Fonte: Claudio “Freccia”

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- Campionato Italiano serie A Tim  2013/2014 - Decima di campionato - Hellas Verona vs Sampdoria
La curva dei tifosi dell’Hellas Verona

Gruppi/crew esistenti: Ex-B.G. ’71, Hellas Army (primo nucleo formato negli anni ’70), Hellas Fans, Mastini Scaligeri, Hellas Alcool (primo nucleo formato negli anni ’80), Cani Blu 1988, Hellas Aliens, Villaggio (primo nucleo negli anni ’80), Vecchio Inferno, Golosine, Brigata Borghetti, Nessuna Resa, We Hat Humans, 1° Febbraio, El Gruppo Campa, Butei Alti Livelli, Butei dela Busa, Quartiere Roma, Movimento-Pescatina Gialloblù, Primo Luglio, Hellas N.o.t., Ultimo Scalin 1991, La Barràs, Hell, Zona Lago, Work Team, Banda Legale, I Lupi dell’Hellas, Viette Laterali, Orfani zona Stadio, Quei da Negrar, Vecchie Golosine, Settore Est, Zona Est, Periferia Sud, Manipolo Gigi, Superiore Doc, Settore Superiore, Infonsati Gialloblù, O.l.m. sez. S. Zeno, Gruppo Jean, Bassa Estrema, Sotto Scala, Dog from the Pig, Hellas Firm, Ringhiera, Gloria et Fides Hellas Verona, Gruppo Senza Fondo, Quepos, Gruppo Taffe, Angolo, Zona Verona Sud, Ala Gialloblù, Ultimo Poggiolo, Faio Negrar, Hellas Bulldogs-Calcio Club sez. Le Alpi cafè Borgo Roma, G.T., Angloscaligeri, Manipolo Chiampo, Nobil Rion, Manipolo Piemonte, Banda Ongia, Gruppo Sempre sé, Bassa Estrema.

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Compagnie di paese/città esistenti: Malcesine, Bovolone, Rovereto, Bussolengo, Villafranca, Torri del Benaco, Mozzecane, Isola,  Pescantina, Caselle Gialloblù, Palù, Correzzo, Belfiore, Mestre, San Stefano di Z., Soave, Vigasio, Caprino, Veddasea, Valga, Arvenzano, Rivoli, Perzacco, Settimo, Bigasio, Hellas Milano, Cerea, Sirmione, Grezzana, Sulè, Nogara, Peschiera, Carpi 1903, Corgnan, San Michele, Terrazzo, Legnago, Novaglie, Bardolino, Zevio, Villa Bartolomea, Sanguinotto, Pozzo, Valeggio, Tregnago, Arco Riva, Trento, Basson, Siena, Trieste, Marche, Rivoltella del Garda, Malesina, Sommacampagna, San Bonifacio, Desenzano, Monteforte, Sezione Scandinavia, Rizza.

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Siti Internetwww.hellastory.net – www.primoluglio2004.net

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Settore: Curva Sud, tranne “1° Febbraio”, “El Gruppo Campa”, “Butei Alti Livelli”, “Movimento” e “Butei dela Busa” in Tribuna 4° anello (sopra tribuna Stampa) e gli “dissidenti” antitessera in Tribuna Est, vicino al settore ospiti.

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Curva Hellas Verona3
Uno scorcio della curva dell’Hellas Verona

Gemellaggi/Amicizie: –Fiorentina: rapporto bellissimo, uno dei primi gemellaggi della storia del panorama ultras italiano, ultratrentennale, che va ben oltre la politica ed è sempre più solido. Quando si sciolsero le Brigate, nel ’91, il Collettivo allestì una bellissima coreografia, con la Fiesole pavesata di cartoncini gialloblù, accogliendo i veronesi con le scritte “Venti anni di storia non si cancellano…onore alle B.G.” e “B.G.: muore il nome…ma la vostra stella brillerà per sempre nel nostro cielo”. Sbandierata in campo in Fiorentina-Verona 03/04. Alcuni anni fa i fiorentini a Verona esposero: “Onorati della vostra amicizia, orgogliosi del vostro rispetto!!! Un saluto ai fratelli gialloblù”. In Verona-Fiorentina 85/86 esposto lo striscione dei fiorentini “Gobbi, ci vediamo a Torino”. Innumerevoli le visite reciproche, ad esempio massicce visite dei fiorentini in Verona-Spezia Playout 06/07 e Empoli-Verona 04/05. Striscioni “Campi” e “7 B” dei fiorentini, rispettivamente in Verona-Juve e Verona-Napoli 2013/14, oltre a bandiera “Fiorenza Viola” in Verona-Chievo 13/14. In Fiorentina-Verona dello scorso campionato 13/14, la Fiesole mostra la scritta “A qualsiasi ora venga giocata questa partita…l’unico ricordo sarà una sbronza infinità!!!”. –Sampdoria: bel gemellaggio, che dura da oltre vent’anni, dopo essersele date di santa ragione, uno dei pochi risalente agli anni ’70 ancora in piedi. A Genova, gli Ultras Tito nell’85 accolsero i tifosi scaligeri con lo striscione “Benvenuti campioni d’Italia”. In Verona-Sampdoria 02/03 esposto lo striscione “PortAteci con voi”, visto che la Samp era vicina alla A e i veneti languivano in B. In Verona-Taranto 09/10, esterno stadio, esposero “U.T.C. siamo con voi”, di solidarietà per i guai che passavano i doriani in quel periodo. Trasferta inspiegabilmente vietata per i doriani nel 2011/12, visto lo storico gemellaggio: all’esterno del “Bentegodi” esposero scritte quali “I butei saranno sempre fratelli miei” e “Fieri del vostro legame orgogliosi della vostra amicizia”. I sampdoriani, in Samp-Verona 11/12, esposero scritte quali “Gemellati alla partita fratelli nella vita…bentornati butei” e “Bottiglia in mano e gomito all’insù: bentornati gialloblù”. Nell’amichevole estiva dell’agosto ’12 presenti gli striscioni doriani “Ultras Tito-vecchio stampo” e “Struppa”. Striscioncino “Fieri Fossato” doriano in Verona-Livorno 13/14. –Triestina: gemellaggio anch’esso piuttosto vecchio, molto sentito da entrambe le tifoserie, grazie soprattutto alle stesse vedute politiche. Spesso, sia a Trieste che a Verona, ci sono stati giri di campo coi bandieroni delle due tifoserie, ad esempio a Trieste nel 90/91 e 03/04, in un clima di festa con scambio di sciarpe. Sul caso-Furlan, tifoso triestino morto nell’84 in seguito a violente percosse ricevute dalla celere, i veronesi si sono espressi con lo striscione “Il vostro dolore solo ora riconosciuto…Verona da sempre lo ha onorato”. I Veronesi a Trieste anni fa esposero “Muli e butei, Hellas e Unione…onore e tradizione”; I triestini “Trieste e Verona insieme marceremo ancora”. Alcuni anni fa esposero il messaggio “Hellas-Unione per sempre”. Innumerevoli le visite reciproche, ad esempio gli Ultras Trieste sono stati presenti in Verona-Treviso 04/05 e nel 2002/03 a Vicenza, oltre a esporre lo stendardo “Trieste” in Vr-Spezia ritorno Playout 06/07 e la pezza “Curva Furlan” in Verona-Chievo 13/14. –Lazio: buoni rapporti, ma non vi è un gemellaggio vero e proprio. Rinsaldata l’amicizia l’anno scorso in Lazio-Verona di Coppa Italia, quando una delegazione di veronesi prima della gara depose un mazzo di fiori sotto l’effige di Gabriele Sandri in Nord; solo poche ore prima si erano recati al cimitero dove riposa lo sfortunato tifoso. Alcuni anni fa una scritta veronese esposta a Roma recitava “Veronese, laziale, stessa lotta stesso ideale”. Striscione “Veterani” Lazio in Ternana-Verona 03/04. In un Verona-Lazio degli anni ’70, però, venne esposta la scritta “Lazio merda”. –Chelsea: gemellaggio storico, risalente al ’76, a cui forse si deve lo stampo anglosassone della curva Sud. Numerose le visite, ad esempio bandiere del Chelsea in Torino-Verona, Vicenza-Verona 05/06 e Verona-Vicenza 11/12. Bandiera “Hellas Chelsea” in Catania-Verona 13/14. –Real Madrid: pezza degli “Ultras Sur Madrid” in Vr-Gubbio 11/12, a Crotone 11/12, e in tante altre gare. –Espanyol. –Dinamo Bucarest: per la morte del “Campa” esposero, in Cluj-Dinamo B. di Coppa della Romania lo striscione “Ciao Campa”. –Kaiserslautern. –Paris St.Germain. –Aberdeen: bandiera “Ultras Aberdeen” in Verona-Genoa 04/05, pezza “Aberdeen Gialloblù” in Vr-Genoa 06/07.

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Ex-gemellaggi: Inter, Cagliari, Lecce, Torino, Roma.

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Curva Hellas Verona4
Una coreografia dell’Hellas Verona

Rivalità: –Vicenza: rivalità più che altro di stampo campanilistico, aggravata dalla matrice politica contrapposta; il derby per eccellenza, partita particolarmente a rischio fin dagli anni ’70, in cui si registrano incidenti praticamente sempre. Subìto dai vicentini il furto dello striscione “Tartan Army”, esposto in Verona-Vicenza 93/94, rubato in un autogrill l’anno precedente, quando, al rientro da una trasferta, s’incontrarono i veronesi (circa 20 pullman più molte auto) e i vicentini (un pullman). In netta minoranza i berici si videro costretti ad essere assediati nel mezzo. Un veronese aprì il bagagliaio dello stesso prendendo i due striscioni che c’erano, cioè “Tartan Army” e “Berici Ringhiosi”, mentre “Caneva Berica” era tenuto sul pullman; alla vista del furto uno di Vigilantes Vi. scese dal mezzo e, sfilando tra i veronesi increduli, fermò il veronese che aveva gli striscioni e riprese quello dei “Berici Ringhiosi”, e i veronesi, riconoscendone apertamente il coraggio, lo lasciarono rimontare sul mezzo con la pezza. Ad onor del vero, quando la situazione si stava calmando e molti veronesi erano già partiti, i vicentini tentarono la sortita di riprendere anche “Tartan Army”, ma era ormai troppo tardi. Solito derby agitato quello giocato a Vicenza nel settembre 2012. I veronesi espongono lo striscione “Non cantavate non caricavate…V.Vi o morti le cose non sono cambiate”, parafrasando il vecchio striscione dei vicentini “Non caricate non cantate…rivogliamo le Brigate”, esposto a Verona anni fa. Il primo è anche un gioco di parole con la sigla dei “Vigilantes”, gruppo vicentino scioltosi nell’agosto 2012. Esposto poi “Boia chi molla”, con disegnato, al posto della parola “boia”, lo stemma dei “Vigilantes”, che era appunto il boia. –Milan: il 20 maggio ’73 le Bg si fanno un nuovo nemico, in un Bentegodi tinto di rossonero pronto a festeggiare lo scudetto “della stella” del Milan. Zigoni & C. umiliano il Milan 5-3 per quella che passerà alla storia come la “Fatal Verona”, con la Juve vincente a Roma con la Lazio, campione d’Italia al fotofinish. E’ l’inizio di una storica rivalità, che raggiungerà l’apice negli anni ’80. Pesanti scontri nel giugno ’83, in semifinale di Coppa Italia. Rubato diversi anni fa lo striscione “Milan Club Venezia”, esposto in Verona-Milan 80/81. Esposto in Verona-Milan 86/87 lo striscione “Commandos: quando la fuga è spettacolo”. Quando il Milan venne retrocesso in Serie B, al termine della stagione 79/80, per coinvolgimento nel calcioscommesse, con delibera della C.a.f., insieme alla Lazio, i veronesi, l’anno dopo, in casa col Milan esposero “Grazie Trinca”, personaggio che, insieme a Cruciani, fece esplodere lo scandalo delle partite truccate. Si sono registrati incidenti anche in Verona-Milan dell’agosto 2013, 1^ giornata di campionato 13/14, con alcuni lanci di torce all’esterno dello stadio e diverse scaramucce a fine gara al cancello divisorio tra il settore ospiti e i distinti. Gruppi delle due squadre si sono affrontati con lancio di oggetti e colpi dati con le aste delle bandiere. –Juventus: rivalità storica, sin dagli anni ’70, che si acuisce ancor di più a metà anni ’80, col famoso incontro a porte chiuse in Coppa Campioni, reso ridicolo dall’arbitraggio a senso unico, pro Juve, dell’arbitro, e con la lotta per lo scudetto. Rubato agli juventini un bandierone esposto in Verona-Juve 85/86 di Coppa dei Campioni. In Verona-Juventus 87/88 esposto lo striscione “Una merda in bocca a tutti i bianconeri”. –Torino: ottimi rapporti negli anni ’70, poi, nell’88 i torinisti ruppero il gemellaggio più che decennale. In Verona-Torino 91/92 esposto lo striscione “Infami”, mentre nel 2003/04 i veronesi espongono lo striscione dei “Granata Korps” Torino, ma la cosa lascia dei dubbi, infatti pare che i granata l’abbiano regalato ai veronesi durante il gemellaggio intercorso. In Torino-Verona 2013/14 la curva “Maratona” espone verso gli ospiti lo striscione “Insultate neri e gay ma le merde siete voi butei”. I veronesi, nonostante il turno infrasettimanale e la trasferta di massa di tre giorni prima soltanto, con la Juve allo “Juventus Stadium”, sono in discreto numero. –Inter: scontri già alla prima giornata del campionato 82/83, poi, nell’85, viene stretto un patto di non belligeranza, inversione di tendenza alla regola non scritta che non voleva amicizie con le cosiddette “grandi”. Intorno al 2000 il gemellaggio venne rotto. Nel febbraio 2002 botte, arresti e coltelli che girano, mettono definitivamente la parola fine al rapporto. Per Inter-Verona di Coppa Italia del dicembre 2012, si registra a S.Siro un’autentica invasione gialloblù, con oltre 6mila veronesi presenti, che riempiono tutto il terzo anello-Sud. Il match viene interrotto per 3 minuti al 15°, causa fumo prodotto dai lacrimogeni sparati dalla polizia all’esterno dello stadio, che provoca fastidio ai giocatori e all’arbitro Rocchi, con lacrimazione dagli occhi. Si verrà poi a sapere di una massiccia carica dei nerazzurri ad alcuni veronesi arrivati in ritardo, con conseguenti botte, alcune sciarpe e uno stendardo gialloblù rubato, esposti poi in curva Nord, con la carica delle f.d.o. a disperdere il tutto. Nel prepartita circa 400 veronesi si staccarono dal gruppo principale diretto allo stadio e all’altezza di Piazzale Lotto iniziarono una sassaiola verso gli agenti che li scortavano. Dopo il lancio, da parte dei veronesi, di qualsiasi oggetto capitato tra le mani, la polizia carica e spara alcuni lacrimogeni. Gli scontri durano, a fasi alterne, circa mezzora, al termine dei quali i tifosi si rimettono in marcia verso lo stadio. Per l’anticipo del sabato sera H. Verona-Inter del marzo ’14, 28^ giornata del campionato scorso 13/14, nutrita rappresentanza degli ospiti. Tanti gli insulti reciproci tra le due fazioni, mentre nell’intervallo si registrano alcuni contatti tra la Tribuna e la curva Nord, ma poca cosa. Gli interisti vengono fatti uscire alle 24, tra cori goliardici contro i veronesi, ma, quando sembra tutto finire lì, all’uscita dei mezzi dal settore ospiti, si presenta un gruppo di scaligeri, che invita allo scontro i nerazzurri; questi scendono in un attimo dai pullman riversandosi in strada per affrontare i gialloblù, ma in tutta risposta subiscono una forte carica dalle guardie che li rispedisce sui mezzi, con diversi feriti. Roma: bello il rapporto negli anni ’70, che però finisce piuttosto presto. In Roma-Vr 01/02, i Boys romanisti espongono “Veronesi bastardi”, mentre a Verona, nei primi anni 2000, mostrano un “Voi odiate tutti: Lazio, Inter, Fiorentina, Samp, Cagliari, Lecce…”. Roma-Verona, 2^ giornata del campionato 2013/14, si gioca con la curva Sud romanista chiusa per squalifica, ma la dirimpettaia curva Nord non è da meno. All’arrivo di bus e pulmini dei veronesi nei pressi del settore ospiti, partono all’assalto un centinaio di romanisti decisi a trovare il contatto: lancio di bome carta e sassi verso i mezzi ospiti, quando la celere si mette di traverso e tentativo dei veronesi di forzare il cordone di polizia. Con diversi minuti di ritardo entrano tutti gli 800 scaligeri, che prima si posizionano in alto, poi decidono di forzare il cordone di stewards e scendono in basso. Per alcuni minuti rimangono a spasso nel settore ospiti, poi a fatica vengono riportati a lato
. Lancio di oggetti vari con la curva Nord adiacente e situazione confusa per alcuni minuti, poi, col passar del tempo, i veronesi si compattano e sono autori di 90 minuti di tifo intenso, mai fiaccato neppure sul pesante passivo di 3-0. Il pullman della squadra del Verona, per la cronaca, viene bersagliato di sassi sul lungo Tevere e reso inagibile per il viaggio. Esposta bandiera della Roma, presumibilmente rubata, in Verona-Roma 13/14. –Bologna: i primi scontri di rilievo, a Verona, sono proprio coi bolognesi, nel ’73, allo stadio e alla stazione di Porta Nuova. La partita era solo un pretesto: parte dei bolognesi che giungono a Verona sono militanti di estrema sinistra, che cercano lo scontro con i veronesi esponenti del Fronte della Gioventù e di Ordine Nuovo. Negli anni ’90 la Scaligera Basket affronta una squadra bolognese seguita da centinaia di tifosi, quelli dell’Hellas accorrono in massa a sostenere i cestisti gialloblù tra lo stupore generale. In Bologna-Verona 88/89 esposto lo striscione “F.U. Emilia” (Forever Ultrà Bologna). La storica rivalità si rinnova per Bologna-Verona 13/14, con tafferugli tra le due tifoserie nel prepartita e lo striscione “Hellas merdas”, rivolto ai veronesi dalla curva “Bulgarelli”. –Napoli: i partenopei sono stati sempre accolti male a Verona, fin dagli anni ‘80, con striscioni come “Vesuvio lavali”, “Lavatevi”, “Benvenuti in Italia” (85/86), “Meglio austriaci che terroni” (88/89), “Napoli pus d’Italia” (Coppa Italia 92/93). Una classica rivalità nord-sud. I napoletani hanno subìto il furto dello striscione “CUCB Napoli” in una furiosa carica nel settore ospiti, diversi anni fa, e di “Forever Ultrà”, esposti poi in Verona-Napoli, rispettivamente dell’85/86 e dell’82/83. Nel 2006-07, in Napoli-Verona, i napoletani esposero la scritta “Cambiano i tempi cambia il pallone, il veronese più che mai ultras da pensione”. Varese: rivalità piuttosto recente, ma sentita. A Varese, nel giugno 2012, per i Playoff per la A, esposta dai padroni di casa la scritta “A Verona tiri sassi a club e bambini, a Varese ti nascondi dietro i celerini e da Tosi ti fai togliere dai casini” (il sindaco di Verona). Tafferugli durante e dopo la partita al “Bentegodi”, nel ritorno dei soliti Playoff: nel pregara arrestati due veronesi che avevano aggredito alcuni tifosi avversari, rubando loro lo zaino, con all’interno sciarpe e tessere del tifoso. I varesini sporsero denuncia e quindi i veronesi vennero rintracciati, uno con l’accusa di rapina, l’altro denunciato a piede libero per lo stesso reato. Uno steward venne aggredito, colpito con un calcio al volto. Il peggio nel dopopartita con scontri tra frange ultras veronesi e polizia che in più di un occasione effettuò cariche di alleggerimento e quindi arrestato un 26enne, con l’accusa di resistenza pluriaggravata. Nel dicembre 2012, in un pub del centro di Varese si affrontarono una decina di ultras gialloblù, di ritorno dalla trasferta di Vercelli, e un gruppo di ultras locali. Volarono calci, pugni e schiaffi, oltre a qualche bicchiere. A rivolgersi al pronto soccorso solo un fan veronese, guaribile in sette giorni. Il gruppo veneto poi si allontanò dalla città senza sporgere denuncia. I fans biancorossi seppero della presenza di tifosi del Verona da una voce circolata negli ambienti del tifo locale. –Brescia: basti ricordare gli scontri epici dell’86, con la zona della stazione e il viale che porta allo stadio teatro di una vera devastazione (vedi anche sezione “storia del tifo veronese”). I bresciani hanno subìto il furto dello striscione “Commando Ultrà Curva nord”, esposto in Verona-Juve 91/92 e, in precedenza, dello striscione “Ultras”, esposto in Brescia-Verona 86/87. Anni fa lo striscione “Mazzone ‘core’ de Brescia” prendeva in giro il romano verace, allora mister del Brescia, Carletto Mazzone. Attimi di tensione Brescia-Verona 12/13 nel pregara. Un gruppo di bresciani tenta di sfondare le barriere divisorie per raggiungere i tifosi avversari arrivati coi pullman. L’intervento coi lacrimogeni della polizia evita lo scontro. Grave l’episodio del 27 settembre 2014 (vedi sezione “Curiosità). –Salernitana: rivalità esplosa negli ultimi anni, soprattutto in chiave nord-sud; gravi incidenti nella finale di andata dei Playoff per la B nel giugno 2011 a Verona, con 19 arresti, di cui sei veronesi; furono necessari i lacrimogeni. Nel febbraio 2012 la Digos perquisì le abitazioni di 23 veronesi ritenuti responsabili di gravi turbolenze nella stessa partita, quando circa 300 ultras gialloblù, a volto coperto, tentò di aggredire i tifosi ospiti (in tutto 2mila) che stavano uscendo dal loro settore. Per riportare, in qualche modo, l’ordine pubblico, alcuni agenti vennero feriti. I 23 ultras scaligeri, individuati dalle telecamere dopo ricerche della Digos, saranno poi “daspati”. In passato rubato un bandierone ai salernitani. –Pescara: rivalità acuitasi soprattutto negli ultimi anni di C1. Nello spareggio per la B del 2010, incidenti piuttosto gravi nel dopopartita; le indagini portarono, a distanza di tempo, grazie al lavoro in sinergia delle Digos di Verona e Pescara, all’individuazione e all’arresto di due tifosi a Verona e quattro a Pescara. Rubato ai pescaresi lo striscione “Sempre con voi”, esposto in Verona-Pescara 03/04. I pescaresi, in Pescara-Verona 10/11, dedicarono la scritta sferzante “Scendi dalla scala, scordati il Medioevo, ora sei solo provincia di Chievo” ai veronesi. In Pescara-Verona 11/12 lancio di oggetti tra il settore ospiti e i due settori di casa confinanti, sia durante la gara (specie al gol), che, soprattutto, nell’intervallo, dove è volata una torcia. Un’ora prima della partita scontri tra gruppi isolati di ultras, venuti a contatto in una zona vicina allo stadio, ma il pronto intervento delle f.d.o. ha riportato la calma. Cesena: Nel maggio ’99 a Cesena si registrarono violenti scontri, ai quali fece da prologo la partita dell’andata, quando i cesenati, due ore prima della gara, si produssero in un tostissimo raid sotto la Sud veronese, inasprendo quella che fino ad allora era, per così dire, una rivalità “normale”. Un inadeguato servizio d’ordine, ridicolo nel numero e nell’organizzazione, creò i presupposti per un autentico “far-west”. A Cesena è chiaro che i veronesi vollero rispondere “adeguatamente”. Un pullman veronese pieno di tifosi passò dietro la curva Mare cesenate, ma questi assaltarono subito il torpedone, i primi fans scaligeri scesero e vennero malmenati. Malgrado ciò tutti i veronesi scesero poi a terra tutti e affrontarono con coraggio e a viso aperto i cesenati. Ne nacque un parapiglia risolto con fatica dalla polizia. I veronesi, circa mille, si offesero coi bianconeri dei distinti, che gesticolarono dopo il gol dell’1-0. I fans del Verona cominciarono a scalciare i pannelli in plexiglass e li sfondarono a forza di pedate: i vetri cedettero. Arrivò la celere che evitò l’invasione nei Distinti, ma iniziò un violento testa a testa cariche-controcariche tra veronesi e celere, che durò per diverso tempo. Dal secondo anello venne scaraventato un lavandino in testa ai tutori dell’ordine. Cesenati scatenati a fine gara. Giunti in massa dietro i distinti cominciarono a premere sulle barriere d’acciaio che isolano il parcheggio degli ospiti. Cedette in un punto un’inferriata e ci furono 5-6 minuti di scontri frontali, con cinghie, bastoni, segnali stradali, tra le due fazioni. L
e f.d.o. ingrossarono poi finalmente le fila e dispersero i romagnoli. Quando sembrava tutto finito, è la volta dei veronesi che, incredibilmente “fuggiti” dal loro parcheggio, sbucarono in circa 300 vicino alla curva “Mare”, affrontati con coraggio da una 50ina di impavidi cesenati, dispersi poi con l’arrivo delle f.d.o. che riportarono la calma. Le cifre ufficiali parlarono di 34 feriti. I più gravi furono un poliziotto, ferito dal lancio del lavandino, e un cesenate che affrontò i veronesi nell’ultima rissa. –Mantova: rivalità storica, perlopiù campanilistica, vista la vicinanza tra le due città. Per il campionato di C2 1986-87, al “Bottagisio”, vecchio stadio del Chievo, i padroni di casa affrontarono il Mantova e i veronesi colsero l’occasione per scontrarsi coi virgiliani. Bandiera del Mantova rubata e poi esposta in Verona-Mantova 05/06. –Reggina: rivalità acuita dallo spareggio-salvezza in A del 2000-01 (scontri a Verona), ma c’era già astio prima, come testimonia il furto dello striscione “Solo Reggio”, esposto in Reggina-Verona, giocata a Catania nello stesso anno. –Ascoli: rubato lo striscione “Settembre Bianconero”, in un Hellas Verona-Ascoli, ultima di campionato, diversi anni fa. Alcuni veronesi trovarono cinque ascolani ancora fuori dai cancelli nel prepartita: fuggirono subito dentro ma uno di loro, che portava un grosso zaino, venne acciuffato e colpito, prima che riuscisse a scappare all’interno dello stadio, ma senza lo zaino che conteneva lo striscione del “Settembre”. Nell’aprile 2003, in Verona-Ascoli, dopo l’esposizione di tale striscione, si scatenò una rissa nel settore ascolano e vennero tolti tutti gli striscioni. –Livorno: rivalità di carattere politico, essendo le due tifoserie di vedute diametralmente opposte. Nel 2002-03 undici pullman di ultras veronesi, arrivati a 10 Km. da Livorno, vennero bloccati in superstrada con una banale scusa: venne diffusa la notizia che un nutrito gruppo di rivali stava bellicosamente aspettando i 500 veronesi. Evidentemente qualcuno pensò bene di risolvere il problema drasticamente, negando l’elementare diritto di assistere alla partita a 500 persone, che, logicamente, andarono su tutte le furie, bloccando la superstrada, padroni per due ore delle strade della periferia di Livorno. La maggior parte decise di incamminarsi in direzione stadio, con un elicottero che monitorava l’assurda situazione, poi i veronesi, quasi tutti provvisti di regolare biglietto, vennero ingiustamente rispediti a casa. –Palermo: classica rivalità nord-sud. Nel prepartita del match di Coppa Italia Palermo-Verona del novembre 2011, i sostenitori scaligeri, circa 300, entrano in contatto coi rosanero. Nel tardo pomeriggio si verifica una rissa tra tifosi veneti, senza scorta, e siciliani, che fortunatamente non fa registrare feriti gravi. In occasione di Palermo-Verona di Coppa Italia 3° turno, dell’agosto 2013, il pullman che trasporta i tifosi veronesi (una trentina circa), giunto nei pressi del “Barbera”, viene attaccato da un gruppo piuttosto nutrito di ultras palermitani che comincia a lanciare contro il mezzo torce, bombe carta, bastoni e oggetti di ogni tipo. I veronesi non ci pensano due volte e scendono rispondendo all’attacco. La guerriglia va avanti per qualche lunghissimo minuto, fino all’arrivo delle forze dell’ordine, che ristabiliscono la calma. Rubato diversi anni fa ai veneti lo storico striscione “Gioventù Scaligera”, noto gruppo ultrà veronese. Inoltre, durante un Palermo-Verona del ’95, i tifosi di casa, dopo aver caricato gli scaligeri con una sassaiola, gli fregarono una bandiera. Scaramucce anche nell’ultimo Verona-Palermo (vedi sezione “Curiosità”). –Spezia: rivalità recente, due tifoserie calde che non si amano. Per Spezia-Verona 12/13 gli spezzini si muovono fin dal mattino per cercare il contatto, ma le f.d.o. preparano percorsi alternativi per i veneti, che arrivano ingentemente scortati, con 8 pullman, numerose auto e pulmini; tre di questi e un auto, senza scorta, tentano di arrivare in zona stadio staccati dal resto degli ospiti, ma vengono subito attaccati dagli spezzini, con un fitto lancio di bulloni, sassi e torce, che danneggiano i mezzi. Solo due vigili, inermi, assistono alla scena, ma i veronesi non si fermano. Dentro lo stadio i padroni di casa ricorderanno l’episodio col coro “dai pulmini quando scendete?”. Occorre dire però che un pullman di ragazzi della Sud si rompe lungo il tragitto, motivo per cui una parte di veronesi arriverà allo stadio solo ad inizio secondo tempo. Curva di casa che espone un ironico “Hellas Terona”. Bella prova dei veronesi che si compattono da far suo. Dopogara abbastanza tranquillo, tranne qualche oggetto che viene lanciato al passaggio dei mezzi ospiti. –Udinese: il derby del Triveneto è sempre stato molto sentito, specie negli ’80; ad esempio una volta vennero accolti dal lancio di carote al coro di “Buon appetito conigli”. Rubati ai friulani gli striscioni “HTB Army” (Hooligans Teddy Boys), esposto in Udinese-Verona 85/86, e “L’amore è bianconero…Arthur Zico”, esposto in Verona-Juve 91/92. –Nocerina: rivalità recente, più che altro per questione di razzismo nord-sud. Gravi scontri tra le due tifoserie a Verona, nel match del 21 ottobre 2011. I nocerini fregarono nello stadio vuoto lo striscione “Butei dela Busa”. In Verona-Brescia, gara successiva casalinga ai gravi incidenti, esposto all’esterno dello stadio lo striscione “E’ un branco di fifoni, codardi, vili e idioti chi va a rubar striscioni dentro gli stadi vuoti”. Mentre i nocerini, al ritorno, esposero “Il mondo è fatto a scale…chi le scende e chi le assale!!!”. I veronesi espongono una bandiera rossonera, mentre i nocerini propongono lo striscione preso all’andata. All’esterno dello stadio lancio di pietre e oggetti vari contro i mezzi ospiti e qualche tensione. –Taranto: vecchia rivalità nord-sud; tentativo di furto nel 90/91 dello striscione “Brigate” da trasferta da parte dei tarantini che da sotto quasi riuscirono a sfilare lo striscione esposto sulle loro teste dai veronesi, dapprima un po’ sorpresi, ma che poi lo difesero a denti stretti. Scontri anche in Verona-Taranto 09/10. –Crotone: rivalità nord-sud più che altro; incidenti nel 2004/05 a Crotone e anche più di recente (12/13) ci sono stati dei focolai, sempre in Calabria, con sassi contro i mezzi degli scaligeri. –Pisa: rubato lo striscione “Grazie Romeo: ragazzi ora tocca a Voi”, esposto in un Verona-Pisa 85/86. –Ternana: uno striscione ai ternani, sequestrato dalla questura di Roma forse perché troppo politico, appare stranamente l’anno successivo, cioè il 2001/02, in curva gialloblù. Tentativo di contatto anche nel più recente Ternana-Verona del novembre 2012, “daspati” tre tifosi della Ternana e due del Verona, uno sorpreso a urinare sugli spalti, l’altro invece che avrebbe assunto atteggiamenti violenti e d’istigazione nei confronti degli avversari. –Chievo: rivalità str
acittadina, immancabilmente sentita da ambo le parti, specie negli anni 2000 in cui il Chievo ha giocato sempre (o quasi) in A e il Verona in B o C. Il derby è più sentito di quanto si pensi, basti pensare infatti alla corsa gioiosa e irrefrenabile del mister del Verona Malesani sotto la curva Sud in delirio, al termine della partita dell’andata 01/02, e all’adesivo “C’è soltanto una squadra gialloblù”. –Genoa: inimicizia risalente agli anni ’70, scontri gravi già nel ’77 a Verona. Nell’ultimo Verona-Genoa, del settembre ’14, non si va oltre a numerosi cori di sfottò tra le due tifoserie, anche se i veronesi che prendono posto nel Settore Est (quelli antitessera), mostrano verso i genoani una pezza degli amici sampdoriani con la scritta “Recco”. –Ancona: rivalità soprattutto politica (estrema destra i veronesi, all’opposto gli anconetani); rubato lo striscione “Red Animals”, esposto in Verona-Ancona 90/91. –Catania: rubato ai veronesi lo striscione “Unica fede”, esposto in Catania-Verona 05/06. –Juve Stabia: recente classica rivalità nord-sud, vista l’indole razzista dei veronesi. Nell’ultimo Juve Stabia-Verona (maggio 2013), solo il forte dispiegamento di forze dell’ordine, in un clima elettrizzante, con il tentativo di venire a contatto, a fine gara, da parte degli stabiesi, ha evitato il peggio. Gli stabiesi esposero gli striscioni “Giulietta a pecora” e “Tessere in tasca, la polizia attorno, ma vi accompagnano andata e ritorno??”.

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Curva Hellas Verona5
I tifosi dell’Hellas Verona

Storia del tifo veronese: La passione al “Bentegodi”, stadio da 40mila posti inaugurato nel 1963 e rimodernizzato per Italia ’90, con un design da fare invidia a piazze ben più famose, esplode già nel ’68, con la seconda promozione in A e l’inizio di un decennio di grandi soddisfazioni. Prima c’era poco, ma qualcosa c’era. Cronache ed aneddoti percorrono un flebile confine tra storia e leggenda parlando di un forte interesse per la squadra cittadina addirittura già negli anni ’20, periodo dal quale spunta il nome di un certo “Tomaci”, che spicca per estrosità e passione, caratteristiche che 50 anni dopo, saranno tra i tratti distintivi delle Brigate. A partire dagli anni ’50 attorno al Verona si crea un pubblico di affezionati. Le prime bandiere gialloblù appaiono nel ’57, anno della prima promozione in Serie A. Dal ’68 al ’71, sulla spinta del buon rendimento della squadra e del fervore sociale d’allora, lo stadio si riempie di giovani che portano passione, calore, rumore. Un primo gruppo di giovanissimi si ritrova dietro lo striscione “I 4 fedelissimi”, un po’ l’embrione delle future B.G., al cui nucleo iniziale si aggregano tutti quelli che all’epoca volevano vivere la partita in modo attivo. Il tifo gialloblù, a partire dall’inizio degli anni ’70, è diventato un fenomeno sociale capace di aggregare migliaia di giovani e non, nella curva Sud del “Bentegodi”, che diventerà presto sinonimo di “Brigate Gialloblù”, nate ufficialmente il 30 novembre 1971, nome coniato dai due fondatori, Massimo e Franco, in quanto loro stessi militanti in aree della gioventù studentesca di sinistra di allora (le “Brigate Rosse” erano appena nate in Italia e loro pensarono di aggregare giovani tifosi in un club col nome “Brigate”), anche se dei leader della curva dicono il contrario. Inizialmente non erano più di 20 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, con sede situata in centro. Uno striscione blu, lunghissimo, con la scritta “Calcio Club Verona Brigate Gialloblù”, viene sempre esposto in casa, mentre in trasferta viene portato il semplice “Brigate”. Il gruppo si allarga a macchia d’olio, la trasferta diventa consuetudine, pur tra le mille difficoltà di allora per spostarsi. Mitica quella del ’74, in 4 a Cagliari con l’auto “Fiat 500”, due bandiere, una tromba da stadio e sciarpe d’ordinanza. I ‘brigatisti’ erano tutti, o quasi, di Verona e dintorni, in provincia c’erano i “Calcio Club” e chi seguiva il Verona si affiliava a questi. Davvero poche sono negli anni ‘70 le donne che frequentano lo stadio. Più facile vederle in trasferta, quando la partita diventa una scusa per una gita con gli amici. Le Brigate Gialloblù, nonostante il nome di ispirazione sinistroide, nascono di fatto apolitiche, in netto contrasto con la tendenza di allora. Ben presto, comunque, già dal ’72, quando accanto allo striscione “B.G.” comincia ad apparire quello del gruppo “Ultras”, entrano in curva giovani facenti parte di organizzazioni di destra, che notoriamente hanno sempre avuto terreno fertile a Verona. Dietro allo striscione Brigate, che funge in pratica da chioccia, iniziano a formarsi altri gruppi minori, che con gli anni diventeranno sempre più numerosi, tanto da essere, a metà degli ’80, un tratto caratterizzante della curva. Come i già citati “Ultras”, nei primi anni ’70 nascono anche i “Marines Gialloblù”, seguiti a fine decennio da “Punk Brigade”, “Hellas Army”, ecc. Anche quando la curva sarà caratterizzata da decine di gruppi e sottogruppi, tutti si identificheranno nelle Brigate. Il tifo, i cori, sono caratterizzati da un impronta originale tipica veronese, basandosi magari su un particolare della gara, su qualche giocatore o avvenimento, cori atti anche a denigrare l’avversario, sia nel senso di tifoso, che di squadra o singolo giocatore. I frequentatori assidui della curva hanno tutti un soprannome e alcuni diventano veri e propri personaggi, in stile perfettamente veronese. Ci si ispira apertamente ai colleghi d’oltremanica, tant’è che Verona, fin dagli anni ’60, era considerata, per certi aspetti, con la nascita di numerose bands musicali, la “Liverpool d’Italia”. Nel 1976 viene stretta un’amicizia storica coi fans del Chelsea, famosi per le loro intemperanze, e in curva cominciano ad apparire sciarpe della squadra londinese e bandiere dell’Union Jack (Regno Unito), le prime in Italia. Il giocatore simbolo dei ’70 è Gianfranco Zigoni: il suo mito a Verona continua ancora a vivere. Talento naturale, autore di grandi assist e gol, ma soprattutto egocentrico, estroso, col gusto dello spettacolo, incarna perfettamente lo spirito dei veronesi “tuti mati” e ottimi bevitori. Sembra impossibile, ma la curva, negli anni ’70, era aperta anche ai tifosi avversari, anche se quello di Verona fu il primo stadio in Italia, fin dalla metà dei ’70, a disporre le tifoserie ospiti nella curva opposta, a meno che non ci fossero buoni rapporti con le B.G. I tafferugli iniziano a esserci molto presto: risse, scazzottate, in curva inizia a entrare anche chi, col pretesto della partita, sfoga la propria aggressività. Il derby per eccellenza è quello coi vicentini, che però non vengono mai in massa a Verona. Tra il ’76 e ’77 i veronesi cominciano a entrare nelle pagine di cronaca nera: di domenica in domenica si registrano sempre incidenti e in più occasioni vengono trovate molotov, spranghe, catene, pugni di ferro e, addirittura, con la Juve, nel marzo ’77, viene trovata, sulla pista d’atletica del “Bentegodi”, una bomba a mano, per fortuna rimasta inesplosa, per intimorire il sistema-calcio. Le Brigate Gialloblù prendono le distanze dai teppisti che si infiltrano in Curva Sud. C’è da dire però che, in quegli anni, Verona non rappresentava certo un eccezione. Sono anni bui per Verona e provincia, non solo per le intemperanze di alcuni pseudo-tifosi, ma anche perchè Verona diventa uno dei crocevia europei della droga, che miete centinaia di vittime. Con il campionato 81-82, che porta la promozione in Serie A, ritorna l’entusiasmo e le trasferte oceaniche (5mila a Rimini nell’82), la curva si rianima di giovani e giovanissimi. Ha inizio un ciclo straordinario, quello del Verona di Bagnoli, che porterà, di lì a pochi anni, addirittura alla conquista dello Scudetto. Un ricambio generazionale vero e proprio, negli anni post-Mondiali ’82 del trionfo degli azzurri, col calcio sempre più al centro dell’interesse collettivo e stadi pressoché ovunque gremiti, porterà, da una parte nuova linfa alla curva, dall’altra la caratterizzerà in modo inequivocabile: più aggressiva, divisa in tanti gruppi ma compatta nel tifo e sempre più schierata a destra, creandosi un immagine violenta e razzista ed esponendo simboli come croci celtiche e, talvolta, anche svastiche. Dal 1983 appare in curva lo striscione del “Verona Front”, gruppo creato da aderenti al Fronte della Gioventù. Questo nonostante la curva sia eterogenea e accolga comunque anche gruppi di sinistra, come i “Rude Boys”. Le Brigate, però, predominano su tutto, la curva è compatta nonostante tali differenze, colorata da tante bandiere, mentre spariscono i tamburi. La composizione della curva negli “anni d’oro” registra l’inserimento di elementi molto giovani (tra i 13 e i 15 anni), che sempre più spesso provengono dai paesi della provincia e non mancano neanche “brigatisti” delle province limitrofe (zona trentina, bresciani, mantovani, rodigini) oltre a qualche cane sciolto ammaliato dal fascino delle B.G. La particolarità della Sud è l’approccio goliardico, quasi demenziale, a tratti feroce con cui vengono accolti tifosi e squadre avversarie, come, ad esempio, il trattamento riservato al peruviano Uribe del Cagliari, uno dei primi giocatori di colore a venire in Italia dopo la riapertura delle frontiere, sommerso di banane al momento d
i calciare un angolo. C’è sempre la voglia di creare un ambiente ostile agli avversari, anche se, nel ’96, con l’”impiccagione” di un manichino nero, macabra rappresentazione del giocatore di colore Ferrer, che doveva arrivare al Verona (poi la trattativa saltò), si andrà ben oltre. Famosa la goliardia targata “BG”, come il presentarsi a Como con pinne e materassini balneari al grido di “per quest’anno non cambiare, tutti a Como come al mare”. Il Verona entra nel ristretto novero delle “grandi” e i tifosi veronesi si spostano in massa con alcune trasferte che, soprattutto all’estero, si trasformano in veri e propri esodi (6mila a Udine nell’82; 5mila a Graz, Coppa Uefa, nel novembre ’83). Nel DNA della curva entrano giocatori come il “traditore” Dirceu, Fanna, e, soprattutto il danese Preben Larsen Elkjaer, per molti il successore di Zigoni, sia per le sue doti calcistiche che per la vena guascona che caratterizza il personaggio. I giovani vedono la fede gialloblù come una divisa da battaglia e un modo per combattere crisi d’identità e insicurezze adolescenziali, un modo per trovare stimoli e recuperare valori quali gruppo e aggregazione. Il 12 maggio 1985, nella trasferta di Bergamo, il Verona si laurea matematicamente Campione d’Italia  conquistando uno scudetto memorabile, l’unico vinto dalla squadra veronese, che è guarda caso anche il primo e unico col sorteggio arbitrale integrale nella storia del campionato di Serie A. Il 19 maggio, in uno stadio pavesato a festa, il Verona e i suoi tifosi festeggiano, in un bagno di folla, contro l’Avellino, sconfitto 4-2, lo storico traguardo. La curva assume un impronta sempre più teppistica, quindi non solo risse, con decine di striscioni rubati e poi esposti in Sud, ma raid veri e propri. Frange di gialloblù lasciano il segno nel 1986 a Como e, nell’agosto dello stesso anno, devastano la piccola Cavalese, località trentina scelta dal Verona per il ritiro precampionato. In curva alcuni gruppi non fanno mistero della loro natura bellicosa. E’ il caso degli “A.S.U.” (Associazione Stalle Umane), gruppo composto da tifosi non più giovani, ispirati dalle gesta dei colleghi inglesi, con la passione per l’alcool. I rapporti con la dirigenza si fanno sempre più difficili, gli attriti inevitabili, che esplodono nella trasferta di Brescia del dicembre ’86, dove gli ultras veronesi mettono “a ferro e fuoco” la città. La partita segna l’inizio dell’era più difficile delle Brigate. Nella settimana precedente l’incontro i bresciani distribuiscono in città volantini che invitano tutti a “spaccare le ossa ai veronesi”. Il clima si prospetta infuocato. Arrivano nella città lombarda 5000 gialloblù. La partenza del treno era fissata per le 10,30, ma 2000 ragazzi a quell’ora sono già a Brescia. Ad attenderli in città non c’e nessuno, il tentativo di passare indisturbati è perfettamente riuscito. La stazione viene messa a soqquadro, persino le cabine telefoniche vengono sradicate e portate a spasso dal corteo devastatore per alcune decine di metri. Lungo la strada che porta allo stadio (circa 8 km.) la furia dei “tifosi”, armati di martelli e mazze, si abbatte su centinaia di auto e vetrine. Anche il sindaco di Verona, Gabriele Sboarina, la cui auto viene colpita da sassi, viene coinvolto negli incidenti finiti solo a tardo pomeriggio. Il numero dei tifosi coinvolti e l’entità dei danni arrecati alla città non può passare inosservato. Il lunedì successivo scoppiano le polemiche e viene organizzato un summit in prefettura per varare piani antiviolenza. Fino ai fatti di Brescia si pensava che la frangia estrema delle Brigate potesse contare 150-200 individui, che talvolta riuscivano a coinvolgere altrettanti colleghi più “tranquilli”. Il presidente del Verona Chiampan si infuria e minaccia addirittura di ritirare la squadra dal campionato, oltre a proporre la schedatura sistematica dei violenti, mentre il sindaco medita di chiudere la curva o far giocare il Verona a porte chiuse. La Procura di Verona inizia a indagare su eventuali connessioni tra la curva veronese e gruppi locali di estrema destra. La polizia effettua centinaia di perquisizioni, rinvenendo mazze, caschi, attrezzi da arti marziali e materiale propagandistico di estrema destra. Il 1° Febbraio 1987 vengono arrestati 12 ultras, con la pesante, gravissima accusa di “associazione a delinquere”. Per la prima volta in Italia i tifosi vengono trattati alla stregua di criminali veri e propri. La Sud si schiera in massa con gli arrestati e nella partita con la Roma effettua uno sciopero del tifo passato alla storia: nella zona centrale della curva, rimasta vuota, rimane solo la scritta “Non 12 ma 5000 colpevoli”. Un giornale dell’epoca titola “Verona: da Bangkok della droga a Beirut del calcio”. Risulta lampante come parte degli ultras che si riconoscono nelle Brigate Gialloblù, sfugga al controllo dei “capi”. Si inasprisce purtroppo il braccio di ferro tra curva e dirigenza. Intanto, la squadra brillante dello Scudetto è solo un ricordo e, progressivamente, perde posizioni nel ranking nazionale, non è più tra le grandi, e le trasferte hanno conseguentemente numeri più risicati. Nella stagione 89-90 si avrà la debacle del Verona e la fine definitiva dell’era-Bagnoli, che accetta di allenare una squadra raffazzonata all’ultimo momento, dopo che Chiampan aveva svenduto tutta la squadra per far fronte ai problemi economici. All’ultima giornata il Verona a Cesena è seguito da migliaia di tifosi per quello che sarà il canto del cigno del Verona “che pensa in grande”. Nella serie cadetta gli ultras gialloblù, nonostante la “sorveglianza speciale”, imperversano un po’ in tutti gli stadi. Il pronto ritorno in Serie A coincide con nuovi disordini e nuove diffide, la curva è costantemente al centro dell’attenzione e, il 14 dicembre 1991, dopo un dopopartita tumultuoso col Milan in Coppa Italia, pochi giorni prima del ventennale, le B.G. annunciano il loro autoscioglimento, in accordo con tutti i gruppi presenti nella Sud che si sciolgono insieme alle Brigate. Per Verona-Genoa le ringhiere della curva resteranno, dopo 20 anni, desolatamente vuote. Le Brigate, considerate all’unisono uno dei gruppi più intransigenti, turbolenti, originali e rispettati nella vasta galassia ultrà, non ci sono più. Cambia il “look” della Sud, ma non il suo contenuto ideologico, che, vestendo abiti anglosassoni, si presenta con un gigantesco e pittoresco mosaico di bandiere e stendardi gialloblù con le diciture più bizzarre, e con tanta voce in corpo, mettendo in pratica gli apprendimenti che si sono fatti andando spesso in giro all’estero. Negli anni ’90 la Sud trova nuovi equilibri, tra Serie A e B la scena del tifo è altalenante, s’accentuano i contrasti, già in atto da anni, tra “veterani” e più giovani, molto distanti culturalmente. Tuttavia la curva non muore, l’amore per i colori e per la storia stessa della tifoseria veronese continuano ad esercitare un grande fascino sui giovani. Nell’estate del ’96 la curva Sud torna incresciosamente alla ribalta per il già citato “caso Ferrer”. Dopo un lungo periodo di sbandamento, in cui l’Hellas non viene mai abbandonato ma sempre seguito, anche se in modo non totalmente organizzato, entra in scena, nei primi mesi del 1999, la “Banda Loma”, che rivoluziona il tifo veronese e rompe i gemellaggi con Lecce e Inter; in questo periodo si arriva anche alla spaccatura con le ex-Brigate. Dopo la retrocessione in Serie B del 2001 la curva veronese si risolleva a fatica, dopo una crisi interna. Seguono tanti bui anni di Serie , avari di soddisfazioni. Nel 2007 arriva anche la retrocessione in C1, dopo aver perso i Playout con lo Spezia, e l’anno dopo si rischia addirittura la retrocessione in C2, scongiurata nei Playout vinti con la Pro Patria. I dissidi interni rimangono ma la “Banda Loma”, che fa capo al leader Alberto Lomastro, perde consistenza, e l’allestimento, nel 2008-09, di una squadra competitiva, dà il là alla rinascita della curva veronese,
culminata con la promozione in B del 2010/11. In molti chiedono il ritorno delle B.G. al timone, intanto sono tornati esponenti di spicco e si continua ad usare quella famosa dicitura. L’originalità degli Hellas Fans non è più quella di una volta, ma c’è ancora la voglia di stupire, come fecero anni fa a Crotone, quando scesero dai pullman vestiti da sceicchi, lanciando alla popolazione locale rotoli di carta-moneta, ovviamente falsi. Oppure come nel corso della stagione 2008-09, quando, prima di Verona-Cremonese, organizzarono in curva un “funerale” con tanto di corteo dietro una croce cantando “Io risorgerò”. Col Foggia, sempre in quella stagione, contestazione al proprietario Arvedi, con il lancio da parte di tutto lo stadio di banconote false, in risposta alle “uscite” del presidente. A Foggia cori blasfemi contro Padre Pio. La lungimirante curva dell’Hellas, quando nel 2010/11 la tessera del tifoso diviene obbligatoria, è la prima (o comunque una delle prime) in Italia a decidere di sottoscrivere la tessera, ben capendo che non si può venire meno ad una delle cose basilari dell’indole ultras, la trasferta; che è una battaglia persa in partenza quella di non sottoscriverla, coerenti anche nel fatto che non si sono mai dimostrati contro la tessera, disertando la manifestazione antitessera organizzata a Roma nel 2009, che vide la partecipazione di tante tifoserie dimostratesi poi voltagabbana; che non è con una tessera che si uccide il mondo ultras, ma con leggi speciali liberticide e anticostituzionali, non ultima la “Legge Alfano”, approvata in Parlamento nei mesi scorsi, sull’onda mediatica ed emozionale per l’omicidio dell’ultrà napoletano Ciro Esposito, avvenuto a margine della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli del 3 maggio 2014, da parte di un (ex) ultrà della Roma. Queste sono le cose da combattere: la tessera si è dimostrata di per sé inutile e infondo ha lasciato il tempo che ha trovato. Il resto è storia dei nostri giorni.

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Politica: estremamente destroidi, of course.

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Gruppi scomparsi nati negli anni ‘70: Brigate Gialloblù, Hellas Army, Ultras (nati nel ’74, come simbolo il teschio con le ossa incrociate dietro; memorabili i cortei che partivano dal quartiere “Veronetta” per recarsi allo stadio distante 3-4 km., con lo striscione aperto che occupava tutta la strada e dietro centinaia di ragazzi che urlavano a squarciagola), The Deadly Sinners Club, Supporters, Marines Gialloblù, Punk Brigade, Donne Gialloblù.

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Gruppi scomparsi nati negli anni ‘80: Boys, Warriors, Vecchia Guardia, Gioventù Scaligera, Inferno Gialloblù, Verona Front, Hellas Alcool, Hellas Girls, Hellas Angels, Vitelloni, Hellas Dynamite, Hellas Bulldogs, Commandos Gialloblù, Tigers, Sturm und Drang, Panthers, A.S.U.,  Eagles, Cicciolini, Hass, Gog, G.f.u.t., Brigate Ultimo Scalin, Tartan Army, Rude Boys, Cubi, Brigate Angolo, Irish Clan, Verona Stressata, Villaggio Gialloblù, Verona New Line, Brigate Elkjaer, Brigate Zigoni, Brigate Osvaldo (’85), Cubi, Provos, I Gufi.

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Gruppi scomparsi nati negli anni ‘90: Skiantos, Animals in Action, Sbeaccioni, G.p.n., Hellas Clan, Taca Banda, La Crema, I Butei, G.S., I Ruseni.

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Gruppi scomparsi nati negli anni 2000: Piumati, Seguaci Scaligeri, Highlander Alcoholised, Gruppo Alex, Vald’illhellas, Gruppo Camporhellas 2002.

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Curva Hellas Verona6
La curva dell’Hellas Verona in festa

Curiosità: -Per Inter-Verona (2-2) del novembre scorso, 11^ giornata del campionato 14/15, i veronesi si presentano in circa 500 unità, facendosi sentire per gran parte della gara, ma, nonostante l’accesa rivalità, grazie al meticoloso servizio d’ordine e all’ingente quantitativo di forze dell’ordine, non successe praticamente niente di rilevante. -In occasione di Roma-Verona del settembre ’14, 5^ giornata del campionato in corso, i veronesi, in circa 400, entrano nel settore a loro riservato con potenza, sfondando il cordone e portandosi in basso. Strabiliante la continuità con la quale reggono il confronto per tutti i 90 minuti coi padroni di casa. Con loro anche un gruppetto dei gemellati “Fiorenza Viola Curva Fiesole”. Una persona della parte alta della Nord romanista prende di mira i veronesi inscenando l’imitazione di Giulietta, mascherandosi veramente bene. -Una maxi rissa è scoppiata sabato 27 settembre 2014 all’autogrill “Chianrti Ovest”, zona di Firenze, tra i bresciani che stavano andando a Perugia e i veronesi che andavano invece a Roma, per assistere al match coi giallorossi. Un vero e proprio furioso puteferio, anche se è stato effettuato un solo arresto, un 30enne bresciano, e un solo tifoso, di Verona, si è fatto medicare all’ospedale di Ponte a Niccheri. -Arrestati due tifosi veneti in occasione di Torino-Hellas Verona del settembre ’14: uno, di 31 anni, che voleva scendere dal bus col volto coperto, assieme ad altri ultras del Verona, ha picchiato a pugni e calci un poliziotto; l’altro, di 22 anni, aveva addosso un grosso petardo. Dopo l’intervento della Digos, gli ultras, tra cui c’era anche un avvocato che ha assunto la difesa dei due arrestati, hanno inscenato una protesta: non volevano entrare finchè i loro amici non fossero stati rilasciati, stessa scena a fine gara. I due sono stati raggiunti da Daspo, il 22enne aveva già subìto tale provvedimento nel 2011. -A distanza di alcune settimane da H. Verona-Palermo del settembre ’14, 2^ giornata del campionato 14/15, quattro sostenitori scaligeri sono stati sottoposti a Daspo, dagli 8 ai 3 anni, per avere aggredito tre tifosi del Palermo prima della gara. -Nella trasferta di Livorno del febbraio 2014, molti veronesi, visto il periodo, si presentano vestiti in maschere di Carnevale, entrando nel settore a partita iniziata tra l’ilarità della gente. -Nella trasferta di Milano col Milan, del gennaio ’14, nel pregara un gruppetto di circa 150 veronesi senza scorta si ritrova a passeggiare in corteo in Piazza Duomo tra lo stupore dei passanti. In tutto sono 1200 i veronesi presenti a San Siro, che, per annunciare il loro arrivo allo stadio, esplodono due bombe carta e vengono incanalati dal forte schieramento di guardie verso il terzo anello verde. I primi cori sono ironizzanti lo sciopero della curva Sud del Milan, col coro “tutti seduti, voi siete tutti seduti”. -Dopo una decina di anni torna in campionato, nel dicembre 2013, la sfida Verona-Lazio, ed è l’occasione per rinnovare l’amicizia tra le due tifoserie, anche se non sono presenti ultras laziali. I noti fatti di Varsavia, che videro coinvolta la Nord laziale, fanno sì che anche a Verona vengano esposti alcuni striscioni solidali verso i laziali ancora detenuti in Polonia, come “Ultras Lazio liberi”, del Settore Est, e “Ultras Lazio liberi subito”, della curva Sud. -Ingente schieramento di forze dell’ordine per Genoa-Verona del novembre 2013 per cui risulta impossibile ogni contatto. All’arrivo dei primi pullman di veronesi, scortati dalle volanti della Digos, accade purtroppo un episodio spiacevole per un ultrà scaligero: mentre l’autobus procede verso la zona della Foce, dove i tifosi venivano radunati per evitare contatti coi genoani, pare che i butei siano riusciti ad aprire le porte e, proprio in quel momento, all’altezza di una curva, il tifoso gialloblù abbia perso l’equilibrio finendo per terra, sull’asfalto, e riportando un grave trauma cranico. Subito i gemellati doriani, e anche alcuni esponenti della Gradinata Nord genoana, sono accorsi all’ospedale per dimostrare la loro disponibilità e solidarietà. I veronesi entrano nello stadio a blocchi e, dopo essersi compattati, iniziano col loro repertorio di treni e cori sempre alti, molti dei quali goliardici com’è nel loro stile, e anche quando la squadra va sotto di due reti non smettono mai di tifare. Tantissimi i cori di sfottò verso i genoani, alcuni anche a sfondo politico. -In Sampdoria-Verona di Coppa Italia 2013/14 la curva di casa, in virtù del gemellaggio che lega da tanti anni le due tifoserie, espone lo striscione “Forza Leo siamo con te”, il tifoso veronese ricoverato in ospedale dopo la partita col Genoa, ed anche l’ottantina di veronesi presenti espone per lui uno striscione d’incoraggiamento: “Forza Leo…combatti!”. -C’è aria di protesta in casa interista contro le assurde norme sul razzismo e sulla discriminazione territoriale, intrise di falsità e di ipocrisia, in occasione di Inter-Verona dell’ottobre 2013, campionato scorso, con i veronesi che si divertono, dando sfoggio della loro goliardia, durante la contestazione interista, con alcuni cori a sottolineare ogni loro movimento, tipo “tutti seduti” o “solo striscioni, voi siete solo striscioni”. Ma la contestazione degli interisti è legittima e da prendere seriamente. -All’inizio della partita interna col Livorno del settembre 2013, la Sud mostra lo striscione della “Gioventù Scaligera”, cui ricorreva proprio in quei giorni il trentesimo anniversario della nascita. Mostrata nella zona del Settore Est una bandiera della Grecia, con accanto la scritta “Grecia libera”. -Grande festa allo stadio, pressoché esaurito, e per le vie e piazze del centro, in occasione di Verona-Empoli del 18 maggio 2013, che sancisce l’ultima promozione in Serie A della società scaligera. Classico corollario dei festeggiamenti: giro del pullman scoperchiato della squadra per le vie cittadine, giro d’onore dei protagonisti, invasione di campo dei tifosi che portano via un po’ di tutto pur di avere un souvenir dello stadio e magliette celebrative (una grossa “A” con la scritta “Finalmente siamo tornati-2012/13”). Esposti inoltre gli striscioni “Siamo l’armata del Verona e nessun ci fermerà”, “Sono finite le gite a Verona” e “Grazie presidente”. -La presentazione della squadra viene effettuata in estate tutti gli anni nell’impianto sportivo situato dietro il “Bentegodi”: un “vernissage” abituale dove solitamente viene salutata la squadra con l’accensione di tante torce e lo sventolìo di bandieroni. -In Livorno-Verona dell’ottobre 2012, i circa 700 supporters scaligeri si macchiano purtroppo di vergognosi cori contro l’ex giocatore del Livorno Piermario Morosini, scomparso nell’aprile dello stesso anno per una complicanza cardiaca sul campo di Pescara.

Curva Hellas Verona
Una coreografia della curva dell’Hellas Verona

Il coro, scellerato e inopportuno, scandito verso la fine del primo tempo da un gruppetto di ultras veronesi, costato 50mila €. di multa alla società veneta, aprì tutti i tg e giornali di quei giorni, catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica. La Digos livornese emise cinque anni di Daspo per quattro scaligeri. Fuori lo stadio si registrarono un paio di aggressioni ai pulmini gialloblù, con lievi danni alla carrozzeria, ma il grosso dei due gruppi non riuscì ad arrivare a contatto. Nella susseguente partita con il Lanciano, dopo il gesto di Livorno, i veronesi scelgono la via del silenzio: nessun comunicato, nessun lamento, niente parole. Tutti in curva al loro posto a gestire la grana, cantando cori potenti per la squadra e per la maglia. La società organizza una sfilata con alcuni bambini prima della partita, che fanno il giro del campo con in mano lo striscione “Moro per sempre con noi”, controbilanciando i vergognosi cori di Livorno, e applauditi dalla gente comune. Già l’anno precedente (11/12) i veneti non si comportarono bene a Livorno, scandendo cori in favore di Benito Mussolini, per i quali furono denunciati quattro ultras. -Precursori di tante mode, anticipatori del modo di tifare strettamente anglofilo, dei cori in dialetto, delle sciarpe popular a listelli, degli stendardi o pezze al posto degli striscioni tradizionali, i veronesi sembrano aver avuto la vista lunga anche sulla questione tessera. Una scelta presa soprattutto sulle ali dell’entusiasmo per la fantastica promozione in Serie B della stagione 2010/11, per l’indole di andare controcorrente, di essere antagonisti e mai omologati alla massa dei veronesi, e per la voglia di provocare casini nelle trasferte, che senza la tessera, come si sa, sono vietate. -Nella primavera del 2013 festeggiati all’Arena di Verona i 110 anni dell’Hellas Verona, occasione in cui è riapparso lo storico striscione delle “Brigate”, alla presenza anche di alcuni gruppi gemellati. -Nella Tribuna Est del “Bentegodi”, alla ringhiera vicina al settore ospiti, si schierano i “dissidenti”, rappresentanti di gruppi ultras che non si sono interamente tesserati, con tanto di pezze quali “La Barràs”, “Ultimo Scalin”, “Sanguinotto”, “Quartiere Roma” e altri ancora; l’eloquente “Contro ogni droga”, esposto sempre in quel settore, la dice lunga sulle visioni politiche dei veronesi. Si danno un gran da fare da quella posizione insultando sempre i rivali ospiti, cosa che però da quest’anno è praticamente impossibile, essendo stata divisa in due la parte superiore della curva Nord, con gli ospiti che vengono sistemati dalla parte della Tribuna centrale, espediente per evitare contatti col settore sopracitato. -A Parma, il 30 novembre ’11 in Coppa Italia, vennero festeggiati i 40 anni delle ex-Brigate Gialloblù, con tantissimi veronesi al seguito che per l’occasione rispolverano lo striscione “Brigate” da trasferta. Sì, perché in realtà si può dire che le Brigate non hanno mai smesso di esistere, e la loro anima è vissuta ancora in tutti questi anni: le Brigate non sono mai morte. Ironia della sorte, la decisione di autosciogliersi le Brigate la presero proprio a Parma nel ’91, quando, alla fine del primo tempo, i membri più in vista si riunirono alla ringhiera in basso e in un batter di ciglio, esasperati dall’accusa di associazione a delinquere e dalla polizia, che li “marcava” stretti, decisero che il gruppo non esistesse più. -Il 2 giugno 2010, al “Bentegodi”, si è festeggiato in grande stile il 25° anno dalla conquista dello scudetto, con un’amichevole tra Gialloblù Superstars e Rappresentativa Italiana Attori. Gli striscioni storici dei gruppi ultras di allora erano tutti al loro posto originale. In un atmosfera bellissima, pregevoli la fumogenata tricolore e lo striscione “Il trionfo più bello resterà nella storia e chi lo ha vissuto ricoperto di gloria”. -Quando morì il conte Arvedi, considerato un eroe per aver liberato Verona dai Pastorello nel 2006, il 20 marzo 2009, in seguito alle ferite riportate per essere stato investito da un auto sull’autostrada del Brennero A-22, il capitano del Verona, nella successiva gara casalinga contro il Portogruaro del 29 marzo, depose un mazzo di fiori sotto la curva Sud, che gli dedicò il coro “per sempre voleremo in alto”, intonato ogni volta per tutti i butei della Sud scomparsi prematuramente. -Un grave lutto colpì la curva nell’aprile 2010: la scomparsa del Campa, “vecchio” leader della Sud. Il Campa faceva parte di “El Gruppo since 2001”, situato in Tribuna, dopo la sua morte ribattezzato “El Gruppo Campa”. -Il primo bandierone coprisettore gialloblù è apparso alla fine degli anni ’70 nelle gradinate “Distinti centrali”. Venne fatto dai genitori di uno dei leader della Sud. -Dalle informazioni raccolte, la prima torcia accesa nella Sud del “Bentegodi” risale a un Verona-Cesena dell’11 aprile ’76. -Caratteristici i cori “morte, morte”, col pollice verso, quando s’infortuna un giocatore della squadra avversaria, e “Chi non salta è veronese”. -Tra le “pezze” sempre esposte in casa e fuori troviamo “I love el vin”, “Canta Lele!”, “Curva Sud”, “Dai Pacio…continua a caricare”, “Se bee sempre de quela”, “Che giusti che siete”, “Veni vidi vici”e “12 maggio ‘85”.

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Clubs principali: “Club Cutty Sart”, “Razza Gialloblù-Calcio Club Roverchiara”.

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Curva Hellas Verona7
Una coreografia della curva dell’Hellas Verona

Liberi pensieri: “Dio Zigoni pensaci tu” (Vicenza-Vr 75/76), “Zigo sei sempre nei nostri cuori”, rivolti a Gianfranco Zigoni, giocatore del Brescia 79/80, a Verona dal ’72 al ‘78 (Brescia-Verona 79/80); “Gioventù Antibiancorossa” (Vicenza-Vr 80/81), “Dirceu ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero” (83/84), “Dirceu? No grazie”, giocatore del Napoli che l’anno prima aveva giocato a Verona, considerato quindi un traditore (Vr-Napoli 83/84); “Osvaldo non ci lasciare” (Vr-Udinese 83/84, rivolto all’allenatore Bagnoli); “Soli contro tutti” (Vr-Ascoli 84/85), “Sampdoria-Verona: in Europa grandi insieme” (Vr-Sampdoria 85/86), “Grazie lo stesso ragazzi…ma contro la disonestà non basta la dignità”, verso la Juve accusata di avere rubato la partita nel match fratricida di Coppa Campioni (Verona-Fiorentina 85/86); “A Sirmione regna la ns. sezione” (Brescia-Vr 89/90), “Ecco la vostra soluzione…chiuso per repressione”, con il terzo anello lasciato vuoto e la gente tutta negli altri anelli (primi anni ’90); “Guastafeste” (Milan-Vr 91/92, 33^ giornata, in un San Siro festoso per lo scudetto); “A.a.a. cercasi società per Serie A” (Perugia-Vr 94/95), “Sempre presente nei nostri cuori, nel tuo ricordo…Cristiano”, ultrà prematuramente scomparso, ricordato sempre in casa anche con lo striscione “Cristiano tra noi” (Cosenza-Vr 94/95); “Dio non salvi la Reggina” (Vr-Reggina 00/01, spareggio salvezza); “Nella storia nella città un secolo di fedeltà” (02/03), “Onore a Furlan” (Treviso-Vr 03/04, dopo 20 anni esatti); “Dall’85 all’eternità”, nel giorno del ventennale dello scudetto (Vr-Perugia 04/05); “Pastorello vattene”, contestazione a oltranza contro il presidente (04/05-05/06-06/07); “Pastorello vattene, per noi il 1° luglio è già arrivato” (metà anni 2000); “Pastorello si ama”, “Pastorello resta”, “Pastorello santo subito”, “Arvedi-Pastorello società modello”, Pastorello t.v.b.”, “Sensibile-Arvedi-Pastorello anima cuore e cervello”, “Chiampan attento…Pastorello non si tocca”, “Ora e sempre Pastorello presidente”, “Pastorello i giocatori videocomprali!!!”, per quello che è passato alla storia come il “Pastorello-day”, una simpatica, ironica controcontestazione all’”odiato tiranno”, che dichiarò “Il 30 giugno 2004 venderò la società” (Vr-Rimini 05/06); “Un piccolo angelo è volato in cielo, ciao Tommy”, “Tommy you’ll never walk alone”, per il piccolo Tommaso Onofri, bimbo barbaramente assassinato a Parma (Vr-Vicenza 05/06); “1996-2006 Marti vive” (Vr-Brescia 06/07), “W il sorriso verticale” (Vr-Juve 06/07), “Dove casso è la Paganese?” (ritiro precampionato 07/08); “Buon Natale ai ragazzi in cella” (Vr-Cremonese 07/08), “Bentornato a casa, Nanu campione d’Italia”, al mister del Foggia Galderisi, giocatore scudettato a Verona nell’85 (Vr-Foggia 07/08); “Meglio atei in C2 che Pagani in C1”, abile gioco di parole “religiose” con la città campana (Vr-Novara 07/08); “Basta soldi a questa società…tutti fuori” (Vr-Sambonifacese, C.Italia Lega Pro 08/09, esterno stadio); “Nemmeno i soldi per un necrologio…pezzenti” (Sud Tirol-Vr, Coppa Italia Lega Pro 08/09); “Tante volte a lasciarci sono i tifosi più valorosi, ciao Seba!” (Vr-Ternana 09/10), “Per sempre voleremo in alto…ciao Graz” (Vr-Andria 09/10), “Max per sempre gialloblù” (Vr-Rimini 09/10), “Da lassù tifa gialloblù, ciao Moreno”, (Vr-Reggiana 09/10), “Ciao Tommy piccolo grande tifoso gialloblù”, tutti ultrà purtroppo non più tra noi (Vr-Pescara 09/10); “Giochiam con voi…non traditeci” (Vr-Portogruaro 09/10, esterno stadio), “In trasferta con la curva Sud non con TeleArena” (Vr-Como 10/11, esterno stadio), “1° Febbraio 87 nessuna resa” (Vr-Gubbio 10/11, esterno stadio), “Butei liberi” (Vr-Crotone 11/12), “Soli contro tutti oggi come ieri” (Vr-Vicenza 11/12), “Misure restrittive ah ah ah” (messaggio rivolto all’Osservatorio per l’inserimento nella Black List dopo i fatti di Milano in Coppa Italia; Vr-Padova 12/13); “Coscienti del vostro complesso d’inferiorità” (Vr-Brescia 12/13), “Umiltà, forza, coraggio, solo ai grandi uomini è concesso realizzare grandi sogni” (Vr-Parma 13/14), “I questori passano, i butei restano…i loro figli già combattono” (Vr-Roma 13/14), “Benvenuti tesserati” (Vr-Genoa 13/14), “Veronesi in letargo? Curva A divano e telecomando” (Verona-Napoli 13/14), “Buon Natale a chi non si arrenderà mai…butei liberi” (Vr-Lazio 13/14), “Per sentirti accettato le tue origini hai rinnegato, la Scala bisogna averla nel cuore, non sopra una maglia dello stesso colore”, in tutta risposta ai clivensi che volevano anche loro sulla maglia la Scala, appunto, simbolo di Verona (Verona-Chievo 13/14).

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3 Commenti

  1. Mancano gli ASU, Associazione Stalle Umane…

    Un sottogruppo nato nell’84, l’ASU (Associazione Stalle Umane), gruppo di ragazzi volutamente sporchi, scarponi o ciabatte, uso smodato di alcool, fiaschi di vino e birra, una falange dedita a scorribande ed atteggiamenti animaleschi

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