Il cantiere è aperto, ancora, e lo sappiamo. Un cantiere in cui si lavora con grande ardore ogni giorno verso la ricerca della maggior vicinanza alla perfezione, al non lasciare niente al caso, al migliorare quegli aspetti che ancora oggi sono deficitari e necessitano di tempo per la messa a posto. Un cantiere aperto ma che sta vedendo la nascita di qualcosa di importante, di qualcosa in cui tornare a vedere quei valori fondamentali per chi ama questi colori, tornare a vedere una squadra che gioca, lotta e ci crede fino in fondo. Il tornare ad avere una mentalità vincente. La mano del mister, anche in questo la si comincia a vedere, un allenatore che con grande umiltà si è presentato ormai tre mesi fa parlando con chiarezza ed esprimendo pensieri significativi e precisi, concetti e principi che ha mantenuto lungo il tragitto che gli ha visto cambiare più volte scenario intorno ma andando avanti con un obbiettivo preciso in testa. Un mister che ha voluto la vicinanza della gente e che ha mantenuto da questo punto di vista una piccola promessa, con allenamenti sempre a porte aperte e non mancando mai di spendere una chiacchiera od un sorriso con chi lo ricerca.

Ma la mano di Vincenzo Vivarini la si vede anche in campo. Allenatore attivo e propositivo in ogni allenamento, allenatore che fa tutt’uno con il suo staff dal quale pretende molto ma dal quale ha veramente tanto. Un allenatore che si spende in ogni seduta cercando di ottenere sempre il meglio da ogni singolo elemento della rosa, gestendo questa come un buon padre di famiglia che ascolta, consiglia, gratifica e rimprovera. Un allenatore che sa leggere molto bene quanto i suoi ragazzi danno e fanno, in allenamento ed in partita. Certo i risultati saranno alla fine il metro di valutazione, ma Vivarini sta palesando concettualità tattiche molto importanti, aperto alle variabili e non ponendosi mai in maniera integralista rispetto a quelle che sono le situazione che non portano beneficio. Un allenatore che sa leggere molto bene le attitudini dei propri calciatori e che non ha assolutamente “paura” di rischiare, di prendersi delle responsabilità e di cambiare quelle che potrebbero essere delle gerarchie virtuali. Un allenatore che sa parlare, che sa comunicare, spiegando bene i concetti che gli stanno a cuore e non mancando mai nell’autocritica, anzi evidenziando maggiormente i difetti da colmare che non le positività che già stanno arrivando.

Il cantiere è ancora aperto ed ogni giudizio rischia di essere affrettato ma ci piace pesare che potrebbe essere davvero lui il vero valore aggiunto di questo nuovo Empoli, sulle ceneri di un’annata disastrosa (come fu nel 2012 dopo lo scampato pericolo al playout e l’arrivo di Sarri) l’uomo giusto al posto giusto.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

12 Commenti

  1. E c’era genta che alla sua presentazione mugugnava, così, a scatola chiusa…
    Per non parlare di coloro che ne chiedevano a gran voce l’esonero dopo la debacle in coppa contro il Renate…
    Insomma i soliti fenomeni.

    • io onestamente di Vivarini ho sentito parlare bene fin dall’inizio anche dopo la partita in coppa poi qualche brontolo c’è sempre è normale

  2. Bravo allenatore e gran brava persona: Con lui si pole riaprì un ciclo, ma non certo risalì subito quest’anno in Paradiso. La squadra ha troppe lacune. Sia a Terni che a Palermo nella prima mezz’ora è stata presa a pallate. Un si son visti miglioramenti. Anzi!

    • Mi meravigli Claudio: volavi alto quando c’era da stare bassi, voli basso adesso che la situazione è incoraggiante con la squadra che ha ancora enormi margini di miglioramento. … bastava 1/4 di Vivarini che ancora adesso saremmo in A al posto della squadra ridicola del Crotone.

      • Mi meraviglio che tu ti meravigli. l’ischitano era un grande allenatore, solo che i giocatori non volevano giocare, gli andavano tutte male, ma lui parlava bene, convincentemte, gentile, intelligente, scaltro…e poi si faceva sentire con la società battendo i pungi sul tavolo perché voleva quel giocatore e quell’altro. Aveva schemi chiari, era duttile. Nessuno poteva imporgli nulla…O no?

        • mah secondo me invece un ci capiva nulla era arrogante e dava sempre le colpe agli altri e spesso le dava anche a noi tifosi con la stotia della troppa pressione

  3. Ancora non lo posso giudicare tecnicamente ma mi fa’ piacere il fatto che in panchina inciti la squadra e richiami a gran voce i giocatori oppure come a Palermo invita l’arbitro a controllare l’orologio…Insomma tutt’altra cosa rispetto alla mummia pietrificata dell’anno scorso…E chissà che alla fine non lo si possa soprannominare un sarri in cravatta!

    • …vabbe’ paragone imbarazzante ..Vivarini che piaccia o meno e’ comunque un Allenatore e probabilmente anche bravo ..martusciello era un incapace totale ed in piu’ presuntuoso ed arrogante e che di allenatore non aveva nulla…e’ stato una pena totale (grazie alla societa’ ed ai dirigenti per questo scempio )

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