Monteboro, martedì 16 agosto, pomeriggio. In occasione del raduno della squadra dell’Under 15 scambiamo due parole con mister Antonio Buscè. Dopo un triennio alla guida dei 2001 (che ha portato alla conquista del titolo regionale Giovanissimi B nella stagione 2014/2015 e tra le prime otto d’Italia nella stagione 2015/2016) è questa stagione alla guida dei 2002. Gruppo nuovo e nuovo Camopionato, col format (finalmente!) attuato della Lega che ha diviso il Campionato tar squadre di Lega Pro e squadre di Serie A e B.
Siamo con Antonio Buscè che, reduce dalla fasi finali nazionali con la Categoria Under 15, quest’anno ci riprova..
“Sì, ci riproviamo con questo gruppo. Sarà una novità perchè negli anni che sono qua come allenatore ho avuto sempre il gruppo dei 2001 e quest’anno avrò un gruppo nuovo. E’ una bella sfida, anche perchè sono cambiate un po’ le regole e quindi sarà un Campionato più difficile ma anche più stimolante, nel senso che comunque, con la regola nuova, ci sono solo squadre di Serie A e B. Senza voler nulla togliere a quando c’erano anche le squadre di Lega Pro va detto che di sicuro sarà un Campionato molto più bello”
Sono perfettamente d’accordo. Tra l’altro era da tanto tempo che si ausipiaca questo. Credo che per te, come allenatore, ma anche per i ragazzi, questo alzarsi dell’asticella sia uno stimolo in più
“Sì, è un qualcosa che fa bene un po’ a tutti, perché comunque, quando a giugno siamo arrivati alla fasi finali, ci siamo resi conto di misurarci con altre realtà e con il valore di altre squadre. Perciò, facendo un Campionato strutturato come sarà il prossimo, riesci a vedere, a capire, tutto quello di cui ha bisogno un gruppo per essere all’altezza di competere a livello nazionale. Secondo me è importante per tutti: per noi allenatori, per i collaboratori, ma sopratutto per i ragazzi, per una crescita loro, per far sì che quando arrivano al “calcio che conta” (e spero che ne arrivino il più possibile) siano ragazzi più pronti, più preparati”
Gioco senza palla, movimento, grande intensità . Questo è quello che ha caratterizzato il tuo lavoro in questi anni che io ho visto. Quest’anno proseguirai in questa strada, ci sarà qualcosa di nuovo, di diverso?
“La filosofia deve essere quella, anche se forse ho usato un termine eccessivo perché nel calcio non inventa nessuno niente, non si inventa il calcio. Dico sempre che si lavoro e si propone in base a quello che un allenatore ha in mano, in base alla tua mentalità di gioco. Ho visto che comunque, facendo detrminate cose, abbiamo raccolto tanto perché comunque, per quanto abbiamo fatto nel triennio con il 2001, secondo me abbiamo fatto qualcosa di importante. Credo che comunque anche questo gruppo, che viene da un paio di anni importanti con mister Vannini e mister Bombardieri, ha avuto questo tipo di mentalità : intensità alta, palla a terra…il classico gioco che si vuole insegnare al giocatore moderno. Qua, lo dicevo anche prima, non inventiamo niente, cerchiamo solo di far migliorare questi ragazzi e di portare avanti un progetto che è quello dell’Empoli calcio”
La domanda tormentone che ho fatto a tutti i tuoi colleghi allenatori e che adesso faccio anche a te: il 30 giugno 2017 mister Buscé sarà soddisfatto se….
“Sarà soddisfatto se vedo che comunque, costantemente, c’è stata la crescita di ogni singolo ragazzo. Rimango sempre dell’idea che un allenatore, a livello di settore giovanile, può definirsi tale fino ad un certo punto, perché in un settore giovanile devi essere un educatore, un istruttore che insegna calcio, devi cercare di far capire determinate cose per migliorare il ragazzo. E’ normale che poi ognuno ci ha le sue ambizioni. Credo che nella vita essere ambiziosi sia un qualcosa di importante però io sarò contento se vedo che comunque ogni singolo ragazzo è migliorato. Poi – perché no? – anche egoisticamente, se arrivasse qualche risultato importante anche sul campo, non mi nascondo dietro ad un dito, sarebbe una grossa soddisfazione. Però l’obiettivo prinvipale è far crescere ogni singolo ragazzo”