A cura di Claudio “Freccia”

Gruppi/compagnie esistenti in Curva Nord: Ultras 1898 (gruppo principale), Ultras 1999,  A Modo Nostro Ascoli, Guerrieri Piceni, Settembre Bianconero 1974, Avanguardia Bianconera, Shanghai Zone, 0736, Monte Urano 1999, Cecco Vive, Blackline Ascoli Piceno, Zona Marino, Piceni, Porto San Giorgio Bianconera, Sarnano Bianconera, 1312 Ascoli Piceno, Porta Cartara.

Gruppi/compagnie esistenti in Tribuna “Mazzone”: Strà Kaos, Veterani ’74, Piazza Diaz, Avamposto Est Cupra Marittima, 1994 Ascoli Piceno Boys, Regio V Picenum, Il Callare, Seguaci del Picchio, Noi di Ascoli-Brigata ’99, Brigata Piazzarola, LAPedonia, Ascolizzati S.Egidio, Gioventù Picena, Ragazzi di Stadio…di padre in figlio!, Ripaberarda Bianconera, Montegranaro Bianconera, Old Clan.

Politica: marcatamente destroidi                                                                 

Storia del tifo ascolano: La tifoseria ascolana vanta una lunga tradizione. Il primo gruppo ascolano nasce addirittura nel 1970 col nome di “Falange Bianconera”, attorniata da tanti altri gruppi minori con la disorganizzazione che regna sovrana. E’ però nel 1974, con l’Ascoli che disputa per la prima volta il campionato di Serie A, che si ha una svolta vera e propria con il “Settembre Bianconero”, che nasce con l’intento riunire tutti i gruppi preesistenti. Si voleva creare un gruppo dal nome originale, che non riportasse le solite diciture dell’epoca (Ultras, Boys, Brigate, Fossa,…), e dare un impronta alla tradizione politica della città, spiccatamente di destra, per cui viene scelto il nome di un gruppo terroristico palestinese, che sotto la sigla “Settembre Nero” in quegli anni occupa spesso le pagine di cronaca nera sui giornali. Il compianto presidente Costantino Rozzi in circa 100 giorni realizza uno stadio da circa 40mila posti. Sono anni di grande entusiasmo e fervore, di tifo incontenibile, colorato e, soprattutto, calorosissimo. L’Ascoli viene seguito in massa ovunque: 3/4mila a Napoli, Torino, Milano, Genova e in città minori. Il “Settembre” è presente pressoché ovunque, anche se lo striscione del gruppo non viene sempre portato al seguito, questo perché la curva era stata proiettata nel giro di due anni (dal ’72 al ’74) dai campetti polverosi della C agli illustri palcoscenici della A, per cui peccava ancora di esperienza e mentalità ultras rispetto a piazze in cui il movimento era già partito, e si preferiva quindi cautelarsi. I primi anni sono contraddistinti, soprattutto ad Ascoli, da innumerevoli e gravi scontri con varie tifoserie, ad esempio con fiorentini, torinisti, romanisti, laziali, ternani. Verso la fine degli anni ’70 si formano i “Commandos”, che nel 1983 ampliarono la denominazione in “Commandos Army”. I tifosi più caldi si concentravano nella Nord, solo dopo i furibondi scontri coi fiorentini la loro casa diventa la Sud. Pian piano la curva si fa rispettare anche in trasferta, l’organizzazione va migliorando e fanno la loro comparsa i primi bandieroni copricurva, tipici di quegli anni. Nel 1978 arriva anche il nuovo striscione, tutto nero, lungo 30 metri, il teschio al centro. Anche se, sul campo, l’Ascoli va alla grande, ottenendo piazzamenti importanti in A (anche un 5° posto con Uefa sfiorata), tra la fine degli anni ’70 e i primissimi anni ’80, anche il “Settembre” attraversa un periodo di crisi: dissidi interni, pesanti accuse tra alcuni componenti, vecchi e nuovi, del direttivo, spaccano il gruppo. Lo striscione, infatti, in quel periodo, non veniva appeso, né il casa né in trasferta, e il tracollo, a causa delle liti, sembrava ormai imminente. Il tifo, per la verità, visto che in curva non esiste solo il “S.B.N.”, non ne risente molto, ma, quello che stava accadendo, minacciava di far scomparire il gruppo. La situazione perdura con alterne vicende per circa un paio d’anni, finché un gruppo “molto deciso” di ragazzi poco più che ventenni non affronta la situazione drasticamente, in maniera forzata, risolvendo alla radice il problema e rifondando un nuovo direttivo. Negli anni 80 le risse, al “Del Duca”, sono all’ordine del giorno e molte sono le tifoserie costrette a farne le spese, come bolognesi e genoani. Nasce anche, nella prima metà degli anni 80, una sorta d’amicizia con le “Brigate Gialloblù Verona”, simpatia dettata da motivi politici che tuttavia dura poco. Sempre nei primi anni ’80 si forma il “Club Rambo”, che affianca il “Settembre Bianconero”, il cui striscione viene rifatto, utilizzando il carattere runico che rimane in “uso” del gruppo fino a fine anni 90. Nell’83 si formano i “Black Warriors”, gruppo proveniente dal comune limitrofo di Castel di Lama, il “Monticelli Bianconero”, dal nome del suo quartiere, e la “Gioventù Bianconera”, nata da una scissione del “Club Rambo”. Nell’85 è la volta degli “Strà Kaos Ascoli”, gruppo coreografico e originale del quartiere “Campo Parignano”, e nel 1987 degli “Swing Out Group”. Nel 1985 l’Ascoli di Rozzi, dopo anni molto belli, retrocede in B, dove peraltro rimane un solo anno, giusto il tempo di riassaporare il derby con la Sambenedettese, considerato un po’ da ambo le parti “il vero derby”, che vede grossi incidenti sia al “Del Duca” che al “Riviera della Palme”, dove comunque, dicono le cronache dell’epoca, la presenza ascolana è alquanto risicata. Derby che vede anche una coda tragica: Giuseppe Tommasetti, tifoso della Samb, muore accoltellato da un ultras ascolano all’uscita d’una discoteca di Centobuchi nel gennaio 1986. L’anno successivo un tifoso viola viene accoltellato sotto la Nord e si salva solo dopo diversi giorni di coma. L’episodio più grave si ha però il 9 ottobre 1988, quando il “Del Duca” è teatro di un evento luttuoso, infatti nel dopogara di Ascoli-Inter il pullman di un gruppo di Skins interisti viene fatto transitare sotto la curva ascolana, facendo scaturire una rissa in cui un ultrà ascolano, Nazzareno Filippini, viene violentemente percosso, pare anche con sassi, finisce in coma col cranio sfondato e, dopo otto giorni di agonia, muore. Un tragico fatto che segna indelebilmente la tifoseria bianconera, di cui “Reno” era uno dei capi storici, tra i fondatori del “S.B.N.”. Sulla vicenda non viene fatta molta chiarezza: 5 ultras interisti vengono arrestati, tutti personaggi noti nell’ambiente della Nord, ma dopo pochi mesi vengono rilasciati per mancanza di indizi. La morte di “Reno” desta scalpore nell’opinione pubblica e in tutto l’ambiente calcistico, coinvolgendo anche le sfere più alte della Lega Calcio, che emana, in accordo con le forze dell’ordine, una serie di accorgimenti per limitare al massimo il rischio di scontri tra le tifoserie, con più controlli all’ingresso degli stadi, non più settori misti, ma settori separati, trasformati in vere e proprie “gabbie”. Lo stesso “S.B.N.” si vedrà più volte vietare l’esposizione dello striscione: è un periodo nerissimo per il gruppo, che in quegli anni si muove raramente al seguito dei bianconeri in trasferta. Proprio in quell’Ascoli-Inter viene rubato lo striscione “Inter Club Cologno Monzese”, che viene ridipinto con colori rasta e diviene lo striscione ufficiale del “Gruppo Rasta”, unico gruppo tendente a sinistra nella storia della tifoseria ascolana, che dura qualche anno per poi essere fatto sciogliere in controtendenza col resto della curva. Altri scontri che coinvolgono la tifoseria ascolana sono quelli con pescaresi, anconetani, padovani, bolognesi e, più tardi, catanesi. Gli anni ’90 coincidono con il declino definitivo dell’Ascoli Calcio: nel ’90 la società finisce in Serie B. Ci rimane un anno prima di riconquistare la A all’ultimo minuto dell’ultima giornata dopo un lungo testa a testa col Padova: a Reggio Emilia circa 2mila ascolani festeggiano la promozione nella massima serie prima di un nuovo sprofondamento, stavolta definitivo. L’Ascoli saluta la Serie A, per ritrovarla, dopo tanto peregrinare in B e in C1, solo nel 2005. Nel 1992/93 l’Ascoli si ritrova nuovamente a lottare per la Serie A col Padova. All’ultima giornata, allo stadio “Appiani” di Padova si disputa lo scontro diretto. Vince il Padova ma in A ci vanno Lecce e Piacenza con i padovani che si scontreranno ripetutamente con le forze dell’ordine allo stadio, che caricheranno poi gli ascolani in stazione per rimandarli a forza sul treno, ma dovranno subire la reazione rabbiosa ascolana, che li costringerà a battere la ritirata. La morte dello storico amato Presidentissimo Costantino Rozzi, avvenuta il 18 dicembre 1994, suscita sconforto negli ambienti della tifoseria e un po’ in tutta la città. Ai funerali partecipano più di 20mila persone, che bloccano il centro cittadino. Una gravissima perdita per tutto il calcio italiano, ancora di più per l’Ascoli, che proprio quell’anno retrocede in C. Ciliegina sulla torta è il furto dello striscione del “Settembre Bianconero” subìto a Verona all’ultima giornata. In seguito la Curva Sud verrà intitolata a Costantino Rozzi. Nel 1994 nascono i “Boys” e, un anno dopo, la “Guardia di Ferro”, che si ispirava al movimento legionario rumeno degli anni 30. La tifoseria in C1 si ricompatta, sembra ritrovare gli stimoli dopo alcuni anni di grigiore e le presenze crescono. Seguiranno otto lunghi campionati di Serie C, dove l’Ascoli perderà per ben tre volte la promozione ai Playoff. La Sud comunque è sempre piena, le trasferte tornano ad essere seguite da centinaia di ultras, la partecipazione è ai massimi livelli. Nella prima stagione i bianconeri perdono clamorosamente la B nello spareggio di Foggia col Castel di Sangro ai rigori, davanti a circa 6000 tifosi piceni. Seguono anni bui e campionati anonimi, dove la squadra a stento raggiunge la salvezza: la tifoseria non ci sta, il popolo ascolano non si sente da C e le feroci contestazioni sono inevitabili. Contro la Battipagliese nel 96/97 la curva sfonda i cancelli e decide di farsi giustizia, due giocatori campani vengono feriti, l’Ascoli perderà 2-0 a tavolino e il “Del Duca” verrà squalificato 4 turni. Pian piano cominciano a venire al pettine molti nodi con vecchi (leccesi, ternani, cosentini) e nuovi (nocerini, giuliesi) nemici, anche se è il mondo ultras ad essere cambiato, visto che ora basta un passo falso che arriva bella fresca la diffida. I campionati 98/99 e 99/00 sono importanti soprattutto per il “Settembre”, con nuovi giovani che si avvicinano al direttivo portando nuove idee e un buon ricambio generazionale. Nel 1999 è la volta degli “Arditi”, gruppo del Nord della provincia (Comunanza) e del “Monte Urano”, che univa ultras dell’omonimo comune. Il 2000 è l’anno degli sfortunati Playoff persi a Perugia contro l’Ancona, ma gli ascolani al “Curi” sono quasi il doppio degli anconetani. Nel 2001 si perdono nuovamente i Playoff, contro il Messina. L’anno dopo il Picchio riesce finalmente a tornare in Serie B vincendo il campionato. La cadetteria “gonfia” ulteriormente la tifoseria, che sfoggia grandi numeri e trasferte di massa praticamente in tutti gli stadi. Gli anni 2000 sono anche quelli degli attriti “politici” coi livornesi. Dopo le prime scaramucce nella Supercoppa di C del 2002, l’anno successivo ben 1000 ascolani si presentano a Livorno, e non mancano le provocazioni: torce lanciate in gradinata, cori politici, bandiere di Che Guevara bruciate. I livornesi dal canto loro non stanno a guardare e fuori lo stadio si scontrano con la polizia nel tentativo di raggiungere il settore ospiti. Altre “frizioni” nascono coi catanesi, mentre di contro si sviluppa una bella amicizia coi triestini, che durerà però pochi anni; viene rinsaldata quella coi laziali che dura ormai da un po’ di tempo, dopo che negli anni 70 Ascoli si era rivelato un campo difficile per gli stessi laziali. Nel 2002 intanto era nato il gruppo “Squadraccia”, proveniente da Porto Sant’Elpidio. Gli ascolani confermano il proprio carattere duro degli esordi, ma i tempi sono cambiati, le diffide fioccano come se piovesse, con leggi sempre più restrittive. Cambiano anche le prospettive degli ultras, che “spostano” la loro attenzione sul marcio del sistema-calcio, spesso mettendo da parte le rivalità in nome di battaglie comuni. Nell’estate 2003 il calcio è sconvolto dal caso-Catania, in molti stadi le squadre per protesta non scendono in campo, ad Ascoli ci pensano direttamente i tifosi a dettare la linea assaltando semplicemente il pullman dei giocatori del Genoa: 15 feriti, con la polizia che spara lacrimogeni ad altezza d’uomo. In curva appare lo striscione “Tolleranza zero al calcio moderno” e si smette di fare i cori ai giocatori. Dopo due salvezze risicate, nel 2005 finalmente torna la Serie A, al termine di una stagione alquanto “strana”: il Genoa, primo classificato, viene condannato alla C1 per illecito, mentre le due finaliste dei Playoff, Torino (vincitore) e Perugia non si iscrivono al campionato per problemi economici. Oltre all’Empoli vengono quindi ripescati Ascoli e Treviso. Da diversi anni la tifoseria bianconera è in forte ascesa, la Serie A il coronamento di un sogno. Invece quando ormai tutto sembra andare bene, ecco che un gruppo di battaglieri ragazzi si stacca dal “Settembre Bianconero” per fondare gli “Ascoli Piceno Ultras”, che in casa esporrà a più riprese lo striscione “Ascoli Piceno”. Il gruppo si dimostra ben presto di spessore, sia a livello organizzativo che coreografico. E’ così che, dopo 32 anni, il “Settembre” abdica a favore del nuovo gruppo, spostandosi nella parte alta della curva. All’inizio del campionato di A 2005/06 la tifoseria ascolana è di nuovo alla ribalta per episodi di violenza. Al termine di Ascoli-Sampdoria del 16 ottobre ’05, un 16enne ascolano, approfittando della confusione, si introduce in Curva Sud con una pistola di segnalazione navale, esplodendo un razzo verso il settore ospiti, che colpisce una 57enne tifosa doriana di Fano. Il Giudice Sportivo sanziona poi la società per responsabilità oggettiva, infliggendo due turni di squalifica al campo con l’obbligo di giocare a porte chiuse, più una multa di 10mila €. Nei mesi successivi l’ondata repressiva condiziona le sorti della Sud. Il numero dei diffidati supera le 60 unità, in seguito agli scontri con le f.d.o. di Ascoli-Juventus e con gli interisti nella trasferta di Parma, un numero troppo elevato per una città dalle “risorse umane” modeste, visto che Ascoli conta oggigiorno circa 50mila abitanti. Nel marzo 2006 nasce, per iniziativa di giovani studenti e lavoratori emigrati nel capoluogo emiliano, il gruppo “Esiliati Bologna”. Sul finire del 2006 si sciolgono i “Black Warriors” e, nel 2007, gli “Arditi”, per coerenza, visto il mancato ricambio generazionale e le incomprensioni interne venutesi a creare negli ultimi tempi di vita. Col ritorno quasi immediato in Serie B la tifoseria si sgonfia. Negli anni successivi la curva viene capitanata dagli “Ascoli Piceno Ultras” affiancati dall’”Estremo Sostegno”, formazione giovanile nata nel 2006 e scioltasi nel 2010. L’inizio del campionato 2010/11 è contraddistinto da un’altra spaccatura in seno alla curva. Alcuni ragazzi degli “Ascoli Piceno Ultras” decidono di uscire dal gruppo per diversità di vedute e in unione con l’”Estremo Sostegno”, più alcuni “cani sciolti”, danno vita al progetto “Curva Sud Rozzi”, gruppo composto da giovanissime leve, che cercano di dare nuova carica alla tifoseria. La curva però si svuota pian piano e, come se non bastasse, arriva la Tessera del tifoso a dare il colpo di grazia. E così si comincia a seguire solo le partite casalinghe, ma sul finire del campionato, con la squadra in piena bagarre-salvezza, si ricomincia a vedere gli ultras in trasferta. Memorabile quella di Padova nel 2012 quando circa 500 supporters portano l’Ascoli alla salvezza. Nel frattempo, i numerosi diverbi, non solo verbali, con gli ex-Ascoli Piceno Ultras e le diffide ricevute nella trasferta di Varese, porteranno il gruppo “Curva Sud Rozzi” a trovare un punto di incontro, per il bene della tifoseria, con alcuni ex-APU, dando vita il 31 gennaio 2012 agli “Ultras 1898”, nati in tempi non sospetti, che unisce le varie anime del tifo. Valori cardine: fratellanza, mentalità e attaccamento viscerale al proprio territorio. L’esperimento riesce e la curva ritrova parte dell’antica verve. Al termine però della stagione 2012/13 il Picchio retrocede nuovamente in Serie C. Nel febbraio 2014 l’imprenditore italocanadese Francesco Bellini fonda l’Ascoli Picchio FC 1898, aggiudicandosi all’asta fallimentare il marchio e la posizione sportiva del vecchia Ascoli Calcio 1898, il cui presidente, Roberto Benigni era diventato il tiranno, l’acerrimo nemico della tifoseria, con gli “Ultras 1898” che avevano deciso di seguire la squadra solo in trasferta nel novembre 2013. Il nuovo Ascoli ne riaccende l’entusiasmo. Durante il campionato 2013/14 viene fondata l’Associazione “Solo x l’Ascoli”, con sede nel quartiere di Porta Romana, al termine del campionato arriva un deludente 15° posto nel Girone B di Lega Pro Prima Divisione. Nell’estate 2014 gli ascolani sottoscrivono, dopo quattro anni di battaglie, che portarono ad arresti e diffide, la “Supporters Card”: una “card” non legata ai circuiti bancari che non ha bisogno del nulla osta della Questura, e che,a quanto pare ad Ascoli non prevede l’articolo 9. Nel 2015 l’Ascoli perde il turno preliminare Playoff ma viene promosso lo stesso in B dopo la revoca della promozione al Teramo per illecito sportivo. Dal 2016 in Curva Sud è presente il gruppo “Avanguardia”, e, grazie alla nascita di altri gruppi nuovi, ricchi di entusiasmo e al consolidamento degli “Ultras 1898”, il tifo si risolleva, nonostante arrivino due risicate salvezze in Serie B (15°, 16°). Nel 2018 l’Ascoli deve addirittura disputare i Playout per salvarsi, dopo due drammatici 0-0 con l’Entella, che retrocede per peggiore piazzamento in classifica rispetto ai marchigiani. Nel mirino di feroci contestazioni il presidente Francesco Bellini passa la mano. Il 3 luglio 2018 la vecchia società comunica l’avvenuta cessione a Massimo Pulcinelli, che incamera il 90% delle quote societarie. Alla presidenza viene nominato Giuliano Tosti, che con Gianluca Ciccoianni detiene il restante 10% delle quote. Il 18 luglio 2018 la società comunica il cambio di denominazione da Ascoli Picchio ad Ascoli Calcio 1898 FC. Nel 2019 (13 posto) e nel 2020 (14° posto) arrivano altre due sospirate salvezze, con la tifoseria che si fa sentire.

Gemellaggi/Amicizie: –Monaco: gemellaggio fortissimo quello con gli “Ultras Monaco 1994”, nato non per caso, dato che negli anni passati vi erano delle amicizie personali tra alcuni “anziani” di loro e qualche ragazzo ascolano, con già visite reciproche. Il primo vero contatto è intercorso il 17 marzo 2012, giorno di una trasferta a Genova contro la Sampdoria, in B. A fine gara ragazzi di Monaco (una 20ina) andarono sotto lo spicchio ascolano per applaudirli, poi all’uscita parlarono con gli ascolani, uno scambio di contatti per poter conoscersi meglio. Da lì a qualche mese (30 settembre 2012) una macchina di ascolani decise di andare a conoscere la realtà del Principato. Trascorsero due giorni incredibili tra alcool, baldoria e risate, apprezzando subito il loro modo di tifare e soprattutto il loro modo di essere ultras 7 giorni su 7. Dopo quella data le visite reciproche e i contatti, nonostante la distanza, si fecero sempre più intensi e frequenti, tanti gli attestati di stima. Una vero gemellaggio, con gli stessi valori in comune: spirito d’appartenenza, attaccamento viscerale ai rispettivi territori, comuni vedute sul mondo ultras, che hanno permesso di solidificare e cementare questo bel rapporto, al grido di “Oltre ogni distanza…Ascoli e Munegu eterna fratellanza”. I monegaschi nel 2013, al torneo per i ragazzi morti prematuramente, donarono una targa con su scritto “Nel ricordo dei guerrieri della Sud scomparsi” e nel 2015 hanno realizzato una sciarpa in raso con impresse foto delle due tifoserie. Numerosissime le visite reciproche, ad esempio, monegaschi presenti in Ascoli-Entella e Pro Vercelli-Ascoli 17/18, a Venezia il 13 dicembre ’18, a Spezia nell’aprile ’19; visite ascolane in Monaco-Porto dell’ottobre 2017 e in Monaco-Lione 18/19. Per le assurde diffide di Palermo del febbraio ’19, i monegaschi hanno esposto la scritta “Fratelli ascolani non mollate!”. Ascolani presenti al Torneo “Ultras Monaco” nell’estate ’19 e a Nizza-Monaco del maggio 2020. –Lazio: amicizia profondamente radicata, di vecchia data, anche se negli anni ’80 c’era rivalità e ci si scontrava. Qualche decennio dopo si crearono forti legami di rispetto e amicizia. Negli anni numerose le visite reciproche, in una di queste, Ascoli-Lodigiani, venne esposto lo striscione “Il saluto romano all’orgoglio marchigiano”. Più avanti si creò un’amicizia solida e forte tra “Black Warriors” e “Banda Noantri” Lazio. Poi il rapporto andò raffreddandosi. Nonostante ciò rimasero le amicizie personali e dei rapporti di reciproco rispetto. Specie tra chi aveva costruito i solidi legami di cui sopra. Fu proprio da questi contatti, e da nuovi venutisi a creare più di recente, che i marchigiani furono invitati alla festa “Di padre in figlio” all’”Olimpico”, per il 40° anniversario del primo scudetto laziale, piacevole serata per gli ascolani, che conobbero alcuni ex-Banda Noantri e i “Lazio Hit Firm” che sono stati fatti sciogliere proprio nel 2017 dagli “Irriducibili Lazio”. Numerose da allora le visite reciproche. Quello che è nato tra gli ascolani e la Curva Nord Lazio è qualcosa di veramente positivo, che coinvolge tutti ed ha trovato una gran risposta da ambo le parti. “Onore a chi osa ancora! Avanti ultras Lazio”, esposta nel precampionato 15/16. Visita ascolana in Roma-Lazio del 6 ottobre ’18. Esposto in città nell’agosto 2019 lo striscione “Vola un’Aquila nel cielo…ciao Fabrizio”, in memoria di Fabrizio Piscitelli “Diabolik”, capo ultrà laziale assassinato in quei giorni. -Reggina: ottimo rapporto riallacciato coi calabresi, in particolare con i “Diffidati Liberi”, gruppo nato piuttosto recentemente, dopo il declino dei gruppi storici. Tra ascolani e reggini c’era una vecchia, importante amicizia intorno alla prima metà degli anni ’90 sull’asse “Settembre Bianconero”-“Cucn” Reggina, con tanto di giri di campo coi bandieroni a suggellare il rapporto. Poi, col passare del tempo, complici la distanza tra le due città e le categorie diverse in cui giocavano le due squadre, il rapporto venne scemando, malgrado il reciproco rispetto inalterato. Negli anni a seguire i reggini hanno sempre accolto bene gli ascolani nelle trasferte sullo Stretto. In Ascoli-Reggina di alcuni anni fa, ai ragazzi di Reggio senza Tessera ovviamente viene vietato l’ingresso nel settore ospiti. Gli ascolani decidono così di dargli una mano, in barba a divieti e restrizioni, facendogli i biglietti per farli entrare con loro in curva Sud. Durante la giornata, tra una birra e l’altra, c’è l’occasione per scambiare idee su tematiche ultras. Ai saluti si promisero di rincontrarsi; l’occasione fu un Catanzaro-Ascoli, coi reggini che andarono a salutarli a fine gara, fermandosi a lungo a chiacchierare, cosa che permise ancora una volta di constatare i tanti punti in comune tra le due tifoserie. Le occasioni per incontrarsi divennero sempre più frequenti, con visite reciproche. I reggini hanno partecipato a diverse edizioni del Torneo “Non vi dimentichiamo”. “Ingiustizie e invidie non vi fermeranno! Non mollare Reggio ultras”, striscione esposto in città. In Ascoli-Pistoiese 14/15 esposto lo striscione “Onore a chi ha perso la libertà inseguendo il proprio ideale! bentornati Rc 1914”. –Bari : con la tifoseria barese, soprattutto coi “Seguaci della Nord” e i “Floriano Ludwig”, c’è stato negli anni un rapporto di rispetto e stima reciproca. Nel 2015/16 gli ascolani sono stati accolti ottimamente dai baresi, sia nel pre che nel dopo gara, cogliendo l’occasione di conoscersi meglio, conoscere la loro realtà. Nella gara di ritorno gli ascolani hanno contraccambiato l’ospitalità, ed hanno avuto il modo di notare i diversi punti in comune che esistono tra le due realtà, sia nel carattere fortemente identitario che nel modo di vedere tifo e organizzazione di curva. A fine luglio 2016 gli ascolani hanno preso parte alla festa dei due anni dei “Seguaci della Nord”. Numerose le visite reciproche. –Salernitana: rapporto recente ma sentito, in virtù del gemellaggio con reggini e baresi, grandissimi amici dei salernitani. Amichevole Ascoli-Salernitana a Tolentino, fine luglio ’17: i campani espongono lo striscione “La terra ha tremato ma voi siete rimasti in piedi…”. 45 minuti di silenzio dei salernitani a Ascoli il 16 febbraio ’19 in solidarietà al totale silenzio ascolano per le diffide di Palermo. Un gesto simbolico ma di grande vicinanza. Ma nel gennaio 2005 scontri tra polizia e ascolani, che pare stessero meditando di entrare in contatto con gli ultras granata. –Fortitudo Bologna Basket: bel rapporto quello tra gli “Unici since 1989” Fortitudo e gli “Ultras 1898”. I bolognesi sono stati presenti a quasi tutte le iniziative e le feste indette dalla Curva Sud. Hanno spalato la neve insieme a loro, e gli hanno dedicato nel dicembre ’16 lo striscione “Curva inagibile, repressione…amici 1898 non mollate!”. Delegazione ascolana presente nel febbraio ’18 alla festa degli “Unici Fortitudo”. Numerosissime le visite reciproche, ad esempio “Unici” presenti in Cesena-Ascoli 17/18, a Venezia-Ascoli del dicembre ’18, in Brescia-Ascoli del maggio ’19; visita ascolana in Roseto Sharks-Fortitudo Bologna del gennaio ’19. Il gruppo “Unici ’89” osservò 15 minuti di silenzio per solidarietà agli ascolani che rimasero in silenzio in Ascoli-Salernitana del febbraio ’19 per protestare contro le diffide di Palermo. In Cremonese-Ascoli dell’1 marzo 2019 esposto lo striscione “Da 30 anni dalla parte sbagliata…auguri Unici”. Striscione “Unici diversi in un mondo di uguali”, in una gara della Fortitudo del novembre 2019, con presenza della pezza “Ultras 1898”, presente anche in Fortitudo Bologna-Brescia del febbraio 2020.  Retto a mano all’aperto dopo la salvezza dell’Ascoli nel 2020 “Ascoli non conosce resa”. Esposto inoltre su di un ponte lo striscione “09-10-88 onore e gloria Reno vive”. –Padova: amicizia recente coi padovani, dopo che, nei primi anni 90, con le due squadre in B ci si scontrava di brutto come una volta a Padova, ci si giocava la Serie A, quando vi furono vari assalti agli ascolani nel tragitto stazione-stadio, e un fitto lancio di oggetti dalla Tribuna Est del vecchio “Appiani” verso i marchigiani quando scesero dai pullman. In Ascoli-Padova dell’11 novembre 2018 gli ascolani rivolsero ai veneti lo striscione “Bentornati”, salutando la promozione in B del Padova nel 2018. –Latina: rapporto anch’esso piuttosto recente, ma non per questo non sentito. -Torino: sull’asse Granata Korps-Settembre Bianconero c’era un buon feeling. Il rapporto è rimasto vivo anche se non sentitissimo. Intorno all’83-84 i piemontesi persero lo striscione “Ultras Granata”, gruppo di sinistra, distrutto sotto i loro occhi. -Vis Pesaro: vecchio gemellaggio, ora molto affievolito, sbiadito. Il rapporto era molto fraterno, fatto di visite reciproche, pranzi e cene insieme, ultraventennale.

Rivalità: –Sambenedettese: coi “sambini” è il derby per eccellenza, rivalità storica, molto sentita, vista la vicinanza tra le due cittadine e il diverso credo politico. I tifosi bianconeri, dopo la tragedia del rogo del “Ballarin” di San Benedetto del Tronto del 7 giugno 1981, in cui morirono due giovani ragazze rossoblù di 23 e 21 anni e un centinaio di tifosi rimasero ustionati, ebbero la faccia tosta di esporre il becero e vergognoso lenzuolo “7 giugno: sagra del pesce fritto”. Nel derby del 3 aprile 1977 a Ascoli, Rozzi invita le famiglie sambenedettesi ad assistere ad un “derby di pace”, per poi essere bersagliate sugli spalti da un vigliacco lancio di arance “lamettate” (rivestite di lamette). Loro molto spesso hanno picchiato gli ascolani, in varie circostanze. Ma nell’86, all’uscita di una discoteca di Centobuchi, vicino S.Benedetto, un 21enne ultras della Samb, dopo una violenta lite a sfondo calcistico con un ultrà ascolano, dopo una partita di Coppa Italia, viene raggiunto mortalmente all’addome da una coltellata. Sarebbe stato rubato lo striscione “Vanguard” nell’86/87 ai “sambini”, ma esistono versioni contrastanti, qualcuno dice che gli ascolani si sono inventati tutto. Sarebbero diversi gli striscioni ascolani in mano “sambina”, tra cui almeno tre striscioni del “Settembre Bianconero”, un pezzo abilmente rubato all’interno del “Del Duca” e distrutto a pezzetti davanti agli ascolani nell’85/86 a Sambenedetto. Un altro sarebbe stato esposto al vecchio stadio di Sambenedetto negli anni ’80. L’altro del “Settembre” è la punta di diamante della collezione, costato diversi milioni, lungo oltre 60 metri, davvero molto pesante, mai esposto, sarebbe stato preso di notte. Sarebbero in mano loro anche “Monticelli Bianconera”, “Stra Kaos”, “Sioux Boys”, esposto in un Samb-Bologna, “Commandos Army”, “Warriors Supporters”, “Kaos”, esposto in un Samb-Lazio, almeno tre di questi rubati in uno scontro epico a Porto d’Ascoli, che vide gli ascolani soccombere nettamente, diversi anni fa. Famoso lo striscione esposto ad Ascoli “Sant’Emidio vi protegge, San Benedetto vi distrugge” (Sant’Emidio è il santo patrono di Ascoli). “Luca tieni duro” è lo striscione realizzato dagli Ultras dell’Ascoli per far sentire la loro vicinanza a Luca Fanesi, il tifoso della Samb finito in coma in seguito a percosse della celere, a margine dei tafferugli verificatisi in occasione del match che i rossoblù disputarono a Vicenza nel novembre 2017. -Ancona: nel 90/91 il riaccendersi della rivalità, risalente a 20 anni prima; fino ad alcuni anni fa, visti i numerosi “incroci” si era acutizzata, anche per le diverse idee politiche; un derby molto sentito, sempre ad alto rischio incidenti, come nel 2000 a Perugia, finale Playoff, fuori lo stadio una 50ina di anconetani non trovò scampo e lo sfogo della sconfitta e della rivalità si abbatté sui malcapitati, le cui tessere dei vari gruppi ultras, oltre a sciarpe e bandiere, fecero presto mostra di sé nei vari bar di Ascoli. –Napoli: nel dicembre 2002 il gruppo di circa 300 ultras a seguito del Napoli, al quarto d’ora della ripresa ha pensato bene di abbandonare la partita al suo destino e dedicarsi ad atti di vandalismo. Dopo aver abbandonato la curva, ha cominciato a tirare fumogeni e razzi ai tifosi ascolani, coi quali non sono venuti a contatto grazie all’intervento della polizia. I supporters del Napoli hanno quindi preso a saccheggiare alcuni negozi in prossimità dello stadio: ben presto si sono dovuti fronteggiare con la polizia, che ha arrestato due persone che avevano partecipato agli scontri tra forze dell’ordine e napoletani. -Rimini: il solo fatto che sono gemellati con la Samb basta e avanza a giustificare questo odio. -Pescara: astio antico, vista anche la vicinanza tra le due città, condito spesso da incidenti in passato. Il 6 ottobre 2019 i pescaresi si lasciarono andare ad atti di vandalismo in trasferta ad Ascoli, coi bagni del settore ospiti Distinti Est dello stadio devastati: lavandini smurati, servizi igienici a pezzi, rubinetti staccati. Daspo per l’occazione ad un ultras ascolano resosi responsabile di una condotta di gruppo, finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, minaccia e intimidazione, tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica o a creare turbative per l’ordine pubblico. -Fiorentina: il primo anno in cui si presentarono ad Ascoli (’74) si verificarono i primi scontri, coi viola in diverse migliaia, che crearono un putiferio, prendendo di sorpresa una curva abituata alle categorie inferiori. L’anno dopo i marchigiani fecero tesoro dell’esperienza precedente, presentandosi preparati e compatti, con le prime cariche che partirono subito, poi risse furibonde, schiaffi, calci e pugni a volontà, coi tamburi tolti dalle mani dei fiorentini e sfondati sulle loro stesse teste. Da allora è diventato un appuntamento fisso, per entrambi, sia a Firenze che ad Ascoli. Una volta, a Ascoli, sotto la curva ospiti accadde di tutto: risse, sassaiole e scontri vari, feriti da ambo le parti. Nell’87 un giovane viola venne brutalmente accoltellato e solo per miracolo riuscì a salvarsi. Citazione dal “Libro della Fiesole”: “Sicuramente Ascoli è stata la trasferta più dura degli anni ‘80”. -Roma: stesso discorso dei fiorentini. Spavaldi e sbruffoni per le vie di Ascoli, si dovettero ridimensionare negli anni successivi. Ogni anno succedono casini fino almeno agli anni 90, presi di mira fin dal loro arrivo sulla Salaria, arteria che collega le due città. Prima dell’inizio di Ascoli-Roma 80/81, fuori dallo stadio scoppiano violenti scontri tra ultras bianconeri e giallorossi, durante i quali i romanisti sottraggono uno striscione ascolano, che cade proprio nelle mani del C.U.C.S. Roma, il quale, contrariamente alle abitudini ultras d’allora, cioè bruciare lo striscione avversario o tenerlo nella sede con gli altri, viene riciclato per farci lo striscione da trasferta “Ultrà Roma”. -Inter: negli anni ’80 aspri scontri. Basti pensare all’uccisione di Nazzareno Filippini, 30 anni, personaggio di spicco del Settembre B/N, che, trasportato d’urgenza all’ospedale, morirà dopo essere entrato in coma, di lì a pochi giorni. Da allora il rapporto è di forte odio. -Livorno: rapporto burrascoso per le idee politiche diametralmente opposte, prima degli anni 2000 non si sono praticamente mai incontrati, poi è stato tutto un susseguirsi di incidenti, specie a Livorno, nel maggio 2002, finale di ritorno Supercoppa di C, quando un folto gruppo di livornesi inseguì i sostenitori dell’Ascoli che cantavano slogan e cori fascisti mentre stavano avviandosi verso i loro mezzi scortati dalle forze dell’ordine. Poi un gruppo di ultras amaranto scalmanati hanno circondato un contingente di carabinieri ed alcuni agenti, iniziando un fitto lancio di grosse pietre e una 15ina di carabinieri, oltre a 2 poliziiotti sono rimasti feriti. In Livorno-Ascoli del 27 ottobre 2018 sembra essere tornati agli anni di piombo, i ’70, con gli ascolani, in buon numero che non risparmiano cori del ventennio fascista e braccia tese e i livornesi che li ripagano con la stessa moneta ed espongono “La vostra unica marcia…è la retro”.  Diffidati 3 ultras amaranto riguardo il lancio in campo di accessori di rubinetteria prelevati dai bagni dello stadio, durante Ascoli-Livorno del 14 settembre 2019. -Verona: nella prima metà degli anni ‘80 c’era una sorta di gemellaggio con le “Brigate Gialloblù”, che durò solo 5 anni; sin dall’inizio una frangia della curva veronese non accettava di buon grado l’amicizia, al punto che, in un occasione, si levò il coro “terroni, terroni” verso gli ascolani, provocandone la reazione. Da allora il rapporto cambiò bruscamente, degenerando negli anni a seguire, al punto che, nel ’94, da un gruppo di veronesi venne rubato, a quattro ragazzi che onoravano la trasferta nonostante l’Ascoli fosse già retrocesso, lo striscione del “Settembre”. Nel 2002, in un amichevole giocata ad Ascoli, un gruppetto di veronesi, completamente ubriachi, crearono diversi tumulti entrando nella tribuna scoperta, ma partì subito la controffensiva ascolana che costrinse i veronesi a uscire dallo stadio scortati uno ad uno. Si ricorda anche un Verona-Ascoli dell’85, quando un centinaio di ascolani, dei circa 300 giunti nella città veneta, visibilmente alticci, si staccò dal corteo e si diresse inconsciamente sotto la loro curva. Inevitabili gli scontri che la polizia frenò dopo diverse cariche. -Milan: negli anni ’80 gli viene sottratto lo striscione “Brigate Rossonere sez. Mantova”. –Civitanovese: antica rivalità, poi sono anche amici dei sambenedettesi, ai quali avrebbero donato lo striscione “Monticelli Bianconera”. -Fermana: rivalità regionale sentita, di campanile. Rubato a loro lo striscione “B.G. 74” Fermana, esposto in Ascoli-Fermana 01/02. Tifosi bianconeri aggrediti a Fermo nell’aprile 2002, fermati da una trentina di teppisti. Danneggiata l’auto di alcuni ragazzi di Monte Urano sostenitori del Picchio. 20 minuti di terrore. Un’altra volta dopo la partita, sempre a Fermo, dove vinse l’Ascoli, successe il finimondo, case e auto danneggiate, vetrate distrutte: un pomeriggio caldo con qualche tafferuglio anche prima del match; tante le denunce poi arrivate. I tifosi del Picchio invasero il campo per festeggiare, cosa non gradita dai locali canarini, che cominciarono a lanciare oggetti. Sia dalla curva che dalla Tribuna si alzò un coro di protesta per il permissivismo. Dopo, la celere sparò senza tante motivazioni diversi lacrimogeni, nella parte alta della curva dove non stava succedendo niente. La guerriglia si spostò poi nei dintorni dello stadio, coi supporters locali che iniziarono una fitta sassaiola contro le forze dell’ordine e gli ascolani. Quest’ultimi a loro volta risposero e vennero caricati dalla celere che li allontanò dove erano parcheggiate le auto. In questo tratto vennero danneggiate diverse auto in sosta e assalito un pullman di linea. Altri scontri poi in altre zone. -Ternana: vecchie ruggini anni ’80, con scontri, anche per le idee politiche diametralmente opposte. Una volta, l’anno dell’Ascoli dei record in B 1977/78, vinse la Ternana e dal settore degli ultrà ternani  comparve una cassa da morto vera con scritto “Ascoli”, poi partì un forte “Bandiera rossa”. Rubati ai ternani lo striscione “Dragons” e una bandiera, esposti in Ascoli-Ternana 03/04. Il 23 aprile 2016 a Terni un ultras ascolano è stato notato accendere più volte fumogeni all’interno del settore ospiti, un altro è stato identificato dopo aver scavalcato, al termine della partita, il fossato che separa il settore ospiti dal campo, raggiungendo un giocatore della propria squadra per avere la sua maglia, infine è stato individuato un altro tifoso protagonista di un gesto di intemperanza, con parolacce e sputi. Per tutti e tre è scattato il Daspo. -Perugia: rivalità perlopiù politica, viste le diverse idee, ma anche storica. Scontri con 5 minuti corpo a corpo, leali, senza la polizia che era molto impreparata, a Perugia il 24 novembre 2013, coi perugini che scavalcarono le recinzioni del parcheggio in circa 50 e la risposta ascolana che non si fece attendere. 9 perugini denunciati per rissa, per essersi travisati e aver cercato di colpire a cinghiate gli ospiti, per aver lanciato oggetti contundenti e fumogeni. Oltre a diversi perugini, venne arrestato anche un ascolano che colpì con un manganello telescopico un funzionario di polizia in servizio. -Genoa: 300 liguri, negli anni ’80, furono assediati sotto la Nord e, sfondati i cancelli, vennero caricati nel settore e derubati degli striscioni, “Fossa dei Grifoni” compreso, bruciati davanti a loro. -Sampdoria: affrontarono gli ascolani a viso aperto dopo una carica sotto il loro settore anziché fuggire. Nell’ottobre ’05 un 16enne ascolano esplode un razzo verso il settore ospiti con una pistola di segnalazione navale, che colpisce una 57enne tifosa doriana di Fano, in seguito i rapporti si sono via via distesi, anche se a Genova, per la gara di ritorno 2005/06, i doriani  avevano preparato un agguato armato in piena regola. -Bologna: “appuntamento fisso” negli anni ’80, incontri ravvicinati sia a Bologna che ad Ascoli. Ora c’è rispetto. –Brescia: vecchie ruggini, scontri in passato. Trasferta vietata per gli ascolani a Brescia nel 15/16. Nonostante la rivalità, i bresciani hanno esposto in Brescia-Ascoli 16/17 la frase “Nemico ascolano non mollare…nella tua curva tornerai a cantare”. Parapiglia durante l’intervallo di Ascoli-Brescia del 18 maggio 2018, in prossimità del cancello tra la Curva Nord e il settore Distinti Nordovest, coi bresciani che sfondarono il cordone di steward, avvicinandosi allo spazio occupato dagli ascolani, che reagirono prontamente agitando bandiere e cinture, poi l’intervento della celere. -Pisa: gli ascolani ebbero coraggio alcuni anni fa di passare tra la folla pisana, ma 9 di loro furono diffidati per un parapiglia. Incidenti nel 2015 con conseguenti 17 diffide, 13 pisani e 4 ascolani; feriti 4 poliziotti e 3 steward. -Vicenza: sono gemellati coi pescaresi e tanto basta. Attimi di tensione a Vicenza nel novembre 2015, quando un pulmino, danneggiato dal lancio di un sasso o di una bottiglia, e qualche auto di Ascoli, passano proprio nei pressi della curva del Vicenza, cercando il contatto, per poi essere intercettati dalle guardie. -Avellino: stessa logica, loro sono gemellati coi sambenedettesi e sono acerrimi nemici dei salernitani. Scontri sin dagli anni ’80. Solidarietà a un tifoso irpino caduto dagli spalti nell’aprile ’17 dagli ascolani. –Cesena: una 15ina di ultrà cesenati, dal cattivo aspetto, nel gennaio 2017 si erano appostati nei pressi di una rotatoria dove dovevano necessariamente transitare i quasi 900 tifosi ascolani, diretti sulla A14, che, come ormai avviene in tutti gli stadi sono stati trattenuti nel settore ospiti. L’attesa si è protratta per oltre mezzora poi sono stati fatti uscire per dirigersi nel parcheggio dei pullman. Nel frattempo dietro un’alta siepe nei pressi della rotatoria di cui sopra, distante meno di un chilometro dallo stadio, come detto c’erano i cesenati, non certo per salutare la carovana di tifosi ascolani. L’arrivo di una pattuglia della polizia ha fatto saltare i piani ai malintenzionati costretti loro malgrado ad andarsene. –Spal: vecchie ruggini e sono gemellati con gli anconetani, nemici giurati ascolani. –Cosenza: sono gemellati con gli anconetani e questo basta per essergli nemici. Scaramucce a Ascoli allo stadio nell’agosto 2018, con cori contro gli anconetani partiti dalla Curva Sud, una fiaccola è stata lanciata in una scarpata da parte dei circa 200 cosentini, che ha innescato un principio d’incendio presto spento. Lievi disordini anche a Cosenza nel 18/19. –Chieti: prima del match amichevole del 3 agosto 2011 le tifoserie si affrontano dando vita a disordini e tafferugli. –Aris Salonicco: erano diretti a Rieti per l’amichevole con la Lazio, l’8 agosto 2011, ma dopo l’arrivo a Ancona, il bus con a bordo 70 tifosi greci ha fatto una sosta non prevista ad Ascoli. I supporters greci erano ben attrezzati, avevano con loro un centinaio di bottiglie vuote di alcolici. Così, alterati dall’alcool e dall’euforia pregara, arrivati a Porta Maggiore hanno ben pensato di farsi il bagno nella fontana e danneggiare tavolini e sedie di una yogurteria. Uno di loro ha lanciato anche una bottiglia che ha ferito un ascolano: si è scatenata una rissa con alcuni ragazzi del posto, sedata solo dall’arrivo della polizia. I 70 passeggeri del bus sono stati portati in Questura, dove sono stati tutti identificati. Sequestrati 3 coltelli e 14 fumogeni. –Lecce, –Catania, –Giulianova: fiere vecchie rivalità.          

Curiosità: -Gli “Ultras 1898”, pochi giorni prima del Natale 2020, decidono di regalare un piccolo sorriso ad oltre 100 famiglie del Centro Italia colpite dal terremoto, recandosi ad Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto ed Acquasante Terme, consegnando 200 regali a grandi e piccini, nel rispetto delle normative anti Covid. L’iniziativa, a cui il gruppo ultras ha aderito con entusiasmo, è stata promossa dall’Associazione Sedicimedia nell’ambito del progetto Sport4restart. Un’esperienza decisamente emozionante per il gruppo e per la gente colpita dal sisma del 24 agosto 2016. -Il 18 dicembre 2020, a 26 anni dalla scomparsa di Costantino Rozzi, il presidente dell’Ascoli dei miracoli, è apparso sul ponte che porta allo stadio lo striscione “Eternamente Costantino”. -Alla fine del mese di novembre 2020 gli “Ultras 1898” espongono lo striscione “Covid: stadi chiusi senza gente, diffidati a firmare per il niente”, a sottolineare l’incredibile trattamento riservato agli ultras diffidati, in tempo di pandemia. Mentre efferati criminali vengono scarcerati per ridurre l’affollamento nei penitenziari, gli ultras diffidati sono costretti a firmare nei posti di polizia in concomitanza con le partite, nonostante gli stadi siano chiusi al pubblico: un vero accanimento immotivato. Nella stessa zona, un po’ di tempo dopo è apparso lo striscione “Speziale: un abuso senza precedente oggi libero da sempre innocente!”. -Dopo la soffertissima, sospiratissima salvezza dell’anno scorso 2019/20, arrivata anche grazie alla vicinanza di Ascoli Ultras alla squadra, mai lasciata sola e sempre spronata (basti pensare allo striscione esposto prima della trasferta di Cosenza al Picchio Village “Con il coltello tra i denti, tornate vincenti”), alla chiamata a raccolta di tutta la tifoseria, con in panchina l’alternarsi di Paolo Zanetti, Roberto Stellone, Guillermo Abascal e Davide Dionigi, anche quest’anno la situazione è molto complicata e difficile, con in panchina già tre allenatori diversi, vale a dire Valerio Bertotto, fino al 29 novembre 2020, Delio Rossi, fino al 22 dicembre e Andrea Sottil, recentissimo cambio, cioè dal 23 dicembre, che ha portato alla vittoria interna recentissima del 27 dicembre 2020 per 2-0 con la Spal  Gli Ultras dell’Ascoli il 28 novembre 2020 dichiararono che non avrebbero tollerato più prestazioni indecorose da parte della squadra, che l’allenatore non era all’altezza del loro blasone e quindi doveva presentare immediate dimissioni e che la Società doveva essere coerente e prendere decisioni forti, orientate al raggiungimento di prestazioni degne dell’Ascoli Calcio. La sconfitta con il Cosenza (0-3) alla 12^ giornata del campionato in corso aveva lasciato il segno, con gli “Ultras 1898” che avevano apposto al Picchio Village lo striscione “Fuori Luci e compagnia…Pulcinelli fuori le palle o fuori dalle palle”, rivolto al patròn Massimo Pulcinelli e all’agente Alessandro Luci della Football Factory che ha portato ad Ascoli alcuni calciatori come Cangiano. Poco dopo la sconfitta di Pisa dell’ 8 dicembre 2020 sul ponte del viale Costantino Rozzi che conduce allo stadio è apparso l’eloquente striscione “Giocatori indegni la pazienza è finita…”.  Segue un comunicato ufficiale del “tifo caldo” bianconero: “Il brand Ascoli Calcio, parola tanto cara ai dirigenti societari, è un brand che va oltre il semplice club e incarna, nel nostro caso, la rivalsa del popolo Piceno. E’ ora che si sappia che i gruppi ultras senza mai apparire hanno contribuito in maniera decisiva alle ultime salvezze dell’Ascoli ed hanno dato fiducia alle intenzioni dichiarate dal patròn Pulcinelli”, cui chiedono di allontanare subito tutte le figure societarie artefici di questo scempio, sostituendole in modo duraturo con professionisti all’altezza del blasone dell’Ascoli, altrimenti verrà ritenuto unico responsabile di questa disfatta. Prima dell’inizio del campionato 2020/21 in corso, al Picchio Village esposti due striscioni eloquenti: “Rosseti via da Ascoli” e “Basta zavorre”, contro i giocatori in esubero. -Ascoli commossa dopo il grave incidente nella notte del 15 novembre 2020 in cui ha perso la vita Iacopo Bachetti, detto “Bach”, 26enne, professione  barman, ragazzo molto amato in città. I suoi amici del gruppo “Shangai”, a cui esso apparteneva, hanno voluto esporre lo striscione “Il tuo sorriso indelebile…il tuo ricordo indissolubile. Ciao Bach. Gli amici di Shangai” nella zona del ponte di Porta Cappuccina, mentre sul ponte di viale Rozzi è stato esposto “Anche oggi al tuo fianco…nella trasferta più lunga…buon viaggio Bach”. In Tribuna “Mazzone” è apparsa una sua gigantografia con sotto lo striscione “Se tornerai…magari poi…noi riconquisteremo tutto…”, parafrasando una nota hit degli 883. -Sabato 1 agosto 2020 presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli una rappresentanza degli “Ultras 1898” ha preso parte ad un incontro tra un centinaio di delegazioni di tifoserie e alcuni politici italiani, come il sindaco di Napoli De Magistris, l’Onorevole Paolo Cento, l’Onorevole Paolo Russo, il presidente attività produttive della regione Campania, ecc. Diverse le tematiche affrontate durante l’incontro tra cui: 1) la Tessera del tifoso e il Protocollo d’Intesa; dato che ci stiamo avviando al superamento dello strumento tessera, in modo che lo stesso diventi soltanto un mero strumento di marketing, il governo s’è detto disponibile a rincontrare le parti, con cui aveva apportato modifiche nel 2017, anche a settembre 2020 per attuare in maniera definitiva queste modifiche; 2) accettazione ed affermazione delle “standing zone”, intendendo con queste settori popolari sia dal punto di vista del tifo che dei prezzi dei biglietti, e non tribune costose dove vige l’obbligo di stare seduti e in silenzio, con prezzi esorbitanti degli stessi tagliandi. Per fare ciò però è necessario coinvolgere tutte le amministrazioni comunali che sono in genere proprietarie degli impianti; 3) ridiscussione della convalida del Daspo; tale procedura dovrebbe essere attuata soltanto in presenza dell’avvocato difensore dell’imputato, dato che la legge attuale prevede che il giudice o il Questore possano attuare la convalida anche per conto proprio. Tutto ciò diventa necessario dato che prima i Daspo avevano un durata molto più breve; ora con l’inasprimento della condanna (fino ad un massimo di 10 anni per un soggetto recidivo) è necessario avere una misura come questa a tutela del tifoso. Sicuramente questo aspetto prevederà un iter parlamentare molto più lungo rispetto agli altri punti sopracitati. Anche se non è stato messo nulla “nero su bianco” tuttavia si ha la sensazione che a poco a poco si stiano raccogliendo i primi frutti delle dure e reiterate battaglie degli ultimi anni e che forse qualcosa si stia movendo anche nell’ambiente politico, solitamente distante e totalmente disinteressato verso i diritti dei tifosi. -Gli “Ultras 1898” sono andati ad Amatrice, Accumoli e Arquata, con al loro fianco tante istituzioni come “Sport4Restart”, nato in risposta alla pandemia Covid-19, il 18 e 19 luglio 2020, per regalare ai bambini delle zone colpite dal terremoto momenti di svago e divertimento. L’Associazione arrivava da un periodo in cui molti di loro avevano perso amici e parenti, in cui la paura di morire e le richieste di aiuto che arrivavano alla loro realtà erano incessanti. Ci sono stati momenti in cui ogni giorno si contavano i posti in terapia intensiva che rimanevano e la paura di ammalarsi generava il panico totale. Due giorni stancanti e faticosi per gli Ultras, eppure quella stanchezza, quella fatica, sono state spazzate via dai sorrisi che hanno regalato loro i bambini. Avrebbero dovuto essere gli istruttori, invece hanno più imparato che insegnato, e nel loro piccolo sono riusciti a regalargli spensieratezza e gioia, che si sono tramutate in tristezza nei loro occhi quando li hanno dovuti salutare, ma con una promessa che hanno intenzione di mantenere: quella di non lasciarli mai soli e di tornare quanto prima. Per questo gli è stato concesso un onore particolare: apporre su un muro del centro di Amatrice la loro firma “Ultras 1898 Ascoli è sempre con voi”, più che un murales è una promessa scolpita su pietra. -Con una nota del 30 giugno 2020 gli “Ultras 1898” dicono di puntare tutti uniti alle ultime sette partite, da affrontare come sette finali, per dare seguito al timido cambio di passo che hanno visto negli ultimi incontri, per dimostrare ancora una volta all’Italia chi sono gli ascolani e cos’è l’Ascoli Calcio. -Con un comunicato del 13 maggio 2020,a cui hanno aderito, oltre agli ascolani, altri 180 gruppi di tifoserie non solo italiane, ma anche di altre nazioni europee, si ripudia la ripresa dei campionati di calcio e si è a favore della sospensione di tutti i tornei. -L’11 maggio 2020 sono partiti ufficialmente i lavori di demolizione della vecchia Curva Sud. Se ne va un pezzo di storia della città, tempio di mille ricordi. Ma non va considerato un vero e proprio addio. La Curva Sud tornerà, sarà rifatta, il prima possibile si augurano gli ascolani. -Il 9 marzo 2020, data l’emergenza Covid-19 gli “Ultras 1898” decidono di sospendere tutte le loro riunioni e attività, cercando di dare il buon esempio. Anche se il Piceno pareva al momento poco colpito dal virus, erano in contatto coi loro amici del Nord Italia, i cui ospedali erano in ginocchio e soffrivano nel leggere sui quotidiani che si facevano delle selezioni per le cure, ringraziando medici, infermieri e tutto il personale in prima linea per l’emergenza. -L’8 marzo 2020 gli Ultras, prendendo atto dell’ennesima prestazione indegna che dimostra ancora una volta il poco attaccamento verso la maglia, dichiarano che i giocatori dell’Ascoli devono sentirsi all’altezza del blasone e chi non si sente questa responsabilità è invitato a farsi da parte, perché la salvezza dell’Ascoli Calcio è una priorità assoluta per tutti, dal presidente al custode dello stadio. Chi vuole il loro rispetto deve onorare la maglia. -Con lo striscione “Ogni vero italiano è anche Dalmata e Giuliano”, preparato per il 7 febbraio 2020 in Ascoli-Juve Stabia, la Curva Nord, in occasione del Giorno del Ricordo per i Martiri delle Foibe, che è il 10 febbraio, aveva pensato di commemorare le migliaia di italiani uccisi dai partigiani sul confine orientale. Nonostante la ricorrenza sia riconosciuta e celebrata con un’apposita legge dello Stato Italiano e dagli enti locali, gli è stato impedito dalle forze dell’ordine l’ingresso dello stesso con conseguente sequestro, per motivi pretestuosi e incomprensibili. Presentata al proposito un’interrogazione di Fratelli d’Italia al Ministro dell’Interno. Certo è che a Milano, durante il Derby, sempre nello stesso fine settimana, era stata concessa l’esposizione analogo. L’on. De Carlo di Fratelli d’Italia ha dichiarato: “Restiamo in attesa che il Ministro faccia chiarezza per evitare che accadano ancora episodi simili e che s’impedisca una commemorazione come quella di Ascoli Piceno”. -Strano post pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook degli “Ultras 1898”, con scritta “Fascisti carogne tornate nelle fogne”, con foto della trasferta di Livorno dell’1 febbraio 2020, con alto un bandierone dell’Ascoli Calcio e, sulla ringhiera bandiera della “Pace” coi colori dell’arcobaleno e bandiera rossa con falce e martello. Il tutto ha ovviamente l’aria di essere una goliardata. -Per la contestazione all’Ascoli Calcio seguita alla partita Ascoli-Frosinone del 26 gennaio 2020, la Questura ha adottato 3 diffide a ultras bianconeri. Il match col Frosinone era seguito ad un serrato incontro tra ultras e giocatori. -Grande coreografia il 26 dicembre 2019, Boxing Day, con il Pisa in Curva Nord, con l’effige del Presidentissimo Rozzi, scomparso il 18 dicembre 1994, ai lati, in due disegni diversi, due bordi di cartoncini bianchi e rossi, al centro in corsivo la scritta “Costantino Rozzi” e tutt’intorno sfondo di cartoncini neri. Dopo la coreografia, in seguito agli ennesimi provvedimenti Daspo che hanno colpito pretestuosamente la tifoseria, alcuni addirittura senza alcuna relazione con condotte di stadio, la Nord si è astenuta dal tifo per i primi 10 minuti della gara, al fine di sensibilizzare la Società, l’opinione pubblica e gli addetti del settore sulla triste realtà nella quale sono costretti ad operare. -Il 14 dicembre 2019 è stato il giorno della raccolta di giocattoli nuovi presso l’Associazione “Noi siamo la storia”, da donare ai bambini delle zone colpite dal sisma, che sono stati consegnati personalmente dagli “Ultras 1898”, in collaborazione con l’Associazione IAD Bambini Ancora e FamilyLife di Milano, per non spegnere almeno gli Ultras la luce sui paesi colpiti dal terremoto che sono stati abbandonati dalle istituzioni. -Il 25 ottobre 2019, in Ascoli-Virtus Entella è stato esposto lo striscione “Prezzi popolari per settori più popolati”, aderendo così alla giustissima iniziativa portata avanti dal movimento ultras. -Per Ascoli-Pescara del 6 ottobre 2019 la Nord organizza una coreografia, semplice ma d’impatto, con sciarpata e la scritta, su tre strisce verticali alte quanto la curva, con contorni rossoneri “Ascoli, patria, nostra”. -Nel settembre 2019 il Woodbridges Town, squadra di nona divisione inglese, soprannominato “Woodpechers”, i Picchi, hanno inviato una lettera di buona fortuna con una sciarpa bianconera e con scritto “Up the Peckers” (Forza Picchio), proponendo un gemellaggio con l’Ascoli Calcio, visto che hanno in comune lo stesso soprannome, gli stessi colori sociali e le stesse maglie a strisce verticali bianconere. Il messaggio ha riscontrato grande successo tra i tifosi ascolani che hanno chiesto alla società di organizzare un’amichevole tra i clubs per stringere ufficialmente questo rapporto. La Società ascolana ha ricambiato la cortesia inviando sciarpa e gagliardetto in segno di gemellaggio con la squadra anglosassone, che voleva andare ad Ascoli a vedere una partita dei marchigiani. -Con un comunicato ufficiale, pubblicato sulla loro pagina facebook il 10 agosto 2019, gli “Ultras 1898” rendono nota la loro decisione di tornare alle origini, visto che i primi ultras del tifo bianconero, negli anni 70, alloggiavano in Curva Nord e solo dopo accesi scontri coi fiorentini giunti in forze al “Del Duca”, audacemente respinti dai tifosi della Curva Sud, si decise di occupare quest’ultimo settore, divenuto simbolo della combattività picena. Così, dopo una partecipata riunione nella quale si è analizzato lo scenario relativo al campionato 2019/20, il primo dal 1974 dove i tifosi bianconeri devono fare forzatamente a meno della Curva Sud, con una decisione ponderata e approfondita hanno deciso di trasferirsi in Curva Nord, nell’attesa che venga realizzata la nuova Curva Sud. Hanno apprezzato fortemente lo sforzo societario di proporre la Tribuna Mazzone a un prezzo altamente competitivo per tutti i tifosi, ma si distinguono dai tifosi da tribuna, magari esperti di tattica, che non vogliono perdersi nulla della partita, che non sopporterebbero, secondo loro, lo sventolio di bandiere e bandieroni, il loro essere ultras a 360 gradi. L’intenzione, a detta loro, non è quella di spaccare il tifo, anzi hanno invitato chiunque avesse voglia a seguirli in Nord, poi ognuno è libero di fare le sue scelte e avrà le sue ragioni di stare in Tribuna. Qualcuno ha storto il naso, pensando ad esempio ad una sovrapposizione dei cori, visto che anche in Tribuna si organizza il tifo, al fatto che lo stesso starebbe bene tutto unito in un unico settore. -Grande successo per l’iniziativa “ieri, oggi e sempre Ascoli Calcio”, organizzata dagli “Ultras 1898” l’8 giugno 2019, una giornata memorabile per il popolo ascolano, sulla quale poi è stato scritto anche un libro. Nel corso dell’evento si sono alternati momenti di pura passione calcistica e di forti emozioni, con la presentazione di 73 “Vecchie glorie” bianconere, seguita da una divertente partita tra due formazioni. La Curva Sud è stata illuminata con dei fumogeni rossi, mentre nella nuova Tribuna Est “Carlo Mazzone” è stato esposto lo striscione “Grazie per averci cresciuto, addio Curva Sud” e, prima della partita tra Vecchie glorie, è stata allestita una coreografia consistente in una immaginaria “linea del tempo” che ha compreso tutti gli stemmi dell’Ascoli dalla fondazione ad oggi, ed a fare da cornice cartoncini bianchi e neri. Al termine della serata il concerto “Le Trame di Rino”, della cover-band di Rino Gaetano. -Molti purtroppo sono stati i lutti che hanno colpito la curva ascolana. Uno dei più vivi nelle menti perché tra i più recenti è quello di Riccardo Piconi, 20enne molto conosciuto per la sua passione per l’Ascoli Calcio, scomparso il 21 maggio 2019, che purtroppo, sottoposto a un’operazione chirurgica per un problema che si portava dietro dalla nascita all’ospedale “Torrette” di Ancona, aggravatosi poi a gennaio, non ce l’ha fatta. Per lui il cordoglio di tutta la comunità ascolana e gli striscioni dei gemellati. Ringraziati gli “Ultras Curva Nord Ancona” per la disponibilità e l’apporto logistico dati, al di là della rivalità. Il lutto più grave forse rimane quello di Nazzareno Filippini, sempre ricordato ad ogni anniversario della sua morte con striscioni e articoli, anche dalle tifoserie gemellate, in onore del quale è stata deposta una targa di acciaio inossidabile, come il suo ricordo, con cornice bianconera, realizzata raccogliendo i fondi all’interno della sua curva, sul punto dove venne barbaramente ucciso da skins interisti nell’ottobre 1988. Senza scordare Fabio, 26 anni, parà che perse la vita durante un’esercitazione il 21 maggio 2015, a cui tante tifoserie amiche e nemiche hanno dedicato uno striscione ricordo, un ultrà che era un esempio per tutti. A loro, a Pietro, a Peppe del “Settembre Bianconero” e a tutti gli ultras della Sud scomparsi è dedicato il Torneo di calcio “Non vi dimentichiamo”, giunto il 29 giugno 2019 alla 7^ edizione. Bello lo striscione esposto al torneo “Noi ascolani, indomiti, continueremo a marciare e con voi al nostro fianco nessuno ci potrà fermare”. -Dopo gli assurdi Daspo, per un totale di 24 anni, comminati a 8 ragazzi/e bianconeri per essere stati trovati, a circa 60 Km. da Palermo, il 27 dicembre 2018, con normali strumenti di tifo (fumogeni, tamburi, ecc.), la Curva “Rozzi” ha deciso a malincuore, di disertare la trasferta di Lecce del 1° febbraio 2019, partita poi rinviata per un grave incidente accorso a un giocatore del Lecce pochi istanti dopo il fischio d’inizio, e per Ascoli-Salernitana del 16 febbraio 2019 di astenersi dal tifo e da proporre qualsiasi colore. Già il 27 febbraio 2018 a Palermo non erano stati fatti entrare una bandiera e un drappo recanti rispettivamente le iniziali della città e il nome di un ragazzo della curva scomparso anni fa; venne presa la decisione di esporre le pezze al contrario. -Per celebrare i 120 anni della società ascolana, per Ascoli-Padova del 10 novembre 2018 è stata allestita una bellissima coreografia: al centro disegnata su un copricurva tutta la rosa dell’Ascoli Calcio come fosse una foto, ai lati strisce di cartoncini neri-bianchi-rossi, e alle due estremità della curva due grosse scritte con gli anni “1898” e “2018”, in alto la scritta “Undici in campo ma tutti con te” e in basso il grosso striscione “Gloria per sempre sarà”. -A 30 anni dalla sua scomparsa è stato ricordato in Curva Sud per Ascoli-Carpi del 20 ottobre 2018 Nazzareno Filippini, con lo striscione “Reno” grande e intorno decine di altri striscioni con la scritta “Presente”. L’11 ottobre 2009, allo stadio di Bergamo, per Albinoleffe-Ascoli, il servizio d’ordine impedì l’ingresso di uno striscione preparato dagli “Ascoli Piceno Ultras” nella ricorrenza dell’anniversario del dramma Filippini: per protesta i tifosi bianconeri abbandonarono anzitempo gli spalti nonostante avessero percorso centinaia di chilometri per la trasferta. La settimana successiva, durante Ascoli-Torino del 17 ottobre 2009, il centrocampista e capitano bianconero Vincenzo Sommese, depone un mazzo di fiori sotto la Curva Sud, tra il battito di mani dei presenti e la commozione sincera di quanti non hanno scordato Reno. -Per Ascoli-Cremonese del 25 novembre 2017, ma un po’ in tutto quel periodo, aria tesa in casa bianconera: contestazione contro la dirigenza e il presidente Bellini da parte degli ultras, stanchi di assistere a continui teatrini e cambi dirigenziali improvvisati, con l’Ascoli relegato agli ultimi posti in classifica. Esposti gli striscioni “I tifosi non ti hanno chiesto mai niente solo rispetto per Ascoli e la sua gente” e “Hai venduto Favilli e Orsolini per pagare incapaci e lecchini”. Per il resto della stagione 17/18 è stato assicurato appoggio e sostegno incondizionato alla squadra al fine di raggiungere la salvezza sul campo. -Minicoreografia, con alzati ingrandimenti con il volto di Gabriele Sandri e la scritta “Gabriele vive”, organizzata a Parma il 18 novembre 2017, a circa 10 anni dall’uccisione del laziale, avvenuta mentre dormiva nell’Area di servizio di Badia al Pino (Ar) sull’A1, ad opera dell’agente Spaccarotella. -Un cuore grande quello degli ultras ascolani. Hanno deciso di aiutare Benedetta, piccola grande tifosa bianconera, che a causa di problemi di deambulazione necessita di un sollevatore per persone per poter andare in piscina, cosicché prima della partita Ascoli-Foggia del 12 novembre 2017 organizzano una raccolta fondi a offerta libera in suo favore. In Ascoli-Spal del 10 settembre 2016 tornano nella curva Sud, dichiarata agibile, dopo il rinvio di Ascoli-Cesena del turno precedente e per l’occasione la Sud espone l’eloquente striscione “Nessuna calamità potrà mai abbattere un popolo indomito”. Gli “Ultras 1898”, dopo aver partecipato attivamente ai soccorsi nelle zone più colpite dal terremoto del 24 agosto ’16 (alle h.6 di tal giorno erano già a Pescara del Tronto, che insieme ad Amatrice, Accumoli e Arquata è stato uno dei comuni più colpiti dal sisma), raccolgono fondi per la popolazione di queste zone, attraverso la vendita di t-shirt commemorative. Il 14 luglio 2017 sono stati donati ai comuni di cui sopra assegni per un totale di 34.050 €. destinati alla costruzione di tre parchi ricreativi. Anche Il Sindaco di Ascoli Guido Castelli ha avuto parole d’elogio per i ragazzi della Sud: “Hanno salvato 26 persone”. Nel gennaio ’17 hanno liberato dall’abbondantissima neve, scuole e abitazioni, insieme ad alcuni gruppi gemellati e ai volontari di Sasso Marconi (BO). Nel 2012 erano tra i terremotati dell’Emilia a consegnare gli aiuti raccolti. Nel febbraio dello stesso anno spalarono dalla neve spalti e campo del “Del Duca” per far sì che si disputasse l’incontro Ascoli-Grosseto. -La Curva Sud, in occasione di Ascoli-Spezia del 24 ottobre 2017, entrò nel settore dopo il minuto di riflessione deciso dalla Lega Calcio, per gli adesivi con la maglia della Roma di Anna Frank, bambina ebrea divenuta simbolo della Shoah per il suo diario, attaccati dai laziali nella Sud dell’Olimpico, affermando di non voler essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale che dimentica terremotati e anziani ma è invece prontissimo ad indignarsi e strumentalizzare una decina di adesivi. -Tutti gli anni, quando ricorre l’anniversario della scomparsa del Presidentissimo Costantino Rozzi, viene ricordato a dovere da tutti gli ascolani. Egli rappresentava un popolo, era generoso, vulcanico, pronto a tutto per il suo Ascoli. Memorabili le sue comparsate al “Processo del Lunedì” e i suoi scaramantici calzini rossi. In Ascoli-Venezia del 17 ottobre ’17 esposto lo striscione “Ciao signora Franca salutaci la storia”, per la scomparsa della moglie di Rozzi. In Ascoli-Novara 15/16 ricordato con lo striscione “Da voi esigo il massimo impegno: dovete vincere, come non importa, ma non dovete deluderci. Costantino Rozzi”. -La Curva Sud, già pericolante, divenne inagibile causa i terremoti di agosto e ottobre 2016. Dalla gara col Latina del 10 dicembre 2016 fece il suo debutto la nuova curva da 3.250 posti, attaccata al campo. -Dopo gli incidenti di Pisa nel 14/15, un ragazzo ascolano, il quale avrebbe aggredito un poliziotto fuori lo stadio, si è visto piombare in casa una sera le forze dell’ordine con mandato di perquisizione, notificare un Daspo di 4 anni. Tutto normale se non fosse che il ragazzo, udite udite, non era presente a Pisa, ma la partita l’ha vista in televisione (!!!). Accertato il malinteso da parte delle autorità, in dicembre il Questore di Pisa sospende la validità del Daspo.

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