Subito dopo la presentazione della squadra abbiamo fatto quattro chiacchiere con mister Falsini. Al suo secondo anno in casa Empoli è a lui viene affidata la squadra Under 16 che, come abbiamo detto, costituisce una vera e propria novità nel panoramana del calcio giovanile italiano.

Come affronti mister questa nuova avventura, caratterizzata tra l’altro dalla novità che la squadra già di per sè costituisce?

“Come negli altri anni. Nel senso che non ci condizionerà il fatto che al termine ci sono delle Finali ed il fatto che  il dato numerico, il risultato, dovrà testimoniare chi è stato più o meno bravo durante l’annata. L’affronteremo come tutti gli anni: al centro del nostro progetto ci sono i ragazzi”

Sai che, contrariamente a quanto accadeva lo scorso anno, affronterai tutte squadre di Serie A e B. Questo è uno stimolo o un problema?

“Non vedo problemi. Nel senso che vedo solo cose belle: giocare contro squadre di A e B è fantastico, penso che sia in questo momento la cosa migliore che la Federazione potesse fare. Lo scorso anno, con i 2000, abbiamo fatto un percorso leggermente diverso, anche se con 5/6 squadre di Serie A e B abbiamo giocato ma non erano poi molte. Quest’anno invece sono tutte di A e B. Sarà perciò una bellissima esperienza, probante, per noi e per i ragazzi e quindi non vediamo l’ora che inizi”

Hai in testa qualcosa di specifico…un modulo…un modo in cui pensi di far giocare la squadra, o ancora no?

“Io dico sempre che non faccio lo statista. Io cerco di fare l’allenatore, ho dei concetti di gioco, i moduli non lo so. Nel senso che dovrò vedere questi ragazzi, dovrò capire quello che gli piace fare nel mezzo al campo e quello che non gli piace fare e poi, di conseguenza, verranno fuori del numeri…”

Ultima domanda. La faccio a tutti gli allenatori del Settore Giovanile dell’Empoli. Il 30 giugno 2017 Gianluca Falsini sarà soddisfatto se…?

“Se questi ragazzi faranno vedere a chi li andrà a vedere quanto ci tengono a questo sport. Nel senso che devono far vedere agli altri che per loro è la loro vita, il loro sogno. Se quindi trasmetteranno queste cose a chi li vedrà vuol dire che il nostro staff avrà fatto un buon lavoro. In più, mi piacerebbe vedere, alla fine di questo 30 giugno, piangere una persona che mi ha fatto una promessa e quindi, diciamo così, ci sono due obiettivi. Ma il primo, quello preponderante, è far sì che questo ragazzi trasmettano alle persone che li vengono a vedere questa voglia incredibile, la sensazione che quello che stanno fanedo è per loro tutto quello che hanno nella vita”

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