezzo di guerriglia urbana), che a San Siro, sempre nel 03/04. In Roma-Milan, dell’aprile ’14, innumerevoli insulti durante la gara tra le due fazioni e, sul finale, lancio di torce e oggetti vari tra la Nord e i milanisti, ma non si va oltre. In Milan-Roma 17/18 i romanisti espongono un “Milanista verme!”. –Genoa: al termine di Inter-Genoa 81/82, durante scontri con interisti, i genoani subiscono la perdita dello striscione “Fossa dei Grifoni”. Un ragazzo della “Fossa dei Leoni” riesce a recuperarlo e, non visto, si allontana con lo striscione, che verrà restituito in seguito ai genoani, con i quali vige ancora uno stretto gemellaggio. Poco dopo però verrà rotto a Genova dai genoani (vedi sezione “ex-gemellaggi”). I primi gravi incidenti avvengono a San Siro nell’83 e proseguono, più o meno gravi fino ai giorni nostri. Anche per Sampdoria-Milan 83/84 ci sono scontri coi genoani, che aspettavano i milanisti nella curva a loro assegnata. Scoppia una rissa e ci sono alcuni feriti. In Milan-Genoa 90/91 un nutrito gruppo di milanisti riesce facilmente ad entrare nel parcheggio dei pullman degli ospiti, facendo nascere uno scontro molto duro coi genoani, comprensibilmente impreparati a quella visita imprevista, che reagiscono come possono, prima di avere la peggio, con molti di loro feriti, alcuni da arma da taglio. A fine partita sono invece i genoani ad uscire senza scorta e caricare, ma l’intervento delle f.d.o. mette fine ai disordini. Un rossoblù viene ferito a Milano da una coltellata nel 91/92. I genoani a “Marassi” spesso negli anni ’80-’90 tendono dei veri e propri agguati, soprattutto alla stazione, al “nemico”. Nel ’90 alcuni rossoneri rimangono feriti in uno di questi agguati; viene bersagliato da sassi un autobus con a bordo tifosi milanisti diretto verso la stazione Brignole. L’anno dopo un gruppo di genoani, nel post-partita, sbuca dai banchi di un mercato e mette a dura prova il corteo di milanisti, con alcuni che riescono a staccarsi dal corteo blindato e si scontrano per circa due minuti, fino all’intervento della polizia. I genoani, che durante la partita hanno esposto lo striscione “9/9/90: la Fossa carica i milanisti scappano”, perché, secondo loro avevano avuto la meglio, si sfogano accoltellando due milanisti isolati, dopo che negli scontri avevano fatto una brutta figura. Nel 91/92 a Milano, dopo la partita, sospesa per impraticabilità del campo, scontri sotto una pioggia torrenziale: le due componenti si affrontano in P.le Axum, coi genoani che caricano, anche con lame in mano. L’anno dopo, al San Paolo di Napoli, si gioca in campo neutro (!) Milan-Genoa: i milanisti prendono sottogamba la trasferta, ma sentendosi come se giocassero a San Siro, portano gli striscioni casalinghi, quelli grandi, ma verso la fine ci sono brutti scontri tra una trentina di milanisti e un mix tra napoletani e genoani, gemellati tra loro. Gli striscioni vengono salvati per miracolo. Bilancio: diversi contusi da ambo le parti, un genoano e alcuni milanisti del centro-sud accoltellati. Il 29 gennaio 1995, prima di Genoa-Milan, avviene però un fatto che segnerà per sempre i rapporti tra milanisti e genoani, mettendo a dura prova la Sud: l’accoltellamento dell’ultrà genoano Vincenzo Claudio Spagnolo da parte del 18enne Simone Barbaglia e la conseguente morte di Spagnolo. Un evento che segnerà, anche se per ragioni opposte, le vite di questi due ragazzi. Giunta la notizia del decesso del giovane nel corso del primo tempo, i tifosi di casa, nel clima surreale venutosi nel frattempo a creare, chiedono a gran voce la sospensione della partita, che avverrà nell’intervallo, rimuovono tutti gli striscioni e abbandonano lo stadio. Le forze dell’ordine bloccano i circa 1000 tifosi rossoneri giunti a Genova, nel settore ospiti, fino a notte fonda, visto che, all’esterno, si scatena una vera e propria guerriglia urbana, che andrà avanti per molto tempo, coi genoani alla caccia di qualche milanista e che cercano invano di raggiungere il settore dei rossoneri, ostacolati dall’intervento energico delle f.d.o.Rabbia dei genoani, sete di vendetta comprensibilmente tanta, molti saranno i feriti al termine di una giornata che mette la città in ginocchio. Il responsabile del gesto infame (visto anche che Spagnolo era a mani nude) verrà condannato, in ultimo grado, a 16 anni e sei mesi di reclusione. “Spagna” frequentava il Centro Sociale “Emiliano Zapata” ed era molto noto e attivo in Gradinata Nord; sul punto dell’accaduto viene affissa una targa con scritto “Vivere nel cuore di chi resta non è morire ciao Spagna”. La domenica successiva, 5 febbraio ’95, è il giorno del grande Raduno ultras di Genova, del comunicato, scritto di primo pugno dalle “Brigate Nerazzurre Atalanta”, del famoso slogan “Basta lame, basta infami”, con la Serie A che si ferma per una giornata a riflettere. Al Raduno partecipano 390 ultras di 38 club diversi, mancano solo i milanisti (per ovvi motivi), gli juventini e i torinisti. In Genoa-Milan 2010/11, i genoani espongono lo stendardo “BRN Roma” rubato. –Verona: dalla cosiddetta “Fatal Verona” del ’73 le due tifoserie sono divise da un profondo e insanabile odio, che sfocia in incontri ravvicinati violenti e spesso e volentieri in un’autentica guerriglia urbana. Incidenti già nel 75/76 e nel 76/77 a Verona. Nel 77/78 i milanisti subiscono un arresto, 32 fermi e il sequestro di diversi armi improprie. Quattro “molotov” vengono ritrovate il lunedì in un cespuglio dietro la curva Sud dentro una borsa, un’altra era stata lanciata contro ragazzi veronesi, per fortuna rimasta inesplosa. I milanisti se la vedono brutta in un Verona-Milan di C.Italia sul neutro di Mantova: partiti tranquilli e in pochi, a fine gara trovano ad affrontarli le “Brigate Gialloblù” veronesi; nel piazzale dove hanno le macchine tentano la mossa della disperazione caricando i veronesi, poi li salva l’arrivo della polizia. In Milan-Verona di Coppa Italia 82/83, nuovi gravi incidenti, con un gruppetto di 25 milanisti che rimane imbottigliato in una viuzza, isolato, senza sapere dove sono i pullman e il resto del gruppo di milanisti, coi veronesi in molti da ambo le parti, che li circondano tirandogli due molotov e sassi. I milanisti entrano poi in un bar, pronti allo scontro disperato con bottiglie alla mano, ma a quel punto arriva la polizia. Nella quasi totale negatività della serata, ai milanisti rimane in mano lo striscione “Hellas Alcool”, esposto a San Siro nella gara di ritorno, in cui non si presenterà nessun veronese. Incidenti anche in Milan-Verona 84/85: i veronesi caricano per primi e fanno arretrare i milanisti, che hanno una buona reazione. Nell’85/86 a Verona fitta sassaiola verso i milanisti, un noto esponente della Fossa viene colpito da un sasso e portato in ospedale. Nell’86/87 sono i veronesi bersaglio di una sassaiola a Milano, con ferito uno di loro. Nell’87/88 gravi incidenti a Verona nel dopopartita: gruppi di milanisti cercano di aggredire i veronesi e la polizia deve compiere cariche e usare lacrimogeni. Nel caos che ne segue, un giovane tifoso veronese viene accoltellato alla coscia, una ventina i feriti di entrambe le fazioni. Sassi tra le due fazioni nell’88/89 a Milano. Nell’89/90, approfittando della fitta nebbia (infatti la gara verrà sospesa), le due fazioni giungono facilmente a contatto, dandosele di santa ragione e fitta sassaiola tra le due parti. Al ritorno, a Verona, i milanisti perdono partita e scudetto, finendo per sfogare la loro rabbia su tutto ciò che sia colorato di gialloblù e sul settore a loro riservato, che subisce ingenti danni, col vetro divisorio tra spalti e campo che va in frantumi. I tantissimi rossoneri tentano un invasione, la polizia stenta a controllarli, il treno speciale che li riporta a casa verrà completamente distrutto. Vengono comminate 45 diffide a casaccio, ingiustificate perché date a chi la polizia aveva chiesto i documenti all’andata, percui saranno revocate. Nella prima gara di Verona del 91/92, Coppa Italia, vengono accoltellati 4 veronesi rimasti coinvolti in una rissa scatenata da gruppi di esagitati milanisti, mentre in campionato i milanisti vengono caricati dalla polizia in borghese alla stazione (alcuni di loro hanno la sciarpa gialloblù!). Nello scontro resta ferito un vicequestore, diversi milanisti vengono arrestati e massacrati letteralmente in questura (dita rotte, spinte dalle scale…), processati per direttissima e condannati il mattino dopo. Questo dopo che i veronesi, scatenati nel post-partita, si erano lanciati, muniti di ogni tipo di oggetti contundenti, verso il corteo dei 3mila milanisti arrivati col treno speciale, ma il tentativo, grazie all’intervento della polizia, risultà vano. Incalcolabili i danni a tutto ciò che può essere distrutto, causati da entrambe le fazioni. In Verona-Milan 13/14, prima della gara, all’esterno dello stadio, si segnalano reciproci lanci di torce tra le due tifoserie e alcune scaramucce a fine gara, al cancello divisorio tra il settore ospiti e i Distinti. –Napoli: gemellaggio negli anni ’80, ma segnatamente solo con la Curva B, sia per la comune antipatia verso gli interisti, sia per una sorta di lega antijuve, durato fino alla stagione 1987/88, allorquando, prima della partitissima del 1°maggio ’88 che consegnò lo scudetto al Milan, vincente 3-2, tutto cambia, con polemiche dichiarazioni di Maradona alla vigilia (“Non voglio vedere nessuna bandiera rossonera allo stadio, deve essere tutto azzurro”) e il comportamento certo non irreprensibile di una parte della tifoseria partenopea il giorno della partita, coi tifosi dei settori adiacenti ai milanisti che tirano di tutto; una ragazza di Fossa si frattura il setto nasale:  rottura del gemellaggio ormai inevitabile. A Napoli i milanisti nell’89 vengono bersagliati da sassi e bottiglie dopo la partita, un pullman ci rimette il parabrezza, con gli occupanti portati in commissariato. Negli anni a seguire, ogni gara offre il pretesto per tafferugli e incidenti, deliranti striscioni e feriti (spesso si è verificata a S.Siro la “caccia al napoletano”). Cruenti quelli del 90/91 a Milano prima della gara, con le due parti che ingaggiano una “battaglia” con lancio di sassi, con danneggiamento di molte auto e di alcune carrozze della metro. Già in mattinata un napoletano era stato accoltellato da ultras del Milan. Nel ’96 i napoletani della curva B accolgono i milanisti con la scritta “29-1-95: inizia la repressione…siete la rovina del movimento ultras”, con chiaro riferimento agli episodi di Genova dell’anno precedente. Verso il Napoli, che retrocede in B nel 97/98, esposte, in una delle ultime partite casalinghe della stagione, le scritte di sfottò “Finalmente in B!”, “Arrivederci Bastardi”, “Da Castellini a Carmando questa è la fine di chi vince rubando”, “Verona, Napoli 2 città, stesso destino”. Cori razzisti dei milanisti verso i partenopei a S.Siro nel 2013. –Sampdoria: rivalità che si perde nella notte dei tempi; a Genova, dopo Samp-Milan 80/81 ferito da una coltellata un genoano che aveva assistito alla partita mischiato tra i gemellati milanisti. Nel 1983/84 a Genova, dopo rissa coi genoani, quelli del servizio stadio aprono i cancelli che dividono la curva dal rettilineo. Tutti i milanisti sono in alto, in basso ci sono solo le ragazze con gli zaini e per i doriani è un gioco da ragazzi prendere gli striscioni. Molti milanisti scendono, quindi ci sono focolai di rissa, nella parte alta e bassa della curva. A fine partita un grosso gruppo, un misto tra genoani e doriani avanza verso i milanisti, che decidono, nonostante siano in nettissima inferiorità numerica, di caricare, poi interviene la polizia, che perquisisce un pullman milanista dove trova alcuni bastoni e coltelli; tutti i 38 occupanti vengono condotti in questura e in seguito arrestati. Verranno rilasciati due giorni dopo. Bilancio degli incidenti: due accoltellati genovesi (non si sa se doriani o genoani) e molti feriti. Con uno stratagemma i milanisti, nella finale di Coppa Italia Milan-Samp 84/85, entrano in possesso dello striscione “Ultras” dei doriani, che viene successivamente esposto in Sud, a Pisa nel 1986, e successivamente nello spareggio-Uefa a Torino Milan-Sampdoria, in cui dopo mostrato verrà dato alle fiamme. All’ultima giornata del campionato 92/93 il Milan gioca col Genoa a Marassi, poco più di 300 milanisti partono. Durante il tragitto il treno rallenta causa lavori ai binari, e viene affiancato da un altro treno in direzione opposta all’altezza di Pontecurone (AL). Dopo un piccolo lancio di oggetti, subito si capisce che è il treno dei doriani diretti a Brescia. I treni si fermano (qualcuno tira il freno d’emergenza), la gente scende e inizia una fitta sassaiola reciproca, il “materiale” sulla ferrovia certo non manca, molte persone di opposta fede vengono colpite dai sassi, c’è tantissima gente in poco spazio. Ben presto il campo adiacente alla ferrovia diventa terreno di scontro aperto. I doriani fanno la prima carica, i milanisti rispondono avendo la meglio. I poliziotti di scorta sui due treni sono pochissimi, percui sono assolutamente impotenti (tra questi molti rimangono feriti). Ci sono piccoli focolai ovunque, sotto gli occhi attoniti degli abitanti del posto. Da comiche l’arrivo dei carabinieri del paese, in verità pochini, che intimano senza successo alle due fazioni di risalire sui treni, con uno di loro che a un certo punto spara una raffica di mitra in aria: la gente lo guarda, sorride, e ricomincia a tirarsi sassi. In qualche modo, poi, si risale sui rispettivi treni dopo due ore di battaglia. Alla stazione successiva il treno dei milanisti si ferma e molti ne approfittano per farsi medicare. A Genova non succede praticamente nulla, mentre al ritorno la polizia, temendo il bis, fa passare i treni su due linee diverse e ad ogni stazione una miriade di poliziotti sorveglierà tardivamente la situazione. Dopo il caso-Spagnolo però nei confronti dei doriani, al di là della rivalità, ci sarà poi una forma di rispetto per il comportamento non ipocrita avuto nei confronti dei milanisti. –Fiorentina: due tifoserie nemiche fin dagli anni ’60, quando si verificano i primi scontri, ripetutisi nel 77/78 a Firenze, quando i viola entrano in curva ai milanisti ma vengono respinti in qualche modo. Ad ogni incontro, poi, ci saranno incidenti; gravi quelli del 78/79 a San Siro, quando prima dell’inizio i milanisti fanno il giro ed entrano in curva viola. Scoppia una rissa furibonda e a farne le spese sono più i viola dei milanisti. Fra i feriti fiorentini anche il “Pompa”, uno dei leader di loro, deceduto nel 1992 per una malattia. Quando nell’anno della sua morte i milanisti andarono a Firenze, esposero lo striscione “Onore a Pompa”. Qualche settimana dopo il C.A.V mandò una lettera a Fossa, Brigate e Commandos per ringraziarli del gesto. Gravi anche gli incidenti verificatisi a Milano nelle stagioni 87/88, 89/90 e 91/92, occasioni in cui vi sono stati sassaiole, agguati e feriti, sia tra tifosi che tra le forze dell’ordine. Inseguimenti, cariche e controcariche a Perugia (campo neutro) 89/90. In Milan-Fiorentina 89/90 esposto striscione rubato “Viola Club Tiberino”, mentre nel marzo ’93, sempre a Milano, viene esposto lo striscione “Viola Club New York”. –Bologna: in Milan-Bologna 96/97 scoppiano dei tafferugli davanti allo stadio prima della gara: è il segnale che il gemellaggio appartiene ormai al passato. Lo scontro non è coi “Forever Ultras”, verso i quali, al di là dei rapporti di amicizia personali, c’è massimo rispetto, ma coi “Mods”destroidi, e costerà denunce (nel parapiglia un carabiniere subisce dei colpi). I Mods, dopo i fatti di Genova, esposero lo striscione “Milanisti infami, voi e i genoani”. –Torino: i rapporti coi piemontesi sono sempre stati piuttosto ambigui, a parte amicizie personali che sono resistite nel tempo. Nel 78/79 i milanisti si presentano a Torino pronti ad ogni evenienza, e visti i blandi controlli d’allora, riescono ad entrare con tanto di caschi da motociclisti. Lo striscione “Sag” Torino viene esposto in curva Sud in Milan-Sampdoria 80/81 per amicizia. –Atalanta: bergamaschi da sempre rivali, visto anche il solido gemellaggio tra milanisti e bresciani, loro eterni nemici. Nel 1982/83 a Bergamo si verificarono tafferugli nel tragitto stadio-stazione, piuttosto gravi, con molti feriti. Nel 95/96, sempre a Bergamo, si capisce subito che aria tira. All’andata, in riferimento ai raduni avvenuti dopo l’uccisione di Spagnolo, i milanisti esposero lo striscione “Infame è chi si nasconde dietro l’ipocrisia”, che non era diretto in particolare ai bergamaschi, ma evidentemente le Brigate Nerazzurre si sentivano toccate da quello striscione e ne espongono uno, in bergamasco, che tradotto in italiano dice: “Ipocriti? vi caghiamo addosso”. A fine partita diversi atalantini entrano nella curva alla destra del settore ospiti per fare gesti, lanciare insulti e sparare alcuni razzi. Alla sinistra dei milanisti, dalla parte della Tribuna, un gruppetto si avvicina in maniera chiaramente provocatoria, cominciando a inveire a gesti e a parole, dicendo che i milanisti sono buoni solo a usare i coltelli. Il tutto, dopo tentativo di sfondamento della rete metallica da parte ospite, che dura qualche minuto, finché i carabinieri intervengono facendo uscire i milanisti.4 petardi, qualche fumogeno lasciato cadere e vari oggetti lanciati nel centro di Bergamo dai milanisti prima di Atalanta-Milan 17/18. Grazie alle forze dell’ordine la situazione non è degenerata, solo un po’ di spavento per alcuni passanti e famiglie con bambini che stavano lì in quel momento. –Cagliari: rivalità risalente al 91/92 (prima non c’erano mai stati problemi), quando a Cagliari i “Furiosi”, nel dopo gara, cercano di andare sotto il settore milanista, lanciando qualche sasso e bruciando una macchina targata “MI”. In un clima teso, i milanisti si accorgono che lo striscione dei “Furiosi”, nella fretta di provocare scontri, è stato lasciato appeso e incustodito in curva. I milanisti escono e si fermano nell’antistadio, ma un abile mossa permette ad un gruppetto di dirigersi verso la curva avversaria, senza esser notato dalla polizia, così il gruppetto torna con il bottino dello striscione “Furiosi”. Alla partenza dei pullman arriva qualche sasso ai vetri; al porto, strade e piazzale sono piene di cagliaritani che vogliono vendicarsi, ma i milanisti vengono fatti scendere vicinissimo alla nave, percui non ci sono particolari problemi. Al ritorno lo striscione verrà attaccato sulla poppa del traghetto: si legge rabbia e disperazione in coloro che sono rimasti a terra, qualcuno lancia razzi e pietre contro la motonave. All’arrivo a Civitavecchia, due esponenti dei “Furiosi” tentano disperatamente di rimpossessarsi dello striscione con l’aiuto della polizia, ma questo era stato imboscato e spedito a Milano con un altro mezzo, per cui la perquisizione ha esito negativo. I cagliaritani avevano uno striscione delle B.R.N. vecchissimo, che lo esponevano per ritorsione, ma tale striscione fu regalato loro da una persona dei “Boys” interisti, che lo aveva rubato in magazzino. L’anno dopo (92/93) a Cagliari, una prima sassaiola dei cagliaritani avviene nel tragitto aeroporto-stadio. Appena entrati nello stadio, dal settore di sotto alcuni cagliaritani strappano un pezzo di uno striscione rossonero, con immediata reazione milanista che recupera il maltolto, con solito contorno di scontri con i “blu”. –Lazio: in Milan-Lazio 77/78, durante alcuni tafferugli all’interno dello stadio, viene preso lo striscione laziale “Vigilantes, allora gruppo di riferimento della tifoseria biancoceleste. A Roma, ultima giornata 78/79, anno della “stella”, i milanisti invadono il campo e si scontrano coi laziali, poi inseguiti. Scaramucce anche nel pregara. –Real Madrid: fino al 1988/89 rapporti neutri, ma nella semifinale d’andata di Coppa Campioni di quell’anno i milanisti, nei pressi dello stadio, subiscono un agguato, infatti da un bar i madrileni cominciano a tirare sassi, bottiglie e una molotov, ma caricati dai milanisti, in numero superiore, si danno alla fuga. La Guardia Civil carica violentemente i milanisti, con  solite scene di teste aperte e lividi; cariche che si ripeteranno con frequenza prima, durante e dopo la partita, mentre con gli spagnoli è un continuo lancio di oggetti. L’anno dopo solita forte razione di manganellate e scariche di legnate da parte della polizia spagnola e “cortesie” dei madrileni che lanciano oggetti. –Perugia: partita di notevole importanza quella di Perugia del 78/79, con le due squadre a contendersi lo scudetto, vinto poi dal Milan. Al termine della gara scontro tra perugini e milanisti. Sassaiola piuttosto intensa, intervento della polizia e fuga di entrambi i contendenti. Nell’83, a Perugia, al terzo gol umbro scoppiano tafferugli nella curva milanista: un perugino viene accoltellato. 2 milanisti vengono successivamente fermati e poi rilasciati, mentre il responsabile dell’accoltellamento verrà identificato e arrestato, grazie a filmati di una Tv locale. –Piacenza: negli anni ’80 i “Supporters Milan” avevano un legame stretto con gli “Ultras Piacenza”. Poi la rivalità si accende per la sconfitta sospetta interna del Milan (0-1) contro la Reggiana, all’ultima giornata del campionato 93/94, che causa la retrocessione in B del Piacenza. Memori di ciò, in Piacenza-Milan 95/96, i piacentini, saliti all’andata in parecchie unità a Milano, indirizzano molti cori offensivi e molti striscioni ironici verso i milanisti come “Via Rijkaard e Gullit, ecco Vieira-Desailly-Weah: la moglie di Baresi si accontenterà?”. Ajax: in occasione della gara di Champions MIlan-Ajax 13/14, gli olandesi si resero protagonisti di alcune intemperanze a P.le Loreto, dove un loro pullman rimase bloccato dalla manifestazione del Movimento dei Forconi in voga allora. Spazientiti, gli occupanti scesero dal mezzo e iniziarono a tirare lattine verso i dimostranti, per poi passare alle mani. Interviene la polizia e gli ultras si dileguono. Circa 300 ajacidi si ritrovano in P.zza Duomo nel pomeriggio, dividendosi in due tronconi. Uno dei due gruppi  va verso la stazione centrale e da lì prende la metro in direzione P.le Lotto, dove si scontra coi milanisti, avendo la peggio, con tre accoltellati tra di loro e altri due vengono colpiti alla testa. Gli ultras accoltellati sono tutti portati all’ospedale in codice rosso, con Il più grave, colpito all’addome, sottoposto a intervento chirurgico. Una volta dentro, gli olandesi vanno a occupare il settore ospiti, facendosi notare per diversi insulti in italiano, bruciando anche ad inizio gara un tricolore, forse rubato dalle bancarelle ribaltate. –Latina: al torneo benefico “Ultras & oltre” del 2011 partecipano, oltre al Latina, squadra che ospita e organizza l’edizione, Juve, Bari, Gaeta, Casarano, Foggia e, soprattutto, Milan e Pro Sesto. Proprio la partita tra quest’ultime fa scoccare la scintilla. Un giocatore avrebbe colpito l’arbitro con una testata o uno schiaffo, per una decisione a suo parere non corretta. Cose che succedono, ma al campo, nell’occasione, c’erano circa 700 persone, ultras provenienti da tutta Italia. Il litigio, forse per vecchie ruggini, coinvolge la compagine milanista, la più numerosa al raduno, che, arrivati con un pullman a due piani, l’avrebbe fatta da padroni. All’improvviso spuntano bastoni di ferro e coltelli. Lo scontro provoca diversi feriti, uno dei quali raggiunto all’occhio da un coltello e medicato sul posto dal ‘118’. Poi la polizia scorta il pullman dei milanisti sulla Pontina, dove vengono tutti identificati. –Catania: rapporti non buoni, anche per il feeling milanisti-reggini. Sottratto dai catanesi e poi esposto nella loro curva lo stendardo “Palermo Rossonera” in occasione di Catania-Milan 13/14. –Ascoli: vecchie ruggini. Nel 78/79, al termine di Ascoli-Milan, mentre i pullman lasciano la città, alcuni ascolani tirano sassi, ma vengono rincorsi dai milanisti, prontamente scesi, e vola qualche schiaffo. –Udinese: brutto rapporto già dagli anni ’80, ma i milanisti l’hanno sempre snobbato. –Arezzo: incidenti a fine partita nell’82/83 a Arezzo con diversi feriti, molti o tutti aretini. Uno di loro viene ferito con un coltello al torace.

Storia del tifo milanista: Prima del 1968, anno di nascita della “Fossa dei Leoni”, riconosciuto come primo gruppo ultrà a nascere in Italia, l’unico Club che creava un po’ di movimento con bandiere e tifo era quello dei “Fedelissimi”, gruppo collocato però nei Distinti (attuale primo anello), e così un manipolo di ragazzini comincia a ritrovarsi presso la Rampa 18 dei “popolari” e, col passare delle domeniche, gruppetti di ragazzi (compagni di scuola, compagnie di quartiere, amici degli amici) vanno a ingrandire sempre più lo sparuto nucleo originario. Il gruppo di ragazzi decide di darsi un nome, scegliendo quello di “Fossa dei Leoni”, nome del vecchio campo di allenamento del Milan vicino a Linate. Uno dei fondatori più rappresentativi è Umberto Calza, detto “Umbo”, che nel ’72 diverrà presidente del Club, in seguito “il presidente per antonomasia” anche quando questa carica verrà abolita. A lui la tessera n° 1 del Club, anche dopo la sua morte, avvenuta nel settembre 1996. Il primo striscione, interamente cucito a mano in casa, in una delle prime trasferte, a Vicenza, viene danneggiato nel tentativo di “strappo” dal basso. Nel gennaio 1972, dalla Rampa 18 la Fossa si sposta in basso, sempre lungo il rettilineo, sulla sinistra guardando la tribuna. In quel periodo nasce anche l’inno della Fossa, tratto dal film “L’Armata Brancaleone”, cantato poi in ogni partita, che comincia col caratteristico “Leoni armati stiam marciando”. In Milan-Juve 1973/74 c’è il terzo e ultimo spostamento della Fossa, che dal rettilineo passa in curva Sud, al fianco di “Ultras” e “Cava del Demonio”, che poi insieme daranno vita alle “Brigate Rossonere”, che come primo embrione nascono nel 1973, ma che si costituiscono ufficialmente come gruppo organizzato solo nel ‘75. All’inizio le Brigate Rossonere furono bersagliate da caustiche insinuazioni, perché il loro nome veniva associato alle famigerate “Brigate Rosse”, che seminavano il terrore in Italia in quel periodo. I capi storici, che non rinnegavano la fede politica a maggioranza di sinistra (per alcuni si poteva parlare anche di estrema sinistra), hanno a più riprese ribadito che il nome “Brigate” esprime solo quei gruppi di persone che confluiscono in un’unica entità, con identici intenti e ideologie, senza alcun riferimento politico. Nel 1974/75, in Milan-Juve, i rossoneri subiscono diversi evidenti torti arbitrali, con la curva che si scatena: in campo vola di tutto, compreso alcuni petardi che scoppiano tra i piedi dei giocatori: scene di panico e simulazioni. Gli incidenti continueranno fuori dallo stadio, la partita verrà data persa a tavolino dal Milan e durante la settimana ci saranno polemiche a non finire. Il campo verrà squalificato e l’Associazione Milan Clubs prende ovviamente le distanze dall’accaduto. In seguito a questi incidenti, la Fossa esce dall’Associazione e, tra le varie sanzioni inflitte, c’è il divieto d’ingresso degli striscioni “Fossa dei Leoni” e “Commandos Tigre”. La Fossa cambia allora nome in “Inferno Rossonero”. La nuova situazione però non convince il direttivo e, nel giro di alcuni mesi, con acque più tranquille, si torna al vecchio glorioso nome. Nel 1976 nascono i “Panthers”, in seguito degna “spalla” delle Brigate. Nel febbraio ’77, vista la pessima classifica, in Milan-Cesena avviene la prima contestazione vera e propria nei confronti della squadra per il rendimento insoddisfacente, con l’esposizione dello striscione “Per i milioni tutti campioni ma in campo tutti coglioni”. Una stagione, quella del 1976/77, che porterà la salvezza dalla Serie B solo all’ultima giornata, in parte riabilitata dalla vittoria della Coppa Italia, battendo l’Inter 2-0 in finale. Nel 78/79 la metà inferiore dei “popolari” viene chiusa con delle grosse reti perché dichiarata pericolante. Reti che sono d’impaccio, si vede male e Fossa e Brigate decidono di tagliarle, con un grosso tronchese, ogni domenica. La polizia ovviamente la pensa diversamente, così ogni volta volano manganellate. Viene esposto lo striscione “San Siro non è Santiago” (il dittatore cileno Pinochet in quel periodo rinchiudeva gli oppositori del regime negli stadi). I tagli vengono sempre riparati durante la settimana, finché gli addetti non si stancano dopo qualche mese e la danno vinta agli ultras. Nel 79/80 il “calcioscommesse” vede coinvolto pesantemente il Milan, accusato di aver comprato la partita con la Lazio (2-1), nelle persone del presidente Colombo e dei giocatori Albertosi e Giorgio Morini. La vicenda provoca una spaccatura all’interno della curva, tra “colpevolisti” (la minoranza) e “innocentisti”, increduli che il Milan abbia comprato una partita così facile, che sfocerà in una dura, forte contrapposizione in Milan-Bologna del 13 aprile ’80: i “colpevolisti” vanno nella curva opposta e espongono lo striscione “Dissenso rossonero: quando contestare diventa un obbligo”, mentre la risposta “innocentista” è “Serie A o Serie B noi saremo sempre qui”. Nel maggio ’80, in occasione del processo per lo scandalo viene organizzata una manifestazione di protesta davanti alla sede della Lega, con una buona adesione e attimi di tensione quando arriva la “Fiat 130” con a bordo il presidente della Juve Boniperti e l’allenatore Trapattoni, bersagliati da lancio di sassi. La sentenza vedrà Milan e Lazio ritenute colpevoli e retrocesse d’autorità, la Juve, accusata d’illecito per una partita col Bologna, assolta, mentre il Bologna, per la stessa partita, viene penalizzato di 5 punti, da scontarsi nel campionato successivo, così come Avellino e Perugia. Un gran numero di dirigenti e giocatori verrà squalificato. Dopo la sentenza, “Fossa” e “Brigate” scrivono un manifesto che, stampato in 10mila copie, tappezzerà i muri di Milano. Le proteste non si fermano qui e in occasione di Italia-Spagna, prima partita degli Europei ’80, si presentano con tanto di striscioni e tifo per gli spagnoli, lanciando anche alcuni fumogeni in campo durante la partita. Nel dicembre ’80 vengono devoluti 200mila lire per i terremotati dell’Irpinia. Contestazione inusuale in MIlan-Monza 80/81: nonostante la promozione, data dalla curva per scontata, gli ultras lasciano la Sud vuota con le scritte “Meritate uno stadio così” e “Via Turati: basta pagliacciate”. Nel 1981/82 il MIlan rischia nuovamente di retrocedere, stavolta sul campo e, perdendo incredibilmente a Como dall’ultima in classifica, si mette nei guai. I tifosi al seguito espongono lo striscione “Non distruggete un mito”, ma la squadra fa di tutto per farlo. Dopo il secondo gol comasco arriva di tutto in campo e Collovati viene colpito da un sasso. Tentata invasione, fuori si cerca di assalire il pullman del Milan e la polizia deve effettuare parecchie cariche. In seguito a questi episodi San Siro verrà squalificato per due turni, da giocare in campo neutro a Verona. A Cagliari il volo lo paga quasi per metà il nuovo presidente Farina, che mantiene la promessa fatta ai tifosi della Sud, da dove aveva visto Milan-Avellino del turno precedente. In città c’è un ambiente strano, da una parte gente amichevole, dall’altra gente che tira di tutto. Nell’ultima trasferta dell’81/82, a Cesena, il Milan vince 3-2 ribaltando il risultato da 0-2, ma retrocede lo stesso perché all’ultimo minuto il portiere del Napoli, Luciano Castellini, regala un corner al Genoa che pareggia e si salva, con i milanisti che erano già entrati in campo per festeggiare. Sullo stadio scende il silenzio. Fuori la gente si sfoga contro gli incolpevoli cesenati e con tutto ciò che capita a tiro. Nell’estate 1984 viene lanciata la proposta di formare un unico gruppo in curva, visto i rapporti di piena sintonia e collaborazione tra Fossa e Brigate, praticamente in simbiosi tra loro. Viene addirittura preparato un questionario, ma l’eventuale unione viene decisamente bocciata, anche perché ognuno vuole mantenere la propria identità di gruppo. Nell’estate 1993 il “Tulipano nero” Ruud Gullit, uno dei maggiori artefici dei successi dell’era-Sacchi, bandiera del Milan dall’87, va alla Sampdoria, e si apre così una diatriba in curva: alcuni lo ritengono un “traditore” perché è passato ai blucerchiati, altri una “vittima societaria” scaricata ad un’altra squadra. Se ne va anche Paolo Taveggia, dirigente factotum del Milan e interlocutore della curva in società. Dopo i contrasti dell’85 nelle Brigate Rossonere, che avevano fatto venire dei nodi al pettine, nel 1994 il gruppo subisce una divisione: un direttivo composto da tre persone decide di costituire un nucleo organizzativo distaccato, pur restando nel gruppo, fedeli all’identità storica delle Brigate, stesso simbolo, stesso striscione, stessa posizione, ma due riunioni, due vendite del materiale separate, due tesseramenti a sé. La spaccatura all’interno del gruppo (BRN 1 e 2), vede le Brigate un po’ allo sbando. E’ proprio un ragazzo delle BRN 2 che si rende protagonista, nel gennaio ’95, di una delle più brutte pagine della storia del movimento ultras italiano. Simone Barbaglia, questo il suo nome, del sottogruppo “Barbour”, così chiamato per il caratteristico giaccone di moda all’epoca, arrivato con un treno di linea per non farsi notare, non con quello speciale organizzato dai gruppi storici, accoltella a morte al cuore Claudio Vincenzo Spagnolo, semplicemente “Spagna” per gli amici, appena 25enne. Inutile dire che l’episodio si ripercuoterà negativamente sulla Sud, danneggiandone l’immagine in maniera lì per lì quasi irrimediabile, in particolare mettendo alla berlina le “Brigate Rossonere”, sentitesi isolate, che per ritirarsi su hanno bisogno di più di due anni. Riemergeranno, nuovamente riunite sotto un’unica effige, merito in gran parte del “Barone”. Nell’immediato dopo-Spagna la Sud, sottoposta ad un autentico linciaggio dei media, reagisce con una presenza formale nella trasferta di Londra, ormai organizzata, in Champions con l’Arsenal, poiché non c’è lo spirito per pensare alla partita e continuare come se niente fosse successo, mentre al ritorno, l’8 febbraio ’95, decide di astenersi da ogni forma di tifo per tutto il primo tempo, con tutti gli striscioni arrotolati, annunciandolo con un comunicato allo stadio consegnato anche alla stampa, col quale si informa della sospensione delle trasferte fino al termine della stagione. In Fossa, nelle immediate riunioni dopo i fattacci di Genova, c’è chi mormora la parola scioglimento, visto la situazione morale disastrosa, ma poi non se la sono sentita di buttar via 27 anni di storia e gloria. Nel luglio 1994 intanto era nata “Alternativa Rossonera”, fondata da alcuni amici che frequentavano lo stadio da anni. Per anni sarà la triade Fossa-Brigate-Commandos a comandare in curva, in perfetta armonia. Finché non si arriva all’episodio choc dello scioglimento della Fossa nel 2005. Il post-Fossa viene vissuto in maniera difficile dalla Sud, ma comunque nascono dalle sue ceneri i gruppi “Guerrieri Ultras” e “Leoni della Sud”. I secondi hanno vita breve, i “Guerrieri” monopolizzeranno la ribalta della curva Sud insieme alle “Brigate Rossonere”, per poi sciogliersi qualche anno più tardi. Dal 2010 la situazione è gestita dal gruppo “Curva Sud Milano”. Nel 2011 la gente rossonera festeggia l’ultimo scudetto, poi sono seguiti un secondo e un terzo posto. Il Milan vince la Supercoppa Italiana nel 2012 e si ripete nel 2017. Nel mezzo solo bocconi amari per la gente rossonera: un 8° posto nel 2013/14, un 10° nel 14/15, un 7° nel 15/16, due sesti posti nel16/17 e nel 17/18 qualificazioni all’Europa League, troppo poco per una società tra le più titolate al mondo, quindi pubblico spesso sul piede di guerra per l’andamento poco più che mediocre della squadra in questi anni.

Curiosità: -In questa estate 2018 ha tenuto banco la questione che il nuovissimo gruppo “Black Devil”, che attualmente espone lo striscione al secondo anello di Tribuna al confine con la curva Nord, non vorrebbe stare più lì ma almeno al primo anello della Sud, con l’obiettivo di conquistare un posto al sole all’interno della curva Sud rossonera. Secondo la Digos, che ha alzato il livello di guardia su questo gruppo, è in atto uno scenario che mischia pericolosamente dinamiche da stadio con  quelle più decisamente criminali con profondi agganci nell’ambiente mafioso lombardo. Esponente di spicco dei “Black Devil” sarebbe Domenico Vottari, calabrese, che ha scontato diversi anni in carcere anche per omicidio, e in contatto con personaggi influenti della ‘Ndrangheta nel Nord. La guerra per i posti in curva Sud sarebbe in realtà una lotta tra cosche mafiose: il ‘no’ incassato dal nuovo gruppo sarebbe in realtà avvenuto su pressione del clan Papalia. Vottura era in contatto anche con Lombardi, detto “Sandokan”, uno dei capi dei capi della Sud, a sua volta in rapporti con Loris Grancini, capo dei “Viking Juve” in carcere con pena definitiva di 13 anni per tentato omicidio, a sua volta in contatto con un importante fiduciario delle cosche Sergi e Papalia. La faida potrebbe anche tramutarsi quindi in un’alleanza tra cosche mafiose, con obiettivi ben più ampi della semplice questione di facciata del dominio della curva milanista. -In Milan-Atalanta di domenica scorsa, 23 settembre 2018 (5^ giorn.),esposta la scritta “Maurizio libera anche da lassù il tuo Forza Milan RIP”, purtroppo non più tra noi; la sezione “Roma 1978” espone l’autocelebrativa scritta “13.09.1978: 40 anni di storia 40 anni di gloria”. -In Milan-Roma del 31 agosto 2018, 3^ giornata 18/19 esposto lo striscione “Rabbia e dolore per le vittime di Genova” (43 morti per la nota tragedia del crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018), oltre a “Le tue radiocronache hanno segnato un’era, Pellegatti per sempre voce rossonera” (in agosto Carlo Pellegatti ha detto addio alle telecronache), “Da 15 anni sei lo speaker di San Siro, Gegio grande cuore rossonero!”, “Amico e guerriero ciao Marco, uomo vero!” e “Ciao Vittoria Rip per sempre rossonera (due ultras purtroppo prematuramente scomparsi). -Striscione dei molti ultras presenti al raduno dell’AC Milan a Milanello: “Avanti mister, avanti ragazzi uniti per il bene del Milan. -Il brasiliano Leonardo, dal 25 luglio 2018 nominato direttore generale dell’Area tecnico-sportiva, venne considerato nel 2010, quando passò ad allenare l’Inter, dopo un passato da giocatore (1997-marzo 2003 con un intervallo) e allenatore (2009/10) milanista, un traditore e un Giuda (“Giuda interista” come fu scritto in uno striscione di una coreografia di allora). In Juve-Milan del 31 marzo ’18 gli juventini espongono “L’unico Leonardo che spostava gli equilibri era Da Vinci”. -Festa della “Curva Sud” il 7 luglio ’18, 9° Memorial “Sempre con noi”, su cui campeggia lo striscione “Al tuo fianco fino alla morte, forti sempre, Luca”. -Per Milan-Fiorentina del 20 maggio 2018, ultima giornata 17/18, esposti gli striscioni “Grazie a te che ci hai saputo guidare, questa curva è tornata a brillare, Luca la tua transenna ti aspetta” (solito ragazzo della scritta del memorial, vocalist diffidato) e “Serietà, trasparenza e programmazione, massima fiducia in Mirabelli e Fassone, avanti AC Milan”, rispettivamente Chief Sport Officer e amministratore delegato, almeno allora (vedi sotto). -In Milan-Verona, terz’ultima del campionato 17/18, a maggio, esposto lo striscione “15 anni e sembra ieri, ciao Antonio sempre nei nostri pensieri”, per l’ex lanciacori delle “Brigate Rossonere”, scomparso nel 2003. -Striscione esposto in Milan-Arsenal dell’8 marzo 2018 (8.i di fin. andata Europa League): “Uniti al dolore della famiglia Astori Riposa In Pace”, per la scomparsa del capitano della Fiorentina Davide Astori, avvenuta in albergo a Udine 4 giorni prima. -Col Verona, 8.i di fin. Coppa Italia 17/18 a dicembre, striscione contro il portiere del Milan Gigio Donnarumma: “Violenza morale 6 milioni all’anno e l’ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene la pazienza è finita”; mesi prima esposto su di lui “Chi ha il Milan nel cuore non chiama il procuratore!” (il potente Mino Raiola). In un comunicato a firma “Curva Sud” del 6 giugno ’17 si leggeva: “Un ragazzo di 18 anni che passa dal baciare la maglia ogni domenica a essere oggetto di discussioni, dato che sembra un battere cassa fine a se stesso, quello che sta avvenendo”. -Per Milan-Torino del 26 novembre ’17 esposta la scritta “Verità per Luca Fanesi”, tifoso della Samb.se ridotto in coma per le percosse ricevute a Vicenza dalla celere nell’ambito di tafferugli tra vicentini e sambini. -Lancia un fumogeno durante Inter-Milan, derby d’andata 17/18, ad ottobre, e colpisce un poliziotto in servizio: arrestato e Daspato per 4 anni un milanista di Brugherio 23enne. -In tutti questi anni la curva Sud ci ha abituati a spettacoli coreografici sempre più belli, elaborati e dispendiosi, sia a livello economico che di energie profuse nel farle. La curva rossonera nel derby di andata 16/17, col presidente Berlusconi vicino a passare la mano all’holding cinese Li (in realtà l’holding di Y.Li non è stato un proprietario credibile e dall’11 luglio ’18 il nuovo proprietario è il Fondo Elliot, che ha portato in dote al Club 50 mln., con Paolo Scaroni eletto presidente; rimosso l’ad Marco Fassone, nominato dalla vecchia proprietà cinese, Scaroni per ora è anche al suo posto), scelse di omaggiarlo con una coreografia straordinaria, mozzafiato: un ritratto bellissimo di Berlusconi reggente Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale, e sullo sfondo le decine di trofei che hanno reso quello rossonero per qualche tempo il club più titolato al mondo. Un’immagine ripresa da una foto vera, corredata da una didascalia: “Credo che un sogno così non ritorni mai più…grazie presidente!”, poi vengono formati gli anni della gestione Berlusconi, “1986” e 2016”, con bandierine bianche su sfondo rossonero, e in basso la scritta “Ciapa sù Baùscia” (“Prendi queste interista”). Tra i messaggi della curva troviamo: “Credo che un sogno così non ritorni mai più…grazie Presidente!”, “Triplete?…chi?!!!”, dedicato ai dirimpettai che non vincono più, “Il casting per l’allenatore non si era visto mai…più che una società sembrate ‘Non è la Rai’”, riferito al ballottaggio per l’allenatore fatto dall’Inter per il dopo-Mancini, scelta poi caduta su Stefano Pioli; inoltre “Chi dedica la vita a salvare l’umanità verrà ricordato per l’eternità…ciao Umberto”, dedicato a Umberto Veronesi, oncologo-ricercatore-dottore, che si è distinto particolarmente nella lotta contro i tumori, scomparso l’8 novembre 2016. Altre coreografie recenti spettacolari: in finale di Coppa Italia a Roma del 9 maggio 2018 con alto coefficiente di difficoltà (“Forza Milan gioca col cuore”); derby di ritorno 17/18, giocato a aprile, con scritta al 3°anello “Fino alla morte!”; coreografia derby di Coppa Italia, 4.i di finale, del 27 dicembre 2017, plastiche a formare la scritta “Siamo solo” (2°anello) e “noi” su il copricurva con il logo di “Curva Sud” al 1°anello; coreografia di Milan Cracovia, preliminari Europa League del 3 agosto ’17 su primo e secondo anello: plastiche rosso-nere-bianche a formare la scritta “AC Milan” e in transenna “E’ triste il mio cuore lontano da te” (esposta anche la scritta “Passiamo alle cose formali: Mirabelli e Fassone gli acquisti più importanti della stagione”); elaborata quella di Inter-Milan 17/18 a ottobre: “Per aspera ad astra” (attraverso le asperità fino alle stelle); Milan-Juve del 28/10/17: “Vincere non è importante è l’unica cosa che conta…”, famosa frase di Boniperti per decenni bandiera della Juve come calciatore e presidente, e un megadisegno con le 7 finali di Coppa dei Campioni perse dalla Juve, in un cimitero con le croci e gli anni di ogni finale, con una zucca gigante (siamo vicini ad Halloween…plastiche nere formano pipistrelli) e in basso “La Coppa, il sogno e incubo”; Milan-Bologna del maggio ’17: strisce rosso-nere-bianche al 1° anello, lo stemma copricurva di “Curva Sud” al centro e, in transenna al secondo, su sfondo di bandierine con lo stemma di Milano, la scritta “…Gli amici sono la famiglia che ti scegl…i” (esposto lo striscione “Ora ti possiamo riabbracciare compatti e dimostrare la tua innocenza totale!” e sotto “Kevin forte sempre”, vedi sotto); Inter-Milan dell’aprile ’17: “Ogni città il suo guaio ha…” e “Per noi banditi siete ospiti sgraditi” accompagnati da un elaborato disegno e, in un secondo tempo la bellissima scritta al 2° anello “Milano”, rossa, bordi bianchi, su sfondo nero (esposti striscioni quali “Augurandoci di vedere serietà, impegno e presenza diamo il nostro benvenuto alla nuova dirigenza” e, rivolto al vecchio ad Adriano Galliani, che girava con la scorta per paura degli ultras milanisti, “Il volo del Condor è finito per davvero finalmente anche tu sei un parametro zero”; nell’ottobre 2013 in Milan-Barcellona di Champions, fase a gironi: “Keep kalm and always fight!”, su 2° e 3° anello bellissima e pluricolorata; ma altre ancora sarebbero degne di nota. -“Benvenuto Presidente, lottiamo insieme per un Milan vincente” e “In questo Milan ambizioso e rinnovato non c’è spazio per chi è stressato, Niang vattene”, sono due striscioni comparsi in Milan-Cagliari del 27 agosto ’17 (2^ giorn.17/18). -Bella, significativa la scritta “La Sud rende omaggio al rivale Francesco Totti”, vicinissimo all’ufficiale addio al calcio, in Milan-Roma del 7 maggio 2017. -In Milan-Genoa 16/17 quattro striscioni, due in Nord, due in Sud, “Noi vogliamo chiarezza”, sul futuro in società. -Il gruppo “Curva Sud Milano” decise e fece sapere in un comunicato che dalla partita con l’Udinese dell’11 settembre 2016, 3^ giornata 16/17, sono stati esposti al primo anello blu, e successivamente (17/18-18/19) al secondo anello, gli storici striscioni “Fossa dei Leoni” e “Brigate Rossonere”, il primo all’estrema sinistra e il secondo all’estrema destra guardando la Sud, gruppi che hanno fatto la storia della curva, ritenendo doveroso ricordare alle nuove generazioni da dove sono nati e dove sono cresciuti, tramandando il passato glorioso, chiarendo fin da subito che non sarà prodotto materiale dei due gruppi e non si tratta di una presenza ultras. La parte ultras sarà sempre rappresentata su entrambi gli anelli dal gruppo “Curva Sud” e dai suoi sottogruppi. La scelta di fare questo tipo di omaggio è stata presa consultando in varie riunioni i membri dei gruppi ed avendo il loro consenso e appoggio. Dietro a questa decisione ci sarebbe però una faida all’interno della curva Sud per controllare lo spaccio e il merchandising anche al primo anello, con metodi poco ortodossi. I “Commandos Tigre” sono stati cacciati dal primo anello del “Meazza” con pestaggi e minacce armate. Durante Milan-Juve del 9 aprile ’16 alcuni ultras scendono al primo anello per affrontare i “Commandos”: lo screzio nasce dalla coreografia dei tifosi. La tensione era nell’aria: quel giorno i Commandos erano in forze. Qualche urlo, poi i tifosi risalgono. L’azione è costata 15 Daspo di 5 anni. Il seguito, più violento, ha come teatro il “Marassi” di Genova, la sera del 17 aprile: sulle scalinate e lontani dalle telecamere, alcuni Commandos vengono pestati a sangue. Anche i Commandos non erano sprovveduti: i capi erano legati a una famiglia di sardi coinvolti in un’inchiesta antidroga. In quei giorni la polizia teme una vendetta immediata, che però non arriva. Non si sa se per cautela (i numeri sono a sfavore) o se i Commandos hanno capito che è meglio evitare una guerra. Sembra che alla base della faida ci sia la scoperta della testimonianza di alcuni membri dei Commandos durante le indagini della polizia sul caso dell’estorsione al Milan del 2006, quando alcuni tifosi tentarono di mettere le mani sul business dei biglietti. Vennero arrestato il capo dei “Guerrieri Ultras”, “Sandokan” Lombardi e il “Barone”, Giancarlo Capelli, storico leader della curva milanista, che uscirà poi pulito dall’inchiesta, mentre Lombardi viene condannato a 3 anni e 8 mesi. Il 25 aprile 2016 esce sul web un comunicato dei “Commandos Tigre” che annuncia dopo 49 anni lo scioglimento del gruppo, anche se, dopo poche ore, arriva la smentita. Il 15 maggio, per Milan-Roma, ultima di campionato, al primo anello, dove c’erano i Commandos, c’è l’inossidabile Barone, che, per i bene informati è il segnale che i direttivo della Sud s’è preso anche il primo anello. A far gola, oltre al bacino di pubblico è il business del merchandising, con l’arrivo dei cinesi alla proprietà del Milan. Sia chiaro: la stragrande maggioranza degli ultras rossoneri non ha avuto a che vedere con queste vicende. -Per la prima di campionato col Torino 16/17, giocata il 21 agosto ’16, la presenza dei tifosi è veramente scarsa: lo stadio è semideserto, complice anche il periodo vacanziero, con una curva Sud che, nonostante le contestazioni al presidente Berlusconi, invitato a spendere, e a Galliani, invitato ad andarsene (esposto lo striscione “Via Galliani dal nuovo Milan”, che invece non abbandona la società, almeno per il momento. -Per Juve-Milan (1-0 d.t.s.), finale di Coppa Italia 15/16 del 21 maggio 2016, i gruppi della curva rossonera entrano solo una 15ina di minuti prima della gara, giusto in tempo per attaccare gli striscioni e preparare i bandieroni. Si renderanno protagonisti di una coreografia spettacolare, con un grado di difficoltà molto alto, che risulterà azzeccata in ogni cartoncino. Quando comincia la gara espongono lo striscione “Solo per la maglia”, tenuto alto per diversi minuti. La curva milanista era in guerra aperta con la squadra e la dirigenza per il pessimo campionato e, pur essendo in tanti e con l’entusiasmo che si deve avere per una finale, s’intravede un certo disappunto. Al triplice fischio, striscioni “Via Galliani o via tutti” e, verso i giocatori “Indegni, vergogna”, anche se il Milan aveva giocato meglio della Juve. E’ durata in tutto una manciata di minuti, nella notte, dopo la gara, l’assalto, da parte di un gruppo di milanisti, appena scesi dal pullman dei “Curva Sud”, al bar “Jet Lag” in Via Leone IV, dove accoltellano gravemente due tifosi bianconeri, subito soccorsi e trasportati all’ospedale più vicino. 71 passeggeri sono stati denunciati e Daspati, incastrati dalle telecamere. Un ragazzo, Kevin 19enne, viene arrestato, accusato di tentato omicidio, per aver aggredito uno dei due juventini accoltellati durante il raid. Sul posto sarebbero spuntati mazze e coltelli abbandonati dopo l’assalto. Uno dei due juventini aggrediti avrebbe precedenti per porto abusivo di arma da taglio e un passato burrascoso. -In Milan-Juventus, 9 aprile 2016, la Sud presenta una bella coreografia con uno striscione gigantesco recante la scritta “Assenti presenti”, poi le plastiche formeranno la scritta “Forti sempre”, ormai assunta a slogan della Sud, e “Ciao Cesare”, in omaggio a Cesare Maldini, papà di Paolo, entrambi grandi bandiere milaniste, venuto a mancare a 84 anni durante la settimana precedente la partita, con in balaustra “Eterno rossonero”. -In Milan-Torino, febbraio ’16, esposte le scritte“Galliani: le tue bugie, le tue prese in giro, la tua arroganza e la tua incompetenza non saranno mai perdonate” e, su più strati, “Giocatori e mister: per la maglia, per la sua città, per chi le ama alla follia…solo continuando a lottare vedrai la passione che puoi scatenare, con sangue e sudore state riconquistando tutto il nostro amore. Rispetto, impegno e dedizione…non vi si chiede altro. Forti sempre ragazzi!”. -In Juventus-Milan del novembre 2015, 13^ giornata 15/16, i rossoneri riempiono il settore ospiti esponendo anche il significativo striscione su tre piani “Mia sarà la vendetta e il castigo per tutte le vittime della follia umana: Forza Francia”, riferito alle drammatiche stragi di Parigi, ad opera dell’Isis, del 13 novembre ‘15, che provocarono circa 130 vittime. -Nel 2015/16, da Milan-Sassuolo (nona giornata, ottobre ‘15) a Milan-Torino (27^ giornata, 27 febbraio ‘16), la curva si è sempre presentata, in segno di protesta, spoglia e disadorna di striscioni, stendardi e bandieroni, quasi sempre con il solo telone con lo stemma del Milan e la bandiera “Baresi 6”, simbolo di attaccamento ai colori rossoneri, anche se l’incitamento non è mancato, soprattutto all’inizio delle partite, poi, con un Milan spesso inguardabile e impresentabile, nel finale la curva spazientita ha lanciato cori contro la società. Per Milan-Genoa, febbraio ’16, 25^ giornata, la Sud aveva annunciato il ritorno ad una curva colorata, con tutti i suoi vessilli, con lo striscione di monito “Il ritorno ai nostri colori non porrà fine alle nostre contestazioni, in campo continuate a lottare, in società c’è tanto da cambiare!”. In quegli anni si respirava aria pesante in casa e fuori, la curva se la prendeva spesso con la società, Galliani in primis. In Milan-Sassuolo (2-1, ottobre 2015), la curva espone “Da questa situazione imbarazzante non salviamo nessuno!”, “Un allenatore che a parole si è dimostrato un grande sergente ma nello spogliatoio e sul campo non è cambiato niente”, “Giocatori mediocri”, “Presidente: da quest’anno hai 150 milioni di motivazioni in più per licenziare chi usa i tuoi soldi per comprare bidoni”, ecc. Col Genoa, 29 aprile 2015, contestazione a squadra e società: nessun striscione e Sud riempita solo da persone che formano la parola “Basta” a tutta curva, già disegnata sui seggiolini e, in transenna, “Mettete fine a questo scempio!” e “Vedervi indossare la maglia rossonera ci fa vergognare, fino a fine stagione con quella gialla dovreste giocare!”. Dopo la gente scende, va via, e rimane così solo la parola “Basta”. -Alla prima giornata del campionato 2014/15 il Milan ospita la Lazio. La curva rossonera, sulla falsariga di come ha finito la stagione 15/16, si autosospende dal tifo causa le 35 diffide cadute nel post Milan-Parma sugli ultras e la forte repressione, visto che mettersi alla balaustra e stare sui primi gradini può comportare il pagamento di salate multe. -Nel derby di Milano del maggio 2014, la curva Sud realizza una coreografia per esprimere la propria indignazione per i cinque lunghissimi minuti di applausi che hanno accolto la sentenza nei confronti degli agenti responsabili della morte di Federico Aldrovandi, ragazzo di Ferrara ucciso il 26 settembre 2005, umiliando la memoria di un giovane innocente, ma anche il lavoro di Magistrati e Giudici che hanno indagato e condannato, con pene lievi, gli autori del misfatto, inequivocabilmente responsabili della vicenda, senza considerare i depistaggi, vergognosi e innumerevoli, messi in atto dalla stessa Questura di Ferrara per insabbiare la verità. Lo striscione in balconata recita: “La nostra coreografia: un applauso alle mamme delle vittime umiliate dal sindacato di polizia”, e sopra un grosso “Vergogna!”, formato da cartoncini.  Inoltre vennero esposti striscioni quali “S.A.P.: cinque minuti di applausi col sorriso è il secondo delitto dopo che lo avete ucciso!”. -Da segnalare anche lo striscione polemico degli “Estremi Rimedi”, riguardo la messa al bando del loro striscione: “Il calcio è passione, orgoglio, attaccamento e rivalità…anche senza striscione sempre fedeli alla nostra mentalità”. Da Milan Chievo 2014/15, per aggirare i controlli, il gruppo ha appeso sempre in casa lo striscione “E Senza Te REsto a ManI vuote”, con le maiuscole della frase che formano la parola “Estremi”, salvo poter riappendere lo striscione intero dalla stagione 17/18. In Milan-Torino del febbraio ‘14, nonostante il giro di vite che la Sud ha subìto da parte della Digos, soprattutto per gli accoltellamenti in Milan-Ajax di Champions, si sceglie di sostenere il Milan per tutta la gara, così come aveva già fatto nella partita col Verona. Viene vietata l’esposizione dello striscione degli “Estremi Rimedi”, così come tutte le bandiere e striscioni della Sud col simbolo dell’ultrà incappucciato. Altresì vietato è l’ingresso del materiale dei gruppi nello stadio, così viene allestito un gazebo per poter vendere il materiale, di fronte alla Sud. -In casa contro l’Atletico Madrid, per l’andata degli 8.i di Champions L. 13/14, a febbraio, visto il divieto di esporre banchi per la vendita del materiale, causa assenza della raccolta fondi, non viene allestita nessuna coreografia particolare. Il momento della prima squadra non soddisfa le aspettative della curva. -Significativo il megastriscione esposto dalla Sud in Milan-Udinese dell’ottobre 2013: “Calcio spezzatino, carobiglietti, tessera del tifoso, trafile in banca, stadi fatiscenti, biglietti nominali, limitazioni regionali, tornelli, sfottò censurati, tamburi e megafoni vietati: eh già, gli stadi sono vuoti per colpa degli ultras?”, ed esposto anche: “Crisi economica e parlamentare…ma è dei cori che l’Italia si deve preoccupare??!”. -Per Milan-Lazio del 30 ottobre 2013, la Sud continua la sua protesta nei confronti dell’esasperante repressione che gli ultras sono costretti a subire, esponendo due chiare scritte: “Inventate diffide seminando repressione cercando di boicottare la nostra passione, poi vendete i biglietti in base alla regione, F.i.g.c. questa non la chiami discriminazione?!!” e “Dichiarazione Universale dei Diritti umani. Art. 19: ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione. Parigi, 10 dicembre 1948”. -Milan-Napoli, settembre ’13, oltre ai vari striscioni pungenti, insulti contro i partenopei durante la partita, a seguito dei quali lo speaker avverte della possibile squalifica della Curva Sud, che puntualmente arriverà nei giorni successivi. Cosicché per Milan-Sampdoria, la partita casalinga successiva, il settore della Sud rimane chiuso, ma gli ultras della Sud manifestano il loro malcontento fuori dallo stadio, protestando civilmente in corteo con tanti stendardi di gruppi e sezioni della Sud, e con striscioni quali “La chiusura del settore non cancella l’odore: Napoli merda”. -Davvero inverosimile ciò che è accaduto nel febbraio ’99 a Firenze e nel maggio dello stesso anno a Perugia, nel giorno del 16° scudetto (un vero massacro), la celere che spara, apparentemente senza motivo, lacrimogeni, reazione dei presenti, celerini esaltati e provocanti che manganellano scriteriatamente e indiscriminatamente donne e persone “normali” e inermi, lanci di pietre e sassi fra celere e ultras, con assalti e manganellate anche a chi è sui treni, media silenti (“Firenze 7-2-99: nessun colpevole? No all’abuso e all’omertà”, con volantini per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica la gara dopo in casa), interrogazioni parlamentari con nulla di fatto, spaccata la testa ad un ragazzo a Perugia (uno dei primi a soccorrerlo un funzionario della Digos di Milano facente parte la scorta), cariche, controcariche, sassaiole violentissime, un ragazzo, a Perugia, che, colpito volutamente da un lacrimogeno sparato verso di lui da 5-6 metri, perde completamente la vista dall’occhio sinistro, treni quasi completamente distrutti, perlopiù dalle f.d.o., del Reparto Mobile di Firenze. -La sezione di Roma delle Brigate Rossonere, essendo nata nel 1978, è stato il primo distaccamento di un gruppo ultrà a nascere in Italia. -Milan-Cremonese del 30 settembre ’84 è una partita tranquillissima, in quanto non ci sono mai stati problemi tra le due tifoserie. Ma, dopo la partita, avviene una vicenda estranea ai gruppi ultrà: un ragazzo delle Brigate Rossonere ha un banale litigio con un ragazzo di Cremona, tifoso del Milan, con l’unica colpa di avere la macchina targato “CR”. Al cremonese Fonghessi, tifoso milanista, vengono tagliate le gomme, reagisce, ma poi gli viene sferrata una coltellata letale. La condanna dei media e dell’opinione pubblica sarà unanime e si avvia un’altra caccia alle streghe. -Sempre presente ormai da decenni, a San Siro (prima sempre anche in trasferta) lo striscione “Marco Nico” con lo scudetto nel mezzo, due tifosissimi, Marco e Nico, un tempo fidanzati, che hanno voluto unire la loro fede calcistica ai loro sentimenti, che gli ha permesso inconsciamente di aprirsi definitivamente al mondo omosessuale, che, parliamoci chiaro, ancora oggi è tabù. Ora Marco e Nico non stanno più insieme, ma il profondo rapporto d’amicizia, radicatosi anche grazie al Milan, ha permesso loro di essere le persone che sono ora. -Si svolge tutti gli anni il “Memorial Curva Sud”, torneo di calcetto tra i vari gruppi della Sud. -Pressoché sempre esposte le scritte “Assenti presenti”, “Antonio sempre con noi”,  “Massimone Elena” e , in casa, “Milano via Berchet 16 dicembre 1899”, che rievoca la fondazione del Milan, e “Mau con noi” (primo anello).

Gruppi scomparsi, nati negli anni ’60: Fossa dei Leoni: gruppo storico per antonomasia della Sud, conosciutissimo. La fine degli anni ’70 si contraddistingue per la forte collaborazione e unità d’intenti tra i direttivi di Fossa e Brigate, che sfocia in una grande amicizia, che ha resistito tantissimo nel tempo tra coloro che facevano parte di quei gruppi (molti andati a far parte poi di “Vecchia Guardia”). E’ in pratica la nascita del cosiddetto “Gruppo della Stella Alpina”, poi “Bar del 15”, dal nome del bar dove ci si ritrova tutte le sere e nascono proposte, idee, nuove iniziative. Il primo triennio degli anni ’80 è molto positivo per la Fossa. Anche se all’inizio del campionato 1980/81 il gruppo si viene a trovare in un momento di passaggio: alcuni “vecchi” escono dalla Fossa già negli anni precedenti, per passare al primo anello con “Commandos” e “Nobiltà Rossonera”, e quindi si smembra il gruppo che ha gloriosamente costituito l’ossatura del Club nella seconda metà degli anni ’70. Vari altri componenti del gruppo “di base”, anche in seguito agli episodi della protesta rossonera per il calcioscommesse, pur rimanendo in Fossa a tutti gli effetti, assumono un ruolo più defilato, per cui i pochi “vecchi” rimasti vengono affiancati da un folto gruppo di ragazzini, più o meno sedicenni, che vanno a tappare il “buco” che si è venuto a creare. Questi porteranno avanti la Fossa fino al 1985, anno in cui questi si disperdono quasi totalmente, e i pochi rimasti devono, pur sulla base di una struttura ormai consolidata, darsi da fare per riorganizzare e riaggregare la gente in Fossa. Nel 1985 si verificano alcuni eventi: una contrapposizione nelle Brigate, a causa di un diverso pensiero sul modo di gestire i fondi della cassa, che, pur non interessando direttamente la Fossa, si riflette anche su di essa, causando l’uscita di molta gente, o quantomeno un loro minore coinvolgimento nella vita e nelle attività del Club. In Fossa si verifica di conseguenza un altro profondo rinnovamento, ma al posto della gente che esce o si fa da parte, si inserisce nuova gente che, aiutata dai pochi che erano rimasti, riesce a portare ovunque dignitosamente il nome della Fossa, che si manterrà su livelli adeguati. Progressivamente il nucleo di base si allargherà negli anni, fino ad arrivare, verso la fine degli anni ’80, ad un punto molto alto di impegno ed entusiasmo. La “Fossa dei Leoni” si manterrà su discreti livelli di organizzazione, grazie anche al connubio indissolubile con le Brigate, ma nel 2005 qualcosa comincia a scricchiolare all’interno della curva, facendo emergere alcuni dissapori. In un Milan-Juve del 29 ottobre 2005 in curva, sopra la striscione “Fossa”, vengono sventolate due bandiere dei “Viking Juve”, non si sa bene come entrate in loro possesso. Al ritorno dalla trasferta di Champions di Eindhoven accade l’imprevedibile: uno dei membri del direttivo della Fossa, incaricato di custodire lo striscione da trasferta, viene fermato in pieno giorno in centro da undici ragazzi che, armati di coltello, gli sottraggono lo striscione. All’interno di questo gruppetto ci sono esponenti dei “Viking Juve”, che provengono quasi tutti da Milano. All’11^ giornata di quel campionato, come per incanto, i vessilli tornano al loro posto: le bandiere dei “Viking” al “Delle Alpi”, lo striscione da trasferta della Fossa sopra quello tradizionale a San Siro. A questo punto esponenti dei gruppi della curva Sud di “Brigate”, “Commandos” e “Rams”, esigono un chiarimento dalla Fossa, che viene accusata di infamia per aver sporto denuncia alla Digos del furto dello striscione, comportamento inaccettabile secondo le logiche ultrà. I componenti della Fossa che erano andati all’incontro chiarificatore, vengono invitati a non presentarsi più allo stadio. Viene indetta una riunione nella sede della Fossa e la decisione di sciogliersi è quella finale. Martedì 15 novembre 2005 si chiude ufficialmente la storia di uno dei gruppi ultras più ammirati  e rispettati del mondo. Le accuse additate alla Fossa, tuttavia, non sono mai state dimostrate e, secondo alcuni osservatori, lo scioglimento del gruppo è da ricondursi a questioni politiche (la Fossa era da tempo entrata in contrasto con gli altri gruppi ultrà milanisti, legati ad ambienti di destra) ed economiche (il controllo del merchandising, della gestione dei biglietti e dell’organizzazione delle trasferte). Una particolarità della Fossa è stata sempre la trasparenza, rendendo note le cifre che uscivano dalla cassa per ogni spesa, coreografie comprese. Tigre 1967: nati appunto nel ’67 col nome di “Commandos Clan”, nel 1968, unitisi al gruppo “Fedelissimi”, che agiva accanto a loro, sostituiscono il loro nome con “Commandos Tigre”. Nei primi anni ’70 si posizionano in curva Nord primo anello, fino al 1985, quando si sposteranno al primo anello della Sud, settore centrale, andando a formare la triade Commandos-Fossa-Brigate che per 20 anni guiderà la Sud. Vivono il periodo di maggiore crescita a livello numerico negli anni del Milan di Sacchi e Capello (circa 2mila tesserati). A seguito delle nuove norme relative all’ingresso degli striscioni negli stadi, lo storico striscione “Commandos Tigre” non verrà più esposto, ed al suo posto è comparso, dalla stagione 2013/14, lo striscione “Tigre 1967”; da alcuni anni non compare più neanche quello. Fedelissimi: uno dei primissimi gruppi a nascere, si unirà al “Commandos Tigre” per poi sciogliersi definitivamente.

Gruppi scomparsi, nati negli anni ’70: Brigate Rossonere: nate nel 1975, si sciolgono nel 2008. Famoso l’inizio dell’inno del gruppo: “Tifosi rossoneri, tifosi milanisti, teniamoci per mano in questi giorni tristi…”, sull’aria della canzone “Per i morti di Reggio Emilia”. Panthers: gruppo nato nel ’76 da ragazzi del quartiere Gratosgolio che frequentavano le Brigate, alle quali sono stati sempre fedeli, nonostante il gruppo fosse autonomo nella gestione. Il primo striscione venne esposto accanto a quello delle Brigate, per poi essere spostato a metà del secondo anello. Vecchia Guardia: vi confluiscono molti ex Fossa e ex Brigate, sciolta il 28 novembre 2005 con la Fossa./ Tigers, Ultras 1973, Settembre Rossonero, Nobiltà Rossonera, Kmer, Warriors, Legionari Tigre (primi anni ’70), I Diavolacci (primi anni ’70), Giovani Tigre (primi anni ’70), Frange Rossonere (ultimi anni ’70), Diavoli di Como (primi anni ’70), Devils 1978, Cava del Demonio (’73).

Gruppi scomparsi, nati negli anni ’80: Sconvolts: nascono nella stagione 86/87, sistemati inizialmente al secondo anello dietro la Fossa, per poi spostarsi al primo anello, visto gli ottimi rapporti con Commandos e Rams. Torcida Rossonera: nata nell’89, posizionata in curva Nord 2° anello nel tentativo di svegliare dal torpore quel settore dello stadio. Rams: nati nell’84 come “Rams Korps”, successivamente solo “Rams”, lo striscione era caratterizzato dal segnale di divieto di scolta a sinistra; si sciolgono nel 2015/16./ Mods (89-94), Metal Militia, Avanguardia, Gruppo Brasato, Eagles, Armata Rossonera, Squadraccia (fine anni ’80), Rockers, Stars (fine anni ’80), Supporters, Sioux, Siamo Belli Come il Sole, Regime Rossonero (fine anni ’80), Rangers (si sciolgono negli anni ’90), Red Black Trips, Ponente Rossonero (primi anni ’80), Bar Jano’s Friends, Gruppo N.O.M., Out Laws (85/86), Nucleo Tifosi Rossoneri, Milano Capitale, Lords Kaos (fine anni ’80, poi confluiti nei Pittbull), Indyans (primi anni ’80), Milan Fans Berlin (maggio ’89), Gioventù (primi anni ’80), Fazzupole Rossonere, Cirrosi Epatica (ultimi anni ’80), Caini Hell Nord, Brothers, Barone Rossonero (83/84).

Gruppi scomparsi, nati negli anni ’90: Alternativa Rossonera: nata il 6 luglio 1994, abbreviazione “ARN”, rappresenterà una validissima spalla delle Brigate Rossonere. Nel corso degli anni si mette in evidenza in modo deciso per colore, iniziative e presenza costante, nonostante sia nata in un momento di crisi del mondo ultras. Il nome del gruppo rispecchia la mentalità dei fondatori, che sa di continuità e nel tempo stesso di rinnovamento. Simbolo del gruppo è il famoso personaggio dei fumetti “Kattivik”. Dal novembre 2008, causa problemi interni al gruppo, Alternativa, che si collocava al secondo anello della Sud, a destra guardando la curva, non fa più parte di essa. Dalla stagione 2009/10 il gruppo si sposta nel secondo anello verde di San Siro (curva Nord, accanto a “Peltasti”), ma dal marzo 2011 sparisce anche di lì e in pratica si scioglie, con rammarico per il movimento ultras milanista, essendo stati un buon gruppo./ Gruppo Cavillo (scioltosi piuttosto recentemente), Gruppo Veleno, Prugne Korps (in seguito Pittbull), Beba, Gruppo Supremo, I Rembambì (fine anni ’90), Brigata Malata, Viagra Group, Skunkati, Villani, Strafatt, Skizzati, Rebelot, Cani Sciolti, Pitbull Milano, Gruppo Tazzato (nasce nel ‘98), Gruppo Chiarelli 1991, Gruppo Comodo (primi anni ’90), Gruppo Caramello (ultimissimi anni ’90), Feroci, Dannati (ultimi anni ’90), Convinti (1998), Brigata Massaro (in onore al giocatore Daniele Massaro, che ha fatto per tante volte la fortuna del Milan), Baschi Rossoneri (93-94), Peltasti (sempre presenti in Nord fino alla stagione 14/15).

Gruppi scomparsi, nati negli anni 2000: Guerrieri Ultras: nascono ufficialmente il 31 dicembre 2005, dalla sinergia di alcuni militanti dell’ex Fossa dei Leoni e, appunto, i nuovi Guerrieri che, contando su nuove adesioni, e con il loro spirito innovativo, colmano il vuoto lasciato nella Sud; in poco tempo si guadagnano la stima di tutti gli altri gruppi. Apolitici e convinti dei propri mezzi, dureranno invece poco, sciogliendosi intorno al 2009. Dicono che i “Curva Sud” siano la loro continuità. Leoni della Sud: nascono il 22 dicembre 2005, in seguito allo scioglimento della Fossa, ma dureranno ben poco./ Malnatt, Assatanati, Balordi, Ribelli, Banda Casciavit Herbert Kilpin Firm, Nuove Leve, Vecchi Teschi, Teste Matte, Truppa Alcoolica, Torcida Rubro Negra Ka-Pa-Ro, Nervùs (ex “Dannati”), Hooligans, Gruppo Paloba, Gruppo Savicevic, Gruppo Sambuca, Gruppo Deciso (primi anni 2000), Gruppo Hollywood, Gruppo Casciavit Milano, Gruppo Anonimo (nasce nel novembre 2005), Barbera Rossonera, Gruppo Barella Brugherio, Frange Ostili, Rossoneri ad Oltranza, Devils Oltrepò, Casalma Devils, Bomber Group (2000-01), Braulio Group (01/02), Brutti Dentro, Vimo’s Group, Black Sheep Group (2000-01), Area 207, Acid Group (2000), Amici del Giaguaro, Panzer Group (in Nord), Zona Lotto, Gruppo Guasto, Gruppo Barza.

Politica: si sono sempre professati apolitici (slogan “Né rossi, né neri, solo rossoneri”), ma in passato con leggera inclinazione a sinistra, adesso invece più a destra.

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