Sicuramente ne stiamo parlando troppo, e sicuramente l’informazione ha recitato un ruolo negativamente importante in tutta la vicenda del coronavirus. Però l’argomentazione non è certo da sottovalutare e con i dovuti accorgimenti – che nel tempo anche la stampa ha preso – è fondamentale divulgare e far sapere. Non è certo da queste pagine che si apprenderanno cose legate alla parte medico-scientifica, ma visto che anche il mondo del calcio (quello che noi raccontiamo legato alle vicende dell’Empoli) è stato fortemente condizionato, non possiamo certo ignorare e non argomentare quanto sta succedendo.

Una delle cose che sicuramente sta maggiormente spaccando l’opinione pubblica è la gestione del contenimento. Anche in questo caso non vogliamo entrare in dinamiche politiche ma, da persone e cittadini, troviamo oggettiva la valutazione che vede una discordanza di gestione sulla vita di ognuno di noi. In questo, crediamo, ci siano anche dei paradossi che si riverberano anche sulle normative rilasciate intorno all’attività professionistica del calcio. Abbiamo snocciolato ieri tutti quelli che sono i punti da osservare, con ovviamente la disposizione di giocare a porte chiuse che resta la più importante. Non seconda, sicuramente anche perchè impatta molto sul nostro lavoro, quella di non poter effettuare conferenze stampa e tutta l’attività in zona mista nel dopo gara. A tal proposito permetteteci una piccola parentesi per ringraziale l’ufficio stampa azzurro con il quale (assieme alle altre che seguono gli azzurri tutti i giorni) ci stiamo organizzando per poter comunque avere il materiale giornalistico da poter poi divulgare e che questo nasca con le domande preparate dai gionalisti.

Torniamo però ai paradossi, anche per strappare un ironico sorriso in un momento in cui da sorridere forse non c’è molto. Ci hanno colpito infatti i punti 14 e 15 delle disposizioni, quelli che recitano cosi:

Line-up squadre pre-gara, senza stretta di mano: si suggerisce eventualmente (come in passato) di salutare il pubblico semplicemente al momento del fischio dell’arbitro, anche senza quindi che i calciatori “scorrano” uno davanti all’altro. Evitare, per quanto possibile, i contatti durante il saluto di fine gara, a metà campo, tra squadre ed arbitri.

Ora, da quando mondo è mondo, il calcio è un sport di contatto, uno sport in cui le interazioni umane sono imprescindibili. Pensiamo ad un calcio d’angolo, momento in cui succede di tutto. Ma pensiamo anche ad un banale contrasto di gioco, ad un calciatore che si arrabbia e va sulla faccia dell’arbitro. Ad una esultanza per un gol, al pallone che viene passato di mano in mano. Come non portare simpaticamente gli occhi verso l’alto, come quella famosa emoticon di whatsapp. Leggendo le disposizioni del governo dovremmo cercare di stare ad un metro ed ottanta di distanza, ed infatti – restando al calcio – i posti in tribuna stampa vengono ridotti proprio al fine di cercare questo. Ma tutto questo, banale al punto che lo capisce anche un bimbo, è inapplicabile per una partita di pallone.

Cosa fare allora? Difficile da dire. Forse – e questo va preso come un pensiero soggettivo dell’autore del pezzo – si poteva fermare tutto. Ma non abbiamo noi la sfera di cristallo per sapere cosa sia giusto e sbagliato, in un sistema che ovviamente vede interessi altissimi e difficoltà nel posticipare gli impegni. Allora restiamo con questo mezzo sorriso per uno dei paradossi, uno dei tanti, con il quale cerchiamo di vivere al meglio le nostre vite in questo momento davvero “straordinario”.

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Giornalista pubblicista, da sempre tifoso azzurro è tra i fondatori di Pianetaempoli.it sul quale scrive ininterrottamente dal 2008. Per PE, oltre all'attività quotidiana, si occupa principalmente delle interviste post gara da tutta Italia. E' stato speaker ufficiale dell'Empoli FC per 5 stagioni.

15 Commenti

  1. L’ unica cosa di positivo …. è che forse, ma dico forse … i giocatori smetteranno di sputare sul terreno! Ma non ne sarei così sicuro!

  2. Alessio, ti chiedo di portare all’attenzione del tecnico e dei giocatori (nei mezzi più opportuni che hai) che a fine partita la squadra si ritrovi comunque sotto la Maratona a salutare i tifosi anche in loro assenza, sarebbe un bel gesto …. simbolico, ma un bel gesto. Grazie

  3. In campo sei a contatto con compagni e avversari per 90 minuti stai in barriera a contatto con altri, marchi l’avversario ma non puoi dare la mano a fine partita.
    Ma chi ha scritto queste regole ci ha anche pensato??

  4. “per salutare il pubblico”…quale pubblico??? faranno le prove per il campionato dei loro sogni, quello senza tifosi, quello fatto solo da abbonati alla televisione. almeno non c’è nemmeno bisogno di spendere per lo stadio.

    • Ma che dici? Questo sport va verso stadi nuovi per un pubblico presente in abbondanza, come in Inghilterra che l’ha capito anni luce fa ….. il mondo non gira intorno al ns paese e i suoi costumi

  5. Improvvisano, si arrampicano sugli specchi. Si sono inventati qualcosa che tenesse in piedi il circo, sennò c’erano da restituire i soldi agli sponsor e mezze società dovevano ricominciare dall’eccellenza. Mica sono gli abbonamenti e i biglietti il problema: con quei soldi non ci pagano il panino ai giallini…

  6. Mammia mia come la facciamo lunga….
    E per una volte osserviamo le direttive e non andiamo a mettere i puntini sulle “i”…..

  7. Se non ci si può dare la mano, ci daremo un piede, comunque è fatta benissimo giocare a porte chiuse, non c’è da scherzare con la salute delle persone ATTENZIONE.

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