24 Maggio 2003. L’Empoli con la salvezza già in tasca perde al Castellani contro il Parma e si congeda da mister Silvio Baldini. I tifosi azzurri srotolano in maratona inferiore uno striscione di 50 metri che recita la frase: “il destino ci separa da un grande uomo che non dimenticheremo”. Significativo che venga evidenziata la parola “uomo”. Si perché, al di là degli straordinari risultati ottenuti sul campo, Silvio Baldini, nel suo ciclo azzurro durato tre anni e mezzo, è riuscito a farsi apprezzare per il suo temperamento e la sua genuinità un po’ naif anche, se non soprattutto, fuori dal rettangolo di gioco.

Personalità schietta e passionale quella di Baldini, non incline ai compromessi, fiera e granitica come il marmo della sua città d’origine. E sincera, profondamente sincera. Un mese prima del passo d’addio con il Parma, celebrato in un Castellani festante e stracolmo, il tecnico apuano, il 19 aprile 2003, vigilia di Pasqua, aveva confezionato il suo capolavoro, regalando all’Empoli il primo storico trionfo alla “Scala del calcio”. A farne le spese la San Siro rossonera, quella di Shevchenko e Rivaldo, di Nesta e Ambrosini, di Inzaghi e Serginho. Quel Milan che, con Carlo Ancelotti alla guida, di lì a poco avrebbe conquistato la sua 6° Champions League a Manchester, nel derby tutto italiano con la Juventus di Marcello Lippi.

Punizione di seconda in area azzurra: Rivaldo tira, la barriera respinge (foto Empoli fc.com)

Periodo troppo denso di impegni per il Milan. La sfida casalinga con l’Empoli cade tra la semifinale di Coppa Italia e il ritorno dei quarti di finale di Champions con l’Ajax e, pensa Ancelotti, ci si può permettere di far riposare i tanti big. Maldini, Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Gattuso restano fuori, mentre il fuoriclasse ucraino Shevchenko parte dalla panchina. Sarà harakiri. Pronti-via e Tommaso Rocchi al 13′ semina, con una splendida progressione, Nesta in velocità mettendo in mezzo un cross basso dalla destra sul quale si avventa Totò Di Natale. Per l’aeroplanino azzurro è un gioco da ragazzi appoggiare in rete alle spalle di Dida. Inzaghi prova a più riprese a sorprendere Gianluca Berti ma il portiere azzurro è in stato di grazia. Su Tomasson è addirittura miracoloso. Il fortino azzurro regge fino alla fine, anche quando Vannucchi e compagni restano in dieci per l’espulsione di Pratali. Il miracolo si compie e un Silvio Baldini al settimo cielo non le manda a dire al termine del match: “Sapevo che il Milan sarebbe stato con la testa all’Ajax e per questo noi lo abbiamo punito. C’è poco da fare: hanno campioni fortissimi che si esprimono al massimo quando hanno grandissimi stimoli. Per fortuna l’ Empoli, questi stimoli, non li dà”.

Di Natale ha appena segnato il gol decisivo: l’esultanza dell’aeroplanino azzurro

L’Empoli, per la prima volta nella sua storia, ha violato il Meazza. Baldini è in procinto di intraprendere altre strade sposando il progetto, non particolarmente fortunato, del Palermo di Zamparini. Si chiude un indimenticabile ciclo vincente, segnato dalla storica terza promozione in serie A e da una tranquilla salvezza in massima serie. Nel mezzo, la valorizzazione di talenti che rispondono al nome di Marchionni, Saudati, Bresciano, Di Natale, Rocchi, Maccarone, Tavano, Vannucchi e Buscè. Una “Nouvelle Vague” azzurra, destinata a lasciare un’impronta profonda e incancellabile nella società di Fabrizio Corsi e Pino Vitale insieme alla sperimentazione di un modulo tattico innovativo che, negli anni a venire, avrebbe fatto proseliti in Italia. Il 4-2-3-1 di Silvio Baldini che fece scuola, nacque da un’esigenza semplice e precisa: far coesistere in campo un manipolo di talentuosi giocatori offensivi. “Avevo a disposizione tanti giocatori bravi, tutti attaccanti e, ogni volta, ero costretto a penalizzare qualcuno di loro perchè non potevo farli giocare tutti insieme. Sperimentammo diverse soluzioni finchè alla fine convinsi Marchionni e Di Natale, e successivamente anche Rocchi, a fare le ali, rientrando all’altezza dei centrocampisti per aiutare la squadra in fase di non possesso. Fu una scelta che galvanizzò l’ambiente”.

Silvio Baldini portato in trionfo dai suoi ragazzi dopo la salvezza in A

Gli attaccanti diventano trequartisti, “mezzepunte” che, agendo tra le linee, fanno letteralmente impazzire gli avversari non dando alcun punto di riferimento. L’Empoli 2001-2002 targato Silvio Baldini è fuori categoria in serie B. Al giro di boa, ha già totalizzato 40 punti. Un record che, nel girone di ritorno, viene ridimensionato soltanto dai condizionamenti determinati da un’inchiesta antidoping che scuote l’ambiente azzurro prima di arenarsi nel nulla. Il campionato di seria A 2002-2003 comincia con un’incredibile serie di quattro vittorie consecutive in trasferta. Cadono nell’ordine: Como, Perugia, Piacenza e Brescia. Il quinto successo esterno si fa attendere oltre cinque mesi ma arriva nel modo più sorprendente e fragoroso. Alla “Scala del Calcio”, per la prima volta, va in scena la marcia trionfale di Totò Di Natale e compagni. Il vertice della parabola dell’Empoli di Baldini, il punto più alto raggiunto da un tecnico controcorrente che nessuno ha dimenticato.

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14 Commenti

  1. Fra L altro le 4 vittorie consecutive in trasferta sono un record per una neopromossa in serie a. Mai nessuna neopromossa c è riuscita. L Empoli di Baldini fu innovativo e mi fece divertire un sacco.

  2. Silvio fu il primo in Europa a lanciare il 4-2-3-1 con il suo Empoli.
    Il modulo nacque già nella stagione 2000/01 e trovo’ il suo conseguente successo nella stagione seguente, 2001/02 con la terza promozione Azzurra in A.
    “Di Natale-Bresciano-Maccarone-Rocchi”: erano questi i “4 moschettieri” la’ davanti.

    Grande, grandissimo Silvio “Beautiful Mind” Baldini.
    La stagione 2008/09, quella del ritorno, facciamo finta che non sia mai avvenuta 😉

  3. Uno dei 4 grandi cicli: quello di Spalletti, quello di Baldini, Somma/Cagni e Sarri/Giampaolo

    Che portiere incredibile che era Berti

  4. Un assedio!!!!! Molto più bello 1-1 a Milano con Sarri in panchina: in quel caso fu una lezione di calcio, ma un Milan in parabola discendente con meno campioni.

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