FIGCVenerdì 16 luglio è una data importante per il calcio italiano, una data che rischia di diventare tra le più tristi della storia della Federazione. Alle ore 11 è convocato il Consiglio Federale che dovrà stilare l’elenco delle squadre non ammesse ai rispettivi campionati. La lista per la verità è già abbastanza lunga ma è inevitabile, purtroppo, che sia destinata ad allungarsi. A questo bisogna aggiungere la spaccatura in atto tra la stessa F.I.G.C. e la Lega di Serie A che quest’oggi non sarà presente al Consiglio Federale. Nella serata di ieri anche la neo-nata Lega di B ha fatto sapere, attraverso una nota del Presidente Luca Ferrari, che non ci sarà. Tutto questo in seguito alle frizioni nate all’indomani della ridicola decisione della stessa Federazione sul tema extracomunitari. Lo scontro è in atto. Ma torniamo alle iscrizioni cercando di fare il punto della situazione nell’immediata vigilia delle decisioni ufficiali che verranno prese.

 

SERIE B – Nella serie cadetta i problemi sono stati riscontrati per le due marchigiane: l’Ascoli era in difetto per quanto concerne le liberatorie ma pare che la situazione sia stata sistemata anche se è presumibile che la società del Presidente Benigni si presenti ai nastri di partenza del campionato con una penalizzazione in classifica. Più grave la situazione dell’Ancona che aveva problemi con la fidejussione oltre a dei pagamenti degli oneri fiscali e previdenziali non rispettati nemmeno entro il termine delle ore 13 dello scorso 10 luglio, termine ultimo per la presentazione dei ricorsi, almeno stando alle indiscrezioni. La società dorica è a forte rischio esclusione dal campionato di B, in tal caso Triestina e Verona si contenderebbero il ripescaggio.

 

PRIMA DIVISIONE – Nella ormai ex Serie C1 sono fuori ufficialmente in 6: entro il 30 giugno non hanno presentato domanda di iscrizione Gallipoli, Mantova, Perugia e Rimini. Altre 10 società erano state bocciate in prima istanza dalla Co.Vi.Soc.: Arezzo e Real Marcianise non hanno presentato ricorso e quindi si aggiungono alle 4 squadre appena citate. Ha risolto i suoi problemi il Foggia in extremis. Cremonese, Spal, Triestina e Viareggio dovrebbero aver risolto i loro problemi inerenti per lo più a dettagli ed errate compilazioni di alcuni moduli. Incerto il futuro della Cavese, mentre la Salernitana sembra che abbia sistemato le lacune ma dovrebbe partire con una pesante penalizzazione in classifica. Grave invece la situazione del Figline che con tutta probabilità non ce la farà ad ottenere l’ok per l’ammissione al campionato di Prima Divisione.

 

SECONDA DIVISIONE – Anche nella ex C2 sono 4 le società che non hanno presentato domanda di iscrizione entro il 30 giugno: Itala San Marco, Monopoli, Pescina Valle del Giovenco e Scafatese. Delle 18 bocciate dalla Co.Vi.Soc. sono ben 7 quelle che non hanno presentato ricorso e che quindi sono fuori dal calcio professionistico: Alghero, Cassino, Legnano, Manfredonia, Olbia, Potenza e Pro Vasto. Delle altre 11 dovrebbero passare l’esame Chieti, Crociati Noceto, Fondi, Gavorrano e Prato. Anche la situazione della Paganese sembra risolta ed anzi ha presentato pure tutti gli incartamenti per richiedere il ripescaggio in Prima Divisione. Dovrebbe avercerla fatta anche la Sangiovannese ma in questo caso è meglio aspettare l’ufficialità e non sbilanciarsi troppo perchè la situazione della società valdarnese non era delle più rosee. Verso l’esclusione invece la gloriosa Pro Vercelli, il Rodengo Saiano, la Sangiustese (fidejussione inidonea) e la Villacidrese.

 

ECATOMBE – Insomma, una vera e propria ecatombe che si abbatte sul calcio professionistico italiano sempre più strozzato dai debiti e dai costi di gestione. Tra la Serie B e la Seconda Divisione dovrebbero essere 23 le società escluse che dovranno ripartire dai dilettanti. Emerge un quadro drammatico della situazione del calcio italiano che dovrà interrogarsi seriamente sul perchè siamo arrivati a questo e soprattutto studiare dei rimedi per cercare di rimettersi in carreggiata. Dalla ripartizione delle risorse ad una gestione oculata e sempre più vigile da parte degli organi di controllo. Sarebbe opportuno sfruttare questo momento anche per ridisegnare il format dei campionati professionistici per non doversi trovare ogni anno a bagni di sangue e cancellazioni che vanno a scapito soltanto dei tifosi. 23 squadre spedite nei dilettanti (ma potrebbero essere di più) sono tante, troppe. Ne va anche della credibilità di questo sport (?) perchè è assurdo vedere che squadre retrocesse sul campo, arrivate all’ultimo posto, disputano nuovamente lo stesso campionato nella stagione successiva. E magari qualcuno dovrebbe prendersi delle responsabilità e rimettere il mandato, chi è a capo delle varie Leghe e istituzioni calcistiche in genere non può essere esente da colpe.

 

RIPESCAGGI – Stabilite le squadre ammesse e non ammesse partirà il toto-ripescaggi, anche se qualcuno paventa una riduzione di squadre, vedremo quale direzione prenderà il Consiglio Federale. Il sistema dei ripescaggi è abbastanza complesso perchè non è automatico per i meriti acquisiti sul campo. Prima di tutto chi ha interesse ad essere ripescato deve presentare domanda entro il 23 luglio allegando la documentazione necessaria ivi comprese le fidejussioni e un assegno circolare a fondo perduto di 400 mila euro, oltre alla idoneità dell’impianto di gioco. In secondo luogo le società che hanno già usufruito del ripescaggio negli ultimi 5 anni non possono essere ripescate. Inoltre, per la Seconda Divisione, verrà adottato un criterio di alternanza: una ripescata dalle retrocesse e una dalla Serie D, in base ad una graduatoria. Una sorta di rompicapo insomma. Bisogna aggiungere che le società escluse hanno la facoltà di poter nuovamente ricorrere presso il CONI, quindi al TAR ed infine al Consiglio di Stato. A fine mese saranno comunicate le squadre ripescate e l’organigramma della Prima e Seconda Divisione.

 

 

 

 

 

Alessandro Marinai

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