A cura di Claudio “Freccia”

Gruppo principale: Supporters Pordenone

Altri Gruppi/compagnie esistenti: Bandoleros, Voi Borghesi noi Borghetti, Cuori Neroverdi, Pordenone Portus Naonis, Pn Neroverde 2020.

Settore: Distinti H1

Gemellaggi/amicizie: –Delta Porto Tolle: vecchia amicizia. Festa organizzata dai tifosi del Delta a Tolle nell’aprile 2013 che consolida un’amicizia sempre più forte. Striscione “Supporters Pordenone” presente in Delta Porto Tolle-Forlì l’1 giugno 2014. Nel giugno 2015 giro di campo con lo striscione “Oltre colori e rivalità solo amicizia ultrà”. –Adriese: vero e proprio gemellaggio negli anni 90, adesso il rapporto si è molto raffreddato, non ci si incontra più. –Sanvitese: rapporti amichevoli fin dagli anni 90, adesso il rapporto si è raffreddato. –Fano: gemellaggio recente. In Fano-Pordenone del settembre 2017 esposto lo striscione “Solidarietà ai P.F. ‘77” (Panthers Fano). –Udinese: buoni rapporti di vicinato. –Jesina: amicizia recente dato che gli jesini sono gemellati coi fanesi.

Rivalità: –Porto Viro: vecchia, sentita rivalità, molto spesso sfociata in scontri. Vedi sezione “Storia del tifo pordenonese”. –Sacilese: antica sentita rivalità. In Pordenone-Sacilese del settembre 2013 esposta la scritta “Sacile merda”. Due anni di Daspo a tre ultras del Pordenone a seguito dei tafferugli, sostanzialmente il lancio di alcuni fumogeni dentro lo stadio, registratisi nell’amichevole estiva Sacilese-Pordenone del 5 agosto 2015. –Mantova: vecchia rivalità, odio, tafferugli negli anni 90. Vedi “Storia del tifo pordenonese”. –Rovigo: rapporti non proprio amichevoli fin dagli anni 90.

Politica: si definiscono apolitici

Storia del tifo pordenonese: Il tifo a Pordenone ha sempre risentito dell’influenza della vicina Udine, parecchi ragazzi di Pordenone hanno seguito negli anni l’Udinese, come la sezione di Pordenone degli storici “Hooligans Teddy Boys”. Questa dinamica non ha mai favorito negli anni 80, periodo perlopiù di C.N.D. (Campionato Nazionale Dilettanti) la nascita di un gruppo ultras che invece si affaccia negli anni 90. E’ il 1992 quando giovanissimi delle scuole superiori di Pordenone fondano i “Brigata Gomiero”, vogliosi di fare un tifo sano e colorato per la propria città. La prima partita seguita è Pordenone-Zoppola di Prima categoria. Nasce tutto per gioco, ma, grazie alla scalata dei “ramarri” (così viene chiamata la squadra del Pordenone), che giocano bene e scalano le classifiche, passando dalla Prima categoria alla Promozione nel 1993, alla Serie D nel 1996, il gruppo assume sempre maggiori dimensioni. Allo spareggio per la D contro il Rovigo i neroverdi vincono ai rigori: quel giorno allo stadio sono presenti molte persone che si unirono alla “Brigata Gomiero”, non solo ragazzi, ma anche ragazze, adulti e anziani. Da lì alla fondazione, visto la crescita numerica, degli “Ultras Pordenone”, il passo è breve. Non sono assolutamente politicizzati: c’è gente del Fronte della Gioventù e gente che frequenta i Centri Sociali. Durante la settimana non si guardano neanche in faccia, ma la domenica…cantano tutti insieme. Sono gli anni di Canzian, Capasa, Lovisa, bomber Pentore e del presidente Setten. Con un tifo caloroso e “casinaro”, ma leale gli “Ultras” scelgono come simbolo l’Asterix, personaggio sbruffone ma positivo. Durante la settimana si prepara gli striscioni e le bandiere, con il frutto di grandi collette. Il loro compito é quello di reclutare più tifosi possibile per la domenica, pescando nel mondo delle loro conoscenze, finché si raggiunge la trentina per le partite in casa. Si stampano volantini e un giornalino, ottimo il rapporto coi giocatori che ad ogni gol vanno ad esultare sotto la gradinata. La società li sostiene perché capisce l’importanza del loro tifo; non economicamente, ma appoggiandoli con la logistica, passandogli le stoffe, aiutandoli a prenotare i pullman per le trasferte. Gli “Ultras” crescono e forse si inserisce qualche “testa calda”. Molte volte con le tifoserie avversarie ci si insulta per 90 minuti, anche pesantemente, poi alla fine si finisce per bere insieme. Nel 1997 a Porto Viro, Campionato Nazionale Dilettanti, non finisce invece così. In quattro al seguito della squadra, con l’altra tifoseria non abituata ad avere “rivali”, si mettono a fare gli strafottenti e in pochi minuti si trovano il paese contro. Se non interviene la polizia per i pordenonesi finisce davvero male. Quest’ultimi per la gara di ritorno preparano la risposta, chiamando il più possibile gente e amici. Qualcuno viene per difendere l’onore, altri per fare casino e basta. Si prepara un agguato, aspettandoli con le aste delle bandiere, ma il contatto grosso viene evitato dalle forze dell’ordine (la partita è a forte rischio). Qualche tifoso del Porto Viro però sbaglia settore: uno finisce a farsi medicare al pronto soccorso, gli altri vengono derubati delle sciarpe, come bottino. Non sono molte le squadre che nel girone hanno gli ultras. Nel 1997, oltre a loro, ci sono i mantovani (rapporti tesi), gli adriesi (gemellaggio), i sanvitesi (rapporti amichevoli), i rodigini (non ci si amava). Dopo l’episodio col Porto Viro c’è quello col Mantova. Qualcuno scrive su un muro un insulto a quella città. Loro cominciano a brandire le cinghie. Non c’è un vero scontro, ma ci scappa la scazzottata. Al ritorno a Mantova ci sono 5mila persone: è il giorno della loro promozione. I “ramarri” arrivano con un pullman da 50 persone. Due di loro staccano uno striscione mantovano posizionato a ridosso del settore ospiti. Gli Ultras mantovani fanno il giro dello stadio e se i neroverdi se li ritrovano in curva; a quel punto menomale interviene la celere. Storie di botte ma anche di amicizie, come quella con i supporters dell’Adriese, che sono “nemici” di Porto Viro e Rovigo. L’antipatia è comune, ma ci si lega non tanto per questo, quanto perché in sintonia a livello personale. Il rivale giurato di quei tempi è il Porto Viro. Nel 1998 all’andata, i neroverdi, arrivati da loro, fermano il pullman in piazza per cercare il contatto e rubano sciarpe, ma la polizia interviene. Al ritorno schieramento incredibile di forze dell’ordine. Un tifoso del Pordenone viene arrestato perché scaglia una biglia contro il pullman della squadra avversaria. L’amicizia con gli adriesi, inoltre, genera un’altra giornata da incubo per i sostenitori dei “ramarri”. Teatro della contesa ancora Porto Viro, marzo 1998. I neroverdi vanno ad Adria in cinque già dal sabato, per passare la serata coi loro amici, il giorno dopo sentono puzza d’agguato. A causa di un cancello aperto in molti del Ponte Viro entrano nel settore dove sono adriesi e “ramarri” prendendoli alle spalle: ci sono scontri pesanti. C’è gente che giura di aver visto qualcuno con il coltello, ci sono feriti. Un assessore locale viene picchiato, la gara sospesa per 10 minuti. La celere interviene in colpevole ritardo, e sì che fuori lo schieramento di polizia e carabinieri è cospicuo. Evitata la denuncia grazie al sindaco di Adria. Col Porto Viro si era creato un circolo di vendette. I pordenonesi erano in genere ragazzi sotto i 30 anni, con al seguito anche ragazze e, a parte alcuni casi, hanno sempre fatto del tifo sano. Ma in giro trovavano ultras diversi. Quelli del Chioggia e del Monselice erano molto caldi. Nel giugno 1998, per lo spareggio per la Serie D contro la Sacilese, dopo la sconfitta da loro all’andata per 0-2 a tavolino, i sacilesi vanno a Pordenone, vincono 3-0, ottengono la promozione e sfasciano tutto, in circa 100, armati di bastoni e cinture. Provocano tutta la gara, scrivendo perfino sui muri “Friulani bastardi”. Vi sono violenti scontri con la polizia. Nel frattempo si affaccia nel ’97 un altro gruppo, i “Naonian Army” che tirano le redini del tifo per qualche anno, affiancati dai “Mods”. Nel 2000 tramonta definitivamente l’era degli “Ultras Pordenone” e nascono i “Guardia Cittadina”, che non si fanno ricordare per nulla di eccezionale, a parte il tifo colorato e di base sano. Nel 2002 arriva la promozione in C2, nel 2003 l’A.S. Pordenone Calcio viene esclusa dal campionato e riparte dall’Eccellenza con la denominazione di Pordenone Calcio S.r.l., nel 2004 la retrocessione in Promozione, ma l’anno dopo c’è subito il ritorno in Eccellenza e nel 2006 addirittura la promozione in D, che però dura solo un anno. Dopo una nuova retrocessione in Eccellenza, nel frattempo avviene lo scioglimento dei “Guardia Cittadina” e la nascita, nel 2008, di un gruppo davvero tosto, i “Supporters Pordenone”, che scelgono come simbolo Sioth dei Goonies. Nello stesso anno la Società ritorna in Serie D, per restarvi fino al 2014, quando arriva la Lega Pro. Il 16 ottobre 2016 nascono i “Bandoleros Pordenone” per la volontà di alcuni giovani dei “Supporters” di creare una nuova realtà di aggregazione per i giovani pordenonesi. Nel 2016 e 2017 il Pordenone perde la semifinale Playoff per la B, arrivando rispettivamente secondo e terzo nel girone. Il 12 dicembre 2017 è una data storica per l’ambiente neroverde, in una notte gelata infatti circa 4mila friulani seguono il Pordenone al “San Siro-Meazza” per la sfida Inter-Pordenone, ottavi di finale di Coppa Italia 2017/18, con il club friulano che riesce a fermare sullo 0-0 per 120 minuti, quindi supplementari compresi, la ben più blasonata formazione nerazzurra e si arrende solo 5-4 alla lotteria dei rigori. Sempre nel 2018 i “ramarri” perdono il primo turno dei Playoff con il Feralpisalò. Ma nel 2019 arriva la storica promozione in Serie B col trionfo nel girone B della Serie C con 73 punti (+6 sulla seconda, la Triestina) nel tripudio del “Bottecchia”, lo stadio di Pordenone. Le partite interne del campionato di Serie B 2019/20 il Pordenone le gioca al “Friuli-Dacia Arena” di Udine, che dista da Pordenone 52 chilometri.

Curiosità: -Il 25 gennaio 2020 è stata esposta in Pordenone-Pescara la scritta “Ciao Ale”, per una persona purtroppo non più tra noi. -In occasione della trasferta di Frosinone del 17 gennaio 2020 mostrato il chiaro messaggio “Dalle tribune ai settori popolari no agli esperimenti sociali”. Nelle settimane scorse, in Curva “Primavera” Sud a Torino e in Curva Sud a Brescia, i tifosi avversari ospiti erano stati piazzati in mezzo a tifoserie di casa. Almeno nel primo caso, le autorità convocate in conferenza stampa hanno chiaramente parlato di “esperimento sociale”, salvo poi ritrattare e gridare alle fake news. Nonostante le frettolose smentite, il sospetto è che si sia pensato di mescolare due tifoserie per vedere cosa sarebbe successo, magari trattando i tifosi ancora una volta come cavie. Rischiare sulla pelle di persone inconsapevoli pur di raggiungere un obiettivo stabilirebbe un precedente da tenere in considerazione, oltre a scatenare l’effetto esattamente opposto a quello delle famiglie che devono tornare negli stadi, allontanando per sempre la gente dalle curve. -Durante le partite Pordenone-Ascoli, del 22 dicembre, e Pordenone-Cremonese, del 29 dicembre 2019, gli ultras neroverdi sono stati presenti nel parcheggio della Curva Nord e ai cancelli dello stadio di Udine per raccogliere fondi a favore dell’Area Giovani del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pn) per regalare sorrisi, affetto e momenti di felicità a questi ragazzi e ragazze portatrici di tumore.

-Per Pordenone-Crotone dell’8 dicembre 2019 il tifo organizzato prende la decisione di entrare nel proprio settore con 15 minuti di ritardo, per manifestare contro i provvedimenti che li hanno interessati in quei giorni, ben sapendo che con il passaggio alla Serie B gli occhi puntati su di loro sarebbero aumentati, ma la repressione sta rasentando il ridicolo, infatti già dal precampionato avevano intuito con minacce, avvisi e quant’altro che i tutori dell’ordine volessero fare la voce grossa, in più sono arrivate multe assurde, come quella per aver sventolato una bandiera non autorizzata, stessa bandiera che aveva passato i solerti controlli qualche minuto prima e che non conteneva né immagini né scritte violente o volgari, solo l’immagine stilizzata della città  e il nome del gruppo “Bandoleros”.  La Società aveva chiesto esplicitamente di ripensare l’iniziativa annunciata, essendo il sostegno del tifo fondamentale per la squadra, sottolineando la correttezza dei suoi ultras. -Per la stagione 2019/20, zebre e ramarri uniti sotto l’egida del “Friuli”: è il senso della campagna abbonamenti congiunta di Udinese e Pordenone, iniziativa abbracciata con entusiasmo. Gli ultras udinesi hanno ribadito però con forza: nessuno violi la “sacralità” della Curva Nord. -Nel week-end del 22 e 23 giugno 2019, presso il campo sportivo di Spilimbergo (Pn), si è svolta la 16^ edizione del torneo “Ultras Liberi”, organizzato dal gruppo “Ultras Udinese”, al quale hanno partecipato i pordenonesi e tante altre tifoserie, tra cui romanisti, vicentini e aretini. La serata del sabato concerto e fiumi di birra. -Il 15 giugno 2019 si è svolta la Festa Verdenera “Bottecchia by night”, nuova occasione per festeggiare la promozione in Serie B. -All’indomani della festa per la promozione in B, ai primi di maggio 2019, gli ultras ricordano che il supporto non è mai mancato, ma non è abbastanza, non per una capolista che si rispetti, pertanto fanno un “appello” alla città perché la squadra, i colori e la maglia vanno seguiti nel bene e nel male, non solo durante i festeggiamenti. -Bella coreografia in occasione di Pordenone-Giana Erminio del 28 aprile 2019, ultima gara interna del campionato di C 18/19, con tanti cartoncini che riportano la scritta “B”, qualche fumogeno e, in basso, lo striscione “Sono sempre i sogni a fare la realtà”, parafrasando una hit del cantautore Luciano Ligabue. -Ai primi di aprile del 2019, dopo una settimana di polemiche sulla questione del trasferimento della squadra a Treviso, con tanto di presunto cambio di nome e di colori sociali, gli Ultras “ramarri” si sono confrontati con la Società, ed è stata ribadita da parte di essa la volontà di rimanere a Pordenone, di tenere la loro storia quasi centenaria e gli amati colori alti come sempre. -Più che discreta la presenza a Trieste nel marzo 2019. -Il 24 febbraio 2019, dopo 10 anni di attività, i “Supporters Pn” hanno organizzato una festa per l’inaugurazione della propria sede ultras. -La notte del 10 marzo 2019 alcuni pseudoultras del Pordenone sarebbero stati autori della scritta “PN domina Trieste merda” all’esterno della Curva Furlan di Trieste. I “Supporters Pn” si sono affrettati a prendere le distanze da tale “azione”. -Durante l’amichevole estiva Pordenone-Venezia del 18 agosto 2018, esposto lo striscione “No codice etico”, ennesimo strumento di repressione in mano alle società di calcio, che a loro piacimento possono revocare abbonamento o biglietto a tifosi della propria squadra che si rendano colpevoli di atteggiamenti violenti. -Nel maggio 2018 tre ragazzi appartenenti ai “Supporters Pordenone” sono stati colpiti da Daspo di un anno in seguito ai tafferugli avvenuti al termine del match interno col Bassano del 27 gennaio 2018. Per una realtà piccola come Pordenone sono tanti 7 diffidati nel giro di un anno. -Nella stessa partita, valevole per la 23^ giornata Serie C, esposto l’eloquente striscione “Basta parlare dovete lottare”. -Dopo lo storico match degli ottavi di finale di Coppa Italia, Inter-Pordenone, del dicembre 2017, sono arrivate quattro attese diffide, della durata di uno/due anni. Il tutto per aver acceso qualche torcia e fumogeno che non avevano creato alcun tipo di problema, in una giornata di festa per l’intero popolo neroverde. -Nel novembre 2017 è apparso per le vie cittadine lo striscione “Luca non mollare”, dedicato a Luca Fanesi, ultras della Sambenedettese che è finito in coma per qualche settimana, per essere stato colpito alla testa da diverse manganellate dalla celere a Vicenza, a margine dei tafferugli tra vicentini e sambini. La vicenda è stata passata sotto silenzio dai mass-media e Luca si è beccato pure un lungo Daspo, oltre al danno la beffa. -Sfoderato un bellissimo bandierone copricurva all’andata dei quarti di finale Playoff per la B 2016/17, Pordenone-Cosenza del 31 maggio 2017. -Dopo la trasferta di Parma del 5 febbraio 2017, 24^ giornata Serie C, e l’ennesima dimostrazione di menefreghismo “quasi” assoluto dei giocatori nei confronti del centinaio di tifosi presenti, gli ultras neroverdi esprimono il loro dissenso. Durante la stagione 16/17 più volte Pordenone ha ricevuto critiche dalla dirigenza per la poca presenza allo stadio e per l’’apparente’ scarso legame alla squadra. Dopo 90 minuti sotto la pioggia, dopo ore di viaggio ed un ritorno in nottata con l’inizio della settimana lavorativa ormai imminente, dopo aver speso quei pochi soldi in tasca per seguire i propri colori, un saluto svogliato è troppo poco. -Il 14 dicembre 2016 i “Supporters” hanno devoluto tramite bonifico bancario 700 €. raccolti a favore delle popolazioni terremotate. Il 21 settembre 2018 una rappresentanza di ultras pordenonesi, insignita con tanto di targa ricordo, era presente ad Amatrice per l’inaugurazione degli impianti sportivi nati grazie alla solidarietà del mondo ultras nei confronti di quella terra, promotore del progetto il gruppo “Red Blue Eagles L’Aquila”. -In Padova-Pordenone, 4 dicembre 2016, esposto lo striscione “Força Chape”, in seguito alla sciagura aerea della Chapecoense avvenuta in Colombia il 28 novembre 2016, che causò 71 morti, con soli 6 sopravvissuti. -Scenografia in Pordenone-Parma del 17 settembre 2016, Serie C 16/17: striscione “Ama la tua città difendine i colori”, poi un piccolo telone raffigurante i monumenti di Pordenone, sotto la scritta “Supporters”. -Con un comunicato i “Supporters Pordenone” comunicarono che dalla stagione 2016/17 avrebbero aderito alla “Supporters Card”, decisione non facile ma troppo importante per portare i loro colori e le loro pezze anche in altri stadi e condividere il valore della trasferta, la migliore occasione per cementare la coesione tra gli esponenti di un gruppo piccolo che stava cercando di consolidarsi. -Minicoreografia in Pordenone-Casertana (1-0) del 15 maggio 2016, Quarti di finale Playoff per la B 2015/16, con coriandolata, cartata, bandiere e la scritta “Oggi è storia”. -Cori contro la “Vecchia Guardia”, gruppuscolo che risiede nella gradinata pordenonese, da parte dei “Supporters Pordenone”, in Pordenone-Cittadella del 5 dicembre 2015, Serie C girone A. -Grave lutto nell’ambiente pordenonese il 30 agosto 2015 per la morte, a seguito di un tragico incidente stradale, del compianto Alessandro Paludetto, trasportatore 33enne, tifoso del Pordenone con una passione infinita per il calcio. Esposto sempre, almeno in casa, lo striscioncino “Palu sempre con noi”. -Il 14 giugno 2015 si è svolto di calcio tra Ultras “Pordenone siamo noi”. -Il 13 dicembre 2014 per la 17^ giornata di Serie C 2014/15, un solo tifoso del Pordenone era presente a Novara, non nel settore ospiti ma in Tribuna. -In occasione di Pordenone-Renate (1-3) del 22 novembre 2014 contestazione dal primo minuto, nel mirino Società e giocatori. Al 55° abbandonati gli spalti e dopo l’uscita si sono ritrovati a fare il tifo per una partita di bambini nel campo più vicino al “Bottecchia”. Bel momento, tra lo stupore dei genitori e la felicità di tutti i bambini che a fine partita sono andati ad esultare sotto la loro “curva”. La contestazione si è poi prolungata per un’altra ora davanti ai cancelli nei pressi degli spogliatoi, protagonisti una 40ina di ultras più altri tifosi “normali”. -In Pordenone-Union Ripa del 9 febbraio 2014 esposto sugli spalti, poi anche in strada, lo striscione “Difendiamo l’Elettrolux”, dedicato ai lavoratori dell’industria omonima.

Clubs principali: Per la maglia e per la città-Pordenone Fan Club Nogaredo.

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3 Commenti

  1. Una descrizione alquanto limitata degli ultimi 30 anni. Frutto probabilmente di un punto di vista recente.
    Chiunque ritenga che a Pordenone si è sempre stati filo udinesi o furlani, non merita di sventolare il nero verde e vivere nella città del noncello.

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