“Io c’ero”. Una semplice frase, talvolta abusata, che rivendica l’orgoglio di aver fatto parte di una grande festa collettiva, la serie A. La prima serie A. Una specie di miracolo che proiettava, per la prima volta, una piccola realtà di provincia sulla ribalta nazionale, suscitando l’attenzione, la curiosità, la stima, la simpatia di tutta l’Italia calcistica. La serie A. Quella che, i pomeriggi domenicali, si propagava dalle radioline. Quella che, come un rito irrinunciabile, si manifestava ai nostri occhi per mezzo di trasmissioni televisive classiche come “90° Minuto” e “Domenica Sprint”. Quella che, negli anni ’80, poteva contare sulla presenza dei più grandi campioni di calcio a livello mondiale.

La serie A colse tutti di sorpresa, spalancando le porte all’Empoli in pieno agosto, quando molti supporters azzurri si trovavano ancora sparsi nelle località di villeggiatura. Una nuova ondata di calcioscommesse travolse il calcio italiano nel 1986. La giustizia sportiva revocò la serie A al Vicenza, penalizzò la Triestina regalando all’Empoli di Gaetano Salvemini una clamorosa promozione a tavolino. Quando giunse la notizia ufficiale dell’approdo in massima serie, in città si formarono spontaneamente caroselli di auto e capannelli di tifosi azzurri festanti, forse non ancora del tutto consapevoli che, di lì a poco, si sarebbero trovati catapultati in una dimensione inimmaginabile. La serie A, quella sin lì appena fantasticata, si materializzò davanti a noi poche settimane dopo.

In un afoso pomeriggio di metà settembre, migliaia di empolesi partirono alla volta dello Stadio Comunale di Firenze dove si sarebbe officiato il debutto in massima serie degli azzurri contro l’Inter di Giovanni Trapattoni, appena “scippato” alla Juventus. Il “Carlo Castellani” versava ancora in stato di inagibilità a causa dei necessari lavori di restyling finalizzati a renderlo adeguato al prestigioso proscenio in cui un’intera città si trovò proiettata all’improvviso. Il debutto a Firenze rese l’atmosfera del pomeriggio del 14 settembre 1986 ancora più incredibile e straniante. La gara fu disputata di fronte a quasi 40.000 spettatori e, ancora oggi, è la seconda gara casalinga dell’Empoli che ha visto il maggior numero di pubblico di sempre, superata soltanto dallo “scontro diretto”  Empoli-Juventus che sarebbe andato in scena appena due settimane dopo, sempre a Firenze. Alla terza giornata di campionato, i bianconeri di Platini e gli azzurri di Salvemini si sarebbero infatti ritrovati appaiati in testa alla classifica a punteggio pieno.

I tifosi azzurri in Curva Fiesole (fonte: archivio Rangers)

L’Italia si accorse per la prima volta di noi. L’indimenticato Gianni Brera scrisse: “Empoli-Juve fa novità assoluta nella storia del calcio nazionale. L’ Empoli è ospite felicemente casuale della Serie A ed esordisce battendo l’Inter prima di espugnare Ascoli! Le sue prodezze confondono i buoni e fanno digrignare i più esigenti. Se basta l’umile Empoli a mortificare le nostre deità, non sarà errato il culto di cui ci andiamo beando?”.  Ma questa è un’altra storia. Coloro che accorsero in massa nella città gigliata pensarono di assistere alla prevedibile goleada nerazzurra di Altobelli, Rummenigge e compagni, ma, con il passare dei minuti, si cominciò a intuire che quella partita sarebbe sfuggita a qualsiasi logica tecnica. A poco poco si percepì l’alto valore simbolico di un evento che non rappresentava solo l’apice assoluto mai raggiunto dall’Empoli dal punto di vista sportivo, ma anche l’occasione per affermare un’identità, per esprimere, attraverso il calcio, il senso di appartenenza a una comunità.

Degli undici titolari schierati in campo da mister Salvemini, ben 7 erano debuttanti assoluti in A: Drago, Vertova, Gelain, Della Scala, Picano, Salvadori e Urbano. Soltanto capitan Walter Casaroli poteva contare su alcuni trascorsi romanisti sul finire degli anni ’70, mentre Osio e Zennaro avevano racimolato qualche sparuta presenza in A con la maglia granata del Torino e Della Monica aveva speso pochi gettoni in massima serie con la Cremonese. Un manipolo di  semisconosciuti “carneadi” che correvano come indemoniati in campo, decisi a non fallire l’appuntamento con la storia. In quella torrida giornata di metà settembre si liberarono energie compresse per anni sui campi della B e della C e il miracolo prese forma.

Tardelli colpisce il palo, Passarella la traversa. Dalle panchine esplodono le urla di Salvemini e i fischi di Trapattoni che non può invertire il destino che, magicamente, si compie al 37° del primo tempo. Il “Molla” Salvadori ruba un pallone sporco a centrocampo, lo deposita sui piedi di Casaroli che lancia in profondità Adelino Zennaro. Il cross del n° 11 è perfetto per la testa di Marco Osio che, appostato sul secondo palo, supera in tuffo Walter Zenga. Il futuro “Sindaco” di Parma impazzisce di gioia, comincia a correre come un matto per poi piegarsi sulle ginocchia alzando le braccia al cielo.

Osio-Empoli-Inter-1986
Osio esulta dopo aver segnato il gol che decide la sfida con l’Inter (fonte: libro 75 Azzurro di Carlo Fontanelli)

Un lampo che consegna perennemente alla storia azzurra l’imberbe 20enne marchigiano, ancora lontano dal look un pò ribelle, con barba lunga e capelli arruffati che lo avrebbe reso, assieme all’innata simpatia, celebre negli anni ’90. E’ il più classico dei contropiedi che annichilisce il pubblico di fede nerazzurra, sorprende e diverte quello “imparziale” di fede viola, giunto in massa al Comunale per mera curiosità e poi ritrovatosi, col passare dei minuti, a simpatizzare per i propri “vicini di casa” e fa esplodere di gioia lo spicchio di curva Fiesole dove sono assiepati migliaia di tifosi empolesi.

Passano i minuti e lo squadrone nerazzurro si innervosisce, sempre più impotente e disorientato di fronte a quegli undici tarantolati in maglia azzurra che lottano su tutti i palloni, neutralizzando qualsiasi gap tecnico grazie al cuore, all’intensità, a un pizzico di follia. Empoli-Inter non fu solo una partita, ma il salto verso la consapevolezza di poter essere grandi nella nostra unicità, senza timori verso nessuno. Fu la condivisione di un sogno collettivo. L’impossibile che diventò reale

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36 Commenti

  1. Memorabile. Da lì, è iniziata la storia calcistica dell’Empoli, che ormai dura da ben 34 anni, e che ci ha fatto conoscere e rispettare da tutto il mondo del calcio. Si sono succeduti campionati sempre più difficili, con sempre più soldi che giravano, ma l’Empoli è sempre stato presente sciorinando grandi partite e grandi giocatori. Per i veri tifosi empolesi, è un grande orgoglio appartenere a questa società e a questa città.
    Forza Azzurri, ci riprenderemo, a cominciare da venerdì col Chievo.

  2. “Le querce hanno fatto i limoni”
    Chi me lo disse a fine partita oggi non c’è più.
    Come quel calcio.
    Ma di tutto ciò porto ancora il ricordo e sarà con me per sempre

  3. Grande articolo … e mi sono venuti i brividi anche se a MIlano ci sono zero gradi io non c ero ahimè avevo solo 14 anni e lontano 400 km ma mio padre non capiva come mai un ragazzino di Milano potesse iniziare a simpatizzare e tifare per una piccola squadra che poi divenne col tempo una grande realtà …. L Inter un po’ e sempre stata nel nostro destino dall inizio al goal di Recoba da centrocampo allo scontro all ultima giornata di anni fa Champions e serie b in ballo che si è ripetuto ahimè L anno scorso . Tornerò ne sono sicuro

  4. Io c’ero indimenticabile ,stadio pieno
    Con i tifosi della Fiorentina che tifavano per noi , mi ricordo ancora il gol di Osio me lo ricordo ancora come fosse ora.
    Che tempi!

  5. Avevo 13 anni ed ero quasi in mezzo alla Fiesole con un bandierone …che portai fuori dal finestrino sventolante da Empoli a Firenze , perché in macchina un c’entrava, co i mi babbo che andava a 50 all’ora in superstrada …GIOIA PURA GENTE…GIOIA PURA.

    SFEMPOLI

  6. avevo 14 anni ! presente in maratona con ,mio babbo, un esperienza indimenticabile. Questa rientra tra LE PARTITE, la prima resta senza dubbio il play out con il Vicenza, questa la metto per seconda e per terza la trasferta di Modena.

  7. Per me le partite memorabili sono la trasferta di Cremona, quella di Modena, play out Vicenza, questa con l’Inter e l’ultima di campionato a Como con salvezza

    • beh non puoi non mettere questa partita fra le partite storiche visto che è stata la prima in Serie A che casualmente è coincisa con una vittoria prestigiosa

      • E a dirla tutta io ero in curva Fiesole in un fiorentina Empoli 1 a 1 dello stesso anno quando Galbiati fece fallo da rigore e casaroli realizzò l’uno a uno…… Essere lì insieme a un amico viola e dover stare zitto mentre i tifosi della Fiorentina stavano bestemmiando come se non ci fosse un domani….. È una delle cose più belle e mi ricordo della storia dell’Empoli in Serie A……

  8. BRIVIDI.
    Ero davvero piccolino e basso. Ricordo che arrivammo in curva Fiesole in ritardo… giusto in tempo per la rete di Odio.
    Chiesi a mio padre di prendermi sulle sue spalle per riuscire a vedere qualcosa… vidi la palla che dal centrocampo passò sulla fascia sinistra, cross di Zennaro (forse?) e rete di testa in tuffo a volo d’angelo di Marco Osio… tutto in pochi secondi.

    Quante emozioni ci hai regalato Azzurro… e noi ti amiamo per questo 💙

  9. Ricordo indelebile, io ero in maratona con mio padre. Sul pullman, prima della partita, trovai un interista che mi disse che eravamo una squadretta e c’è ne avrebbero fatto 4. Al ritorno verso la stazione sperai di ritrovarlo per dirgli qualcosa.

  10. Bellissimo articolo, io ancora non ero tifoso azzurro lo sarei diventato qualche domenica dopo in casa con la Roma… peccato mi sono perso una gioia incredibile Inconsapevole che era solo l’inizio….

    • Anche la vittoria contro i gobbi con gol di Jonny Ekstroem da goduria ,
      Mandammo i gobbi a casa con la coda tra le gambe ,altra roba!

  11. Ricordi incredibili. Stadio stracolmo e i tifosi viola che tifavano Empoli.. Dopo la vittoria di Ascoli, con la Juve, stadio ancora piu pieno ed empolesi e viola insieme a tifare contro i gobbi….bei tempi

  12. ….io c’ero! E anche se tecnicamente era un Empoli “povero”, quei ragazzi ci mettevano il cuore. Alla 3° partita tenemmo testa alla Juventus di Platiní per 70 minuti, beffati poi da un gol di testa di Sergio Brio. Forse qualcuno dovrebbe far vedere quelle partite ai nostri giocatori attuali…

  13. Seeeeeeeee….quelli attuali un gli legherebbero neppure le scarpe a i’molla, a Vertova, a Gelain, a Della scala……. figurati

  14. Uno dei pomeriggi più indimenticabili della mia adolescenza….. in curva Fiesole.
    Ho la fortuna di aver assistito a un Miracolo, ovviamente sportivo.

  15. Il gol, credo che sia stato uno dei più belli della storia empolese.
    Una azione di contropiede da manuale del calcio.
    Vederla e rivederla per non ricredersi.

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