Hai lasciato l’Empoli per mancato rinnovo di contratto. Perché questo mancato rinnovo ?

Dopo tanti anni, inizi a capire un po’ quando sei a fine percorso ed hai raggiunto traguardi straordinari…due scudetti.. ed allora uno inizia a chiedersi cosa ancora si può dare all’Empoli calcio. Da tempo mi chiedevo se era arrivato il momento per me di provare con i grandi oppure, di fronte a qualche proposta importante, se c’era la possibilità di sposare il progetto della Società. Io ho capito, negli ultimi due anni, che tutto quello che potevo dare all’Empoli lo avevo già dato e tra me e me stava maturando il pensiero che era il momento di staccare il cordone ombelicale, anche perchè avevo capito che da parte della Società non c’era questa grande volontà di voler continuare un percorso importante in Primavera. La Società, così come aveva dato a me la possibilità di fare un percorso all’interno del Settore Giovanile, stava probabilmente decidendo la stessa cosa per un altro. Detto questo dico: perché no? In un’ intervista di un mese fa, ad una tua domanda, ti avevo risposto che se l’Empoli mi avesse fatto una proposta tipo De Rossi nella Roma…non dico vent’anni…ma guidare la Primavera ancora per i prossini tre…quattro anni puntando anche alla crescita di qualche ragazzo su cui puoi lavorare, sul quale la Società punta…ti dissi, ben venga. Evidentemente  questa cosa la Società non l’ha pensata, probabilmente perché, come ti ho detto poco fa, la Società voleva dare un’opportunità a qualcun altro. Io comunque stavo già pensando che quella appena conclusa sarebbe potuta essere la mia ultima Stagione a Empoli perché comunque già lo scorso anno c’erano stati dei sentori di lasciare….poi non è successo ed ho lavorato un anno intero per arrivare a questo punto della Stagione e lasciare la Primavera. Mi sono ritrovato a fare un doppio lavoro: crescita dei ragazzi, salvezza della squadra, cosa che non è scontata. Ad Empoli si fanno tante volte, per fortuna….per bravura….cose cose straordinarie e che non sono scontate in una realtà come questa. Non sei al Milan, alla Roma, alla Juve o all’Inter. Io l’Empoli lo penso sempre come una realtà quale ci descrisse il Presidente, anni e anni fa, in un discorso che ci fece nello spogliatoio della prima squadra ’’Se noi ragioniamo da provinciale possiamo fare dei risultati importanti. Se noi ragioniamo da grande, noi che non siamo grandi, si fa un buco nell’acqua”. Ecco, io questa cosa me la sono portata sempre dietro. Io sono uno che non parla tanto, io ascolto, e questa è una frase che mi sono messa in testa . In effetti, in realtà come l’Empoli, se tu pensi di essere grande fai solo un gran casino, e invece bisogna sempre avere fame, essere con la bava alla bocca. Questa è stata una delle frasi sulle quali ho fatto la mia forza, il che mi ha permesso, prima come giocatore e poi come allenatore, di raggiungere risultati importanti, di far crescere tanti ragazzi. Sono dei meriti che mi prendo, perché poi con l’exploit della vittoria dello scudetto Primavera credo che questo sia successo, con ragazzi che oggi sono a dei livelli importanti. Uno di questi è Asllani, che adesso gioca in una squadra che ha fatto la Finale di Champions, e che io ho cresciuto per 4 anni. Si parla di ragazzi che, essendo bravi, si sarebbero comunque fatti notare ma che magari, con la vittoria dello scudetto, hanno avuto una vetrina in più perché in Primavera la vittoria di uno scudetto è una grande pubblicità

Al di là delle vittorie, che cos’è che ti porti dietro di questi 10 anni sulle panchine dell’Empoli?

Tante cose. Dal primo giorno che ho messo piede a Monteboro cominciando con gli Under 12, con i Samuele Ricci, i Francesco Donati e poi ,gli anni successivi, i Belardinelli… Sono quelle le situazioni nelle quali ho iniziato perché si può dire che sono cresciuto a Monteboro. Ho visto nascere Monteboro. Sai, quando sono venuto a Empoli nel 2002 mio figlio Luigi aveva appena 4 anni. Le squadre dell’Empoli dei Primi Calci si allenavano a Ponzano, poi successivamente si sono trasferiti a Monteboro. Luigi ha fatto la trafila con i  ragazzi del 1998, con i vari Damiani, Mosti, Islamaj, i due fratelli Zini, Giampà…ha fatto 7/8 anni di Settore Giovanile. Mi ricordo tutto. In quegli anni quando smettevo di allenarmi al ”Castelani” prendevo mio figlio, il giorno che doveva andare a Monteboro, e lo portavo lì alle sedute di allenamento. Allora ho visto di tutto di più. Sono nato nel Settore Giovanile dell’Empoli con quella mentalità già quando c’era Marcello Carli. Alla fine quando ho cominciato ad allenare, dopo 600 partite giocate tra i professionisti, pensavo che fosse una cosa semplice allenare dei ragazzini. Dopo i primi 10 giorni, c’era allora Massimiliano Cappellini come Direttore Sportivo che mi chiamò e mi disse ”Ora devi essere tu l’allenatore perché non sei più un giocatore”. Era una cosa sulla quale non avevo mai riflettuto a fondo: sai, uno pensa ho giocato al calcio…allenare dei ragazzini di 12..13 anni è un gioco da ragazzi. Ma ho capito subito che occorreva umiltà, e allora ho fatto 5/6 passi indietro. Allora nel Settore Giovanile c’erano anche altri che mi hanno aiutato a capire cosa volesse dire allenare una squadra di ragazzini. Sai, da fuori siamo tutti bravi:  c’è l’allenatore-genitore che va in tribuna e comincia a dire io farei così..così…e invece dovrebbero stare zitti sulle tribune e pensare solo alla crescita dei ragazzi e dei loro figli. Ne ho viste davvero di tutti i colori ed ho imparato che ci sono alcuni che  pensano a fare il loro bene e non quello dei ragazzi. Per questo ho cercato di portare nel mio lavoro anche educazione e rispetto. Ora mi viene da ridere quando nelle squadre Under 14, Under 15, Under 16 si chiama mister l’allenatore. No, fermiamoci un attimo. Noi siamo Istruttori, fino a quando non si allena una Primavera, soprattutto nel format degli ultimi anni, nei quali è diventata una seconda squadra. Mi viene da ridere ….ma l’ho fatto anch’io sia chiaro….quando allenavo la Under 15 e mi chiamavano mister. Ma mister che? Mister sono quelli che allenano Serie A, Serie B, Serie C, Mister nel Settore Giovanile mi viene da da ridere. Il mister lo fai in Primavera e dopo che è stato cambiato il format inserendo la retrocessione, perché sai, senza la retrocessione potevi tentare semmai a fare i play off ma, male che andasse, non avevi il rischio di retrocedere e il compito più importante che avevi era quello di far crescere giocatori. Nei 4 anni in cui io ho allenato la Primavera era cambiato tutto: dovevo sì far crescere e formare giocatori ma in più dovevo anche salvare la squadra. Se retrocedi perdi anche la forza di trattenere qualche giocatore. Da qui lo stress in più, qualche squalifica in più. La Primavera col nuovo format ti porta anche a fare qualche errore di gestione perché magari non sei abituato a quel tipo di pressione anche se poi questo ti aiuta a crescere. Dico questo perché in 10 anni ho fatto diverse riflessioni ed ecco perché non mi piace quando nelle squadre Nazionali Under c’è chi si monta la testa. Mi porto dietro tutto questo.

Con quale spirito affronti il mondo dei grandi? Partendo anche non da un palcoscenico roboante ma da una realtà che sta cercando di affermarsi, dove è in atto una quasi rifondazione…

Ci vado con lo spirito di un ventenne, con la forza che ha un ragazzo di quell’età che si mette in gioco. Ho quasi 48 e suona strano, ma io sono così. Anche quando ho iniziato a giocare al calcio sono sempre stato così. Sono partito dalla gavetta, ho fatto tanti sacrifici e così devo fare per cercare di far diventare questo il mio lavoro per sempre. Parto dalla Vibonese, dalla Serie D. Devo dire che per mia sfortuna, ma anche per mia fortuna, nella mia carriera calcistica non ho mai fatto una categoria di Dilettanti e a volte nei Dilettanti trovi professionisti. Spesso e volentieri senti dire che alcuni che sono in Serie B o C, per organizzazione o per altre situazioni sono dilettanti allo sbaraglio. Non è la Categoria che determina la qualità di quello che fai ma la capacità gestionale e di organizzazione di una Società. Sono molto determinato. Ho trovato una Società che mi ha fortemente voluto, mi ha spiegato il progetto…di rifare la squadra, di avere voglia di rimettersi in gioco. E’ una squadra che per 4 o 5 anni ha fatto la Serie C ed è una Società sana, con un Presidente serio. Parto con delle ambizioni, con la voglia di andare a fare bene. La bacchetta magica non ce l’ho. E’ una novità, è una scommessa per me. C’è da dire che negli ultimi anni, con il format che è cambiato un po’ in tutte le Categorie, anche nella Categoria che vado a fare bisogna avere in rosa 11..12 ragazzi under …quindi ragazzi del 2004 …2005..2003 quindi è il mio pane quotidiano. Per quanto riguarda gli over mi rifaccio agli anni in cui ho giocato. Quando ti trovi davanti una persona leale, una persona che non ti prende in giro, anche un over non potrà apprezzare indipendente dal suo curriculum e dalla sua età anagrafica. E poi, sai, devi avere anche dei contenuti, non puoi andare lì a raccontare le favole. Devi avere contenuti, devi portare lavoro, professionalità, serietà. Credo di avere un bagaglio importante…20 anni da ex calciatore e 10 anni da allenatore nel Settore Giovanile dell’Empoli…tra i quali 4 anni di Primavera.

In sintesi: dimmi un rimpianto, un rimorso e una speranza

Rimpianti non ne ho perché credo che una quando uno fa delle scelte, nel momento in cui le fa, pensa che sia la cosa giusta. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Rimorsi? Sotto certi aspetti potevo gestire qualcosa in maniera diversa. Ma anche lì siamo alle solite. Qualcuno mi ha definito una testa calda, uno che si arrampica alle ringhiere. Io mi sono arrampicato alla ringhiera una volta, nella Semifinale del Campionato Primavera a Sassuolo, quando all’ultimo secondo del secondo del secondo tempo supplementare, facemmo un gol che ci portò in Finale del Campionato Primavera. E mi sono preso pure 4 giornate di squalifica. Altre volte mi sono arrabbiato, cosa che succede a tutti gli allenatori, in ogni squadra ed in ogni categoria. Non ti nascondo che questa storia che sono una testa calda mi dà fastidio. In 20 anni di calcio giocato ho preso una squalifica e 4 ammonizioni. Ho sempre avuto ottimi rapporti con gli arbitri, da Collina a Paparesta e chi più ne ha più ne metta. Da allenatore forse quelle 3 o 4 giornate di qualifica perché sono andato ad inveire contro l’arbitro e questo ha riguardato anche un arbitro che è stato successivamente indagato per calcio scommesse qualche anno fa. Questa ”nomea” che mi è stata assegnata è stata difficile da gestire perché nel mondo del calcio gli addetti ai lavori fanno presto a mandarti all’inferno. Ma va bene così….perché io so che persona sono

E la speranza?

E’ di mettermi in gioco con i grandi e che mi possa realizzare nel mondo delle prime squadre. Non voglio avere il rimpianto un domani di dirmi che non ho provato ad allenare il mondo dei grandi. Questa è l’unica cosa che non voglio avere. Poi, se sarò all’altezza bene, se non sarò all’altezza tra 5 o 6 anni andrò in pensione….

Ti lascio lo spazio per mandare un messaggio a chi vuoi tu…

Ti ringrazio, è una cosa che ti avrei chiesto. Ho letto tanti commenti, non solo social, anche perché devo precisare che io social non ne ho – non ho Facebook, non ho Instagram – e quello che so lo so da mio figlio o altri amici. Ho visto che ci sono tante persone che mi vogliono bene. In questi momenti qua capisci l’affetto che la gente ha nei confronti miei. Per quanto riguarda i ringraziamenti inizio dalla Società. Devo ringraziare il Presidente Fabrizio Corsi, Pietro Accardi, devo ringraziare tutti quelli che mi hanno voluto a Empoli come giocatore e poi come allenatore. Quando sono arrivato c’erano Pino Vitale, Roberto Tolomei che mi hanno voluto ad Empoli, Marcello Carli che lavorava nel Settore Giovanile, Massimo Arrighi, Massimiliano Cappellini, Rebecca Corsi che ho conosciuto da bambina ed ho visto crescere in questi anni conquistando posti di prestigio in Società e non solo. La famiglia Corsi mi ha preso ed ha sempre creduto in me. Venti anni di rapporto lavorativo ma anche umano. Mi hanno dato tanto ma so che ho ricambiato in pieno la fiducia che hanno riposto in me. So che di aver dato tantissimo all’Empoli Calcio, sotto ogni sua forma. Ringrazio anche tutti i tifosi: ho visto l’attaccamento che mi hanno dimostrato. Ma tutto il mondo empolese. Un ringraziamento particolare ed affettuoso a tutti i ragazzi che in questi 10 anni ho allenato, a tutti indistintamente, indipendente dalla carriera che hanno fatto fino ad oggi fatto. Troppo facile citare i vari Ricci, Belardinelli, Asllani, Baldanzi, Fazzini, Donati ma con loro tanti altri con i quali ho condiviso momenti indimenticabili. Mi porterò tutti nel cuore. Empoli è stata la mia seconda casa…anzi …ho vissuto più a Empoli che a casa mia a Napoli perché sono partito da casa che avevo 15 anni anni e mezzo e sono arrivato a Empoli nel 2002, quindi ho vissuto più a Empoli che dove sono nato. Ringrazio tutto il popolo empolese, tutta la gente che mi ha voluto bene e che mi ha sostenuto quando giocavo e quando ho iniziato ad intraprendere questo percorso nel Settore Giovanile. Voglio fare un ringraziamento speciale per Marco Bertelli, figura per me davvero importante e poi, senza voler far torto a nessuno, a due collaboratori come Drago e Benesperi. Ovviamente un grazie enorme a tutti i miei staff. Ringrazio tutta la stampa che ha lavorato e che lavora per raccontare l’Empoli. Poi tutte le persone che lavorano, a vario titolo in Società: da Simone Giunti, a Federico Bargagna, a Silvestri….tante persone con le quali ho condiviso tanto. Dopo 21 anni stacco il cordone ombelicale. Ringrazio la Vibonese che ha creduto in me e che vuole intraprendere un discorso con Buscè Antonio. Avremo modo di risentirci, In bocca al lupo all’Empoli e anche a me per quello che potrò fare con la Vibonese. Mi ricordo ancora quando io giocavo i secondi tempi sotto la Maratona, mi trasformavo, per me era una botta di adrenalina ogni volta. Ricordi indelebili. GRAZIE EMPOLI!

Articolo precedenteMercato Azzurro | Per l’attacco spunta Okereke
Articolo successivoMercato Azzurro | Altro ritorno con partenza per Fantacci

21 Commenti

  1. Un grandissimo in bocca al lupo … Antonio Buscè … Mi auguro che sia solo un arrivederci … Belle parole le tue … sottolineano l'”amore” che hai avuto per questa società … saprai farti valere … come sempre hai fatto………….

  2. I VERI CAPITANI, ad Empoli lo restano per tutta la vita.Grazie di tutto Anto’.Ti aspettiamo quando ti sentirai pronto.Ci spero.Veramente

  3. Chapeau !
    Un grande uomo di calcio, ma al tempo stesso una persona molto per bene, da portare ad esempio.
    Spero abbia delle belle soddisfazioni,
    se le merita!

  4. Arrivederci Antonio e grazie di tutta la passione e l’attaccamento che hai sempre dimostrato verso i nostri colori.
    Sarebbe bello vederti in panchina a Empoli in serie A!

  5. Grande, grandissimo Antonio Buscè!
    Un giocatore fortissimo che ha sempre sputato l’anima per i nostri colori.
    Un allenatore clamoroso che ci ha fatto vincere due scudetti!
    E un uomo gigantesco, umile, semplice e onesto.
    Un grandissimo in bocca al lupo Antonio, d’ora in avanti mi toccherà vedere anche il risultato della Vibonese.
    E a presto, ti aspettiamo di nuovo sotto pa Maratona

  6. Ti seguiremo con affetto ovunque andrai.
    Un grande “in bocca al lupo” per la tua nuova avventura….e Forza Azzurri sempre

  7. Ricordo ancora molto bene il tuo primo gol a Brescia 💙 … Da li poi è iniziato tutto… Ti auguro il meglio Antonio, grazie di cuore per tutto quello che hai dato. Per me è un arrivederci.

  8. In bocca al lupo Antonio, uno di quelli che non si scordano sia come giocatore che come allenatore (due scudetti) e speriamo sia un arrivederci.
    Certo ci toccherà seguire anche i risultati della Vibonese

  9. Grande Antonio ti ho visto crescere da bambino e meriti tutto quello che hai costruito e che costruirai ancora perché le tue qualità sono indiscusse,un grazie alla tua carriera la vorrei dedicare a tuo PADRE che ha sempre visto in te un VALORE GRANDE considerando le strutture inesistenti e che provenivi da un paesino di 3500 anime.In bocca al lupo per la tua carriera da Mister sono sicuro che la serie A a presto avrà una nuova figura da osservare.

  10. Grazie di tutto Antonio, non posso che augurarti il meglio per la tua carriera e …conservo una piccola speranza di poterti rivedere, magari tra qualche anno, sulla panchina dell’Empoli prima squadra…

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here