di Gabriele Guastella

 

Poche righe, un commento veloce per parlare della delusione “Mondiale” della nostra Nazionale Italiana; non potevamo passare sopra a quello che è successo senza scrivere niente.

 

Il Mondiale 2010 dell’Italia è finito, dopo appena tre partite: sbattuti fuori dal Paraguay, dalla Nuova Zelanda e dalla Slovacchia. Roba da vergognarsi per molto tempo; e probabilmente ci vergogneremo per molto, molto tempo. Sicuro.

 

Appena finita la partita il CT Marcello Lippi si è presentato in sala stampa per la Conferenza Stampa del dopo gara assumendosi tutta la colpa. E certamente ha le sue colpe, le scelte le ha fatte lui, alcuni calciatori che forse avrebbero fatto molto comodo sono rimasti a casa: Cassano e Rossi su tutti. E poi, non dimentichiamolo, il blocco di questa nazionale era stato costruito sulla Juventus (6 elementi su 23, ndr) che ha appena chiuso una delle più disastrose stagioni degli ultimi anni.

 

Ma siamo proprio sicuri che tutte le colpe siano di Marcello Lippi?

La mia sensazione, assolutamente personale, è che le colpe debbano essere attribuite anche ad altri fattori. Per esempio la scellerata gestione dei grandi clubs, ma anche di qualche altro club come Udinese e Catania che spesso sono andati alla ricerca di giocatori sconosciuti del vasto panorama calcistico sudamericano.

 

L’Inter Campione d’Italia e Campione d’Europa per esempio vi sembra che rappresenti il calcio italiano? Vi sembra che dia una mano alla nostra Nazionale? Come può aiutare a far crescere la nostra Nazionale se punta ed investe su tutti calciatori stranieri e come può restare ad alti livelli la nostra Nazionale se il commissario tecnico è costretto a convocare calciatori non abituati a giocare a certi livelli? Con tutto il rispetto per quei club che non possono e non riescono a giocare a certi livelli… leggasi competizioni internazionali.

 

E poi ci sono club, resto con l’esempio dell’Inter, che addirittura vanno ad acquistare giovani di quindici-sedici anni in altri paesi soffiando il posto ai giovani italiani.

 

La Nazionale è solo la punta dell’iceberg, sotto ci sono mille problemi; la vittoria dei Mondiali in Germania ha finito con il soffocare tutto, questo fallimento invece porta e porterà a galla tutto, e forse capiremo che è arrivata l’ora di farla finita con il bruciare milioni di euro per investimenti folli in calciatori che non hanno mai avuto niente di più di un nostro connazionale e forse non lo avranno mai.

 

Spesso un cognome straniero ha mosso molte fantasie, fantasie che Quagliarella, tanto per fare un esempio, ha smosso meno fino a quando, avuta la sua chanche nel grande calcio, ha dimostrato per l’ennesima volta che questa teoria vale, eccome se vale. Quagliarella è un campione ma se si fosse chiamato Van Quagliar o Quagliares sarebbe diventato un fenomeno già a vent’anni senza doversi fare tutta la gavetta nei campionati minori.

 

E poi la vera risorsa della Nazionale sono i settori giovanili e le squadre dilettantistiche e sono proprio queste da qualche anno a soffrire, soffrire maledettamente. E la nostra Nazionale ne risente e in futuro, a meno che non ci sia una drastica inversione di tendenza, sarà sempre peggio.

 

In bocca al lupo al nuovo CT Prandelli che, siamo sicuri avrà il coraggio di puntare su molti giovani e qualche novità. Qualcuno di questi li avrà già allenati con i club, altri no… ma resta sottinteso una cosa: i club italiani la smettano di fare bizze; di difensori bravi come Kokoszka (capito Empoli?) ce ne sono molti anche in Italia.

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