AS BariL’Associazione Sportiva Bari, nota come A.S. Bari o Bari, è la principale società calcistica di Bari. Ha militato per 28 stagioni in Serie A, risultando così la prima formazione della Puglia e la seconda dell’Italia meridionale, dopo il Napoli, per numero di partecipazioni al massimo campionato italiano. Condivide peraltro con la Pro Patria il non invidiabile primato di 4 campionati di massima serie terminati all’ultimo posto (1940/41, 1963/64, 1969/70, 2000/2001).
Fu fondata il 15 gennaio 1908 come F.B.C Bari, con maglia rossa e pantaloncini bianchi. Come molte altre squadre di calcio italiane anche alla fondazione del Bari parteciparono degli stranieri: Floriano Ludwig, tedesco trapiantato a Bari, Gustavo Kuhn, svizzero, con l’italiano Giovanni Tiberini. Nella prima formazione (nella foto a lato) si riconosce lo stesso Ludwig, il primo in piedi da sinistra, insieme ad altri stranieri, a Bari per lavoro, e baresi: a fianco di Ludwig in piedi da sinistra Barther, inglese e Bach, svizzero, al centro Attoma, Roth, svizzero, e Labourdette, spagnolo, in basso Jovinet, francese, Giordano, Gazagne, francese, Randi e Ziegler.
Successivamente affiancarono la F.B.C. Bari altre due società: la U.S. Ideale (colori nero-verde adottato nel 1915) e F.B.C. Liberty (colori rosso-blu a strisce orizzontali, poi variato nel 1915 in bianco-blu verticali). Il F.B.C. Bari venne sciolto nel 1915, in periodo di guerra, ma nel torneo 1926-27 la denominazione “Bari” venne adottata dalla Liberty a partire dal 6 febbraio 1927 nella partita contro l’Audace Taranto. Infine la neonata F.C. Bari si fuse con l’Ideale il 27 febbraio 1928 intitolandosi U.S. Bari. Nell’anno della fusione e della nascita della U.S. Bari (1928) la squadra raggiunge per la prima volta la “divisione nazionale”, l’attuale serie A: decisiva la vittoria per 5-3 sulla Fiorentina il 15 gennaio 1928. Protagonista anche il giovane barese Raffaele Costantino, poi incoronato “reuccio” dalla tifoseria.

Subito dopo la prima promozione, la prima retrocessione: classificatosi al 13° posto il Bari viene assorbito nella neo istituita serie B. Protagonisti di quegli anni, oltre al già citato Costantino, titolare in nazionale, pur con una parentesi tra il 1930 ed il 1935 alla Roma, Pippo Scategni, Pietro Bottaro, Dario Gay, Annibale Frossi, Cesarino Grossi, l’indimenticato “centravanti tascabile”, tragicamente scomparso a soli ventidue anni nel 1939 durante il servizio militare in Albania, e l’altrettanto compianto Totò Lella. Prima della sospensione bellica il Bari disputerà, al vecchio “Campo degli Sport” al rione Carrassi e poi allo Stadio della Vittoria, inagurato il 16 dicembre 1934, con alterne fortune nove campionati di serie A e cinque di serie B. L’ultimo campionato di serie A del 1942-43 si concluIl campionato 1943-44 non fu disputato a causa della guerra e nel 1944-45 il Bari ed il rinato Liberty disputarono solo partite a livello regionale non nello “Stadio della Vittoria”, chiuso, ma in un campo di fortuna in via Crispi, ribattezzato “Campo Antonio Lella”. de con una beffarda retrocessione in serie B maturata solo all’ultima giornata.

Il campionato 1943-44 non fu disputato a causa della guerra e nel 1944-45 il Bari ed il rinato Liberty disputarono solo partite a livello regionale non nello “Stadio della Vittoria”, chiuso, ma in un campo di fortuna in via Crispi, ribattezzato “Campo Antonio Lella”.
Approda quindi sulla panchina della squadra pugliese Francesco Capocasale che riesce inizialmente ad arrivare primo in IV Serie tornando in Serie C; i tifosi del Bari festeggiano questo evento quasi come la vittoria di uno scudetto con 20.000 persone presenti allo spareggio contro il Colleferro disputatasi a Napoli il 27 giugno 1954 terminato 2-1 a favore dei biancorossi con doppietta di Raffaele Gamberini.

L’anno successivo l’impresa si ripete e sempre con Capocasale il Bari ottiene una nuova promozione ed il ritorno in Serie B.

Ed è finalmente nella stagione 1958/59 che il Bari tornava in Serie A, dopo averne passati otto tra la Serie C e la IV Serie Meridionale; l’idolo di quegli anni saranno il centravanti argentino Raul Conti, Mario Mazzoni (313 partite col Bari) e Biagio Catalano.

Dopo quattri anni di permanenza, agli spareggi contro Lecco ed Udinese, il Bari torna però in cadetteria
Intanto diventa nuovo presidente del Bari Angelo De Palo.

Il Bari rimane in Serie B soltanto per un anno: promosso di nuovo in massima serie con Pietro Magni allenatore, sembra essere tornato la “squadra-ascensore” del passato. L’illusione dura poco: alla B “riconquistata” subito dopo, segue la Serie C. Nel 1967 i biancorossi tornano in B mentre due anni dopo (1969), guidati soprattutto dal bomber Lucio Mujesan (19 gol in 37 partite), riconquistano la Serie A. In panchina approda Oranzo Pugliese che però non riesce ad agguantare la salvezza e la squadra torna in Serie B, dopo esser arrivata all’ultimo posto con una cifra bassissima di gol segnati (11).

Il Bari rimarrà in B per alcuni anni ed addirittura nel 1974 i galletti scesero in Serie C, finendo la stagione con solo 12 gol segnati e 26 concessi in 38 partite. Benché la squadra risalì subito in Serie B, De Palo non vedrà mai i biancorossi nella massima divisione: morirà infatti nel 1977, dopo 16 anni come presidente.

Il suo successore sarà Antonio Matarrese, iniziatore di una lunga era con i Matarrese alla guida del Bari. Antonio inizialmente non ha fortuna con la squadra che non riesce a salire in A. Nel 1981 il presidente cede la poltrona di Presidente al fratello Vincenzo.

L’addio di Antonio Matarrese è anche l’addio alla Serie C. Da allora, la squadra pugliese è rimasta a cavallo tra la A e la B; nel primo anno con il nuovo presidente per poco non raggiunge la promozione, conquistata poi nel 1985. Il Bari si rafforzò con gli inglesi Gordon Cowans e Paul Rideout ma non riuscì a rimanere in Serie A.

In questo periodo i galletti si tolsero anche diverse soddisfazioni: con la vittoria del campionato di serie B 1988/89, il Bari giocò l’anno successivo la Mitropa Cup, aggiudicandosela con un tranquillo 1-0 in finale, contro l’altra italiana presente alla manifestazione (il Genoa), che fu steso da una rete di Perrone dopo 14 minuti.

Nell’anno che vide un Bari composto da stelle come Giovanni Loseto, Pietro Maiellaro e João Paulo chiudere al 10° posto in massima serie e con il primo trofeo europeo, mentre il Napoli si aggiudicava il secondo scudetto e la supercoppa italiana (dopo aver vinto la Coppa Uefa l’anno prima), le due squadre più seguite del sud erano ormai sul tetto del calcio italiano.

Quello stesso anno, il nuovo stadio San Nicola ospiterà anche diverse partite del Mondiale d’Italia 1990, confermandosi ormai città di grande calcio.

Il Bari consegue tre anni di Serie A consecutivi, per poi riscendere di nuovo in Serie B nel 1992, malgrado una buona squadra composta da campioni come Zvonimir Boban, David Platt e Frank Farina.

Due anni dopo, però, il Bari salì di nuovo in Serie A. I tifosi pugliesi videro l’esplosione di Igor Protti che riuscì a diventare capocannoniere con 24 gol anche se i galletti furono retrocessi.

Una nuova promozione nel 1997 vede,negli anni successivi (1997-2000), l’emergere di giovani talenti, come Nicola Ventola, Marco Di Vaio, Gianluca Zambrotta e Simone Perrotta ma soprattutto Antonio Cassano: il talento di Bari Vecchia è quello che si mette più in mostra, dopo l’esplosione in un ormai famoso Bari 2-1 Inter, dove Cassano inventò una giocata geniale, che permise a fine campionato di cederlo per una cifra astronomica: 60 miliardi di lire (circa 30 milioni di euro attuali). Ma la squadra era rafforzata anche da stranieri come Phil Masinga e Klas Ingesson, tutte “scoperte” del Bari.

Questa volta il Bari rimase in A per quattro anni sotto la guida di Eugenio Fascetti. Questo periodo è però segnato da una profonda crisi, durante la quale il Bari vende i suoi giocatori migliori senza acquistare adeguati sostituti.

Nel 2001, chiudendo all’ultimo posto in A, i biancorossi ritornano definitivamente in Cadetteria.
Ogni stagione del Bari sembra ormai figlia solo a sé stessa; lo stadio vede sempre meno pubblico, con conseguenti incassi scarissimi, ci sono risultati altalenanti (dal 6° al 21° posto in due stagioni) che non consentono programmazioni a lungo termine.

Il culmine viene raggiunto il 19 giugno 2004 quando il Bari perde i play-out contro il Venezia e finisce in Serie C. Per sua fortuna nella stessa stagione falliscono Ancona e Napoli, permettendo ai biancorossi di restare in Serie B. Questa volta il Bari si stabilizza nella zona di metà classifica (10° posto nel 2005, 13° posto nel 2006 e 11° posto nel 2007).

Nella stagione in corso, il Bari si presenta con un organico abbastanza solido in un campionato dove non è dato per favorito, ma dove può sicuramente non sfigurare.

La stagione del Bari inizia con un forte entusiasmo per aver superato i primi due turni di Coppa Italia, anche se subisce una sconfitta schiacciante contro l’Udinese nel terzo turno (3-0).

In campionato il Bari alterna sconfitte a risultati positivi stabilendosi dopo 10 giornate nella zona di metà classifica.

Nella notte tra il 6 ed il 7 dicembre 2007 è stato attivato un sito internet (www.compriamola.it) attraverso il quale alcuni tifosi del Bari hanno lanciato l’idea dell’azionariato popolare per la proprietà dell’As Bari.

Il 28 dicembre Giuseppe Materazzi rassegna le dimissioni da allenatore, dopo la sconfitta interna con il Lecce per 0 a 4. Al suo posto è chiamato Antonio Conte, precedentemente sulla panchina dell’Arezzo.

 

Questi tutti i precedenti al “Castellani” tra Empoli e Bari:

 

54-55     C     0-1     83′ Bretti

84-85     B     1-1     27′ Cinello; 77′ Galluzzo

88-89     B     1-1    31′ Maiellaro; 53′ Cipriani

96-97     B     2-1     80′ Cappellini; 87′ ventola; 90′ Dal Moro

97-98     A     2-3     3′ Masinga; 23′ Ingesson; 27′ Masinga; 38′ Florijancic; 90′ Cappellini

98-99     A     0-2     75′ Masinga; 90′ Marcolini

01-02     B     5-1     33′ e 46′ Bresciano; 60′ Maccarone; 65? Spinesi; 73′ Bresciano; 81′ Di Natale

 

 

 

A.C.

 

nel primo video la storia dei 100 anni del bari

nel secondo video l’inno del Bari cantato dal barese Checco Zalone

 

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