A cura di Claudio “Freccia”

Gruppi/compagnie/clubs esistenti in Tribuna B “Piero Romeo”: Prima Linea ’78, Anni Ottanta, Luzzi Klan, Bad Wolves, Centro Storico, Ska lea Rude Boys, Stoned Crew Acquaformosa, Siamo chi Siamo (sottogruppo Anni 80), Orda Bruzia, 26 Julio, Continuo Supporto, Jacopino Fan Club, Donnici, Drunk Dogs Cosenza, San Ippolito, 4 Miglia, Senza Tessera, Roma Crew, Fuscaldo Boys, Praja, Domanico Rebelde, Longobardi, Cantinella, Malati du Cosenza, Girls, Lupi a Rotelle-con le ruote quando volete, Buonvicino Presente Sempre, Ultrà San Marco A., Nof, VeG Vino e Gassosa, Bisignano Ultrà Cosenza, Ajello C.Ultras, Cassano Ultrà Cosenza, Brutia me Genuit, Vadue, Scene di Panico, Cosenza Club “Gesuiti”, Elettrotecnica 1992 Presente. BCN, Torre Alta, Lupi del Nord, Club Rossoblù 1914 Franco Trapani, Commenda Old School, Club Rossoblù “News” via degli Stadi, Cosenza Club New York.

Gruppi/compagnie esistenti in Curva Sud “Denis Bergamini”: Ultrà Cosenza 1978, Alkool Group Loreto 1985, Brigate 1987, Amantea Cosenza 1986, Rebel Fans 1995, Ultras Cosenza Vecchia 1989-Old DrunkardsLost Boys, Rione Portapiana, Banda Free, Side Whiskers, Banda 90, Andreotta, Cosenza 90 Crew, Alkool GIrls, Street Boys, Allupati Primo Lotto, Corso Italia, Occasionali, Casole Loreto, San Ippolito, Panettieri Ovunque, Quote Rosa, Incappucciati Cosenza, Armata Bruzia 1992, Irrequieti Torano, Commenda Town, Sciollati, Bads Rebels, Vecchia Guardia Nuclei Sconvolti, PIstols Cittadella 1988, Mondo Fantastico! Pescatrice Curva Sud Cosenza, Via Popilia c’è, Adelante Cosenza, Scoppiati Vagliolise, Kiri d’u Nord

Gruppi/compagnie esistenti in Curva Nord “Massimiliano Catena”: Curva Nord Ultras Cosenza (gruppo principale), Gabba Gabba Wolves, Wolves Fans, Cosenza Tregua.

Storia del tifo cosentino: Si può senza dubbio affermare che questa realtà di provincia ha lasciato mirabili tracce nella storia degli ultras in Italia, non soltanto per aver organizzato i primi raduni ultras aventi già a suo tempo lo scopo di ricercare il dialogo tra curve, anticipando di alcuni anni la stagione degli incontri tra le diverse realtà italiane, o per aver diffuso le prime fanzines di controcultura ultrà: da “Urlo di carta” a “Tam Tam e Segnali di fumo” (fece il suo esordio il 13 maggio 1988 alla vigilia della trasferta di Salerno nel campionato che decreta la promozione in B). Negli anni 60 nascono i primi clubs di tifosi “moderati”: i “Lupi della Sila” e il Club “Francesco Guido” nel 1969, dedicato alla memoria dell’ex omonimo presidente. Nel 1978 nasce il tifo organizzato con il gruppo “Commando Ultrà Prima Linea”, seguito dagli storici gruppi “Fedayn”, nel 1982, e “Boys Cosenza”, nel 1983. In origine gli ultras prendono posto nel settore “Tribuna B”, spostandosi in Curva Sud, storica sede dei gruppi cosentini, solo in un periodo postumo. Nel 1982 nasce il Club Cosenza 1914, istituzione profondamente legata al territorio e alla promozione turistica di quest’ultimo. Il 1983 è l’anno dei “Nuclei Sconvolti”, già avanti di diversi anni, un nome che tuttora quando riecheggia provoca una velata malinconia oltreché rispetto nel mondo ultras. Non è tempo di calcio moderno, non ancora, ma già gli sconvolti intuiscono quel che da lì avrebbe travolto il calcio e i suoi rituali, relegandolo e sacrificando socialità, passione, coinvolgimento sull’altare del Dio Denaro. Uno dei gruppi più anticonformistici nella storia Ultras nazionale, che non nasconde mai la sua indole profondamente anarchica e ribelle, ma sempre declinata attraverso la solidarietà verso gli emarginati. I “Nuclei” intraprendono rapporti di stima e fratellanza con importanti tifoserie dello Stivale; sono caratterizzati da uno spirito goliardico, gioioso, ironico e combattivo, tipico dei movimenti del 1977, e sono i primi, insieme ai veronesi, a mescolare il modello italiano e quello inglese, soprattutto nella moda degli stendardi. Cosenza rappresenta un vero e proprio “laboratorio” in cui, nel corso degli anni, s’è prodotto un fenomeno sociale di condivisione e aggregazione. Con la nascita di altri clubs si induce l’ambiente a fondare il Centro Coordinamento Clubs. L’anomalia prosegue quando tra gli spalti del “San Vito” inizia a far capolino un frate, Padre Fedele Bisceglia, frate missionario tifoso del Cosenza Agli iniziali sfottò segue una certa curiosità nel vedere colui indicare in una banda di scapestrati i propri fratelli in Cristo…fattostà che decine di ultras si prestano volontari e nel 1986 danno vita alla mensa dei poveri, il cenacolo francescano che diventerà il luogo di ritrovo quotidiano degli ultras. Nel 1985 era stato in città, insieme ai “N.S.”, l’organizzatore del primo raduno degli ultras d’Italia, dopo la tragica strage dell’Heysel a Bruxelles, a cui partecipano tifosi provenienti da Roma, Napoli, Genova e da molte altre importanti realtà italiane. Il 1985 è anche l’anno della nascita degli “Alkool Group Loreto”, destinato a diventare una delle colonne portanti del tifo cosentino insieme alle “Brigate Cosenza”, che nascono nel 1987, dal popoloso quartiere di via Popilia. Intanto nel 1986, quando nascono la “Nuova Guardia”, da alcuni ragazzini che bazzicano i “Nuclei Sconvolti”, i “N.S.Rende” e “N.S.Amantea”, viene organizzato un secondo raduno, in provincia, a Tortora. Successivamente Padre Fedele, dagli ultrà di Cosenza chiamato semplicemente il Monaco, si distacca dal Centro Coordinamento, di cui era presidente, fondando l’associazione “Cosenza Club Donato Bergamini”, in memoria dell’omonimo calciatore, idolo della tifoseria, deceduto prematuramente in circostanze controverse. Nel 1989 nasce nel centro storico il gruppo “Cosenza Vecchia” e viene fondato il “Club delle donne rossoblù”. Quelli della “Nuova Guardia” si rendono conto che per essere ultrà fino in fondo tutta la settimana, è necessario portare il conflitto nelle piazze, ribellarsi a stili di vita asfittici, dare vita a una nuova terza via, alternativa alle mode paninare e ‘ndranghetiste che attanagliano le giovani menti. Dal connubio tra “Nuova Guardia”, “Cosenza Vecchia e quelli di via Popilia prende vita la terribile e allegra B.D.D. (Brigata Drogati e Delinquenti), nome derivante da come un funzionario di Pubblica Sicurezza descrisse molti anni orsono  i cosentini al loro arrivo in una stazione del Nord Italia. Quasi contemporaneamente in città nasce “Radio Ciroma”, emittente comunitaria che apre i microfoni anche all’universo ultrà. Date storiche per il tifo silano sono quelle del 6 aprile 1985, quando in occasione del derby vinto col Catanzaro seguito da 20mila sostenitori bruzi, gli ultras silani in Tribuna B srotolano un maxi striscione di 100 metri rossoblù, stabilendo il record di dimensioni in Italia; la megafumogenata della Sud il 29 maggio 1988 nel match con la Nocerina, seguito da 24mila spettatori. Le trasferte più partecipate degli anni 80 sono quelle del 1988 a Monopoli, seguita da oltre 8mila rossoblù, e quella di Francavilla con 5mila tifosi. E’ tempo che la città abbia un suo centro sociale occupato, così gli ultras occupano il primo Csa cittadino; seguirono sgomberi, denunce, lotte e travagli sino ad ottenere definitivamente uno spazio liberato: l’ex villaggio del fanciullo, il “Gramna”, La “Nuova Guardia” si scioglie all’inizio dei 90, risultato di fatti e riflessioni importanti: le diffide che colpiscono il gruppo dopo il derby con la Reggina, la volontà di passare ad una militanza socialedi strada che unita al logo “NG” avrebbe finito per creare equivoci in curva, la scelta di non diventare “Istituzione” ultras, la consapevolezza che in natura e nelle relazioni di gruppo niente è “per sempre”. Il 26 giugno 1991 nello spareggio di Pescara vinto 1-0 contro la Salernitana per la salvezza in Serie B, i cosentini, nell’occasione in Curva Nord, in circa 7mila danno vita a una maestosa coreografia con migliaia di bandiere a scacchi rossoblù. Il 1992 è l’anno dei “Lost Boys”, nello splendido campionato che proietta i lupi a un passo dalla Serie A: 15mila silani il 14 giugno 1992 raggiungono Lecce per sostenere la squadra che in caso di vittoria avrebbe disputato lo spareggio per la A con l’Udinese. Durante il campionato 1993/94, che segna la nascita dei “Curva Nord Cosenza”, con la prima scissione del tifo organizzato in due settori, avviene il primo sciopero del tifo, una forma di protesta pacifica volta a sensibilizzare l’ambiente nei confronti delle diffide che colpiscono alcuni tifosi all’indomani di incidenti avvenuti il 12 settembre ’93 in Cosenza-Fiorentina (1-1). La curva organizza una protesta con lo striscione “Tutti colpevoli tutti in silenzio”: andavano allo stadio ma se ne stavano in silenzio senza tifare. Alla fine, mesi dopo, interviene il Coordinamento che tratta con Questura e Società. In occasione di Cosenza-Bari, in dicembre il questore revoca le diffide. I “Nuclei”, nonostante le visioni di pensiero e una filosofia di tifo totalmente diversa dal moderato, si distinguono per un assiduo impegno nel sociale e per la partecipazione a varie iniziative, nel DNA del tifo cosentino, come ad esempio l’organizzazione di una conferenza all’Università della Calabria, il 21 ottobre 1993, con a tema i rapporti tra città, calcio e tifosi. A metà degli anni 90 nascono i “Rebel Fans” e gli “Autentici” che occupano quest’ultimi la Curva Nord del “San Vito”. In Cosenza-Turris (1-0) del campionato di C1 1997/98, giocata davanti a 22mila spettatori i “N.Sconvolti” realizzano una coreografia imponente in Curva Sud, degna di quella di 10 anni prima con la Nocerina per la promozione in B. Nel 1999 i “Nuclei Sconvolti” si sciolgono, segno dei tempi, dopo stanchezza e repressione, trend inaugurato dalle “Brigate Gialloblù” Verona, anche per la volontà di cambiare linguaggi, ideare forme nuove per stare in curva. Arrivano periodi bui, difficili per il tifo rossoblù, la divisione in due curve separate, non per divergenze politiche bensì sull’opportunità di seguire un modello di tifo anziché un altro, non aiuta; la cosiddetta disputa tra anglofili e italofili che a Cosenza conviveva appunto nei “Nuclei Sconvolti”. Non muta però la passione e lo splendido rapporto del Cosenza coi suoi tifosi, testimoniato dall’esistenza di vari gruppi ultras, che hanno continuato a seguire la squadra dall’hinterland e dall’intera provincia anche negli anni a venire. Dopo due anni la curva si ritrova unita in Tribuna, poi di nuovo tutti insieme nella Sud, senza “Nuclei” ma con gli altri gruppi, a cui si aggiungono i “Cosenza Supporters” e le compagnie di provincia. Nel 2000 nasce anche il “Luzzi Klan”. Un gruppo di ragazzi decide di tornare in Curva Nord per affermare e praticare i valori originali dell’identità ultras, In Sud rimane comunque la parte più numerosa della tifoseria: ai già citati “Alkool Group”, “Brigate” e “Lost Boys”, si affiancano nuovi gruppi come i “Mayd Boys”, il “Palazzine Group” e le “Teste Matte”, nonché i centri della provincia (Paterno, Diamante, Pasquali, Roggiano…), i quartieri storici “San Vito”, la “Riforma” e gli onnipresenti diversi lotti di via Popilia. Passano gli anni ma l’eredità ideale continua nel solco della condivisione della curva di valori condivisi: come dimenticare la presenza dei profughi curdi in curva, 50 esponenti della comunità accolti dallo striscione “Una terra senza frontiere per una curva con mille bandiere”, oltre allo sventolio di bandiere del PKK e di Apo Ocalan. Oggi, dopo diversi anni, le generazioni nuove che animano la Curva Sud continuano a mostrare solidarietà al Kurdistan. Dopo la cancellazione del Cosenza Calcio nel 2003, la tifoseria dalla Serie B si ritrova a partecipare al campionato di Serie D 2003/04. Il Cosenza Calcio 1914, non iscrittosi ad alcun campionato nel luglio 2003, viene sostituito dopo una complicata vicenda legale, dal Cosenza Football Club sulla base delle NOIF della F.i.g.c. Anche questa società viene sostituita nel 2007, tramite il cambiamento della ragione sociale del Rende Calcio Alla prima partita Cosenza-Rossanese presenziano ben 12mila spettatori. Il record di spettatori viene realizzato in Cosenza-Bacoli Sibilla (2-0) del 2008 con 18mila spettatori che spingono la squadra a tornare nei professionisti, dopo una media in campionato di quasi 7mila tifosi a gara.. Il 30 maggio 2008 viene formalizzato il cambio del nome da Fortitudo Cosenza al più tradizionalista Cosenza Calcio, abbinandovi l’originale matricola del Cosenza Calcio 1914. Anche questa società ha vita breve e viene esclusa dai campionati professionistici nel luglio 2011. L’attuale sodalizio viene costituito entro l’estate dello stesso anno ed è presieduto da Eugenio Guarascio. Il 23 febbraio 2014, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita del calcio a Cosenza, la partita contro l’Aversa Normanna viene seguita da 18mila spettatori, con la significativa partecipazione di tutti i settori nell’allestimento di un’imponente coreografia. Lo stesso avvenne il 6 giugno 2018 nella semifinale di ritorno Playoff Cosenza-Südtirol 2-0, dove 1 20mila presenti partecipano alle coreografie allestite da Curva Sud e Tribuna A, spingendo il Cosenza in finale. Dalla stagione 2014/15, come avvenuto circa 20 anni prima con Curva Sud e Nord, il tifo organizzato si divide in due settori con la nascita degli “Anni Ottanta”, maggio 2014, esordio striscione in Cremonese-Cosenza Coppa Italia del 10 agosto 2014, in Tribuna A dopo essere stati 2-3 mesi in curva. La trasferta più numerosa dell’ultimo decennio è quella di Pescara per la finale Playoff per la promozione in Serie B del 16 giugno 2018 Siena-Cosenza 1-3 con 11mila al seguito. Nel 2018 i gruppi organizzati gruppi che erano in Tribuna A si spostano in Tribuna B (o Distinti), tranne qualcuno che trasloca in Sud. Nel 2016 erano nati gli “Street Boys” e nel 2017 i “Banda 90”, nati sempre in Curva Sud dopo la divisione. Al 2018 risale la nascita del “Club Ciccio Magnelli” di Rovito. Sempre nel 2018 arriva la sospirata promozione in Serie B, che manda in visibilio il popolo silano, poi due salvezze, una piuttosto tranquilla, una molto sofferta. Nel 2020/21 il Cosenza sta rischiando seriamente di retrocedere.

Gemellaggi/amicizie: –Genoa: veramente un bel rapporto. Gemellaggio nato nella stagione 88/89 in Serie B, la prima gara al “San Vito” è Cosenza-Genoa. E’ il consolidamento di un rispetto e una stima reciproca già esistente. La visione, da sinistra, della vita e della politica fa il rsto. I genoani vengono ospitati nella Sud e al ritorno i cosentini si recano in anticipo all’ombra della Lanterna. E’ il gemellaggio che più di tutti accomuna l’intera tifoseria cosentina. I genoani non fanno mai mancare il loro sostegno (vedi Catanzaro). Nel febbraio 2017 esposti a Genova gli striscioni cosentini “Amantea” e “Anni Ottanta”. In Cosenza-Akragas dell’aprile ’17 esposto un “Bentornati Grifoni”, per la fine della diffida di alcuni tifosi genoani. Gli “Anni Ottanta” salirono in gruppo per un Genoa-Palermo appunto per chiarire la loro posizione nei confronti della Nord genoana e da lì il rapporto non ha fatto che crescere e rafforzarsi. Lo stesso gruppo ha “gridato” in uno striscione appeso a una rete nell’ottobre 2020 “Giù le mani dalla Gradinata Nord”, vittima della repressione. –Atalanta: i rapporti all’inizio non sono stati dei migliori, soprattutto per la presenza di gruppi leghisti come i “Wild Kaos” a Bergamo, poi vince la caparbietà degli “N.S.Amantea” e il grande rispetto delle “Brigate Nerazzurre” verso i “Nuclei Sconvolti”. Ormai da anni alcuni bergamaschi trascorrono le proprie vacanze sul Tirreno cosentino. Il gemellaggio, come quello col Genoa, dopo il logorio del tempo che l’aveva lasciato cadere nell’oblio, è stato riallacciato dai gruppi più giovani. Grazie soprattutto ai ragazzi di “Amantea”, che hanno continuato a portare avanti il rapporto. In Cosenza-Spezia 2019/20 esposta la scritta “Giù le mani dalla Bergamo Ultras”. Il 19 dicembre 2020 i cosentini hanno purtroppo appreso della scomparsa di Felice, ultras storico dell’Atalanta, tra i fondatori delle “Brigate Nerazzurre 1976”, un amico per tanti ultras cosentini di una certa età che negli anni hanno avuto l’occasione di conoscere e apprezzare le sue grandi qualità umane. –Casertana: gemellaggio fraterno, molto forte e radicato al grido di “Casertana Cosenza nessuna differenza”, stretto tra “Nuclei Sconvolti e “Fedayn Bronx” di Caserta al primo raduno ultras il 12-13-14 luglio 1985, anche per le stesse vedute politiche di sinistra. Il 17 novembre ’85 le due tifoserie ebbero modo di ritrovarsi al “Pinto” di Caserta: 50 ultras del Cosenza al seguito per celebrare il gemellaggio sotto il diluvio. Gli “Sconvolti” fanno un tifo d’inferno. I tifosi casertani in doppio petto sono infastiditi dal fatto che nessuno disturbi gli avversari. Qualcuno pensa che sia giunto il momento di intervenire e si avventa su uno striscione dei cosentini. Arriva la polizia ma giungono anche i “Fedayn” di Caserta che si sistemano al fianco dei cosentini in segno di solidarietà e supporto: un episodio più unico che raro vedere gli ultras di casa affiancare i tifosi ospiti e insieme reagire a uno stadio ostile: gemellaggio e fratellanza. Nel 1991/92 si raggiunge il culmine, questa volta in B, col famoso giro di campo. Poi le strade sportive si dividono e bisogna attendere la stagione 2004/05 per vedere insieme di nuovo le due tifoserie anche se, a onor del vero le due tifoseria non hanno un bel ricordo coi campani che vengono esclusi dal torneo in seguito a rinuncia e calabresi che si presentano ai nastri di partenza con due formazioni: Cosenza Football Club e Cosenza Calcio 1914. Tra fallimenti e ricostruzioni, sia da una parte che dall’altra, giungiamo alla stagione 2013/14 con Casertana e Cosenza che, al termine di un esaltante torneo approdano insieme in Lega Pro. Come non ricordare la presenza sugli spalti dei casertani ogni volta che il Cosenza gioca in Campania, oppure vedere vessilli cosentini quando la Casertana è impegnata in Calabria o Sicilia. Bello lo striscione dei “Fedayn Bronx” di alcuni anni fa “Nella buona e nella cattiva sorte fratelli fino alla morte” o la coreografia con un copricurva e sotto la scritta “Uniti per sempre” dei cosentini, che hanno presenziato nel dicembre 2019 alla festa dei 5 anni dei “The Black Sheep Caserta”. –Venezia: la prima volta che i cosentini si recano in Laguna si registrano alcuni screzi coi veneziani subito domati dagli “Ultras Unione”, che da quella gara diventano fratelli dei rossoblù, anno 1992 Anche se al cambio di generazione i rapporti si raffreddano, l’amicizia è più viva che mai. Ultimo incontro prima del 2018/19 nel 2002/03, quando le tifoserie si ritrovarono anche il giorno precedente al torneo del Bae, storico capoultrà veneziano scomparso nel febbraio 2001 Diverse le visite reciproche, ma certamente la distanza non aiuta nessuna delle due a farsi visite spesso. –Ancona: gemellaggio che nasce nel 1990/91, che riguarda le due città in blocco. Il rapporto si incrinò una decina d’anni fa per questioni banali. Sono i biancorossi, dopo che in campionato hanno subìto una sassaiola al “San Vito”, a invitare i “Nuclei Sconvolti” ad Ancona per un miniraduno. In questa circostanza nasce ufficialmente l’amicizia, dettata dalla medesima visione sociale dell’aggregazione da stadio. A metà luglio 2020 nella loro sede i “Curva Nord Ancona” hanno esposto lo striscione “Ettore vive” in memoria di Ettore Covello. “Fratelli cosentini vi siamo vicini”, striscione anconetano solidale alla città di Cosenza colpita dal terremoto il 24 febbraio 2020. Sempre in quei giorni “Bentornati fratelli cosentini”, per fine diffide. Nell’ottobre 2020 striscione “Continua a tifare da lassù Favoloso fratello dorico. A fine marzo 2020 “R.i.p. Giovà fratello dorico”. –Casarano: amicizia nata negli anni 80 tra “Nuclei Sconvolti” e “Cusp Casarano”. Le poche occasioni di confronto non limitano le visite e gli scambi di cortesia. I pugliesi non sono mai mancati a Lecce e gli inviti nel Salento per i cosentini si sprecano. Gli “Ultrà Cosenza” hanno esultato per la promozione in Serie D del Casarano nel marzo 2019. Ricordato dai cosentini nel dicembre 2020 Fabio fratello casaranese. –Sheffield United: il 16-17-18 febbraio 2018, nel week-end che precede il derby con la Reggina, gli inglesi sono stati ospiti degli ultrà della Sud, nella Casa degli Ultrà, coinvolti in iniziative varie. –Spal: amicizia recente, nata soprattutto per la famosa vicenda del ferrarese Federico Aldrovandi, ucciso dopo esser stato fermato per un normale posto di blocco nel settembre 2005, il cui volto su un bandierone in alcuni stadi non è stato fatto entrare. Allora i cosentini a Carpi il 6 ottobre 2018 esposero gli striscioni “Paura di mostrare i volti della vostra vergogna”, “Federico ovunque”. I cosentini confezionarono lo striscione “Vicini al vostro dolore ciao Marco”, un ragazzo della Ovest molto conosciuto scomparso nel febbraio 2019. Gli spallini erano presenti al 10° Memorial “Ettore Covello”. Inoltre Ferrara e Cosenza rappresentano rispettivamente la città natale della famiglia Bergamini e la città adottiva, città unite nella speranza che possa presto venire a galla tutta la verità per Denis. –Pordenone: rapporto nato recentemente, a dimostrazione che si può essere amici anche a distanza di circa 1.100 chilometri. La Curva “Bergamini” ha esultato nell’aprile 2019 per la prima storica promozione della squadra friulana in Serie B. –Lanciano: amicizia recente quella coi ragazzi dei “Frentani non tesserati”, presenti piuttosto spesso al “San Vito-Marulla”, allacciata dalla “Banda Free”, che già aveva in atto un’amicizia personale con loro. –Campobasso: rapporto piuttosto recente, stretto soprattutto tra i “Curva Nord Cosenza Ultrà” e gli “Smoked Heads” di Campobasso, gruppo scioltosi nell’agosto 2016. –Giarre: rapporto recente anti Catania.

Ex-gemellaggi/amicizie: –Messina; la rottura più importante, perché arrivata dopo un decennio di solida amicizia. Un gemellaggio fortemente voluto da Padre Fedele Bisceglia, che nel 1989 fece trovare sacchetti di plastica con dei viveri e la scritta “La partita dell’amicizia. Il 19 novembre 1989, nella partita che si giocò subito dopo la morte di Denis Bergamini, i messinesi parteciparono con sincerità al lutto silano: non tifarono e non esposero striscioni. Da allora ogni incontro è caratterizzato da scambio di sciarpe, confronti aperti e accoglienze fraterne. Ma gran parte degli ultrà silani non lo accetta e nel campionato 1991/92, a Messina, dopo che ad inizio partita c’era stato il consueto giro di campo coi bandieroni, tra sassaiole e invettive, l’amicizia si è rotta. A Messina era inoltre nato il gruppo “Angemeco” (Anti-Gemellaggio Messina Cosenza) perché dicevano che era una fregatura, cioè le squadre in campo si “aggiustavano il risultato a seconda di quello che serviva alla messa peggio in classifica, e che il Messina, per fare favori ai cosentini, non andava in A. Nel 1992 a Messina succede anche che il portiere Zunico del Cosenza viene colpito in testa dai messinesi, ma anche i cosentini non furono da meno, infatti durante la partita litigarono con i “Fedelissimi Messina” della curva opposta. A fine gara alcuni di loro vennero sotto il settore ospiti per scusarsi e cercare di mantenere il gemellaggio, ma i silani non vedevano l’ora di romperlo, non accettarono le scuse e finì l’amicizia, che fu quasi una liberazione per le due tifoserie. –Pisa: i genoani allargano il gemellaggio coi pisani nel 1989/90. “Rangers” e “Fighters” pisani sono da tempo gemellati ai genoani, così diventano amici anche dei cosentini. I pisani il 6 gennaio 2019 invitarono i cosentini al “Parco di Mau”, realizato dai gruppi della Curva Nord “Maurizio Alberti” di Pisa. I silani erano contenti di essere presenti, di aver fatto più di 1600 Km. e dell’accoglienza ricevuta, di aver visto un altro Parco inclusivo realizzato dagli ultras, motivo di soddisfazione e orgoglio. –Fidelis Andria: una sola stagione dura l’amicizia con gli ultras dell’Andria, figlia del gemellaggio comune con gli “Ultras Unione Venezia Mestre”. –Nocerina: gemellaggio nato al primo storico raduno ultrà nel 1985 coi “Mastiffs Nocerina” per le stesse vedute ultrà. Ci si era persi di vista dal 1987/88, dallo spareggio per restare in C1 giocato a Cosenza tra Nocerina e Campania, con 2mila cosentini in Tribuna B coi rossoneri. Ci si ritrova nel 1997/98 dopo numerose visite di cortesia, soprattutto degli “Ultrà Cosenza sez.Salerno” e, sia a Cosenza che a Salerno, si dà vita a megapranzi. Resta comunque meno sentito di un tempo il legame tra i nuovi gruppi delle due città. Il rapporto si chiuse nel 2011 proprio pochi giorni dopo la scomparsa del capo-ultrà cosentino Piero Romeo, che onorarono con due bellissimi striscioni.

Ternana: gemellaggio stretto coi “Freak Brothers” di Terni al primo raduno nazionale ultras nel 1985. La corsa alla Serie B nella stagione 97/98 mette a dura prova la lunga amicizia. Gemellaggio poi sciolto per varie vicissitudini, son rimaste amicizie personali tra vecchi “Freak” Terni e vecchi “Nuclei Sconvolti”. Al contrario di altri non è sfociato in rivalità

Reciproca stima/rispetto: –Benevento: già nel 2010 clima di rispetto creatosi  a Cosenza in quanto i beneventani in una 20ina scortati come criminali erano senza tessera, al loro ingresso dalla curva si è gridato “Non toccate gli ultrà”, al secondo gol del Benevento hanno esultato in modo molto composto in segno di rispetto e a fine partita loro stessi hanno lanciato il coro “Ringraziamo gli Ultras Cosenza”. Inoltre bevute pre e post-partita. Nel settembre 2019 a Benevento srotolata dai cosentini nella ripresa “Imbriani nel cuore” , per il compianto giocatore (vedi sezione “Curiosità”). –Modena: simpatia mai sbocciata definitivamente. –Crotone: c’è una stima reciproca per il loro odio verso catanzaresi e reggini, nemici comuni ad entrambi. –L’Aquila: mandati auguri a L’Aquila 1927, squadra gestita totalmente dalla tifoseria, promossa in Eccellenza. –Fasano: buoni rapporti tra la “Curva Nord Cosenza Ultras” e i fasanesi. Circa tre anni fa esposta dallo stesso gruppo la scritta “Fasanesi liberi”. –Acri: buoni rapporti tra la “Curva Nord Cosenza Ultras” e gli acresi, ai quali a marzo 2020 venne dedicata la scritta “C’è chi dice di zumbare e chi lo fa senza esitare, solidarietà agli Ultras Acri”. –Bisceglie: amicizia coi pugliesi suggellata dalla loro presenza a Cosenza il 20 gennaio 2019 per Cosenza-Ascoli.  

Rivalità: –Catanzaro: rivalità sentitissima, anche di campanile. Dal 1963 all’84 Cosenza e Catanzaro non si incontrano in partite ufficiali. In questi 20 anni il Catanzaro conosce gioie e soddisfazioni con la conquista della Serie A ed il Cosenza è costretto a remare controcorrente, perennemente assalito da problemi societari. I rapporti tra le tifoserie sono incredibilmente fraterni e distesi, senza l’assillo del confronto diretto i cosentini trovano persino la maniera per partecipare attivamente ai successi dei cugini, ricambiati con ugual calore. I giallorossi però retrocedono per due volte di fila e così, nel 1984, si trovano a giocare in Serie C col Cosenza. Il 18 novembre 1984 i tifosi cosentini si accorgono presto di essere rimasti vittime di un clamoroso “trappolone”. L’imponente carovana rossoblù (pullman e auto private portano a Catanzaro 5 mila supporters) viene fatta oggetto di vili sassaiole e basse provocazioni. Si accendono incidenti e scontri, sedati a fatica dalle forze dell’ordine. All’ingresso in campo delle squadre la situazione precipita quando la curva giallorossa espone lo striscione “Ma lo sanno le vostre mamme che siete qui?”, che manda letteralmente in bestia i cosentini. Col Cosenza che prende tre gol molti decidono di lasciarsi andare, lasciando lo stadio, a gesti di vandalismo e teppismo. Gli scontri si protraggono per ore, con un bilancio di feriti e danneggiamenti disastroso. La gara di ritorno sarà pesantemente condizionata dal ricordo di quell’infausta giornata e nasceranno nuovi tafferugli. Da allora sono spesso casini quando s’incontrano le due squadre, ad esempio nella stagione 88/89 fuori lo stadio scontri, arresti, bruciati cassonetti, riportata la calma dalle forze dell’ordine. Ai primi giorni del 2021 Alessandro, ultrà storico del Catanzaro, conosciuto come il “Nazareno”,  colpito da un’ischemia cerebrale e si trova ricoverato presso l’ospedale di Catanzaro. I cosentini, al di là di ogni rivalità, sono vicini ad Alessandro in questo momento difficile, rivolgendogli un sincero augurio che possa vincere la partita più importante. –Reggina: antica, forte, sentita rivalità. Agli inizi degli anni 80 le due squadre militano in C1, coi reggini che si presentano in gran numero al “San Vito”, con sistemazione insolita in Curva Sud. A quei tempi di tifosi cosentini al vecchio “Comunale” neanche l’ombra. Una cosa che viene tuttora rinfacciata ai rossoblù. In Cosenza-Reggina 88/89 partita caratterizzata da violenti sconti pre e dopo gara. Nell’89/90 rivalità all’apice: a rendere ancor più elettrico il clima al “San Vito” la presenza degli “Ultras Catanzaro”, gemellati da poco coi reggini, che espongono lo striscione “Non Siete altro che conigli”. Serie B 96/97: i reggini mostrano la frase “Tifi all’inglese ma non sai né leggere né scrivere…torna tra le pecore fai ridere!”. Cosenza-Reggina 2001/02: i reggini presenti in massa, facendo letteralmente infuriare i cosentini con l’esposizione dello striscione “Nuclei Sconvolti”, che sarebbe stato regalato dai gemellati di Salerno. Circa due anni fa alcuni tifosi cosentini lasciarono striscioni di offese al “Granillo” di Reggio Calabria nella notte: “Passegiamo e pisciamo sulla vostra città, bastardo reggino…passi di qua?” e “Reggio merda”-Salernitana: rivalità molto forte soprattutto dopo lo spareggio di Pescara col Cosenza che vinse e la Salernitana che andò in C1, quasi ogni incontro è stato caratterizzato da scontri, ma nonostante l’odio c’è però un certo rispetto perché ammettono che i salernitani hanno una grande tifoseria. Grande gesto dei salernitani in Salernitana-Cosenza del 5 maggio 2019, con l’esposizione dello striscione “Tra depistaggi e falsità da trent’anni in attesa di verità, giustizia per Denis Bergamini”. Bello anche lo striscione cosentino “Piero Romeo e Siberiano, vecchi rivali, veri valori, grandi Ultrà”, esposto in Tribuna B. –Catania: 5 Daspo di 8 anni emessi a catanesi responsabili degli episodi dell’11 febbraio 2018 dopo l’incontro Catania-Cosenza. I catanesi hanno inseguito ed accostato un furgone con a bordo tifosi del Cosenza lungo la A18 direzione Messina, cercando di bloccarne la marcia, colpendolo con oggetti di vario tipo. I 5 avrebbero pianificato l’assalto. Scontri anche ai traghetti di Villa San Giovanni il 3 novembre 2018, dove le due tifoserie si incontrano casualmente, coi cosentini diretti a Palermo e i catanesi a Potenza; Daspo a seguito dei fatti. Nel 2018 gli “Anni 80” furono invitati dai catanesi della Curva Nord per un’iniziativa di raccolta fondi a favore di Antonino Speziale, la cui nota vicenda giudiziaria è nota a tutti. Oltre la rivalità, infatti le iniziative su tale argomento sono sempre state poste come del tutto apolitiche, senza mai citare alcun movimento o partito. –Lecce: forte, vecchia rivalità che parte più o meno dal campionato 91/92, quando il Lecce impedì ai rossoblù di approdare in Serie A per la prima volta nella loro storia. Seguirono partite caratterizzate da gravi scontri tra le due tifoserie, culminati con feriti anche gravi da ambedue le parti, ad esempio il 18 ottobre ’92, a Cosenza, vi fu una sassaiola, e il 14 marzo 1993, a Lecce, le due tifoserie passano dagli insulti alle mani.  Finchè un boato assordante risuona nello stadio intero: una bomba carta lanciata da cosentini esplode in Tribuna Est tra le mani di un giovane 21enne leccese, che perderà tre dita e l’uso dell’arto destro.Ma abbastanza a sorpresa gli ultras di Cosenza anni fa hanno voluto mettere una pietra sul passato, ribadendo la rivalità, ma volendo mettere fine all’odio. –Nocerina: dal gemellaggio alla rivalità il passo è breve. Tristi fatti nel marzo 2011 quando le due tifoserie interrompono definitivamente. Il gemellaggio. Già nella penultima occasione della Nocerina al “San Vito” i tifosi rossoblù non apprezzarono un Tricolore portato dagli ospiti. Poi in una gara al “San Francesco” i cosentini trovarono ad attenderli lo striscione “Rossonera è la nostra passione, il Tricolore la nostra nazione”. Nel 2011 successe che si colpevolizza i nocerini di essere amici dei catanzaresi, rivali storici dei silani. Poi si passa dai pesanti sfottò a chi ha sottoscritto la Tessera all’offensivo, per i cosentini, “Voi siete catanzaresi”., Dalle parole ai fatti il passo è decisamente breve, nasce una sassaiola dove a farne le spese è un tifoso rossonero. La stupidità dilaga all’esterno quando un pulmino di semplici tifosi nocerini e non di ultras viene accerchiato da facinorosi e lo assaltano, per fortuna senza conseguenze fisiche per gli occupanti dello stesso. –Pescara: vecchia rivalità. Il primo incrocio è datato 5 giugno 1994, ultima giornata di B, col Pescara obbligato a vincere al “San Vito”, riescono nell’impresa salvandosi tramite classifica avulsa davanti a 2mila pescaresi. A fine partita ci furono duri scontri tra le tifoserie che costarono due striscioni ai sostenitori calabresi, uno distrutto sul posto, l’latro finito come “trofeo” ai messinesi. Eppure negli anni precedenti i rapporti erano stati cordiali, soprattutto grazie a Padre Fedele e la sua “politica”.Allo spareggio-salvezza per la B nel 1991 a Pescara contro la Salernitana, i tifosi rossoblù furono sistemati in Curva Nord e molti pescaresi simpatizzarono per loro contro i rivali granata. Il secondo incrocio avvenne il 14 dicembre 1996, Cosenza-Pescara. Quel pomeriggio i circa 50 pescaresi, in forte contestazione col presidente Scibilia, sistemarono i propri stendardi in balaustra, poi furono relegati dalle forze dell’ordine nella parte alta della gradinata, occasione ghiotta per gli ultras calabresi, che con l’aiuto degli inservienti dello stadio, raggiunsero il settore di gradinata tramite una porticina d’accesso. Riuscirono facilmente quindi a strappare dalla recinzione lo stendardo “Cherokee Pescara”, per poi fuggire a gambe levate, evitando lo scontro fisico e l’arrembante rincorsa dei pescaresi. Un affronto che non poteva passare impunito e che spinse i pescaresi, a distanza di soli 7 giorni, ad attuare una rappresaglia a Venezia, dove lagunari e cosentini rinnovarono il gemellaggio. Un ultrà pescarese, mimetizzato tra gli ospiti con una sciarpa rossoblù, invase il campo durante l’intervallo riprendendosi il maltolto, che era stato esposto dai cosentini davanti agli amici veneziani. Paradossalmente però il nostro “eroe” venne denunciato per furto. Solo dopo una lunga indagine emerse la verità, nonostante i tifosi silani avessero sostenuto che quel pezzo di stoffa con la sigla “CK”, abbreviazione di “Cherokee”, appartenesse al fantomatico gruppo “Cosenza Kapovolta”. Per anni sono seguiti gesti provocatorie, con lo stendardo che non sarebbe stato mai più restituito nonostante l’ordinanza del Tribunale. –Ascoli: a fine gara Ascoli-Cosenza del 26 agosto 2018, attimi di tensione sulla circonvallazione Nord. I cosentini sono gemellati con quelli dell’Ancona, acerrimi rivali degli ascolani, e durante la partita le due tifoserie non si erano risparmiate. Alcuni pullman calabresi e anconetani hanno cercato lo scontro con le forze dell’ordine, accendendo torce e fumogeni che avrebbero provocato un incendio. –Paganese: nel marzo 2015 si sono verificati scontri tra tifosi nel prepartita. Alcuni ultras della Paganese avrebbero teso un agguato a un pulmino di tifosi ospiti (in tutto erano 3) non scortato dalla polizia, nei confronti del quale ci sarebbe stato un fitto lancio di oggetti, costringendo i cosentini a fuggire. Il bilancio sarebbe di due feriti occupanti il pulmino assaltato, sfondato sul lunotto e sui vetri posteriori. –Cavese: il 5 settembre 2010 scontri e incidenti a Cava dei Tirreni per Cavese-Cosenza. Alcuni screzi c’erano stati l’anno prima perché i cavesi non avevano proprio gradito l’invasione di alcuni cosentini in cerca di magliette, ma nulla lasciava presagire ciò che è successo, tant’è che i cosentini si presentano senza Tessera del tifoso, con gli ultras cavaioli, almeno a parole, schierati sulla stessa posizione. I rossoblù arrivano in treno in una 50ina e dopo poco entrano in contatto con un gruppo molto più numeroso di ultras cavesi, evidentemente già in agguato. L’intervento della polizia, tutt’altro che tempestivo, disperde i cavesi, dei quali 3 vengono arrestati. Il gruppo di cosentini non riesce neanche a vedere la partita e dopo qualche coro fuori lo stadio viene “rispedito” a Cosenza. Un altro gruppo di ultras cosentini arriva però anche in macchina, acquistano il biglietto ed entrano allo stadio in modo anonimo nel settore Tribuna dei tifosi cavesi e dopo una 15ina di minuti, a sorpresa, iniziano a sventolare le bandiere, alzare cori ed esporre striscioni. Iniziano piccoli tafferugli in Tribuna coperta, poi la situazione torna con molta fatica alla normalità, ma alla fine del primo tempo gli ultras sono invitati a cambiare settore e a quel punto decidono di rimanere fuori e di non continuare a vedere la partita, coerenti al “no alla Tessera”. –Avellino: il 29 agosto 2015, poco prima di Avellino-Cosenza ci sarebbe stato uno scontro tra i pochi calabresi arrivati ad Avellino e i tifosi locali. Un tifoso del Cosenza si sarebbe fatto medicare in ospedale. –Cagliari: nell’aprile 2001 il gruppetto degli “Sconvolts Cagliari” è arrivato allo stadio quando la partita era iniziata da una 30ina di minuti, con la squadra sarda già in vantaggio, ed hanno festeggiato con fumogeni blu. I tifosi silani non hanno gradito e ne è nato un fitto lancio d’oggetti. Prima dell’intervento della polizia i cagliaritani son stati annaffiati con un idrante e costretti a battere la ritirata in curva, scelta non felice perché anche in curva è comparsa una pompa che non ha lasciato scampo agli ultrà. Le forze dell’ordine son intervenute quando i tifosi erano ormai bagnati fradici e si sono limitate a ritirare gli striscioni rossoblù e ad accompagnare gli ospiti fuori lo stadio. –Messina: si passa dal gemellaggio alla rivalità, vedi ultimi Messina-Cosenza e Cosenza-Messina, Serie B 2001/02 e 2002/03 e una delle ultime gare a Cosenza. Rimangono alcune amicizie personali. –Verona: tipica rivalità nord-sud. Nel gennaio 2010 un tifoso veronese residente a Firenze venne aggredito da solo in treno, dove era montato per andare a Verona a vedere la partita, da diversi ultras del Cosenza, derubato di giubbotto e macchina fotografica. –Siena: nell’agosto 2008 per un’amichevole Siena-Cosenza nella tranquilla Norcia, sede del ritiro senese, violenti scontri tra le due fazioni, che fanno addirittura annullare la partita. I cosentini, entrati allo stadio, sono venuti a contatto coi senesi, infatti dagli slogan ad una fitta sassaiola il passo è stato breve. Un ferito grave alla testa e fratture del setto nasale, più altri feriti, tutti senesi, il bilancio. Si parla di aggressione in piena regola dei calabresi. Le forze dell’ordine, presenti in forma ridotta, son state cercate di essere aiutate dalle due Società. –Siracusa: città ostile ai calabresi. Anni fa lanci di lamperogeni per un agguato dei siciliani. –Vibonese: si parla di uno striscione cosentino sottratto diversi anni fa a Vibo Valentia e poi restituito dalla polizia. I cosentini parlano che non sono riusciti i vibonesi a sottrarre lo striscione e hanno commesso l’errore di accoltellare alla gamba il ragazzo che lo teneva e che dopo questa infamata a Cosenza nel settore ospiti i vibonesi sono riusciti a rimanerci 10 minuti, costretti a scappare con le camionette della polizia. –Ebolitana: guerriglia e scontri tra ultras si sarebbero verificati nel luglio 2007 a Eboli. –Brescia: forte antico odio, visto anche il gemellaggio dei cosentini con gli atalantini, acerrimi rivali bresciani. –Rende: rivalità sportiva e di campanile.

Curiosità: -In una nota del 9 aprile 2021 sulla pagina ufficiale di Facebook degli “Anni Ottanta”, con il Cosenza sempre più giù, sull’orlo del baratro, si afferma che ormai tutta la tifoseria ha capito che il responsabile numero uno di questo scempio è il presidente Guarascio, che col suo operato sta umiliando una provincia intera, collezionando figure ridicole una dopo l’altra agli occhi dell’intera Italia calcistica. Rivolgendosi a mister e squadra puntualizzano che la Serie B è un patrimonio che va difeso con le unghie e coi denti fino all’ultimo secondo, e soprattutto la maglia rossoblù va sudata e onorata fino alla fine. Chi è con la testa altrove e non crede più nella salvezza è giusto si faccia da parte. Esposto al campo d’allenamento del Cosenza lo striscione “Chi non lotta…tolga la maglia”. I “Cosenza Vecchia 1989” avevano esposto in precedenza nel centro storico lo striscione “In prestito calciatori…di proprietà hai solo i palloni”. In occasione di Cosenza-Spezia, 14^ giornata Serie B 19/20, esposto lo striscione “Guara$cio”, oltre a “Pompieri orgoglio e vanto” e “Giustizia per Denis”, in contestazione aperta col presidente e con una Società a loro modo di vedere inesistente. Ai primi di luglio 2020 esposti in città tanti cartelli “Guarascio vattene!”. -La “Terra di Piero”, associazione dedicata alla memoria di Piero Romeo, figura storica del tifo cosentino, che si occupa di solidarietà ai più deboli, ai disadattati, ai disgregati, il 13 marzo 2021 ha compiuto dieci anni. Gli “Anni Ottanta” e la “Terra di Piero” hanno deciso di sostenere con convinzione ed entusiasmo l’iniziativa portata avanti dal “Nucleo Storico Salerno”, e supportata dall’intera tifoseria salernitana, dell’asilo “Salerno”, adiacente l’orfanotrofio di Tosamaganga, distretto di Iringa, in Tanzania. Proprio l’orfanotrofio è stato oggetto di varie iniziative da parte della “Terra di Piero”, ultima delle quali un acquisto di riso e legumi che permette ai bambini ospiti della struttura di avere pasto garantito per settimane intere. Per sostenere l’asilo i calabresi hanno deciso quindi di acquistare i calendari appositamente realizzati dal “Nucleo Storico. Piero Romeo era una figura centrale del tifo cosentino per averne percorso, in prima persona, una lunga parte del suo cammino sin dai tempi di “Prima Linea ‘78”, il cui striscione è ricomparso con l’avvento degli “Anni 80” allo stadio. Piero era riconosciuto, apprezzato e rispettato da tutti non solo per la lunghissima militanza, ma anche per l’indiscutibile carisma che faceva di lui un leader nato, il “capo ultras” ad honorem di una curva che, in verità, ha sempre sfuggito le gerarchizzazioni. A Piero e ai “Nuclei Sconvolti” della prima ora si deve il primo raduno ultras in Italia nel 1985. Con Padre Fedele diede vita alla mensa dei poveri e l’impegno nel sociale divenne così totale che, assieme ad altri ragazzi di curva, si spinse pure in Repubblica Centrafricana per costruire pozzi d’acqua e poi altre opere in favore della popolazione locale, portate ancora avanti. Quando a 50 anni morì il 22 febbraio 2011, dopo una lunga malattia, il modo migliore per perpetuarne il ricordo fu appunto la creazione dell’associazione. Tra le sue frasi celebri: “Non basteranno né gesta né parole per dire del vento che ci soffia nel cuore…” e quella, riportata su un lungo striscione in Tribuna B con tanto di firma “Sono quelle cose che alla fine ti rimangono” (l’altro grande striscione sempre presente in Tribuna B è “Lottando col cuore si scrive la storia”). E’ oggi realtà anche il “Parco Piero Romeo”, dopo anni di lavoro e 150mila €.di investimenti, laddove prima vi era uno spazio semi-abbandonato, una realtà unica nel suo genere in tutto il Sud Italia, inaugurato il 21 luglio 2016. Un Parco giochi attrezzato con percorsi tattili per ipovedenti, altalene capaci di ospitare sedie a rotelle, scivoli, rampe e abbattimento totale di ogni barriera architettonica e di qualsiasi distanza fisica tra bambini, normodotati o diversamente abili che siano. Un gruppo d’attori non professionisti aveva ideato uno spettacolo teatrale in vernacolo, col quale raccogliere fondi per il Parco. Dal 17 marzo 2019 i ragazzi disabili possono usufruire di un servizio, in forma totalmente gratuita, con un mezzo idoneo che li lascia al Parco e li riporta. -Il 23 dicembre 2020 gli “Ultrà Cs 1978” hanno donato giocattoli, vestiti e beni di prima necessità alle famiglie più bisognose della città, ringraziando tutti coloro i quali hanno contribuito a regalare tanti sorrisi partecipando alla raccolta beni organizzata quartiere per quartiere e in provincia. Rivolto un pensiero a chi sta lottando nelle corsie degli ospedali contro la maledetta pandemia. -Dal 15 dicembre 2020 il catanese Antonino Speziale, accusato ingiustamente di essere stato l’omicida dell’ispettore Filippo Raciti il 2 febbraio 2007, negli assurdi tafferugli a margine di Catania-Palermo, è di nuovo in libertà e i cosentini gli hanno dedicato striscioni come “Il Ris ti scagiona, lo Stato ti imprigiona, in uno Stato incoerente 13 anni da innocente”. -A fine ottobre 2020 è scomparso purtroppo Emanuele, ragazzo molto conosciuto, a cui i gemellati hanno dedicato striscioni e pensieri. Facente parte degli “Irrequieti Torano”, era sempre presente in casa e in trasferta. -Cosenza Vecchia a colori è il loro modo di abbellire il quartiere dell’omonimo gruppo e rappresentare i loro valori di accoglienza, tolleranza, aggregazione sociale, oltre al diritto dell’abitare. I “Cosenza Vecchia” il 17 ottobre 2020 hanno festeggiato un anno dall’aver preso possesso di un locale abbandonato all’incuria, un altro elemento fondamentale che va ad inserirsi in un contesto di rinascita dal basso della città storica, facendone un centro nevralgico della vita del centro e della città tutta, aperti alla città e ai gruppi che credono nella solidarietà e nell’accoglienza. -Nell’ottobre 2020 il gruppo “Anni Ottanta”, dopo la parziale riapertura degli stadi a 1.000 persone, durata fino all’esplosione della seconda ondata di contagi del Covid, afferma che si assiste all’ingresso a caro prezzo di tifosi distanziati, con mascherine, seduti, che non possono urlare, tifare, abbracciarsi e festeggiare un gol, vivendo l’esatto opposto di quello che è il vero spirito del calcio. Tutti o nessuno gridano le tifoserie organizzate in tutta Italia. -Attraverso due occupazioni, con anche un tentativo di sgombero in una serata poliziesca il 15 settembre 2020, gli “Ultrà Cosenza” hanno riqualificato e ridato vita alla Casa degli Ultrà, restituendo alla città questo spazio con sforzi e sacrifici aggregando al suo interno tanti giovani. Quello che era un luogo dove si consumavano veri e propri drammi sociali è diventato un luogo pieno di vita. Vigileranno che sulla zona vengano effettivamente messi in atto i progetti proposti così come hanno fatto in passato dove si sono trovati a dover rioccupare l’edificio viste le inaccettabili condizioni di degrado in cui versava nuovamente. Con il Comune resta in piedi un tavolo interlocutorio, ottenuto dopo il mancato sgombero forzato, per trovare degli spazi alternativi. Per loro occupare quel posto era stato un gesto d’amore verso Cosenza, città segnata dall’emarginazione, dalla solitudine, da problematiche sociali. E con lo stesso amore che oggi si riprendono in custodia quello spazio, per sottrarlo nuovamente all’incuria e all’abbandono, oggi ritornano gli ultras! La Casa degli Ultrà è di nuovo aperta a tutti e tutte. -A metà luglio 2020 come da 11 anni a questa parte si sarebbe dovuto svolgere il Memorial nel ricordo di tutti gli Ultrà Cosenza scomparsi. A causa della pandemia hanno deciso di rinviare queste giornate di ricordo a tempi migliori. -Il 20 giugno 2020, al termine di Cosenza-Entella (2-1), il saluto dei giocatori a fine partita sotto i settori vuoti è stata la più bella vittoria per gli ultrà. -Intorno a metà giugno gli Ultras si sono espressi ritenendo inaccettabile che tanti ultras siano costretti ad andare a firmare nonostante le partite a porte chiuse ed hanno esposto lo striscione nei pressi dello stadio “La diffida per uno scontro e una firma senza incontro!”. -Gli stadi sono vuoti, addirittura assistiamo al pubblico e alle coreografie virtuali. Migliaia di morti e migliaia di persone in difficoltà economica causa Coronavirus: non c’è stato nessun rispetto da parte di F.i.g.c., Coni e Ministero dello Sport, principali responsabili della ripartenza dei campionati. Quello di oggi è un calcio con stadi vuoti, schiavo delle Pay-tv, un calcio virtuale che in futuro potrebbe vedere il distanziamento sociale applicato anche sui gradoni ed i prezzi dei biglietti aumentare, per ricoprire le perdite legate al Coronavirus. Quello che non saranno mai capaci di fare è distruggere la passione e l’aggregazione degli ultras. A tal proposito esposto per le vie della città lo striscione “Calcio: denaro e corruzione. Ultrà: passione e aggregazione”. -Il 12 giugno 2020, dimostrando affetto e gratitudine a tutti gli operatori sanitari che hanno fatto la differenza nella prima ondata di contagi per la pandemia, gli “Ultrà Cosenza” hanno esposto nella zona dell’ospedale dell’Annunziata lo striscione “Infermieri e operatori sanitari: da tutti osannati ma poi dimenticati. Grazie ragazzi”. -In un periodo come quello del Coronavirus gli ultras della Sud, non potendosi trovare sui gradoni degli stadi hanno dato appuntamento all’11 aprile 2020 sulle frequenze di Radio Ciroma, per un aggiornamento su come gli ultras, molto spesso dipinti come il male della società, stavano affrontando l’emergenza. Raccolti fondi per acquistare apparecchiature mediche da donare all’ospedale dell’Annunziata, e per supportare le associazioni di volontariato in prima linea contro il virus. -A seguito dell’uccisione negli Stati Uniti di un uomo di colore ad opera della polizia americana il 25 maggio 2020, esposto all’esterno dello stadio dagli “Ultrà Cosenza ‘78” lo striscione “Justice for George Floyd, A.c.a.b.”, questo il nome dell’uomo assassinato. -Raccolti al 24 aprile 2020 più di 3mila €. per fronteggiare il Covid. Donate 500 mascherine alla struttura Villa della Serenità. Tutti i corpi delle forze dell’ordine in quei giorni hanno mostrato un atteggiamento comprensivo e tollerante a favore degli Ultras e soprattutto di chi era in difficoltà. -Avviato un percorso di collaborazione con la Casa Circondariale per supportare e favorire nei limiti del possibile la donazione d’attrezzature e materiale sportivo. L’attività sportiva serve ad attenuare l’isolamento del carcere, evitando la marginalizzazione dei reclusi che comprometterebbe il loro futuro reinserimento che è la finalità sociale della pena. Donate casacche rosso-blu e palloni per supportare la rinascita delle attività sportive e di socialità all’interno del carcere, rinnovando la solidarietà a chi nel periodo di Coronavirus si trova rinchiuso in condizioni igienico-sanitarie difficili. Durante i primi mesi di pandemia donati a Padre Fedele e al Paradiso dei poveri generi alimentari di prima necessità. Gli “Ultras Francoforte” e l’ex giocatore cosentino Allan Baclet hanno donato soldi per emergenza Covid. -La coreografia del 21 febbraio 2020 nella gara interna col Frosinone è stata dedicata al ritorno dei diffidati dopo il Daspo di gruppo per più di un anno. A centrocurva lo striscione “Siamo l’armata rossoblù e mai nessun ci fermerà”. -I tifosi, piuttosto recentemente, hanno ripulito la piazzola dove si consumò l’omicidio di Denis Bergamini e il cippo a lui dedicato. Il 30 gennaio 2020 è morto il papà di Denis, che aveva lottato con tutte le sue forze 30 anni per avere verità e giustizia per la morte del figlio, senza riuscire ad avere quello che aveva chiesto. Fu tra i primi a rendersi conto che quel corpo senza vita del figlio 27enne non poteva essere stato trascinato per decine di metri da un camion la sera del 18 novembre 1989. Ci lascia una persona che sin da quel giorno ha urlato disperatamente, ma con grande dignità, che suo figlio era stato ucciso. Il 7 dicembre 2019 sono in tanti davanti al Tribunale a gridare “Verità per Denis” (omonimo striscione esposto in tante partite): una battaglia che dura da oltre 31 anni, nella quale gli ultras, di generazione in generazione, sono sempre stati in prima fila, al fianco di Donata Bergamini e della famiglia. Cosenza non si ferma finché la verità non emerge fino in fondo. -Nel novembre 2019 per i bambini del reparto di pediatria gli “Ultrà Cosenza ‘78” hanno iniziato una raccolta fondi attraverso la vendita di t-shirt a 10 €. l’una. Tutto il ricavato è stato investito per l’acquisto di aerosol e di altri strumenti di prima necessità nel reparto. -Il 24 settembre 2019 Matteo Salvini, segretario Lega Nord, è stato duramente contestato: centinaia di manifestanti in corteo in città contro la presenza del leader leghista, che ha progettato il Decreto Sicurezza Bis, legge vergogna che ha come obiettivo la violazione delle libertà e la criminalizzazione del tifo organizzato e di chi manifesti dissenso. -L’ultimo abuso di potere insensato in ordine cronologico perpetrato nei confronti della Curva Sud riguarda quello che è successo il 31 agosto 2019 per Cosenza-Salernitana. Per giorni decine di ragazzi e ragazze avevano lavorato alla realizzazione di una coreografia che doveva colorare la Sud, che avrebbe dovuto comprendere lo striscione “Siamo l’armata rossoblù”, sequestrato senza alcun motivo dalla Digos. Anche l’anno prima successe una cosa simile, sempre in occasione di Cosenza-Salernitana, quando venne sequestrato lo striscione di sfottò verso i campani “Te lo ricordi Marulla?” perché ritenuto offensivo. Lo striscione riferito al gol che segnò Gigi Marulla nello spareggio di Pescara contro la Salernitana nel giugno 1991 che mandò i granata in Serie C1. Suona strano un accanimento del genere quando a Cosenza hanno uno stadio che fa acqua da tutte le parti, un manto erboso disastrato nonostante interventi negli ultimi anni, i bagni in condizioni pessime e inaccessibili per i disabili, i bar con servizi inefficienti, i prezzi dei biglietti non assolutamente adeguati a ciò che i settori offrono. Suona strano che i Gos pensino a sequestrare un’innocua coreografia e non guardino ai veri problemi che i cosentini vivono sui gradoni dello stadio. Il 19 maggio 2018 si sono ritrovati all’Ultimo Lotto presso la “Quercia delle Brigate”, per sensibilizzare con vari sit-in in città l’opinione pubblica sul grave problema delle diffide che hanno falcidiato la Curva Sud e ribadire l’importanza di una curva unita. Il 17 febbraio 2019, per Cosenza-Cremonese i gradoni della curva sono rimasti deserti per protesta. -L’unica vera bandiera a Cosenza è stata Gigi Marulla, come si può dedurre dall’intitolazione dello stadio, dai murales che lo ritraggono in giro per la città o dal bandierone col suo volto. Il suo ricordo è impresso a fuoco nella memoria del tifoso rossoblù. Con lui, scomparso per un malore il 19 luglio 2015 mentre si trovava in vacanza a Cetraro, son stati vissuti i momenti migliori. La sua frase “Per me non era una partita di calcio…quando scendevo in campo con la maglia del Cosenza era una missione, difendere la città e difendere i colori” è stata riportata su due striscioni nella coreografia, a plastiche rosse e blu e un telone con l’effige di Marulla a tinte rossoblù, con la Salernitana il 27 dicembre 2018. Altre bandiere sono state Denis Bergamini; Massimiliano Catena, a cui è dedicata la Curva Nord, morto a 23 anni il 1° ottobre 1992 finendo contro un guard-rail; Carmelo Imbriani, giocatore di Cosenza e Benevento, che commosse l’Italia calcistica in una conferenza stampa in cui annunciava di volersi ritirare perché malato di cancro, quando allenava il Benevento, scomparso il 15 febbraio 2013. -In vista di Monopoli-Cosenza di Coppa Italia del 10 agosto 2019, imprevista trasferta perché da calendario si sarebbe dovuto giocare a Cosenza, ma la Società ha chiesto l’inversione di campo a causa delle condizioni pessime del terreno di gioco, ci si era preparati a prenotare mezzi e ad acquistare i tagliandi, ma, colpo di scena, dopo aver venduto i tagliandi per un’intera giornata del settore ospiti, il pervicace Prefetto di Bari decide di bloccarne la distribuzione, annullando i tagliandi emessi in precedenza se non accompagnati dalla Tessera del tifoso e minacciando pubblicamente di diffida chiunque si presentasse al “Veneziani” di Monopoli col biglietto già emesso ma senza Tessera. Ci si chiede come il Cosenza Calcio non abbia scritto una riga contro tale decisione, ma si sia limitato a pubblicare la velina della questura. -Coincidenza beffarda: il 13 luglio 2019 mentre si celebravano gli ultrà cosentini scomparsi, è deceduto un altro ragazzo che ha lasciato un ricordo indelebile e che non verrà mai dimenticato, Daniele Caristia detto “Lillo”, benvoluto da tutti, al quale venne in mente la frase, riportata poi su uno striscione “Siamo arrivati tardi o forse troppo presto comunque il vostro tempo non assomiglia al vostro”. Dopo la funzione dei funerali in chiesa, sui gradini della Tribuna B dello stadio, il padre e tutti gli amici hanno portato a spalla il feretro arrivando fino al suo abituale posto: commozione e qualche fumogeno acceso in suo onore. Oltre 100 gemellati di Genoa, Ancona, Casarano, Casertana, Venezia, Pordenone, Lanciano e Spal avevano da poco preso parte al 10° Memorial “Ettore Covello”, detto Ettaruzzo, indelebile e vivo il suo ricordo, tra le figure più rappresentative e note del movimento ultras cosentino Ettore è scomparso nel 2009 a soli 27 anni. Combattivo e ribelle ha dedicato gran parte del suo percorso di vita al fenomeno ultras, presentando perfino una tesi di laurea in “Analisi sociologica del fenomeno degli ultras”. Un altro ultrà mito è stato “Enrico il Biondo”, un vero e proprio personaggio, ribelle e buono, scomparso il 23 maggio 2015. -L’1 settembre 2018 è il giorno dell’infamia, della vergogna a carattere nazionale sulla pelle di tifosi e squadra: la mancata disputa di Cosenza-Verona per le condizioni disastrose del campo, ridotto più che altro a campo di patate e la beffa dello 0-3 a tavolino. Lasciati i tifosi per ore in oltre 10mila, ammassati come bestie fuori dai cancelli. -Il 14 agosto 2018 è crollato il Ponte Morandi a Genova, causando 43 vittime. Per l’occasione esposto in una via cittadina lo striscione “Il fango ti soffoca, i ponti crollano ma tu, Genova, rialzati”. -Dopo la promozione in B è apparso subito chiaro che la Tribuna A non potesse essere considerata dalla Società un settore ancora popolare, quindi, a seguito di una partecipata riunione si è deciso di spostare il tifo organizzato alla Tribuna B, unico altro settore che unisce la giusta dimensione a prezzi popolari. -Il 30 maggio 2018, per i quarti di finale, ritorno Playoff per la B Cosenza-Sambenedettese organizzata una splendida scenografia in Tribuna A con uno splendido bandierone coprisettore e la scritta a grandi lettere “SemBra impossiBile”. Il pullman della Samb nella notte danneggiato da vandali, con gli ultras che prendono le distanze dal triste accaduto. -Nel novembre 2017 gli Ultras interrompono l’allenamento consegnando pantofole ai giocatori. Il motivo è riassunto nello striscione “Col vostro gioco da latrina vi meritate sa tappina”. I tifosi hanno cercato coi ragazzi di mister Braglia un confronto motivazionale in vista del delicato incontro con il Rende, derby sentito. Una maniera ironica per incitare la squadra invitandola a un maggiore attaccamento alla maglia, visti gli ultimi risultati. Dopo Cosenza-Rende 0-3 del 22 aprile 2018 c’è stata invece una dura contestazione, con la squadra accusata di superficialità e menefreghismo. -Nel settembre 2017 presentato a Roma il progetto di un nuovo stadio a Cosenza, tra le domande e gli scetticismi degli ultras, che dichiarano che tanti progetti in pompa magna altro non sono che fumo negli occhi. -Nel 2017 a Matera scontri nel settore ospiti durante Matera-Cosenza tra gli ultrà della Curva Sud e gli “Anni Ottanta”, che occupano da qualche anno la Tribuna A. Non è mai corso buon sangue tra i gruppi in questione, non a caso la scissione della tifoseria organizzata è ormai un’amara realtà. Alla base della disputa l’idea diametralmente opposta sulla Tessera del tifoso. Gli “Anni 80”, ideologicamente contrari a questa misura, hanno avuto il via libera per le trasferte, ma, una volta trovatisi nuovamente braccio a braccio, dopo tanto tempo, le ruggini tra le due parti sono venute subito a galla ed è bastata una scintilla per scatenare la zuffa. Chi c’era e ha assistito alla scena s’è detto molto scosso per le scene di violenza che si sono verificate. Terminato il “duello”, veramente duro, il risultato è stato che gli spalti del settore ospiti si sono svuotati per metà. Denunciati 5 ultras della Curva Sud. -“Un altro calcio e possibile” è lo slogan adottato dalla Brutium Cosenza, nata nel 2011 quando un gruppo di tifosi del Cosenza, a seguito della decisione del governo di introdurre la Tessera del tifoso, decide di fondare una nuova società partendo dal basso, con l’obiettivo di ripopolare gli stadi semiabbandonati dei paesini, quelle tribune fatiscenti. Il gruppo “Curva Nord Cosenza Ultras” non ha mandato giù la decisione di trovare obbligatoriamente un capro espiatorio alle varie problematiche che ruotano intorno al calcio. Nel corso degli anni la Brutium si è tolta diverse soddisfazioni: partiti dalla 3^ Categoria, adesso sono in 1^ Categoria, dopo esser stati in Promozione, che era l’obiettivo dell’anno prima dello stop per Coronavirus. Esposto per il decennale della squadra per le vie cittadine lo striscione “22/04/11 – 22/04/21: Brutium Cosenza 10 anni di aggregazione e appartenenza”. -All’interno della Tribuna A vi è anche una certa presenza di tifosi in carrozzina, riconoscibili dallo striscione “Lupi a rotelle”, ai quali era stata negata la possibilità di assistere alle partite in curva. Così gli “Anni Ottanta” decisero di spostarsi loro in Tribuna A con i tifosi disabili: davvero un bel gesto. In un’occasione tutta la Curva Sud in blocco si spostò in Tribuna, ma gli “Anni Ottanta” decisero di restarci ad oltranza, anche per una diversità di vedute per le quali necessitavano di uno spazio loro, autonomo rispetto agli altri gruppi. -Per un certo periodo ha fatto la sua ricomparsa tempo fa in Tribuna lo striscione dei “Nuclei Sconvolti”, ma è stata una parentesi. -Molto interessante la fanzine degli “Anni Ottanta” intitolata “Voce ribelle”, che nell’estate 2020 è uscita eccezionalmente interamente a colori e ricca di interessanti articoli, con l’intervento di tante tifoserie anche rivali. -In un vecchio Triestina-Cosenza, treno speciale, 500 cosentini al seguito per quella che era l’ultima partita in cui il Cosenza si giocava l’ultima permanenza in Serie B. I calabresi volevano ricordare Stefano Furlan, ucciso dalla polizia durante le cariche di un fine Triestina-Udinese di Coppa Italia nel 1984, con lo striscione “Stefano Furlan un ultrà che attende giustizia”, ma la polizia al controllo lo sequestra, inizia una discussione ma loro niente, in pratica lo sequestrano. I silani entrano e iniziano i soliti cori Nord-Sud “Terroni”. A un certo punto un rossoblù scavalca, arriva dov’è la polizia, che aveva lasciato lì in un angolo lo striscione, riesce a tornare in curva con esso e lo aprono. L’altra curva, che nel frattempo li stava insultando, ammutolisce di colpo e parte un “Cosenza, Cosenza”. La polizia assiste muta, così per tutta la gara, poi alla fine i triestini vanno a ringraziare i cosentini, a regalarci sciarpe e tutto il resto.                 

Politica: nettamente di sinistra.

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6 Commenti

  1. Perché non c’è più la storia dello striscione preso ad Empoli?
    Siamo arrivati al punto della censura da politically correct anche qui?

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