Sembra proprio che il campionato di Serie A 2011/2012 sia già finito. Eppure domani si scende in campo per l’ultima giornata. Lecce e Genoa si giocano l’ultimo posto buono per restare in massima divisione, l’Udinese e la Lazio invece si contendono il posto buono per la Champions League. Ma ormai, assegnato lo scudetto, pare proprio che i riflettori sia puntati altrove. E d’altronde con così tanti annunci d’addio a quel club e a quell’altro, e addirittura a chi saluta il calcio, e a chi si da alla politica, non potrebbe essere diversamente. Ovvio che il tifoso italiano perda l’orientamento e non riesca più a capire se è davvero già tempo di ombrellone o se forse vale la pena pensare a gustarsi l’ultima giornata di A, il rush finale della B, le finali della Serie C, e poi il tanto atteso europeo degli azzurri.

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Riassumento: Kaladze lascia il Genoa, il calcio giocato e l’Italia; in una conferenza stampa tenuta nella sede della società ligure ha ringraziato tutti gli italiani, la sua vecchia società il Milan, addirittura i giornalisti italiani, si ritira nella sua Georgia e annuncia di volersi candidare per un posto in politica e per contribuire a rendere il suo paese un paese democratico e migliore per i propri figli. Giù il cappello.

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Nel Milan è tempo di addii e anche di lacrime. Van Bommel piange in conferenza stampa; Pippo Inzaghi scrive una lettera d’amore ai tifosi e domani contro il Novara giocherà la sua ultima gara da professionista: la sua numero 300 con il Milan, con cui ha segnato 125 reti; vedremo così contro il Novara, lo squadra che fu un tempo di Piola, il gol numero 126 di SuperPippo, quasi quasi mi auguro proprio di sì.

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Lasciano il Milan anche Gattuso e Nesta. Rino confessa: “ho capito che era tempo di lasciare la società per cui tifo fin da bambino e dopo 13 anni vissuti qui, quando ho ascoltato la conferenza stampa di addio di Nesta”.

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Tempo di addii anche alla Roma: l’allenatore spagnolo Luis Enrique lascia. “Qua sono stato bene, – afferma – nonostante le mille difficoltà e i momenti difficili. Sapevo che sarebbe stata dura e tornassi indietro rifarei la stessa scelta, mai ho pensato che avevo fatto la scelta più difficili. Porterò con me un bel ricordo di Roma e della Roma, di tutti gli sportivi e i tifosi giallorossi. In questi giorni è stato davvero difficile convincere la mia famiglia a lasciare l’Italia, loro sarebbero rimasti… e pensavano che non avessi deciso del tutto”.

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Gabriele Guastella

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