Settembre 1982. L’Italia calcistica era ancora in preda all’eccitazione. Gli azzurri avevano fatto sognare milioni di persone, inchiodandole ai teleschermi, e avevano riportato a casa un titolo mondiale che mancava da ben 44 anni. Ma anche un altro azzurro, quello dell’Empoli, stava per riscrivere la storia.

Facciamo un passo indietro di qualche mese. L’Empoli si era salvato per il rotto della cuffia, concludendo la stagione 1981/82 al quattordicesimo posto. Solo all’ultima giornata, grazie alla vittoria (3-0) contro il Trento e la contemporanea sconfitta interna del Mantova con la Triestina. L’artefice della salvezza era stato l’allenatore Gianpiero Vitali, subentrato in corso d’opera al posto di Narciso Pezzotti. Per lui si era trattato di un ritorno: Vitali aveva cominciato la carriera di tecnico proprio a Empoli, nella stagione 1977/78, conclusa con il decimo posto e l’ammissione al nuovo campionato di Serie C1.

Gianpiero Vitali sulla panchina dell’Empoli durante la stagione 1977/78

Grazie al risultato conseguito, Vitali venne riconfermato in panchina. Con una formazione rinnovata, l’Empoli si presentava ai nastri di partenza con ben altre aspettative. Gli azzurri non giocavano forse un calcio spettacolare, ma erano tremendamente pratici. Basti pensare che quell’anno persero solo tre partite, tutte per 1-0 e fuori casa (contro Pescara, Cosenza e Barletta). L’impronta data da Gianpiero Vitali era evidente, l’Empoli aveva una sua fisionomia ben precisa. E in un campionato come quello, molto livellato, era una dote di non poco conto.

L’avvio fu ottimo, l’Empoli si aggiudicò le prime tre gare rimanendo imbattuto per le successive sei. Ma fu soprattutto nel girone di ritorno che gli azzurri innestarono la sesta marcia. In un’epoca in cui la vittoria valeva ancora due punti, l’imbattibilità era una freccia importante al proprio arco. E l’Empoli la mantenne dalla terzultima di andata fino all’ultima della stagione. Con numeri a dir poco mostruosi, soprattutto in difesa: 14 gol subiti, di cui solo 5 al Castellani.

Gianpiero Vitali era considerato un precursore. Attuava uno stile di gioco a uomo, ma il modulo era molto vicino a quello che oggi potrebbe definirsi un 4-3-3. Tra i tecnici che hanno tratto spunto dai suoi insegnamenti c’è stato l’ex mister azzurro Gigi Cagni, che in più di un’occasione ha sottolineato quanto fosse stato importante l’incontro con Vitali, avvenuto nel 1985 alla Sambenedettese, che aveva influito fortemente sulle sue convinzioni calcistiche.

Ma di Vitali non si ricorderà solo l’aspetto tattico o il ruolo-chiave avuto nella promozione 1982/83. Qui a Empoli verrà ricordato sempre per le sue doti umane, genuine. Era un personaggio affabile, sempre con la battuta pronta, un antidivo che si era calato perfettamente nella realtà di periferia quale era quella azzurra. Un vero esempio di lealtà sportiva, oltre che di professionalità.

Tornò, per la terza volta nella sua carriera da allenatore, nella stagione 1990/91. Dopo aver girovagato l’Italia, allenando prevalentemente in Serie B, rilevò Vincenzo Montefusco, traghettando gli azzurri fino al quarto posto finale. E nella partita di congedo, in casa contro il Varese, lanciò dal primo minuto un giovane di belle speranze che avrebbe avuto un futuro florido davanti a sé: il non ancora 17enne – li avrebbe compiuti nove giorni dopo – Vincenzo Montella.

La carriera di Vitali proseguì ancora per qualche anno. Dopo il miracolo Taranto, salvato nello spareggio contro la Casertana, guidò Modena, Palermo (due volte), Pistoiese e Carrarese. A Empoli non tornò più. Nel dicembre 2000, pochi mesi dopo aver accettato un incarico in FIGC in qualità di responsabile tecnico della Nazionale Under 16 per le regioni Toscana, Umbria e Marche, si ammalò gravemente. Nonostante la malattia continuò a tenere fede al suo incarico, fino agli ultimi giorni. Con lo spirito battagliero di chi, come lui, credeva fortemente nella cultura del lavoro.

Anche oggi, a quasi diciannove anni dalla sua scomparsa, Gianpiero Vitali rimane un personaggio unico. Sotto quei baffi che ispiravano fiducia e simpatia c’era un uomo, prima che un allenatore, che ha avuto ruolo fondamentale nella crescita dell’Empoli. Un uomo che ha saputo abbinare doti tecniche e umane e che rimarrà sempre nei cuori dei tifosi azzurri.

*Un ringraziamento sincero a Enrico Vitali, figlio di Gianpiero, per il materiale fotografico utilizzato all’interno di questo articolo.

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Empolese DOC e da sempre tifoso azzurro, è un amante delle tattiche e delle statistiche sportive. Entrato a far parte della redazione di PianetaEmpoli.it nel 2013, ritiene che gli approfondimenti siano fondamentali per un sito calcistico. Cura molte rubriche, tra cui i "Più e Meno" e "Meteore Azzurre.

19 Commenti

  1. Una persona straordinaria. Come allenatore avrebbe meritato di più. Per un disguido sull’ingaggio non tornò a Empoli nella stagione 1985/86 quella che portò alla prima serie A: al suo no, fu scelto Gaetano Salvemini. Legatissimo a Empoli e soprattutto a Bini, Pinzani e Comunale nel 1991 capì che l’Empoli che aveva vissuto non c’era più ma rimase un tifoso. Al suo funerale l’Empoli fu rappresenta dal sottoscritto, Salvatore comunale e Fabrizio corsi che proprio con Giampietro in panchina iniziò la sua carriera di dirigente.

  2. Davvero Pif! Mi ricordo che la prima volta che torno’ al Castellani da avversario ( un Empoli-Perugia 1-1) lo stadio gli tributo’ un applauso interminabile.

  3. Nell’anno del centenario,è stata davvero apprezzabile da parte vostra l’idea di tributare un bell’articolo nella rubrica che celebra questa ricorrenza ad un grande uomo oltre che grande professionista che ha lasciato un ricordo indelebile nella storia azzurra.

  4. Ma come mai ( Forse Gianni Assirelli lo puo’ dire ) dopo la promozione del 82/83 come mai in b non rimase o non fu confermato? Di solito il tecnico di ogni promozione rimane l’anno successivo. Fu preso Vincenzo Guerini, salvezza mitica Empoli-Cesena 1-0 (Cinello a 10 dalla fine) abbinato a Pistoiese-Cavese 2-1. Pero’ sarei curioso di sapere perchè il mister della promozione Vitali non rimase.

  5. Il mio primo allenatore dell’Empoli.Avevo 7 anni e andavo allo stadio con mio zio.L’ho sempre ricordato come l’allenatore con i baffi (Guerini è venuto dopo).Un grazie perché Giampiero farà parte ed è stato causa del mio amore per l’Empoli F.C.

    • Anche per me è stato il 1° allenatore …. memorabile quella formazione, ho ancora la foto …. Radio, Esposito, Meloni e in porta mi sembra di ricordare il mitico Pintauro!!!
      Avevo già 11 anni, ma lì è nato un grande amore che dura ancora oggi!!!!

  6. Grande Giampiero,
    Mi ricordo ancora quando si senti male in panchina dalla maratona lo vedevamo prendere in ginocchio un bicchiere con ka medicina, dopo poco si rialzo’ e vincemmo una partita tiratissima…non riesco a ricordarmi l’avversario…di quella gara, ma mi ricordo se non erro che l’ultima la vincemmo contro il Fano di Guidolin e Baldini con una lezione di calcio, una partita che ancora oggi potrebbe far scuola..

    L’ho sempre ammirato, anche da spettatore o dalla parte opposta del campo sentivi la sua forza..

    ..in poche parole un grande..

    “scorsa da empolese”

  7. Anche per me la prima partita vista dell’ Empoli è stata con la Vitali in panchina.
    Empoli Ternana 2 a 1
    Mi ricordo tanti giocatori, ma tipo Papis, che Piccioni.
    UN GRANDE….

  8. Non ho fatto in tempo a vederlo e questo mi dispiace. Il mio primo allenatore da piccino fu Salvemini.

    In ogni caso parla per lui la storica promozione in B 1982-83: grazie ancora Gianpiero 🙌

  9. Pintauro
    Giorgi
    Papis
    Piccioni
    D’Arrigo (Della Scala)
    Gelain
    Calonaci
    Esposito
    Meloni
    Radio
    Zennaro
    All. Vitali

    Il mio primo Empoli…
    Troppi ricordi

    • Entravo allo stadio in parterre, dove ora c’è la maratona. I mi nonno arrivava sempre gli ultimi dieci minuti per non pagare, retaggio di chi aveva vissuto i tempi bui della guerra, e il mio primo mito fu Esposito, col numero 8…. Carmine venne dopo, ma Esposito per noi è un cognome destinato a fare storia.
      Ricordo Empoli Paganese e qualche partita precedente, Radio, Piccioni, D’Arrigo, Papis, che squadra ragazzi!!! Che colori! Che maglie!
      Grazie Mister!
      Orgogliosi, da sempre, d’essere empolesi!!!

  10. ora ..Della Scala al posto di D’arrigo anche no ..D’arrigo era un Libero Della Scala Un mediano…comunque … Vitali è stato l’allenatore che ha cambiato per certi aspetti la storia dell’Empoli..con il ritorno in serie B on sò nemmeno io dopo quanti anni dando inizio ad un lungo ciclo che o bene o male prosegue ancora ..di quell’Empoli Piccioni , Calonaci Papis indubbiamente gli uomini più rappresentativi … ma sopratutto la grandezza di un gran lusso per la C ..come Salvatore Esposito,ma il mio idolo..dato che giocavo in porta …non poteva essere che Michele Pintauro!!!

    • È vero, era un mediano.
      Ma se ti ricordi bene quell’anno Della Scala spesso dovette sostituire D’Arrigo infortunato e fare il libero (suo secondo ruolo).
      Dall’anno successivo in B, dopo la cessione di Piccioni al Perugia (con Vitali), Della Scala assunse definitivamente il ruolo di perno del centrocampo empolese, fino alla A ed oltre…

  11. Il mio primo Empoli,
    Ricordo di aver visto alcune partite NEL campo.82,3
    e l’ dimenticabile festa con la Paganese. Vitali era un buon tecnico
    E soprattutto una brava persona, che riposi in pace.

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