di Nico Raffi


Il Sassuolo non si può più considerare una sorpresa di questo campionato. La formazione neroverde rappresenta ormai una realtà consolidata, emergente ed ambiziosa che punta direttamente alla massima serie. Il patron della Mapei Giorgio Squizzi investe ormai da molti anni nella società emiliana, dotandosi di un’efficace e collaudata struttura organizzativa che, fin dalla storica promozione in B del 2007, quando alla guida dei neroverdi c’era Massimiliano Allegri, non ha mai cessato di crescere e di guadagnarsi numerosi riconoscimenti e soddisfazioni. Il presidente del Sassuolo non si è risparmiato neppure nel recente mercato di riparazione quando, un pò a sorpresa, ha prelevato dalla Reggina il fantasista Missiroli per una cifra intorno ai 4 milioni di euro, investimento che la dice lunga sulle ambizioni e i programmi di una società che ha saputo anche resistere alle sirene laziali, pronte fin da gennaio a sferrare l’attacco per impossessarsi del gioellino Sansone.

In questa stagione quanto mai felice è stata inoltre l’intuizione di affidare al quasi esordiente tecnico Fulvio Pea la guida della squadra. L’allenatore lombardo, reduce dai successi con la primavera della Samp (scudetto del 2008) e dell’Inter (torneo di Viareggio del 2011), ha avuto un ruolo decisivo nello straordinario rendimento dei suoi ragazzi e, dopo aver valorizzato a livello giovanile elementi già approdati al grande calcio come Obi, Destro, Marilungo e Poli, adesso può tentare il miracolo promozione attraverso la valorizzazione di gi ovani emergenti come Sansone, Lo ng hi, Bianchi, Boakye e Cofie. Pea, che è stato per molti anni allievo e viceallenatore di Gigi Simoni, ha ottenuto anche il riconoscimento d i un cert o Josè Mourinho, che lo suggerì, alcuni anni fa, alla guida della primavera dell’Inter. Il 45enne tecnico di Casalpusterlengo, da amante del 4-3-3, ha mostrato ottime cap acità di eclettismo e di duttilità tattica sposando, più di recente, moduli come il 3-5-2 o il 3-4-3 che hanno garantito u n ulteriore salto di qualità alla sua squadra. Un atteggiamento apparentemente spregiudicato ma in realtà assai accorto sul piano tattico, visto che notevole e dispendioso è il compito di copertura assicurato dagli esterni Longhi e Gazzola. Non è un caso se il Sassuolo, insieme al Torino, è la squadra che ha perso di meno in questo campionato (appena 4 partite) ed è anche la formazione che ha la miglior difesa del campionato, con 23 reti subite, in coabitazione con la Sampdoria (solo il Toro ha fatto meglio).

Decisivo, per la crescita del Sassuolo, è stato il definitivo spostamento in attacco del talentuoso Gianluca Sansone, classe ’87 che dopo aver disputato un’ottima stagione individuale con la maglia del Frosinone (10 reti), è letteralmente esploso in questo torneo andando in gol ben 18 volte ed evidenziando notevoli capacità tecniche e balistiche. Il gioiello lucano non sarà però in campo venerdì sera nella sfida con l’Empoli a causa di uno stiramento che lo costringerà ad alcune settimane di stop. Una brutta tegola per Pea che dovrà adesso sperare nella crescita di Troianiello, già decisivo sabato scorso nella rocambolesca vittoria per 3-2 sul campo dell’Albinoleffe, nella ritrovata confidenza con il gol di Sasà Bruno, 33enne attaccante di mestiere a lungo fermo ai box per svariati guai fisici, e in un migliore rendimento di Missiroli, giocatore ammirato con la maglia amaranto della Reggina nel primo scorcio di campionato ma ancora lontano da un corretto collocamento nello scacchiere tattico del Sassuolo.

Occorre comunque dire che, per l’anticipo di venerdì sera, dovrebbero rientrare due giocatori importanti come il difensore centrale Terranova e il centrocampista Magnanelli, vera e propria anima della squadra che, insieme a capitan Piccioni e all’ottimo portiere Pomini, ha vissuto l’intera epopea del Sassuolo con l’ascesa della squadra neroverde dalla C2 alla serie B. La netta impressione è che la crescita di questa sorprendente realtà calcistica, per certi versi paragonabile al Chievo per organizzazione e solidità, non si sia ancora conclusa.

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6 Commenti

  1. Tradotto in parole povere, la vedo dimorto dura venerdì!
    complimenti Nico, analisi pressochè perfetta dell’avversario,non credo che testate giornalistiche maggiori possano offrire un articolo migliore

  2. L’IMPORTANZA DI AVERE UN GIOCO E UN MODULO

    Riporto dall’articolo del buon Nico.
    “Il 45enne tecnico di Casalpusterlengo, da amante del 4-3-3, ha mostrato ottime cap acità di eclettismo e di duttilità tattica sposando, più di recente, moduli come il 3-5-2 o il 3-4-3 che hanno garantito un ulteriore salto di qualità alla sua squadra.”

    Non è solo la Sostanza (grinta, qualità, determinazione e coraggio che spesso viene dimenticato) che contano.
    Tutte queste qualità se non trovano una Forma per essere messe in pratica possono essere tranquillamente vanificate.
    Da qui l’importanza di avere un modulo adatto.

    Riporto ancora dall’articolo:
    “Un atteggiamento apparentemente spregiudicato ma in realtà assai accorto sul piano tattico, visto che notevole e dispendioso è il compito di copertura assicurato dagli esterni…Non è un caso se il Sassuolo, insieme al Torino, è la squadra che ha perso di meno in questo campionato…ed è anche la formazione che ha la miglior difesa…

    Ne consegue che oltre a trovare un modulo che permetta di esprimersi è importante anche avere un Gioco ben definito e costruito con logica.

    Dicerto non si è ai primi posti percaso.
    .
    Grande Nico devi scrivere più spesso. Fa comodo su PE un occhio obbiettivo e preciso come il tuo.

  3. Certo che i loro dirigenti, salvo gli errori dell’anno scorso, ci sanno fare… quantomeno a pescare gli allenatori: Allegri quando non era nessuno ed ora questo Pea che si sta dimostrando un grande!
    P.s. Dash: come al solito condivido quello che dici, però tieni conto che Aglietti, in questo momento ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte e per questo: 1) si è adeguato al modulo precedente, magari non amandolo, pur di dare un minimo di certezze al gruppo; 2) sta cercando, secondo me, di dare un gioco alla squadra, ma ha capito come in questo momento in primis dovesse dare “concretezza”: penso che appena la classifica ce lo permetterà, sempre che ciò accada (speriamo, visto che anche Carboni aveva ottenuto due vittorie di fila, poi è crollato…), vedrai che punterà di più anche al possesso palla e ad una impostazione del gioco meno approssimativa

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