di Nico Raffi

 

Lo scorso agosto la Sampdoria, trascinata dalla coppia del gol Cassano-Pazzini, al termine di una esaltante stagione conclusa con il quarto posto in campionato, disputava i preliminari di Champions League con il Werder Brema. I tedeschi eliminavano in modo rocambolesco i doriani, ma l’addio all’Europa sarebbe stato solo l’inizio di un’imprevedibile parabola discendente che sarebbe sfociata, appena nove mesi dopo, nell’inferno della serie B. Mai risveglio fu più doloroso e repentino per i tifosi blucerchiati che, dopo aver udito le toccanti note della Champions, avrebbero assistito, in pochi mesi, alle dolorose partenze dei suoi gioielli Cassano e Pazzini, al declino di una squadra costruita per ben altri obiettivi e alle lacrime di capitan Palombo sotto la gradinata nord, immagine simbolo di uno psicodramma sportivo culminato nella retrocessione. Il modo peggiore per festeggiare il ventennale dello storico scudetto del 1991 targato Vialli, Mancini e Boskov.

Il presidente Riccardo Garrone, oggetto di una contestazione feroce ed inusuale per la Genova blucerchiata, ha costruito una squadra sontuosa per la cadetteria con l’intento di centrare l’immediata risalita e placare l’ira dei tifosi doriani. In primis ha scelto come nuovo direttore sportivo Sensibile che, con il Novara, è passato dalla Lega Pro alla serie A in soli due anni. Il nuovo diesse ha fortemente voluto Atzori come nuovo tecnico che, dopo gli esordi come vice di Silvio Baldini a Parma e l’amara esperienza di Catania, ha fatto benissimo nello scorso torneo alla guida della Reggina, conducendo gli amaranto ai playoff, poi persi proprio nel confronto con il Novara. L’ex difensore azzurro si è trovato a lavorare con una rosa di grandissima qualità. Il suo compito dovrà essere soprattutto quello di trasmettere a giocatori abituati ad altri palcoscenici una mentalità adatta alla serie B. Atzori ha mostrato subito un’interessante duttilità tattica, passando dal modulo 3-5-2 al più classico 4-4-2 fino ad utilizzare un trequartista (nella fattispecie Bentivoglio) alle spalle di due attaccanti (3-4-1-2). Con l’arrivo, all’ultimo tuffo del mercato, del fantasista Pasquale Foggia, che esordì in A con la casacca dell’Empoli nel 2003, sembra proprio quest’ultimo il modulo più adatto al materiale a disposizione del tecnico laziale. Il reparto offensivo non teme rivali nella cadetteria: agli ex empolesi Pozzi e Maccarone, già di per sè un lusso per la categoria, si sono aggiunti l’ex attaccante del Novara Bertani e il capocannoniere dello scorso torneo Piovaccari. Una coppia che, l’anno scorso, ha segnato in totale qualcosa come 40 reti. Senza contare che, difficilmente, troveranno spazio in panchina attacccanti come Foti e Fornaroli, i quali giocherebbero titolari in molte formazioni di serie B. A centrocampo è rimasto capitan Palombo che, nonostante le sirene della Fiorentina, ha operato la scelta romantica e coraggiosa di restare in blucerchiato guadagnandosi l’eterna riconoscenza dei tifosi della Doria. In queste prime apparizioni, nella zona mediana del campo al fianco dell’ex nazionale, ha trovato spazio l’emergente Obiang, classe ’92, passaporto spagnolo ma originario della Guinea Equatoriale. Il giovane, cresciuto nel vivaio della Samp, per ora sembra aver vinto la concorrenza del pur ottimo Dessena. Anche sulle corsie laterali c’è l’imbarazzo della scelta: i vari Padalino, Koman, Semioli, Castellini e Rispoli, seppur con caratteristiche tecniche diverse, offrono ampie garanzie. A presidiare la porta difesa dal nazionale argentino Romero, titolare nell’ultima Coppa America e prelevato dagli olandesi dell’Az Alkmaar, (anche se, nelle ultime gare, non ha demeritato l’ex portiere brasiliano dell’Ancona Da Costa), un reparto difensivo che può contare sull’esperienza e la solidità di Gastaldello, Accardi, Volta e dell’ex reggino Costa. In definitiva la Sampdoria, se sarà capace di adattarsi alle caratteristiche mentali ed agonistiche della serie B, non potrà assolutamente fallire il traguardo del ritorno in serie A, sbandierato a più riprese dalla dirigenza stessa. La roboante vittoria per 6-0 di domenica scorsa con il neopromosso Gubbio non può che alimentare la convinzione e la fiducia di Palombo e compagni, che non regalavano una vittoria a Marassi ai suoi tifosi da ben sette mesi.

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