L’ex capitano azzurro, oggi nello scouting di Monteboro, ha parlato ai microfoni di tmw.com

Sono ad Empoli dal 1996 e praticamente ho dedicato metà della mia vita a questa società. Mi sono fermato a vivere qui a prescindere dal lavoro e ho un legame molto forte con la città e la società. Il mio lavoro è quello di cercare insieme a tutti gli scout i profili adatti a quella che è la filosofia del mio club, perché vanno cercati e trovati, non ci si può aspettare che ci piovano dal cielo. Per noi è fondamentale che i ragazzi abbiano prospettive, cerchiamo i ragazzi con l’idea che abbiano possibilità di diventare professionisti ma per i quali il percorso non sia ancora finito, che abbiano ancora bisogno di lavorare per diventare calciatori. Cerchiamo ragazzi che possano essere presi e accompagnati in un percorso per poi essere lanciati ad alto livello. Siamo sempre riusciti ad avere un settore giovanile che consentisse alla società di autosostenersi, l’Empoli ha sempre vissuto e continuerà a vivere valorizzando i giovani del proprio vivaio. La proprietà è sempre la stessa da trent’anni ed è riuscita a diventare un modello di sopravvivenza e di risultati sportivi e gestionali. L’ambizione per la prima squadra è quella di fare un campionato di livello, restando nella parte sinistra della classifica e valorizzando i nostri giovani. Abbiamo la rosa più giovane di tutta la Serie B: dobbiamo farli crescere ed essere competitivi, cercando un connubio tra gioventù e competitività, sempre tenendo a mente che la Serie B un campionato difficile, soprattutto quest’anno in cui dovremo confrontarci con tante ottime squadre, con proprietà importanti alle spalle e piazze blasonate a sostenerle“.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

10 Commenti

  1. L’ideale sarebbe un progetto tecnico sullo stile Rangnick, Ferguson, Gasperini.
    Uno stile, una idea di gioco, una filosofia uguale a partire dalle squadre giovanili fino alla prima squadra.
    Ma questo vuol dire programmare, ma sappiamo bene che ad Empoli un allenatore più di due anni non dura…

    • Mi pare che Ricci venga dalla primavera, no? Damiani lo stesso, Traoré? E altri ce ne saranno negli anni a venire. Non sempre capita di sfornare attaccanti di valore in tempi brevi e non sempre possono chiamarsi DI Natale o Montella. Ma basta guardare quanti ex primavera hanno calcato i campi di A e di B per capire quanto sia importante il nostro settore giovanile. Certo poi il passo dalla primavera alla prima squadra non è sempre facile, come non è facile, per ovvi motivi, quando ti trovi in A, lanciare i giovani se non già lanciati prima in B. Quest’anno in B qualcun’altro troverà il giusto spazio e già qualcuno è stato convocato come Rizza e Viti oppure fa parte della rosa come Belardinelli, anche lui centrocampista. Ma credo proprio che se si parla di trequartista sentiremo parlare di un certo Baldanzi, un diciassettenne, che in primavera sta giocando a livelli alti.

      • Bravo Daniele, e poi basta col denigrare il settore giovanile che ha dato e sta dando tante soddisfazioni; e poi non dimentichiamoci delle Ladies, eccezionali veramente !!!!

      • Di Natale è stato portato a Empoli a 19 anni.
        Montella si torna indietro agli annali. Traorè ok, ma è arrivato a 17.
        Ricci ha tutto da dimostrare, e comunque, per ora, è uno dei tanti giovani promettenti che ci sono in tutte le squadre di serie A e serie B.
        sto dicendo che per un settore giovanile evoluto come il nostro non si riesce a cavare da un anno a un altro uno che sia capace di giocare IN CONTINUITA’, questo soprattuto dal centrocampo in su senza che tu arrivi a Montella

        • Te lo ripeto, questo succede soprattutto in A, dove non puoi permetterti delle scommesse se non le hai sperimentate prima anche in B. La cosa importante è che chi viene lanciato provenga dalla primavera e poco conta che abbiano 17 18 19 o 20 anni e/o se non giocano fin dai primi passi in maglia azzurra. I giocatori si possono arruolare anche non necessariamente a 12 anni. Oggi come oggi tra l’altro con tutti gli stranieri che calcano i campi Italiani, si tende sempre a far giocare gli attaccanti stranieri percui anche i giovani attaccanti hanno meno spazio per emergere e quindi giocare con continuità diventa difficile per tutti e non solo per i giovani. E anche attaccanti come Merola e Cannavo’ finiscono per esser mandati in Cui a fare esperienza e possibilmente un buon numero di goal, come è accaduto con Pucciarelli…buon giocatore che poi si è perso per strada ( come tra l’altro se si parla di attaccanti, lo stesso è successo con Fabbrini) Stai tranquillo che quest’anno i giovani avranno il loro spazio e non dimentichiamoci che noi abbiamo una primavera molto più giovane delle altre squadre e che giocatori come Parisi, Cambiaso, Ricci, Viti Pratelli (terzo portiere si ma di 17 anni) giocherebbero, per l’età che hanno, in primavera se si parlasse di squadre di A, come Inter, Juve, Milan, Roma etc. tutte squadre che militano nella primavera 1 come l’Empoli. Una primavera 1 che vede 13 squadre di A e solo 3 di B (Empoli, Spal e Ascoli). Poi succede anche che su alcuni giovani punti meno (e ti diró che l’ho visto giocare spesso in primavera con Di Natale e Dainelli,, perché in quella primavera ci giocava il terzino sinistro figlio di un mio collega di lavoro) come un attaccante acquistato a 18 anni dal Modena e finito in primavera. Mandato a Lodigiani e perso alle buste nonostante, se non ricordo male, i 15 goal segnati. Non sempre ci si azzecca e anch’io non pensavo certo che potesse fare la carriera che ha fatto il signor LUCA TONI.

          • Aggiungo solo due dati, che mi vengono in mente, a quello giustamente espresso da Daniele:
            l’under 16 (Buscè) è stata campione d’Italia nel 2019, e l’under 17 è stata vice- campione d’Italia per ben 4 anni nell’ultimo decennio.
            Mi domando di cosa sta parlando “el nino”?

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