di Nico Raffi

 

RegginaConsiderata una vera e propria corazzata dagli addetti ai lavori, la Reggina si è presentata ai nastri di partenza del campionato cadetto con i favori del pronostico, con la consapevolezza di poter disporre di una rosa sontuosa e la volontà di ritornare in quella serie A che l’aveva vista protagonista nelle ultime sette stagioni.

Per realizzare il progetto della risalita immediata, ambizioso ma ampiamente alla portata, il presidente Lillo Foti tratteneva in rosa elementi di lusso per la cadetteria come Brienza, Bonazzoli e Valdez ed interveniva sul mercato con operazioni onerose per assicurarsi big del calibro di Volpi, Buscè e Cacia. Nel frattempo affidava le redini della squadra ad un tecnico esperto e prestigioso come Walter Novellino, specializzato in promozioni ma reduce dalla fallimentare esperienza alla guida del Torino. C’erano tutti i presupposti per rendere la stagione una mera parentesi transitoria, da vivere in attesa di un pronto ritorno nella massima serie. Ma il campionato cadetto, come succede spesso, si diverte a mischiare le carte ed a smentire le previsioni estive. Anche quest’anno ha confermato le sue caratteristiche di imprevedibilità, ribaltando in modo bizzarro le gerarchie consolidate: l’ Ancona si ritrova in testa alla classifica, Frosinone, Cesena, Padova e Modena frequentano posizioni di vertice, le big Torino e Brescia annaspano e l’Empoli è ancora alla ricerca della continuità di rendimento e forse anche di una vera identità.

Da questo terremoto non poteva uscire indenne la Reggina, addirittura piombata in zona retrocessione dopo un disastroso avvio di stagione (appena 9 punti in 10 gare durante la parentesi Novellino). In seguito all’inevitabile (e forse tardivo) esonero del tecnico campano, che ha probabilmente pagato l’insistenza su un modulo (il classico 4-4-2) apparso inadatto alle caratteristiche degli uomini a disposizione e la scarsa condizione di alcuni big (il “fedelissimo” Volpi su tutti), il presidente Foti ha affidato la squadra al 53enne Ivo Iaconi, lo scorso anno alla Cremonese, e reduce da esperienze sulle panchine di Ascoli, Frosinone, Pescara, Pisa e Fermana.Antonio Buscè con la maglia azzurra dopo un suo gol segnato al Milan Il neoallenatore ha apportato subito interessanti novità sul piano tattico con il passaggio al 3-4-3 e l’avanzamento dell’ex riminese Biagio Pagano sulla linea d’attacco occupata da Brienza e Bonazzoli (o Cacia). Sugli esterni è apparsa subito valorizzata la capacità propulsiva di Rizzato e di Antonio Buscè. Proprio il grande ex azzurro tornerà al Castellani rinfrancato dalla rete che ha aperto le marcature sabato scorso nella vittoria interna degli amaranto con la Salernitana per 3-1, giunta dopo ben 4 sconfitte consecutive. L’impressione è dunque quella di una Reggina rianimata dall’arrivo del nuovo tecnico, capace di risollevare un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi e di restituire fiducia ad un gruppo di giocatori demotivato. Chissà se Iaconi riuscirà anche nell’impresa di recuperare il talento di Sergio Volpi, nemmeno convocato nell’ultima gara interna e vicino, si dice, alla rescissione del contratto.

 

LA ROSA della Reggina 2009-2010

Portieri

Mario CASSANO – Adam KOVAKSIC – Pietro MARINO

 

Difensori

Daniel ADEJO – Antonio BUSCE’ – Vincenzo CAMILLERI – Daniele CAPELLI – Andrea COSTA – Pinto Gleison Dos SANTOS – Maurizio LANZARO – Simone RIZZATO – Carlos VALDEZ

 

Centrocampisti

Antonino BARILLA’ – Carlos Tello CARMONA – Emmanuel CASCIONE – Simone MISSIROLI – Piermario MOROSINI – Biagio PAGANO – Giuseppe RIZZO – Benito Nicolas VIOLA – Sergio VOLPI

 

Attaccanti

Emiliano BONAZZOLI – Franco BRIENZA – Daniele CACIA – Alessio VIOLA

 

Gli ex: Mario Cassano in azzurro dal 2002 al 2005, tre stagioni con 8 presenze in Serie A e 4 in Serie B, nel palmàres una vittoria nel torneo cadetto 2004-2005 e un rigore parato a Modena;

Antonio Buscè in azzurro per sette stagioni dal 2002 al 2009, per un totale di 2 campionati di serie B e ben cinque di serie A, una promozione in massima divisione, una qualificazione alla coppa Uefa, Antonio rappresenta un pezzo di storia azzurra (è stato anche capitano) con ben 242 presenze e 24 reti;

Maurizio Lanzaro ha vestito la maglia azzurra nella sfortunata stagione 2003-2004 che vide la retrocessione in B degli azzurri: in totale 8 presenze.

 

Nico Raffi

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