Pensavamo di svolgere il nostro normale lavoro per rendicontare la prestazione del nostro terzino sinistro Elseid Hysaj, impegnato con la maglia dell’Albania. Invece purtroppo ci troviamo a fare i conti con l’ennesimo fatto grave. Durante il match, sul punteggio di Serbia-Albania 0-0, cala improvvisamente un drone sul campo che inneggia al “Kosovo”, consegnando agli occhi sbigottiti di telespettatori e sportivi sugli spalti una bandiera.

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LA CRONACA — Mancano pochi minuti alla fine della prima frazione quando un drone con una grande bandiera della Grande Albania, con la scritta “Kosovo autoctono” e la data del 1912 (la rivolta albanese), sorvola il Partizan Stadium, planando verso il campo. L’arbitro Atkinson sospende per un attimo la gara e il giocatore della Serbia Mitrovic riesce a far sua la bandiera e a scagliarla via. Il gesto però non piace agli avversari: il Kosovo è uno stato a maggioranza albanese, che i serbi considerano come una costola del loro paese. La tensione tra le due etnie ha portato in passato alla guerra e la questione evidentemente crea tensioni anche ora che il Kosovo è un paese indipendente. Anche perché la Serbia non riconosce ufficialmente la nuova Repubblica del Kosovo come un paese autonomo e sugli spalti degli stadi serbi spesso riecheggia il grido “Kosovo è Serbia”.

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https://www.youtube.com/watch?v=XDj5l-00Nd0

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LA RISSA — Nasce una mega-rissa in campo (alcuni tifosi arrivano sul terreno di gioco armati di seggiolini, il laziale Cana fa andare le mani in difesa dei suoi, ndr) e la conseguente agitazione sugli spalti (con lancio di fumogeni e polizia a “calmare” gli animi), con il direttore di gara che decide di sospendere il match al 41’. I giocatori albanesi prendono la via degli spogliatoi, bombardati dal lancio di oggetti vari dagli spalti.

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https://www.youtube.com/watch?v=SGs3RcoitqU

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BOGDANOV — Non rientreranno più in campo, a differenza dei padroni di casa. Atkinson avrebbe anche provato a convincere l’Albania a ricominciare, ma secondo i dirigenti e la delegazione ospite non c’erano le condizioni. Nella trattativa per riprendere il match, era coinvolto anche Ivan Bogdanov, l’ultras serbo arrestato a Genova per i disordini durante Italia-Serbia nel 2010. Addirittura Bogdanov è sceso in campo per far valere le sue ragioni e incitare la folla.
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https://www.youtube.com/watch?v=15aZEoOdwa8

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IL DRONE — Intanto emergono particolari su chi avrebbe progettato e pilotato il blitz del drone con la bandiera. Si tratterebbe del fratello del primo ministro albanese Edi Rama, che era nella zona Vip dello stadio. Secondo fonti di Belgrado, Orfi Rama sarebbe stato già arrestato. Il paradosso è che il premier albanese era atteso a giorni in Serbia per una visita ufficiale. Intanto il governo di Tirana ha già chiesto ufficialmente a quello serbo di lasciare tornare in Albania la selezione allenata da Gianni De Biasi senza intoppi.
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Fonte: gazzetta.it
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5 Commenti

    • Buongiorno, per l’ennesima volta leggiamo di un suo commento nella quale ci addita di non interessarci di Hysaj. Punto primo noi non siamo razzisti, come è stato scritto in altri post, che ovviamente abbiamo censurato. Punto secondo: abbiamo sempre scritto di Hysaj. Punto terzo: Hysaj da fonti ufficiali è rientrato ieri, ieri la squadra ha riposato e oggi è in programma il primo allenamento con Hysaj in campo. Non lo abbiamo contattato al telefono per non disturbarlo, in quanto ci siamo immaginati anche quanto potesse essere scosso il ragazzo, abbiamo contattato la società che ci ha detto che sta bene e non ci sono problemi. Nell’articolo abbiamo anche scritto che avremmo rendicontato la sua prestazione. Ma di quale prestazione dovevamo parlare? In coda all’articolo abbiamo anche scritto dell’interessamento del governo albanese affinché la squadra rientrasse velocemente in Albania. Altre notizie non le abbiamo e certo non ce le possiamo inventare. Infine mi permetta di scrivere in qualità di Direttore Responsabile di questa testata che spesso leggiamo nei post il tentativo di creare “zizzania” con oggetto sempre Elseid della quale conosciamo la grande serietà, umiltà e lo spirito di gruppo e sana competizione che lo contraddistingue da quando ragazzino è entrato a far parte del settore giovanile dell’Empoli. Premettiamo che ogni qualsiasi tentativo di creare situazioni di attrito saranno puntualmente censurati. Certi che comprende quello che scriviamo, cordialmente e pubblicamente saluto. Gabriele Guastella/Redazione PE

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