Stadio Artemio Franchi di Firenze, domenica 28 settembre 1997. Derby Fiorentina-Empoli. Minuto 24: Robbiati verticalizza centralmente per Gabriel Batistuta. Il fuoriclasse argentino sfugge alle spalle di Daniele Baldini, dribbla il portiere azzurro Pagotto e deposita in rete di piatto destro a porta vuota. E’ il vantaggio dei viola. Batistuta punta esultante l’indice contro la tribuna dello Stadio Franchi (la celebre esultanza della “mitragliatrice” sarebbe stata coniata solo qualche anno dopo), dove Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic e la top model argentina Valeria Mazza, giunta a Firenze per vedere all’opera l’illustre conterraneo, si sono alzati in piedi trionfanti. Il “Re Leone” comincia a roteare le mani, come a dire: “Ci vediamo tra poco, non è mica finita qui”.

In effetti, aveva ragione Batigol: non era finita lì. Uno dei pomeriggi più esaltanti e indimenticabili della centenaria storia azzurra era appena cominciato. Il derby tra Empoli e Fiorentina mancava in serie A da oltre 9 anni. Nei quattro precedenti disputati tra il 1986 e il 1988, l’Empoli non aveva mai perso contro i “cugini” viola, centrando tre pareggi e una storica vittoria al Castellani firmata Ekström. Per l’ambiziosa squadra allenata da Alberto Malesani che, oltre a Batistuta, può contare su elementi del calibro di Toldo, Rui Costa e Oliveira, ci sono tutti i presupposti per sfatare il tabù empolese.

Il neopromosso Empoli di Luciano Spalletti, dopo sette interminabili stagioni vissute nell’inferno della C e una splendida cavalcata nel torneo cadetto, si è da poco riappropriato della Serie A. Il nuovo capitolo del romanzo azzurro in massima serie, interrottosi dieci anni prima, ha appena preso forma. Sette giorni prima, il guizzo vincente del “bellu guaglione” Giovanni Martusciello e la prodezza del semisconosciuto portiere Marco Roccati sul rigore di Beppe Signori avevano regalato all’Empoli la prima vittoria in campionato contro la fortissima Lazio di Sven Goran Eriksson. Non c’è tempo di cullarsi sugli allori del successo ottenuto contro i biancocelesti. Il calendario incombe e dice Fiorentina.

Per gli empolesi non si tratta solo di una partita, ma dell’occasione per affermare, attraverso il calcio, la propria identità. Non è solo una questione di rivalità, di sano campanilismo. Oltre qualsiasi forma di sfottò, di presunzione, di indifferenza, di senso di superiorità che si respira a pochi chilometri di distanza, il derby dell’Arno diventa il mezzo attraverso il quale esprimere la propria singolarità, l’orgogliosa appartenenza al proprio territorio, alle proprie radici storiche e culturali. Il “formaggino” destinato al settore ospiti è stracolmo in ogni ordine di posti, colorato di sciarpe e bandiere azzurre.

I tifosi azzurri assiepati nel settore ospiti (Foto archivio Rangers Empoli 1976)

Nel primo tempo la Fiorentina domina ma, con il trascorrere dei minuti, l’Empoli acquisisce convinzione e comincia a crederci. Al 15′ del secondo tempo un lampo inaspettato incendia il Franchi. Sontuoso assist di Cappellini per l’accorrente Tonetto che, di piatto sinistro, trova l’angolo alto alla destra di Toldo. E’ il gol che spazza via gerarchie consolidate, annichilisce certezze, disorienta tutto lo stadio di matrice viola. L’Empoli acquista fiducia, consapevolezza, sfrontatezza. La macchina di Luciano Spalletti è un congegno perfetto e, più passano i minuti, più la Fiorentina si rivela confusa e impotente. Il tecnico gigliato Malesani non può accettare il pareggio e si fa prendere la mano: fuori Amoroso e Falcone, dentro Flachi e Dionigi. Tutti all’attacco perchè il derby va vinto a tutti i costi.

Martusciello regala allo scadere la vittoria alla squadra azzurra (foto Il Tirreno)

Ecco che Spalletti, dal canto suo, congegna la trappola perfetta. Si accorge che la Fiorentina si sta esponendo a rischi clamorosi, allora perchè non tentare il colpaccio. Richiama in panchina la coppia d’oro Cappellini-Esposito e fa alzare dalla panchina Artico e Arcadio. Con la Fiorentina tutta sbilanciata in avanti, in pieno recupero, Pane trova lo spazio per servire in profondità Martusciello. Il numero dieci azzurro accarezza il pallone con l’esterno destro e la sfera si alza da terra qualche centimetro, quel tanto che basta per rendere letale la sua conclusione in diagonale che s’insacca alla sinistra di Toldo, sul palo più lontano della porta difesa dal portiere viola, lato Curva Ferrovia.

Gli istanti che precedono il gol sono interminabili. Sembra uno spazio temporale infinito quello che vivono i tifosi azzurri in curva ospiti, quando Martusciello si presenta solo in area davanti a Toldo. Una specie di confuso, indefinito limbo che precede la catarsi finale. “Io ero tra color che son sospesi…” scrisse il fiorentino più illustre della storia per descrivere le anime che si trovano nel I cerchio dell’Inferno. Anche i tifosi azzurri in quel preciso istante si sentirono “sospesi” in un limbo interminabile, poco prima che il gol di Martusciello facesse letteralmente impazzire il settore ospite, spedendo il resto dello stadio direttamente all’inferno. Cecchi Gori è immobile, cereo dietro la balaustra. Batistuta si mette le mani nei capelli, mentre migliaia di empolesi si lasciano travolgere dalla gioia più incontenibile, in quel segmento di tempo inciso per sempre nella memoria dei “cugini di campagna”.

Articolo precedenteQuesta sera non andrà in onda Orme Azzurre
Articolo successivoPietro Accardi: “Soddisfati del mercato, si riparte con fiducia”

19 Commenti

  1. Io c’ero. Ero con un carissimo amico (praticamente un fratello) tifoso viola in Curva Fiesole. Ricordo che fui l’unico ad esultare (compostamente eh!) in tutta quella curva strapiena. Erano tutti zitti ed increduli e nessuno mi disse niente.

  2. Presente in curva ospiti, ovviamente.
    Alla rete di Martusciello lanciai uno zaino per aria che poi non ho mai più ritrovato!

    Quello che mi piace sottolineare, come si vede dalla foto, come fossero belli quegli striscioni dal comprensorio (Certaldo, Fucecchio, San Miniato, Cerreto solo per dirne alcuni) o i’Gruppaccio sez. Villanova e Korniola Torba (frazioni di Empoli)… è da tanto, troppo tempo che non si vedono più

  3. La vidi in TV. Mi ricordo Vittorio Cecchi Gori esultante in piedi sulla balaustra della tribuna d’onore insieme alla mamma, e poi lo ricordo, distrutto, dopo il gol di Martusciello. Una goduria incredibile, come Claudio.

  4. Mi sono catapultato giù dal formaggino e sono andato a battere sui vetri che separano dal campo. Lo confesso, con gli occhi molto molto lucidi

  5. Da tifoso viola con profonda simpatia empolese ricordo perfettamente quel pomeriggio. Avevo 21 anni e come sempre per me le sfide Fiorentina-Empoli erano sempre difficili da vivere. una parte di me gioiva l’ altra ovviamente si rattristava….qualunque fosse stato il risultato finale. Dopo un primo tempo di marca viola, nella ripresa il grande Empoli prendeva coraggio e con merito riusciva a vincere una partita memorabile. Ero in Fiesole e i tifosi viola attoniti e delusi applaudirono la compagine azzurra alla loro uscita dal campo. Certo era un calcio bellissimo, fatto ancora di vere passioni….meno tatuaggi, Presidenti tifosi e sanguigni e allenatori in tuta…..Malesani e SPalletti rappresentavano un calcio vero fatto di valori …….. bei tempi e tanta nostalgia

  6. Per me che seguo l’Empoli da oltre 35 anni.quella rimane una fra le partite più scolpite nella memoria,insieme a Como -Empoli nell’87,Alessandria-Empoli nel 94 (play out), Empoli-Como a Modena nel 96 (play off),e il famoso play-out contro il Vicenza nel 2012

    • Ci metterei anche empoli-paganese 4-1 con partenza sotto il bandierone da piazza della Vittoria verso lo stadio e poi empoli-cesena 1-0 gol di cinello e salvezza in b a 10 minuti dalla fine del campionato…ma dove si possono rivedere tutte queste partite?

  7. C’ero anch’io! Ricordo un primo tempo sofferto, con la paura che la Fiorentina potesse dilagare. Poi la gioia del pareggio, che sarebbe già stato un ottimo risultato. Ma quell’ultima azione fece esplodere in me una gioia incontenibile…. ☺

  8. Il viaggio a firenze, il tifo nel formaggino, il gol proprio alla fine, la voce completamente persa,l’adrenalina del ritorno. Memorabile. Martuscello me lo voglio ricordare così, con quel tocco di poesia che trafisse i viola

  9. La partita più bella.

    Forse la supera solo il playout con il Vicenza.

    Ps Complimenti per questa rubrica sui 100 anni.
    Se pubblicherete un libro, lo comprerò sicuramente.

  10. C’ero anch”io. Partita bellissima la più bella forse per me, vedere tutti quei peesuntosi fiorentini andare via zitti e a testa bassa. Eravamo 2500 ma si fece piú casino della fiesole. Poi Io andavo a scuola a firenze, immaginatevi la goduria di vederli incavolati e zitti. Forza Empoli.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here