ATTACCO FRONTALE DI “STRISCIA LA NOTIZIA” ALLA TESSERA DEL TIFOSO

Cristiano Militello, attraverso un viaggio a puntate, approfondirà l’argomento. In settimana è andata in onda la seconda puntata.

FederConsumatori sta preparando un dossier, attraverso uno studio di avvocati, con cui sarà rimessa in forte discussione l’utilizzazione di questo “strumento”

 

Cristiano Militello ha messo in luce, in un servizio andato in onda su Striscia la Notizia, le contraddizioni della Tessera del tifoso. “Botte e risposte” è il titolo eloquente. Presentata dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni come la soluzione alla violenza negli stadi, la tessera in realtà sta creando problemi proprio sul fronte della sicurezza. Il paradosso sta nel fatto che, invece di scongiurare gli scontri tra ultras, li favorisce. Gli ultras italiani, infatti, per protesta, non l’hanno sottoscritta. Due le conseguenze: senza tessera niente abbonamento.
I ribelli hanno risolto il problema degli incontri casalinghi facendo di volta in volta il biglietto, e non sempre per la curva. I rischi maggiori si registrano in trasferta: se non si è in possesso della tessera non si può accedere ai settore ospiti. Gli ultras hanno aggirato la norma comprando i biglietti per i settori locali, in modo assolutamente lecito. Il risultato è che si sistemano vicino ai tifosi locali, “creando situazioni che vanno dal paradosso alla pericolosa promiscuità”, sottolinea Militello.
Guardando il servizio si sorride, grazie alla ironia e al sarcasmo che contraddistingono Militello, ma si riflette, e tanto, sulle conseguenze della tessera del tifoso. Se gli ultras ospiti si mischiano a quelli locali gli stadi sono dei posti ancora più insicuri. Altro che famiglia, altro che “grande successo”, come è convinto Maroni.
Militello mostra alcune immagini esemplicative: settori ospiti semivuoti con i pochi (e innocui) tesserati, e ultras (tra i quali le immancabili teste calde) nei settori di casa. Ed ecco sampdoriani vicini agli juventini, spezzini nella tribuna comasca, parmigiani in mezzo ai fiorentini. Non sempre è andata lliscia. Basta vedere gli scontri tra avellinesi e brindisini, paganesi e salernitani, bolognesi e juventini. E quelli sfiorati tra bresciani e leccesi.
Insomma, la sicurezza, proprio l’obiettivo principale, è diminuita invece di aumentare. E, se da un lato la tessera ha finito per favorire il tifo violento, dall’altro sta spegnendo quello sano, fatto di colori, tifo e goliardia. Gli stadi si stanno svuotando, e tra i tifosi c’è chi si arrende alla tv e chi si disamora del pallone. Lo stadio è l’anima del calcio. Se si spegne la passione, il pallone smetterà di rotolare.

(Fonte: Eco dello Sport, 4 novembre 2010)

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