In Lega Pro le scommesse sulle gare truccate sono ancora moltissime: un protagonista ci racconta il Sistema: “Si gioca già il mercoledì. Margini d’errore? Bassi”. E a Potenza un boss pentito parla prima del processo

 

MILANO, 11 dicembre 2010 – “Allora, compare. Qui non vediamo soldi da mesi. Che dobbiamo fare? Ci mettiamo d’accordo? Dillo ai tuoi, così alziamo qualche lira e si tira avanti”. Nell’ex C2 il Sistema funziona così: i giocatori stritolati da società in crisi, attuano il self service. Taroccare la partita è il modo più semplice per passare alla cassa e ritirare lo “stipendio” direttamente dallo Stato. Basta scommettere. La Gomorra del pallone non è solo affare dei clan. C’è molto altro. Ad alimentare il marcio è la struttura stessa del calcio italiano. Come ha dichiarato di recente Mario Macalli, presidente Lega Pro, più della metà delle squadre di Prima e Seconda divisione (85) hanno gravi problemi economici. Insomma, non pagano i calciatori.

COSI’ FAN TUTTI — “Ceduto a gennaio, mi ritrovo al Nord: per la prima volta non conosco nessuno. Sulle gare chiacchierate avevo sempre il conforto dei compagni: il passaparola a volte non è preciso. Servono dei controlli. Decido di non fare accenno alle scommesse per un po’. E invece dopo il primo allenamento mi accorgo dei soliti movimenti. Per farla breve: giocavano tutti…”. Parola di calciatore-scommettitore. Che ci racconta la settimana tipo di una qualsiasi squadra della vecchia serie C. “Il lunedì si guarda il prossimo turno e inizia il giro delle chiamate. Martedì arrivano le prime segnalazioni sulle possibili combine. Già mercoledì qualcuno decide di giocare per evitare la sospensione della gara da parte delle agenzie. E’ meglio, però, aspettare qualche ora in più: capita che la combine salti perché non si trova l’accordo. Di solito dal venerdì il passaparola è definitivo. Margini di errore? Bassi. La domenica a fine gara, tutti si scatenano per avere notizie sul risultato sperato. Anni fa lo si faceva al telefono, addirittura i più intraprendenti chiedevano notizie ai giornalisti. Ora con Internet tutto è più facile…”.

SOTTO SCACCO — Uno scenario pazzesco. La camorra deve solo sguinzagliare i propri affiliati per stringere legami con i calciatori. Magari dandogli soldi in cambio d’informazioni precise. Insomma, all’inzio sembra un’”amicizia”, in realtà sono solo affari. Le regole, però, le detta il clan, come nell’indagine di Castellammare che ha portato all’arresto di Biancone. Chi sgarra rischia la vita. E pensare che una semplice riforma dei campionati, ridurrebbe di molto il terreno fertile per le illegalità. Il problema non sono solo gli stipendi non pagati, ma anche quelli in nero che facilitano il riciclaggio di denaro. Da anni ogni tentativo di riduzione delle serie minori è naufragato. Anzi, si è persino arrivati ad aumentare il numero dei club professionistici. Un regalo indiretto alla Gomorra del pallone.

  

SOTTO SCACCO — “Quest’anno siamo riusciti a salvare la pelle”. A pronunciare la frase non è un pregiudicato, ma l’amministratore delegato di Lottomatica, Ludovico Calvi. Come tutte le agenzie legali sono a rischio default: le gare combinate sono un cancro devastante. Per fortuna si sono sviluppati degli anticorpi: i bookmaker inglesi hanno pagato oltre 2 milioni di sterline su Chievo-Catania 1-1 dello scorso marzo. Da noi, dalla Snai in giù, indipendentemente da tutto la gara era stata sospesa il mercoledì per i flussi di denaro anomali sul pari. “Basta distrarsi 48 ore e ti lasciano in mutande”, aggiunge Calvi. Le “voci” sulla A non sono una rarità, ma è nelle serie inferiori che accade di tutto. Sempre nella scorsa stagione la Snai ha tolto dal palinsesto l’intero girone C dell’ex C2. Motivo? Il ripetersi di diversi episodi di gioco anomalo sulle gare di Melfi, Scafatese, Aversa, Monopoli e Gela. Certo, il Sistema più raffinato l’aveva sviluppato il Potenza. Venerdì prossimo nel capoluogo lucano ci sarà l’udienza preliminare dell’inchiesta che ha portato in manette anche il presidente Postiglione e alla retrocessione (poi all’esclusione) della squadra. Il boss Antonio Cossidente, neo pentito, ha già rilasciato dichiarazioni sconcertanti: “Ho dato a Postiglione dei soldi. Circa 30.000 euro, per 5 o 6 volte. Mi disse che gli servivano per pagare i giocatori in nero. E poi per le scommesse illecite. Aveva un amico, un certo Luca, un procuratore che lo avvisava se c’era possibilità”. La Gomorra del calcio continua.

 

Fonte: gazzetta.it

Articolo precedenteMediterraneo Cup – Ancora una volta campioni!
Articolo successivoMusacci: "Empoli seconda pelle, ma a Giugno cambio"

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here