https://www.pianetaempoli.it/immagini-empoli/Figurine Calciatori Empoli/granaiola_marco.jpgA tutto rock!

 

E’ l’unico “isolano” degli azzurri sparsi nella nostra penisola. Rispetto a molti altri ha una storia un po’ diversa da raccontare dalla sua casa di Olbia, una delle maggiori città della Sardegna di circa 55.000 abitanti, situata a nord-est, la più grande realtà portuale per il traffico di passeggeri, se si escludono quelli a breve raggio, grazie anche alla sua posizione geografica che dista meno di 300 km dal continente.

 

Marco gioca qui, in Seconda Divisione raggruppamento Nord, 500 spettatori scarsi di media allo stadio “Bruno Nespoli”. Per conoscerlo meglio sono doverose alcune precisazioni che lui stesso fornisce:

 

“Su alcuni siti specializzati e anche sul sito dell’Olbia sono riportate informazioni sbagliate. Per esempio non è vero che sono nato a Pisa il 10 Aprile del ‘90, ma a Pietrasanta, in provincia di Lucca, il 19 Gennaio sempre del ‘90. E non è nemmeno vero che l’anno scorso ho segnato tre reti ma solo una a San Marino quando, con la CuoioCappiano vincemmo per 3-1. Io realizzai il 2-1 quando mancavano otto minuti alla fine e poi Nocciolini fece il 3-1”.

 

Precisazione doverosa.

 

Mi dicevi che la tua storia è un po’ diversa rispetto agli altri. Racconta…

 

“Diversa perché io sono arrivato tardi ad Empoli rispetto al consueto. Arrivai che ero già della categoria “Allievi” dal Margine Coperta, una società in provincia di Pistoia”.

 

Ma il Margine Coperta è una società satellite dell’Atalanta…

 

“Sì, è vero. L’anno prima di arrivare ad Empoli c’era stato anche un timido contatto con la società bergamasca. Sono andato anche tre volte a Bergamo per fare provini e tornei ma non mi è piaciuto, ho rifiutato perché volevo rimanere vicino a casa e l’Empoli è stata la prima società a cercarmi e a prendermi”.

 

Continua la tua storia…

 

“Il primo anno feci gli “Allievi Regionali” e l’anno successivo gli “Allievi Nazionali” riuscendo anche ad arrivare in Nazionale Under 17 con Conti allenatore. L’anno successivo in “Primavera” qualcosa non ha funzionato e a metà anno mi ritrovai nella “Berretti” della CuoioCappiano che faceva da supporto all’Empoli. In quei mesi che ho passato a Santa Croce sono stato notato dall’allenatore della prima squadra, Iacobelli, che mi fece esordire in C2. Ero in prestito e quindi a fine stagione tornai ad Empoli sempre nella formazione “Primavera” dove giocai sempre fino a gennaio. Poi, di nuovo, alla riapertura del mercato Iacobelli mi cercò ancora. Mi voleva lì e quindi tornai alla CuoioCappiano dove giocai quasi 20 partite, comprese quelle dei play out, e quasi tutte da titolare segnando anche il mio primo gol tra i professionisti, ed unico finora, che ho ricordato poco fa”.

 

Poi la CuoioCappiano è fallita…

 

“Beh noi comunque retrocedemmo ai play out ed io tornai ad Empoli perché il prestito era finito, ma se la CuoioCappiano avesse trovato le risorse per essere ripescata, visto che era una cosa sicura, probabilmente sarei rimasto lì perché avevo già avuto dei contatti in tal senso e mancavano solo dei piccoli dettagli per rinnovare l’accordo”.

 

E quindi è arrivata l’Olbia…

 

“Io ho firmato un contratto di tre anni con l’Empoli, ad Olbia sono in prestito credo con un diritto di riscatto da parte dell’Olbia, non sono sicurissimo di questo, se ne occupa il mio procuratore Matteo Roggi. La società sarda mi seguiva da un po’ di tempo ed è arrivata in un periodo dove mi sono successe diverse cose: prima i play out con la CuoioCappiano, una settimana dopo l’esame di maturità e una settimana dopo ancora mi è arrivata la chiamata dell’Olbia”.

 

E tu come hai accolto questa chiamata?

 

“Inizialmente non ero molto convinto… Sai, il dover andare in Sardegna, lontano da casa e per giunta su un’isola… Pensavo che forse sarebbe stato meglio aspettare un po’ per vedere se ci potevano essere altre soluzioni, altre squadre interessate a me. Devo dire però che la determinazione del direttore sportivo dell’Olbia, Davide Bolognesi, mi ha convinto ad accettare il trasferimento. Alla fine l’ho ritenuta la scelta più giusta anche perché qui, dopo i play off persi l’anno scorso con l’Alessandria, avevano costruito una squadra per vincere il campionato”.

 

Guardando la classifica non si direbbe…

 

“Abbiamo incontrato delle difficoltà e c’è stato anche il cambio di allenatore. Il tecnico precedente, Vullo, si era fossilizzato su una squadra, vedeva in un’unica direzione, dimostrando di non avere una mentalità duttile e di poter sfruttare pienamente le potenzialità della squadra. Adesso abbiamo Gautieri che sta cercando di conoscere fino in fondo le qualità della rosa”.

 

Carmine Gautieri è un ex azzurro, avete mai parlato di Empoli?

 

“Lo so che è stato un giocatore dell’Empoli, per il momento però non abbiamo mai avuto occasione di approfondire il discorso, mi ha solo chiesto se ero ancora di proprietà della società azzurra”.

 

Che tipo di calciatore è Marco Granaiola?

 

“Io sono un centrocampista. In un 4-4-2 solitamente vengo impiegato in mezzo, centro destra, mentre in un centrocampo a tre sono più mezz’ala. In questa posizione mi faceva giocare Vullo anche se con lui, per la verità, ho giocato poco. Invece con Gautieri ho sempre giocato anche se sono cosciente che abbiamo fuori per infortunio un giocatore molto forte ed importante per noi: Andrea Bussi. Voglio però giocarmi le mie carte anche quando rientrerà lui. Per il momento però sono soddisfatto delle mie dieci presenze”.

 

Come ti muovi per i tuoi spostamenti dalla Sardegna?

 

“Prendo la nave. L’aereo è scomodo perché per arrivare a Pisa dovrei utilizzare l’aeroporto di Alghero e il volo è alle 6 di mattina!. Preferisco fare la traversata di notte, in cuccetta, anche perché di giorno non passerebbe mai. Sono sceso soltanto due volte però e altre due volte mi ha raggiunto la mia fidanzata Alessandra, anche lei di Pietrasanta, che però non ha molte occasioni per muoversi a causa degli studi”.

 

E ad Olbia come si vive?

 

“Io abito in centro, un piccolo appartamento che divido con un mio compagno, Giancarlo Lisai, con il quale mi sono trovato subito bene. No, non andiamo a mangiare in un ristorante della società. Abbiamo qualcosa in più sul contratto e ci arrangiamo da soli anche se un po’ di tempo fa abbiamo trovato una convenzione con un ristorante e quando usciamo andiamo lì, magari qualche sera che non abbiamo voglia di lavare i piatti!”

 

Non approfittate della convenzione mi sembra di capire…

 

“Non sempre anche perché a me piace cucinare e anche Giancarlo se la cava. Ci limitiamo a cose semplici intendiamoci, non ci avventuriamo in pietanze particolarmente elaborate. E poi mi piace stare in casa, stare per i fatti miei. E‘ difficile che usciamo la sera, magari la domenica se facciamo un bel risultato. Olbia è una città diversa come mentalità rispetto alle altre città del continente. All‘inizio non è stato facile ambientarsi, c‘è un altro modo di vivere. Credo che dipenda dal fatto di essere su un‘isola, in qualsiasi altra città del continente sai che, volendo, in qualche ora di macchina saresti a casa. Qua non puoi pensarlo per ovvie ragioni. Ormai però sono al sesto mese ed è comunque un‘esperienza importante per la mia crescita anche a livello umano”.

 

Fate tutto da soli quindi…

 

“Sì. Anche le pulizie generali. La casa non è molto grande e poi avendo tanto tempo libero ci dividiamo i compiti. Fuori utilizziamo soltanto le lavanderie perché non ci hanno ancora portato la lavatrice”.

 

Però avete la tv…

 

“Quella sì anche se non abbiamo il satellite ma soltanto il digitale terrestre. Io guardo un po’ di tutto: dai programmi sportivi, per esempio non mi perdo un appuntamento di “Studio Sport” ai telegiornali; dalle “scemate” alle cose serie anche se, lo ammetto, impazzisco per il “Grande Fratello”. L’Empoli invece lo seguo attraverso gli highlights e il sito ufficiale”.

 

Tv e… Playstation?

 

“No no. Niente playstation, non sono mai stato un accanito di videogiochi”.

 

Oltre alla tv ti dedichi anche alla lettura?

 

“Ogni tanto sì… Beh, i giornali il lunedì dopo la partita sempre!”

 

Molti calciatori dicono che non li leggono i giornali…

 

“Sì sì lo so. Io li leggo però e, pur leggendo le altre notizie, la prima cosa che guardo è la nostra pagina e i voti. Lo confesso spudoratamente, non ho problemi a dirlo anche perché non mi faccio influenzare”.

 

Viva la sincerità.

 

Quanto “sente” il calcio la città di Olbia?

 

“Qualche pressione c’è; è un po’ sentita anche se non in maniera esagerata. Se andiamo bene ci seguono e se invece andiamo male ci seguono meno. L’anno scorso nei play off con l’Alessandria c’era lo stadio pieno. Mi hanno fatto vedere le foto, da brividi”.

 

La vostra settimana come si articola?

 

“Ci alleniamo tutti i giorni escluso il lunedì e il mercoledì facciamo il “doppio”. O il martedì se capita che dobbiamo giocare di sabato. Andiamo all’allenamento in auto, a volte con la mia e altre volte con quella di Giancarlo. Solitamente ci alleniamo allo stadio oppure su un campo in sintetico verso il mare che però non è di proprietà dell’Olbia ma fa parte dell’apparato di GeoVillage”.

 

E al sabato in ritiro…

 

“Sì. Andiamo sempre in ritiro anche quando giochiamo in casa in un albergo vicino Olbia. Quando invece andiamo in trasferta ci muoviamo sempre in aereo dall’aeroporto di Olbia e spesso atterriamo a Milano. In ritiro mi dedico all’altra mia passione: la musica rock. Ne ascolto moltissima specialmente Ligabue, ma anche Vasco. Nemmeno Max Pezzali mi disgusta però”.

 

Con l’Empoli che rapporto hai?

 

“Mi sento legato all’Empoli. Ormai ho smaltito quel pizzico di delusione calcistica che ebbi quando nell’anno di “Primavera” fui mandato a giocare nella “Berretti” della CuoioCappiano. Un giorno spero di poter tornare a vestire la maglia azzurra per dimostrare che tipo di giocatore sono”.

 

Prossimi progetti?

 

“Il 21 sera torno finalmente a casa per trascorrere il Natale con la mia famiglia e la mia fidanzata poi il 27 sera riparto e arriverò ad Olbia il 28 mattina. L’ultimo dell’anno lo passerò in Sardegna”.

 

Buona traversata Marco…

 

 

 

intervista di Alessandro Marinai

 

 

 

 

 

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