Se la serie A conquistata per la prima volta nel 1986 rappresentò per l’Empoli la materializzazione di un sogno, il debutto in una competizione europea fu la realizzazione di un’utopia. Al termine della stagione 2006-2007, l’Empoli raggiunge il vertice più alto della sua lunga parabola sportiva. Gli azzurri di mister Gigi Cagni chiudono il campionato al settimo posto, conquistano 54 punti, centrano un record a oggi insuperato e probabilmente ineguagliabile e si qualificano alla Coppa Uefa. La serie A più folle e irrazionale di sempre, scossa dagli effetti del terremoto di Calciopoli e dalle pesanti penalizzazioni inflitte alle società invischiate negli illeciti sportivi, si conclude trionfalmente per gli azzurri.

La formazione iniziale dell’Empoli nello storico debutto in Coppa Uefa con lo Zurigo (foto d’archivio)

L’Empoli è la 23esima società italiana ad accedere alle coppe europee. Il calcio globalizzato, patrimonio esclusivo del business e delle risorse finanziarie, deve fare i conti con una piccola matricola della provincia toscana che ribalta ogni gerarchia consolidata, superando i confini della logica e della razionalità. L’Empoli è quell’elemento di disordine che si instilla all’interno dell’ordine costituito. La classe operaia che va in Paradiso. Nessun miracolo sportivo ma solo una lunga sequenza di scelte tecnicamente ineccepibili. Acume, competenza e professionalità al servizio di una società che fa quadrare i bilanci grazie a un’attenta e sana programmazione.

20 settembre 2007, uno spicchio della Maratona Inferiore: “Io c’ero” (foto d’archivio).

Il presidente Fabrizio Corsi e il diesse Pino Vitale vendono a peso d’oro il bomber Ciccio Tavano al Valencia e si assicurano il budget necessario per edificare una squadra solida e competitiva. Sul fronte offensivo torna Luca Saudati che, con 14 reti stagionali, vive la sua migliore stagione di sempre. L’emergente Nicola Pozzi si ritaglia uno spazio importante mostrando generosità e temperamento. Nel segno della continuità, Vannucchi, Almiron e Buscè assicurano rispettivamente classe, geometrie e dinamismo. Daniele Balli è al top della sua sorprendente favola personale. Moro, Raggi e Pratali danno ulteriore lustro al munifico vivaio azzurro. Un cocktail esplosivo che, con la regia dell’esperto e pragmatico coach Gigi Cagni, produrrà un risultato finale clamoroso: settimo posto e conseguente “pass” per l’Europa. La stagione 2007-2008 vede il “sacrificio” di Almiron, ceduto alla Juventus, e l’arrivo in azzurro di due giovani bianconeri che faranno parlare a lungo di sé: Sebastian Giovinco e Claudio Marchisio. Accanto ai senatori, freme un manipolo di giovani di belle speranze come Antonini, Abate e Marzorati.

L’esultanza degli azzurri dopo il gol del vantaggio di Piccolo (foto d’archivio)

Alla vigilia dell’inizio del torneo, le attenzioni del popolo azzurro sono catalizzate dal sorteggio del primo turno di Coppa Uefa. Dall’urna di Montecarlo, esce fuori il nome dello Zurigo quale avversaria dell’Empoli nella rassegna europea. Neppure il tempo di fantasticare sul raggiungimento di una dimensione inesplorata che si arriva velocemente al 20 settembre 2007. Gli empolesi si preparano a vivere al Castellani una serata memorabile. Nel corso dell’intera giornata si respira per le vie della città un’aria diversa. Una sorta di atmosfera sospesa nell’attesa di un evento storico. Empoli è invasa da un migliaio di tifosi rossocrociati che, pur non trasferendo in Toscana quelle particolari doti di pulizia e civiltà che li contraddistinguono entro i loro confini, affollano le piazze del centro storico, pronti a riversarsi verso il Carlo Castellani. La Maratona Inferiore, per l’occasione tramutatasi nella più internazionale “Lower Maratona Stand” è tutta esaurita, traboccante di colori ed entusiasmo. Una splendida coreografia accoglie l’ingresso in campo degli azzurri. Bandierine recanti la scritta “io c’ero” sventolano per immortalare la storicità del momento.

Nicola Pozzi sfugge a un avversario elvetico (foto d’archivio)

Si alza il sipario sulla prima gara internazionale ufficiale dell’Empoli. La squadra di Cagni scende in campo con una formazione che, ancora oggi, fa discutere. A distanza di 13 anni, le scelte del tecnico bresciano e la gestione sin troppo disinvolta del doppio confronto sono ancora oggetto di polemiche. Alcuni protagonisti della splendida cavalcata della stagione precedente come Balli, Moro e Raggi siedono in panchina, assieme ai nuovi rinforzi Giovinco e Giacomazzi. Buscè, Vannucchi, Marianini, Tosto e Saudati finiscono malinconicamente in tribuna. Il ricordo di una serata memorabile si mescola inevitabilmente con l’acre sapore del rimpianto. Nonostante tutto, la prestazione degli azzurri nel primo tempo è esemplare. La Maratona trascina con tutto il calore di cui può disporre la baby band di Cagni all’impresa. Al 44° del primo tempo, il difensore Felice Piccolo porta in vantaggio l’Empoli con un stacco imperioso su corner di Marchisio. In avvio di ripresa, Antonini raddoppia su calcio di rigore. Nel finale l’attaccante svizzero Alphonse accorcia le distanze e rimette tutto in gioco in vista del ritorno.

Il settore ospite dello stadio Letzigrund di Zurigo: 1.200 cuori azzurri a testa altissima (foto d’archivio)

Giovedì 4 ottobre 2007. E’ il giorno da consegnare per sempre alla memoria. Il Letzigrund di Zurigo, un gioiellino inaugurato da poco in vista dei futuri campionati europei che si svolgeranno in Svizzera, è teatro dell’esodo in terra elvetica degli empolesi. Sono circa 1.200 i tifosi azzurri che raggiungeranno Zurigo su una ventina di pulmann, mezzi propri e pulmini improvvisati. La storia si snoda lungo il percorso che, oltre i confini italiani, penetra nella terra di Guglielmo Tell, nella Svizzera tedesca solcata da laghi, montagne e tipiche casette di legno. Il match finirà con un bugiardo 3-0 in favore degli elvetici, con due gol siglati nel finale quando tutto l’Empoli è riversato in avanti alla ricerca del gol che può capovolgere il destino. In realtà Vannucchi e compagni lo spunto vincente lo avevano anche trovato, nel finale del primo tempo. Il gol di Marianini è regolarissimo ma l’arbitro sloveno lo annulla incredibilmente per un fuorigioco passivo di Volpato. Al di là del risultato finale, di Zurigo resterà il ricordo di una trasferta unica. Resterà la magia di una serata suggestiva e irripetibile. Resterà il settore ospite colorato d’azzurro che, con infinita dignità, esce a testa altissima dall’evento. Resteranno le sensazioni vissute da più di un migliaio di tifosi empolesi che hanno viaggiato oltre i confini nazionali. Hanno trascinato i loro pittoreschi colori in una città mitteleuropea della Svizzera tedesca. Hanno esportato il proprio orgoglioso senso di appartenenza con ironia e spensieratezza, e sono usciti vincenti. Das ist Empoli!

Il video del primo gol di Piccolo in Empoli Zurigo 2-1 (commento di Alessandro Marinai)

Il video del secondo gol su rigore di Antonini (commento di Alessandro Marinai)

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26 Commenti

  1. …tutto bello…..l’attesa della sera prima (pur considerando la prossima trasferta sempre la più bella, che sia campionato, coppa italia, è innegabile che questa suscitasse più curiosità….anche se era preferibile una ben più lontana), il viaggio in autostrada in auto, con gli amici di una vita, l’arrivo a Zurigo, le ore antecedenti la gara passate a bere nei pub…..poi la delusione, grandissima, di perdere una qualificazione ai gironi (ben più che alla portata!)…il ritorno di notte senza volasse una mosca in auto, tanta era la delusione. Tutto bello, peccato che, senza rendersene conto, o forse i più previdenti qualcosa s’immaginavano, le scelte societarie di quella sera si rivelarono fatali per la retrocessione del maggio successivo……

  2. Cagni che gesto ignobile che fece. Una piazza come la nostra che forse mai tornerà a calcare simili palcoscenici. Vergognati

  3. Il tutt’uno squadra-allenatore-dirigenza-tifosi a Empoli è l’unica cosa che non deve mai mancare e in quella serate magiche (parlo della prima partita, ma anche della seconda storica a Zurigo) qualcosa si ruppe e le scorie furono determinanti per andare a fare un campionato di sofferenza, poi gli infortuni di Pozzi e Saudati furono decisivi per retrocedere.
    Ma con una gestione normale della doppia sfida con lo Zurigo credo che la squadra non avrebbe mai lottato seriamente per retrocedere.
    Nessuno saprà mai nelle scelte in che percentuale ci fosse Cagni e la dirigenza.
    Io ovviamente c’ero nella partita in casa, ma in trasferta per principio mio personale decisi di non andare a Zurigo. Ma anzi c’ero pochi giorni dopo a Siena nel derby che perdemmo sonoramente. Scemo io, può darsi, ma mi dette troppo fastidio quella gestione e non perdono che una situazione cosi speciale sia stata inquinata da scelte opinabili di chi decise che il Campionato era l’unica cosa di cui occuparsi…il destino poi punisce e il timore di quello che accadde dopo lo sentii subito.
    Da purista della sportività già mi erano rimasti sullo stomaco i “regali” a Livorno e Reggina nel campionato precedente e la magia della Coppa Uefa era meno magia.

  4. Veramente incredibile la scelta della società (ma quale Cagni, una cosa del genere mica la fanno scegliere all’allenatore). Anche solo in termini economici. 6 partite in Europa per una piccola società come la nostra sono oro colato, pazienza se si danneggiava il campionato, che poi tra l’altro è andato lo stesso come sappiamo. Inconcepibile, perché non vedo proprio come alla società potesse convenire questa scelta

  5. Con tutti gli errori di gestione commessi quell’anno, la realtà ci dice che avevamo passato il turno lo stesso (gol bono di Marianini) e che ci eravamo salvati lo stesso (indecente pareggio del Catania nel finale contro la Roma di Spalletti)

    • Che poi sono quelle che fanno allontanare lo sportivo pubblico empolese, come lo 0-2/3-2 di Venezia: inspiegabili. Anche se i motivi sono profondamente diversi.

  6. Ricordo la sig.ra dell’autogrill di Chiasso: disse che aveva visto un continuo passare di automobili, pulmini e pullman colorati d’azzurro… ma non capiva il motivo e non sapeva chi fossero.

    Glielo spiegammo e sorrise compiaciuta.
    Giornata storica… follemente esaltante nel caso avessimo passato il turno 🤷‍♂️

  7. Comunque resta l’amaro. Amaro dei regali precedenti a Livorno e Reggina e soprattutto amaro di aver gettato alle ortiche una qualificazione probabilmente irripetibile.
    Se la società è la prima colpevole, Cagni ne è corresponsabile. Lui avrebbe dovuto pagare di persona, metterci le p…e. Invece, fedele al diktat, è passato alla storia più x l’eliminazione e la sconfitta ai play out col Vicenza, che x la storica qualificazione. Cioè ha fatto un fiore e c’ha c.c..o sopra, come si dice dalle nostre parti.
    La storia alla lunga chiede sempre il conto.

  8. Ma come dimenticare il coro a quello dell’A-Team… papparappaaa pa-pa-pa! parararappappaaaa paa-pa-pa-ra-paaaa..!!!!
    Se cercate Zurigo-Empoli su YouTube c’è quello! 🤣🤣🤣

  9. Quella decisione della società di uscire volutamente dall’Europa, ha “assassinato” i sogni dei tifosi dell’Empoli.
    Sappiamo oggi purtroppo che oltre all’ascensore tra serie A e serie B, noi non possiamo (o non vogliamo) fare di più.
    Ed è inutile andare nelle scuole per promuovere “la scuola del tifo” per diventare tifosi dell’Empoli. I bambini continueranno a tifare per le grandi squadre, ed anche per la fiorentina che pur non vincendo niente non mette il filo spinato ai sogni dei propri tifosi.
    E noi resteremo i soliti 2000 che tifano Empoli e basta, ma purtroppo coscienti che i nostri dirigenti, storicamente di indiscussa capacità, non potranno (o non vorranno) farci ambire ad altri sogni europei.

    • Questo tuo post sarebbe da incorniciare perché dice tutto.
      Ogni volta che c’è da fare lo step, il saltino, lo scalino per alzarsi di livello, succede o avviene (volutamente o no) sempre qualcosa di strano…
      E quando parlo di salire di livello, lo dico quando avevi basi solide (tecniche ed economiche) per farlo.
      Mi viene in mente anche la mancata conferma di Giampaolo in panchina…

  10. Non diciamo sciocchezze, oggi aspirare allEuropa è un sogno impossibile.
    Quella retrocessione ( come Palermo e con Iachini) era evitabile e la gestione scellerata della Coppa ha contribuito in modo determinante

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