Lentissimo

La nebbia di Verona si eleva a paradigma della stagione dell’Empoli. Non le nubi cariche di pioggia, alle quali, dopo intense precipitazioni, succedono sempre striature di sole o piccoli squarci di stelle. Non il rapido e violento temporale che prepara la scena ai colori rassicuranti dell’arcobaleno. Ma una fitta nebbia che disorienta e opacizza la realtà. Plumbea, sottile, tremendamente opprimente. Come il peso di una classifica che si fa sempre più gravosa e insostenibile. Dentro l’avvolgente foschia del Bentegodi, l’Empoli ha portato a compimento il completo smarrimento della propria identità. Se mai ne avesse avuta una. Lo spartiacque di Verona era una di quelle gare da non fallire. Era obbligatorio uscirne con un risultato positivo per dare un senso alle restanti 18 giornate di campionato. Invece gli azzurri si sono presentati all’appuntamento che poteva rappresentare il crocevia della stagione decimato dalle assenze: Caputo, Destro, Baldanzi, Kovalenko, Ebuehi, Bastoni e compagnia. Assenze che tuttavia non possono e non devono rappresentare un alibi per il team di Andreazzoli. Tanto più che, quando l’Empoli si è presentato a ranghi completi, non è che abbia furoreggiato o sciorinato prestazioni particolarmente scintillanti. Dalla trasferta di Verona se ne esce con le ossa rotte. E con una sensazione di grigia impotenza che rende il futuro ancora più fosco. 

Adagio molto

Verona poteva rappresentare un’occasione propizia per invertire la rotta, ritrovando in un colpo solo punti e morale. Di fronte una squadra oggetto di spietati saccheggi sul mercato – in pochi giorni sono usciti elementi importanti come Hien, Terracciano e capitan Faraoni – in un ambiente demoralizzato e in perenne contestazione societaria. Sulla carta sarebbe stata una ghiotta chance da non fallire per gli azzurri, se non fosse che gli stessi si sono presentati all’appuntamento con un pezzetto significativo di storia, in condizioni disarmanti sul piano dell’organico. Soprattutto nel deficitario (per usare un eufemismo) reparto offensivo. Gyasi a fare la spola in incarichi non propriamente suoi, rimbalzando confusamente tra ruoli di prima punta e di attaccante esterno. Il 20enne Shpendi, gettato nella mischia per l’infortunio last minute di Destro, a vagare senza costrutto sul fronte d’attacco. Cambiaghi a cercare generosamente quella gloria personale che ancora tarda ad arrivare. Cancellieri, utilizzato part-time, a instillare sporadiche gocce di talento, peraltro non sufficienti per rimpinguare il bottino realizzativo. Quando nel finale si sono alzati dalla panchina i pur generosi classe 2004 Giacomo Corona e Andrea Sodero, la resa è sembrato l’inevitabile approdo finale.

Allegretto

Ci sono giocatori che, quando annusano l’aria di casa, si ritrovano magicamente, cancellando mesi di delusioni, amarezze e guai fisici. L’anonimato di Firenze e il conseguente forzato esilio sulla costa ligure non avevano giovato a Szymon Zurkowski, a cui sono bastati pochi giorni per riprendere confidenza con il contesto a lui più congeniale e ritrovare l’ispirazione perduta a La Spezia. È come se il tempo non fosse passato. Gettato in campo a inizio ripresa, il centrocampista polacco ha impiegato meno di dieci minuti per timbrare il cartellino spedendo alle spalle di Montipò, con una splendida incursione di testa, il cross del connazionale Bereszynski. Tempismo e tempi di inserimento, elementi sino ad oggi sconosciuti nella rosa azzurra. Zurkowski, già assoluto protagonista con l’Empoli di Dionisi che conquistò la serie A nel 2021 e con quello di Andreazzoli che ottenne la salvezza l’anno successivo, si sente la maglia azzurra cucita addosso e incarna perfettamente quei valori di determinazione e dignità che, a prescindere dall’esito del campionato, non devono mai far difetto a coloro che scendono in campo.

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3 Commenti

  1. LA NEBBIA HA OFFUSCATO IL CERVELLO DI DIVERSE PERSONE, SOPRATTUTTO IN SOCIETÀ!!! BASTAVA POCO PER FARE TANTO, MA SI È DECISO DI NON FARE NEMMENO QUEL POCO…. SI PUÒ RETROCEDERE, MA CI VUOLE DIGNITÀ…. NEMMENO RETROCEDERE CON DIGNITÀ SI SA FARE…. BRUTTA STORIA!!!! VIA IL GATTO E LA VOLPE!!!

    • A Zurko bisogna veramente dare la cittadinanza onoraria…. è empolese dentro, ma si è aspettato 1 anno e mezzo a riprenderlo e tra 4 mesi andrà via nuovamente….. e per sempre….

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