Nei prossimi giorni, la FIGC sottoporrà al Ministro della Salute Speranza e a quello dello Sport Spadafora la versione definitiva del protocollo di sicurezza per la ripresa dell’attività agonistica per la Serie A prima e poi con la Serie B, col via libera agli allenamenti previsti per inizio maggio e i primi impegni ufficiali che sarebbero disputati in un lasso di tempo che va dal 27-28 maggio – la Lega ha suggerito l’idea di ricominciare con le semifinali di ritorno di Coppa Italia Juventus-Milan e Napoli-Inter – al 7 giugno.

LA FASE 1 – Per arrivare a questo, andrà approvato in primis il piano stilato per il ritorno sui campi di allenamento e nei centri sportivi. Per fine aprile, sono previsti 3-4 giorni di screening, con doppio tampone ravvicinato per calciatori e staff, un test molecolare rapido, esami sierologici, analisi cliniche complete e prelievi del sangue. Per le analisi dei tamponi, ci si dovrebbe appoggiare a strutture convenzionate col Governo. Terminati gli esami, la prima fase degli allenamenti avverrebbe in gruppi separati, partendo dal presupposto di seguire piani differenziati per i giocatori che hanno contratto il virus e sono guariti, per coloro che risultano ancora positivi e per quelli che non sono mai stati infettati. Soprattutto nella prima settimana, è previsto comunque che tutti si allenino individualmente e che il distanziamento sociale sia rispettato nei minimi termini. In questo periodo, diventa fondamentale la possibilità di effettuare controlli e tamponi costanti, in modo che eventuali casi di nuove positività vengano prontamente isolati dal resto del gruppo.

RITIRI BLINDATI – Superata la prima settimana, gli allenamenti tornerebbero ad essere svolti nella maniera consueta, con gruppi sempre più allargati e per un periodo di quasi totale isolamento dal mondo esterno, visto che le squadre svolgeranno un periodo di ritiro di 3-4 settimane, blindate nei rispettivi centri sportivi per chi dotato di foresteria, in albergo per gran parte delle società di Serie A. Al termine di ogni giornata di lavoro, i luoghi frequentati da calciatori e staff saranno sistematicamente sottoposti a sanificazione. Soltanto dopo che saranno stati approvati tutti questi punti, sarà possibile passare alla fase 2, ossia alla pianificazione del ritorno negli stadi, con l’ipotesi di percorsi differenziati per ogni squadra e strategie ad hoc per spostamenti e organizzazione delle trasferte.

Su questo fronte, c’è un nodo che rischia di creare malumore da parte di qualche società, visto che non si può escludere che, per ragioni di sicurezza, Governo e FIGC possano decidere di non far giocare nelle zone e nelle città maggiormente colpite dal virus, quindi Milano, Torino, Bergamo e Brescia, richiedendo ai club interessati di giocare in campo neutro.

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