A cura di Nico Raffi

 

Non è bastato il cambio di allenatore per assicurare al Brescia una maggiore continuità nei risultati. Il passaggio di testimone da Alberto Cavasin a Beppe Iachini, materializzatosi all’8 °giornata di questa stagione, non ha prodotto quel cambio di marcia che si aspettavano i tifosi delle Rondinelle e il vulcanico presidente Gino Corioni.Brescia

La tremenda scoppola della sconfitta per 0-4 subita con la Reggina al Granillo nell’ultima giornata, sebbene facilitata dall’espulsione di Bega dopo appena 38 secondi (con annessi strascichi polemici che hanno prodotto il deferimento alla Disciplinare di Corioni e dell’esperto difensore bresciano per le dichiarazioni post-partita nei confronti dell’arbitro Celi di Campobasso), oltre ad aver prodotto enormi tensioni con la tifoseria locale, è anche il simbolo di una stagione incerta ed altalenante e vissuta al di sotto delle aspettative da parte di Caracciolo e compagni. E dire che, in terra lombarda, c’erano tutti i presupposti per disputare un torneo da protagonista. Nonostante alcune partenze eccellenti (Viviano, Zoboli e Baronio su tutti), la conferma del tecnico trevigiano Cavasin, l’uomo che nello scorso campionato aveva trascinato le Rondinelle alla finale dei playoff col Livorno (i tifosi dell’Empoli purtroppo ne sanno qualcosa), assicurava quella continuità nella direzione tecnica che pareva necessaria per vivere un’annata ricca di soddisfazioni, finalizzata ad una pronta risalita in serie A.

Il capitano del Brescia: PossanziniInvece, dopo uno stentato avvio di torneo, il contestatissimo presidente Corioni, impegnato soprattutto ad iniettare ossigeno nelle asfittiche casse della società, non smentiva la sua fama: dopo aver silurato lo scorso anno Serse Cosmi prima e Nedo Sonetti poi, dava il benservito anche a Cavasin e affidava la panchina a Beppe Iachini. Risultato: appena 8 punti in 9 gare nell’attuale gestione del 45enne tecnico di Ascoli e quell’atteso salto di qualità ancora rimandato a data da destinarsi. Neppure la solita verve dell’airone Caracciolo, un lusso per la categoria e autore fin qui di 8 reti, è servita per consentire al Brescia di abbandonare quell’anonima posizione di centro classifica che certamente non rispecchia la qualità della rosa a disposizione di Iachini. Capitan Possanzini, praticamente devastante nello scontro playoff con gli azzurri del giugno scorso, stenta a trovare la via della rete. L’ex azzurro Flachi (per ora appena un gol al suo attivo) è ancora a caccia della condizione migliore. Taddei entra ed esce, come al solito, dall’infermeria.

La difesa subisce ancora troppi gol nonostante il cambio di modulo apportato da Iachini che è passato dal 4-3-3 al più solido 4-4-2 per dare maggiore protezione al reparto arretrato. Esistono comunque anche alcuni segnali positivi che vanno ricercati nella convincente vittoria di due settimane fa ottenuta al Rigamonti contro il Lecce. La crescita nel rendimento degli esterni Rispoli e Lopez che, giovandosi del nuovo modulo, possono offrire maggiore spinta nella fase offensiva e farsi vedere in zona gol. La bella scoperta del giovanissimo Fabrizio Paghera, non ancora 18enne, che ha già conquistato la fiducia dell’allenatore e che si è ritagliato un importante spazio da titolare nelle ultime apparizioni. Nell’attesa che il mercato di gennaio offra nuove soluzioni tecniche per rilanciare una stagione finora deludente (si parla di Sergio Volpi, ormai corpo estraneo a Reggio Calabria), a Brescia si vocifera sull’imminente arrivo di Gigi Maifredi come consulente tecnico e responsabile di mercato.

Nico Raffi

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