Lucia Di Guglielmo, capitano dell’Empoli Ladies, si è raccontata in un’intervista a cura di Marco Sepe della pagina Liberibosman.


Da cosa è scaturita la sua passione per il calcio? Può parlarci dei suoi esordi?
La mia passione per il calcio è nata in strada, giocando con gli altri bambini e bambine interi pomeriggi. A 7 anni ho iniziato nella mia prima squadra, la Polisportiva Zambra, e dopo 6 bellissimi anni con i ragazzi sono approdata alla mia prima, e unica, squadra femminile. A soli 14 anni ho avuto la fortuna di disputare un campionato Giovanissime e uno Primavera ed esordire in Serie C. In seguito ho sempre partecipato a campionati di Serie B e a due campionati di Serie A. Fra i miei esordi c’è anche quello in maglia azzurra, in un’amichevole con la nazionale U23 olandese.


Può raccontarci uno dei ricordi più belli legato a questo sport?
Uno dei ricordi più belli è sicuramente la prima promozione in Serie A con l’Empoli. È stato il coronamento di un sogno, raggiunto dopo anni di lavoro, sacrifici e delusioni.

Oggi milita nell’Empoli Ladies. Può parlarci di questa realtà e della squadra?

Ritengo che l’Empoli Ladies sia una splendida realtà che permette a giocatrici giovani di crescere e mettersi in mostra in un campionato di livello. Parlando della squadra, siamo prima di tutto un gruppo unito e penso che sia stato proprio questo a permetterci di disputare un ottimo campionato, esprimendo un buon gioco.


Nell’Empoli Ladies, oltre a giocare come difensore, ricopre il ruolo di capitano della squadra. Questo è un ruolo molto importante, lei come vive questa responsabilità nonostante la sua giovane età?
Essere capitano è una grande responsabilità e un onore. Ho sempre cercato di essere un buon esempio per le compagne e un sostegno nei momenti di difficoltà. Credo di avere ancora tanto da imparare, ma ricoprendo questo ruolo sono cresciuta molto caratterialmente. Devo ringraziare il mister e le compagne per la fiducia che mi hanno dato.

Con altre sue colleghe abbiamo affrontato la tematica che riguarda la disparità che intercorre tra il calcio maschile e il calcio femminile. Qual è il suo punto di vista a riguardo?Le disparità fra maschile e femminile ad oggi sono obiettive. Noi siamo dilettanti e per questo non siamo tutelate sotto tanti aspetti. Una persona che si avvicina per la prima volta al “nostro” calcio non deve fare l’errore di aspettarsi gli stessi ritmi del calcio maschile, perché rimarrebbe inevitabilmente delusa; ciò che ha fatto tanto innamorare i nostri tifosi sono i valori genuini e la passione che hanno trovato nel calcio femminile.


Può condividere con noi il suo sogno nel cassetto legato al calcio?Dopo aver raggiunto la Serie A, il mio sogno è diventato quello di giocare in Champions League.


Squadra preferita e calciatore/calciatrice preferita?
Non ho una squadra preferita. Da piccola simpatizzavo per la Juventus, ma col tempo ho smesso di seguire il calcio maschile. Le calciatrici a cui mi ispiro e che ammiro tanto sono Elisa Bartoli e Alia Guagni, per la loro grinta e determinazione.

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