Intervista di Fabrizio Fioravanti



Ieri abbiamo pubblicato un servizio sulla Scuola Calcio dell’Empoli FC. Lasciamo parlare oggi quello che è il “Preside” di questa Scuola, il Responsabile: Fausto Garcea. Garcea, anzi il Professor Garcea,  viene da una lunga esperienza di allenatore di squadre giovanili ed è adesso  svolge adesso docente di Calcio Corso di Laurea in Scienze Motorie di Firenze. Autore di diversi libri sul calcio, è da otto anni l’anima della Scuola Calcio. Ci riceve nella sua “casa” di adozione, Monteboro, dove trova il tempo di scambiare quattro chiacchiere con noi e di raccontarci questa sua bella avventura in casa azzurra

Spiegaci come funziona la Scuola Calcio , che tipo di organizzazione avete messo in piedi.

La Scuola Calcio – Empoli Giovani è strettamente collegata all’Empoli FC, è una Società nella Società, organizzata in maniera tale che il lavoro sia di tutti e in modo che vi possano partecipare anche tutti gli allenatori, preparatori atletici, preparatori dei portieri delle squadre del vero e proprio  Settore giovanile. In assoluto la collaborazione parte dai Giovanissimi Nazionali (quest’anno i nati nel 1997) e finisce con i gruppi de più piccolini, quest’ anno del 2006 e 2007. E’ da quando è nata questa idea di fare una Scuola Calcio – ormai sono diversi anni – che riusciamo ad avere un buon numero di istruttori che si occupa di piccoli gruppi di bambini, il che ci aiuta a migliorare la qualità del lavoro perché per noi un conto è lavorare con un rapporto istuttore-giocatore 1-20 come spesso accade in altre Società e un conto è avere, come abbiamo qua, un rapporto 1-6 max 8 ragazzini. Ovviamente l’intensità degli allenamenti è massima e soprattutto ci sono poche pause. Come dicevo i ragazzi che si occupano dei gruppi della Scuola Calcio sono tutti laureati o laureandi in Scienza Motorie e poi vanno a dare una mano anche dei gruppi più grandi; gli allenatori dei gruppi più grandi vengono a  dare una mano, alle 17.30 quando ci sono gli allenamenti della Scuola Calcio, ai gruppi dei bambini più piccoli.

Si dice che nel calcio oggi, a livello giovanile, si privilegia l’aspetto fisico-atletico rispetto a quello tecnico. E’ così anche ad Empoli?

Io mi occupo del lavoro dai Giovanissimi Nazionali in giù…squadre e gruppi di cui coordino il lavoro degli allenatori e dei preparatori e devo dire che quello che dici tu da noi non succede, qui il talento viene rispettato. Abbiamo dei ragazzini di talento, che sanno giocare bene al calcio e che fisicamente ancora sono da aspettare.,..noi li aspettiamo.

Raccontaci come avviene un allenamento di un gruppo di ragazzini della Scuola calcio. Cosa fanno?

Quelli più piccoli si divertono. Noi, per una precisa scelta di impostazione culturali, non facciamo partecipare a Campionati e Tornei i bambini più piccoli…quest’ anno quelli dal 2005 in giù (anche 2006 2 2007). Lo facciamo, lo abbiamo sempre fatto, perché non ci piace che i bambini piccolini vadano la mattina alle 9.00 o il sabato alle 18.00. magari con la pioggia e il fango, in inverno, a fare partite. Prefriamo che si divertano qui a Monteboro con noi. Perciò il divertimento puro è la base. E’ ovvio che, avendo quali istruttori con una preparazione specifica di livello, gli allenamenti sono studiati sull’età dei bambini, perciò fanno tanti esercizi di coordinazione, tanti esercizi di ritmo e, ovviamente, tutto o quasi tutto, col pallone perché tutto ciò che facciamo è finalizzato al gioco del calcio.

Ma quale è il fine ultimo di tutto quello che la Scuola calcio fa?

La fabbrica dei giocatori (ridendo..) perché l’Empoli bene o male deve fabbricare giocatori e perciò il fine ultimo è portare agli Allievi Nazionali prima di tutto, poi alla Primavera e poi alla Prima Squadra nostra o ad altre squadre di buon livello dei giocatori.

Il tuo lavoro qui con la Scuola Calcio è iniziato nel …

Nel 2005, con Andrea Innocenti e Marcello Carli. Quest’ultimo ha voluto che io venissi ad Empoli per iniziare a mettere in piedi un’organizzazione di questo tipo. In quel momento la Scuola calcio non esisteva..e  dopo sette anni siamo contenti perché il lavoro è stato avviato bene. Ci sono ancora tante cose da fare però ora il lavoro sta andando bene e, con un po’ di presunzione, devo dire che quando gli allenatori delle Società convenzionate o anche di altre Società vengono qui, di solito rimangono favorevolmente impressionati.

Tu hai cominciato sette anni fa con i ragazzi anti nel..

I 1997 erano l’ultimo anno della Scuola calcio, erano i più piccolini. In totale c’erano 47 bambini

Oggi siamo a…?

Oggi siamo a circa 120 bambini calcolando che una categoria, quella più alta, non la facciamo più. Siamo contenti perché questo è il massimo possibile che possiamo gestire perché volendo fare un lavoro di qualità non possiamo fare “ammucchiate” anche se siamo fortunati perché il centro Sportivo di Monteboro è un bellissimo centro che ci consente di lavorare al meglio.

Quanto i genitori influiscono nella crescita sportiva ed umana di un ragazzino che gioca al calcio? E’ forte la pressione psicologica, il peso, che hanno sui figli, specie così piccoli?

C’è ed è fortissimo. Ora più che mai rispetto a qualche anno fa. Ho un figlio del 1999 e sono anche genitore oltre che responsabile di questa Scuola Calcio e quindi lo posso dire…lo vedo…ci sono troppe pressioni…il calcio sembra diventato la cosa più importante della vita delle famiglie. La domenica mattina prima si andava alla messa oggi tutti si ritrovano su un campo sportivo. Noi, per esempio da quando siamo partiti, non abbiamo dirigenti accompagnatori. Abbiamo fatto questa scelta nel senso che gli Istruttori sono 2 o 3 a gestire il gruppo la domenica: negli spogliatoi i genitori non entrano. Ciò per una nostra precisa scelta. Già dai bambini del 2004. Certo gli istruttori fanno un po’ di lavoro in  più..asciugano i capelli ai bambini…gli levano le scarpe…però preferiamo così.

Quali sono i problemi più grandi che affrontate circa 120 ragazzini cosi piccoli? Ma anche quali soddisfazioni?

La soddisfazione più grande in assoluto, e spero che mi crediate, è che anche quest’anno non abbiamo perso un bambino. Questo vuol dire che i bambini che vengono qua, in questi anni, sono rimasti con noi. Il momento più brutto è quando finisce il ciclo la Scuola Calcio. L’anno prossimo, per esempio, finirà il ciclo dei 2001 e noi saremo costretti a non confermare i bambini che l’Empoli FC non selezionerà. Ecco, questo è il momento peggiore, però i genitori lo sanno già dall’inizio che non tutti i bambini possono arrivare alla prima squadra. La soddisfazione maggiore è quella, che di solito i nostri ragazzini rimangono qua per tutto il ciclo della Scuola calcio. Problemi particolari non ne abbiamo. Forse il maggior problema è dovuto al fatto che, dovendo gestire un numero così alto di ragazzi, c’è un problema nell’organizzazione dei campi, degli orari, degli allenamenti…ma sono problemi che hanno tutte le Società….anzi noi ne abbiamo meno perché avendo questo bel Centro sportivo siamo facilitati

Da un punto di vista pratico quali sono le difficoltà che un ragazzini incontra passando dalla Scuola calcio ai Campionati? Quando cioè da una attività che è prevalentemente gioco passano ad una dove si sono i punti., le vittorie, le sconfitte..?

La incontra soprattutto con i genitori. Se un genitore o un nostri preparatore  non ci aiuta  e pensa che il risultato sia la cosa più importante, ecco, lì incontriamo le difficoltà perché i  bambini hanno il freno a mano tirato. Se invece noi riusciamo con i nostri allenatori e  con l’aiuto dei genitori a far capire che, poi alla fine, vinci o perdi ma è la stessa cosa, allora problemi non ne abbiamo. Anche in questo, il non partecipare ai Campionati da piccolini piccoloni, il far passare questa mentalità…tipo fermarsi nel periodo di Pasqua o natale perché siamo importanza al fatto che le famiglie in quel periodo non devono essere costrette ad alzarsi alle 7 per andare a portare il figlio a fare un torneo…ecco…far passare questo messaggio ci aiuta a non avere grossi problemi. Ce li hanno più le altre Società che quando giocano con l’Empoli vogliono vincere a tutti i costi…


Un bambino che volesse entrare nella Scuola Calcio cosa deve fare?

Presentarsi qua, a Monteboro, e noi lo accogliamo volentieri. Anche perché il futuro dell’Empoli  deve partire dalla base e la base sono i bambini piccolini. Se non partiamo così diventa sempre più difficile creare un buon settore giovanile

Articolo precedenteChampions League | Inter e Napoli fuori, ma Drogba in Italia sarebbe un simulatore
Articolo successivoL'arbitro di Empoli-Bari

2 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here