C’è grande attesa per capire quello che sarà lo scenario della prossima Lega Pro che, nel campionato appena concluso, era formato da 77 società su 90 del precedente format. Un sistema chiaramente sofferente che si assottiglia anno dopo anno a causa dei dissesti finanziari che stanno flagellando l’Italia del calcio e non solo. Allo stato attuale è difficile ipotizzare che possano rimanere in piedi le due categorie: l’organico è esiguo e la FIGC ha disposto il blocco dei ripescaggi.

 

Il Consiglio Direttivo della Lega Pro, nella riunione del 3 luglio, ha giudicato idonee le domande di iscrizione di 61 società, quelle che hanno presentato domanda incompleta e/o non idonea sono invece 11.  A queste vanno aggiunte le tre società fallite (Pergocrema, Piacenza e Triestina) e le due che non hanno presentato nessuna documentazione atta a garantire l’iscrizione al campionato (Giulianova e Taranto).

L’11 luglio si pronuncerà la Co.Vi.Soc. su tutti gli incartamenti e le società che non riusciranno a passare il parere della Commissione di Vigilanza avranno tempo fino al 16 luglio per presentare ricorso. Due o tre giorni più tardi il Consiglio Federale stilerà l’elenco ufficiale delle società iscritte alla Lega Pro; le escluse avranno facoltà di presentare ulteriore ricorso presso l’Alta Corte del CONI.

 

Ricapitolando: in totale sarebbero 72 le società aventi diritto ma almeno 5 delle 11 escluse in prima istanza sono in una situazione molto critica. Ipotizzabile, quindi, che l’organico effettivo possa essere di 66/67 società, di cui 31/32 per la Prima Divisione e 34/35 per la Seconda Divisione.

 

Se così fosse la Lega Pro avrebbe di fronte a sè due strade: la prima porterebbe ad una forzatura delle norme federali e ad una riforma anticipata ad un’unica Lega Pro formata da 3 maxi gironi (2 da 22 e 1 da 23) oppure mantenere in piedi entrambe le categorie (possibilità comunque remota) con una Prima Divisione formata dai soliti due gironi da 16 squadre e la Seconda Divisione, anch’essa con due gironi, da 17 squadre.

 

E’ evidente che, qualora si decidesse per la soluzione di unica Lega, sarebbero campionati lunghissimi che porterebbero ad avere almeno 5/6 turni infrasettimanali ed una coda piuttosto lunga perchè, visto che dalla B scendono quattro squadre ed i gironi di Lega Pro sarebbero tre, ci sarebbe da studiare la soluzione migliore per la quarta squadra da aggiungere a quelle che vincerebbero il proprio girone. Mantenendo, ovviamente, la formula dei play-off.

 

Non cambierebbe nulla, invece, per quanto concerne le retrocessioni: tre per girone per compensare le nove che arrivano dalla Serie D, l’ultima direttamente e le altre due determinate dai play-out. Dovesse essere veramente questo lo scenario, sarebbe auspicabile una divisione territoriale vecchia maniera ovvero nord/centro/sud. Per due motivi ben precisi: il primo per non stressare troppo un campionato che sarebbe già estenuante, il secondo per non gravare ulteriormente sulle casse delle società stesse.

 

Una matassa comunque difficile da sbrogliare e una decisione che non sarà semplice da prendere da parte del Consiglio della FIGC anche perchè si dovrebbe tenere in considerazione anche l’anno successivo. Un format del genere dovrebbe essere transitorio e non definitivo. Non è scritto da nessuna parte che altre società potrebbero fallire o non iscriversi.

Ancora qualche giorno e ne sapremo di più, già dalla lista ufficiale avremo le idee più chiare. Le sorprese son sempre dietro l’angolo.

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Alessandro Marinai

alessandromarinai.wordpress.com

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

1 commento

  1. … e speriamo tornino anche al nome piu’ naturale per questo campionato “Serie C” eliminando questo assurdo legaPro

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