Treviso, capoluogo dell’omonima provincia veneta, è una città che conta oltre 82.400 abitanti che dista dalla nostra Empoli 287 km percorribili in poco meno di 3 ore di macchina

Situata in una zona pianeggiante, Treviso sorge poco distante dal corso del fiume Piave, che rende le vicine terre molto fertili e tutto l’abitato è attraversato da una fitta rete di canali che le danno un aspetto fiabesco.

Le origini di Treviso sono avvolte dal mistero e molte spesso la realtà si mescola alla leggenda.

Gli unici dati certi che si hanno riguardano le antiche popolazioni che abitavano la zona, che molto probabilmente fondarono la città per dominare economicamente e politicamente l’area dell’attuale trevigiano;

infatti sono stati rinvenuti reperti risalenti all’età del Bronzo ed all’epoca paleoveneta.

Durante il Medioevo Treviso era una ricca cittadina, dotata di una propria zecca, che fu però conquistata dai Romani e messa sotto la loro giurisdizione.

Divenuta molto importante sotto i Longobardi, durante il dominio carolingio fu eletta capitale della Marca Trevigiana, area che oggi corrisponde alla provincia di Treviso.

A partire dal XIV secolo venne inglobata nei possedimenti della Repubblica di Venezia, e da allora seguì le sorti della Serenissima.

Oggi Treviso è una fiorente cittadina, molto vivace dal punto di vista culturale, che basa la propria economia su molteplici fattori:

industria, artigianato, agricoltura e turismo.

Il patrono di Treviso è san Liberale, che viene solennemente festeggiato il 27 aprile di ogni anno.

 

 

Andando in giro per la città veneta, queste sono le tappe culturali da fare assolutamente.

Di notevole importanza: il medievale Duomo, dell’XI e XII secolo su una costruzione del IX secolo, ebbe ricostruita l’abside nei sec. XV e XVI ed il resto nel XVIII secolo, è caratterizzato dalle sue sette cupole; ed il romanico Battistero, del XI-XII secolo, con il massiccio campanile del XI-XII secolo.

Visitiamo inoltre: la chiesa gotica dei secoli XIII e XIV di San Nicolò, che conservala suo interno numerosi affreschi e tele; il Seminario vescovile che accoglie la sala del Capitolo dei Domenicani, il museo etnografico degli Indios del Venezuala, il Museo di archeologia e palentologia precolombiana del Sudamerica e il Museo zoologico “Giuseppe Sciarpa”.

Gli altri musei che vale la pena visitare sono: il Museo civico “Luigi Bailo” , nel borgo Cavour, con suggestive collezioni archeologiche e artistiche della città; il Museo della Casa trevigiana, con marmi medievali e del rinascimento, terrecotte, sculture in legno, mobili, ferri battuti, ceramiche e numerosi strumenti musicali; e, ospitato nell’edificio delle Canoniche Vecchie, il Museo diocesano di Arte Sacra, che raccoglie prestigiose opere d’arte.

In Via Canova, e anche in Via Riccati sorgono delle case antiche, risalenti alla metà del ‘400, con portici ogivali e decorazioni in cotto.

Ricordiamo ancora: la caratteristica e molto frequentata Via Calmaggiore, caratterizzata da portici e da case del ‘400 e ‘500; Piazza dei Signori, al centro della città, di stile medievale; il romanico Palazzo dei trecento, del XIII secolo, in cui si riuniva il Consiglio Comunale formato da 300 cittadini; il Palazzo del Podestà sormontato dalla Torre civica, detta “il Campanon” ; e l’antico Palazzo Pretorio.

Ancora da visitare: la romanica Loggia dei Cavalieri del XII-XIII secolo; e Piazza del Monte di Pietà, con il palazzo del Monte di Pietà, al cui interno vi è la Cappella dei Rettori, del XVI secolo, decorata di prestigiosi dipinti; in Piazza San Vito le due chiese comunicanti tra loro, entrambe di origine medievale: Santa Lucia del secolo XIV e San Vito del secolo XI-XII.

Possiamo infine ammirare:; Porta San Tomaso, del 1518; la chiesa di Santa Caterina dei Servi di Maria del XIV secolo e sconsacrata nel ‘700; la chiesa di Santa Maria Maggiore, detta anche Santuario della Madonna Granda; e la chiesa gotica di San Francesco.

 

Dopo la cultura e prima di recarsi allo stadio, è giusto fare una pausa gastronomica, e come sempre andiamo a consigliere quello che secondo noi è uno dei miglori ristoranti tipici della città.

A Treviso siamo stati molto bene, e quindi lo cosigliamo, all’antica trattoria “Al Cavallino” sita in borgo Cavour numero 52, dove si mangia un buonissimo risotto al ridacchio rosso.

nel video l’inno del Treviso cantato da Red Canziani dei Pooh

Dopo mangiato , ci rechiamo allo stadio, e quindi andiamo a conoscere un po meglio l’impianto che ci osipiterà.

Lo stadio “Omobono Tenni” fu inaugurato il giorno 8 ottobre 1933 con un’amichevole tra Treviso e Udinese; il 19 ottobre seguì una seconda amichevole contro la Nazionale italiana (1-0). Tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta lo stadio poteva contenere circa 12.000 posti.

Nel 1997 fu ristrutturato una prima volta portando la capienza a 9.435 posti. Nuovi lavori di adeguamento e messa a norma temporanei, necessari per ospitare il campionato di serie A nel 2005-06, hanno aumentato la capienza del Tenni a 10.001 posti, grazie alla costruzione di una tribuna provvisoria in tubi.

 

A.C.

 

 

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