Il campionato dell’Empoli, cosi come quello di ogni squadra, va letto principalmente guardando ai punti fatti ed alla posizione in classifica. In questo troviamo una stagione al momento più che soddisfacente per i nostri colori, con un vantaggio di undici punti sulla terzultima ed un traguardo che – a voler stare alti – dista solo dieci punti. Ci sono però indubbiamente degli aspetti, che arrivano dai numeri e dalle statistiche, che ci possono permettere di capire dove si vada meglio o peggio.

A guardare la seconda voce c’è sicuramente da registrare le situazioni da palla inattiva, e più precisamente quelle derivanti da corner per gli avversari. L’Empoli ha subito nelle 24 giornate giocate un quantitativo totale di 31 gol, sette di questi sono arrivati da un angolo avversario. Sicuramente la percentuale di per se può essere bassa, però siamo la peggior squadra del campionato da questo punto di vista, infatti nessuna squadra ha preso più gol di noi nella suddetta specifica. A ridosso troviamo la Cremonese con sei gol subiti e poi, a cinque, Torino-Milan-Lecce. Questa indubbiamente una situazione in cui, al netto dell’ottimo campionato, urge migliorare.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

6 Commenti

  1. Intanto marcare a uomo e non a zona potrebbe aiutare. Contro il Napoli serviva qualcuno sulla respinta, Lozano e Kvara erano sempre soli.

  2. Bisognerebbe anche aggiungere la mano di Parisi e calcio di rigore, contro lo Spezia; comunque la Cremonese, da calcio d’angolo, dovrebbe aver subito lo stesso numero di goal dell’Empoli, cioè 7; segue, come giustamente scritto, Milan, Lecce e Torino con 5.

  3. Questo dato negativo sui calci d’angolo, come ha sopra scritto Grinch, è anche dovuto in parte al tipo di difesa che applichiamo: schieramento a zona, con conseguente non facile compito del portiere che solo in casi sporadici si azzarda di uscire per non scontrarsi con un compagno; il pericolo maggiore per Vicario, è proprio sui calci d’angolo a rientrare, cioè che vengono piazzati tra il centro della porta e il primo palo; giustamente lui si pone sempre al centro della porta (posizione ideale per tutte le situazioni) e contare e sperare solo sull’aiuto dei compagni; difficilmente potrebbe fare diversamente.
    Considerando l’agilità e la bravura di Vicario, queste doti sugli angoli non vengono assolutamente sfruttate; però credo che questo modo di difendere sia un modo quasi sempre usato a Empoli negli ultimi decenni.

  4. Il difendere a zona sui calci d’angolo è una moda degli ultimi due/tre anni, e non molte squadre lo fanno. Prima anche le squadre che difendevano a zona, sui calci d’angolo e sulle punizioni si schieravano tutte a uomo. La difesa a uomo in area sui calci da fermo a me è sembrata sempre abbastanza pericolosa, e infatti abbiamo preso tanti gol in quel modo. Ad alcuni allenatori piace, avranno le loro ragioni….

  5. Difesa mista 4 a zona nel perimetro dell area piccola ma il resto a Uomo , poi subiamo sempre il solito angolo sul primo palo …..lo battono tutte li contro di noi , L hanno visto anche i ciechi che non marchiamo mai li

    • Quella zona è il punto debole di tutte le difese, ed in particolare di quelle schierate a zona, soprattutto con l’inserimento dei difensori avversari; se perdi il duello aereo, al 90% è gol; d’altra parte anche noi, lì, abbiamo fatto due goal con Ebuehi e Luperto.
      Il primo palo va difeso con tutti e tre gli uomini di difesa: Ebuehi a ridosso del palo e Luperto-Ismajli entro l’area piccola, verso il calcio d’angolo; e dare a Vicario il compito di intercettare tutte le palle che arrivano oltre la metà dell’area piccola, ma non prima, perchè c’è il rischio di scontrarti col compagno, come è successo con lo Spezia; Parisi sul secondo palo e chiaramente con un centrocampista a ridosso del calcio d’angolo, anche più vicino di quello consentito.
      Non c’è altra scelta.

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