Nella seconda metà del 1935 viene esaurito l’ iter burocratico per iniziare i lavori, dagli espropri dei terreni all’affidamento dei lavori alle ditte. Abbiamo visto come la costruzione del terreno di gioco e delle opere in muratura connesse venga affidata alla Ditta “Orazio Cerbioni” di Empoli mentre per quanto riguarda le due tribune i lavori vengono aggiudicati dalla Ditta “Gaudenzi-Poggi & C.” di Firenze .

Lo abbiamo già premesso nel nostro precedente articolo: i lavori, per quanto rapidi nella loro tempistica se paragonati ai tempi biblici di oggi, non furono certo privi di problemi nelle loro varie fasi di attuazione. Ci guidano in ciò i tanti documenti che custoditi  dall’Archivio Storico del Comune di Empoli: troviamo in essi rallentamenti e riprese, modifiche del progetto originario, varianti vere e proprie.

Costruzione Tribuna coperta vecchio Stadio (ASCE, AF)

Quel che è certo è che lo Stadio ha conosciuto varie fasi di realizzazione e quello che ci sembra certo è che al momento della sua prima utilizzazione il nuovo impianto non era sicuramente dotato delle due tribune funzionanti.(Foto E) Ciò perché la loro ultimazione data agli inizi del 1937. E allora dove stavano gli spettatori? E come era il nuovo Stadio nel 1936, quando fu, in qualche modo “inaugurato”? Altra questione: il nome.  Quale nome aveva?

Andiamo con ordine.

Abbiamo visto che nella parte finale del 1935 i lavori, quanto meno di movimenti di terra, erano iniziati. Con Decreto del Podestà n. 354 del 19.10.1935 vengono conferiti alla Ditta “Cerbioni” lavori aggiuntivi rispetto a quelli dell’appalto principale. Nel corso del 1936 vengono apportate modifiche sia al progetto originario sia a quello della Tribuna Coperta e della Gradinata, la cui ultimazione verrà all’inizio del 1937. I tifosi empolesi, quindi, assistetterio con ogni probablità alle gare del Campionato 1936/37 in piedi, intorno alla recinzione del campo, oppure in tribune di legno, posticce, poste ai lati. Parlo di tribune posticce (e probabili) perché c’è una Delibera del Podestà che fa pensare che qualcosa in tal senso sia stato fatto, anche se per finalità non calcistiche.

Parte DP n, 178/1936 (ASCE, Protocollo Deliberazioni 1936)

Si tratta della Delibera del Podestà n. 178 del 22.07.1936 nella quale si dicono cose molto interessanti ai fini della nostra ricerca. La Delibera venne adottata in occasione del saggio ginnico- sportivo che si sarebbe svolto ad Empoli il 21 giugno 1936 da parte di tutte le scolaresche del Comune.

La prima informazione che tale atto ci fornisce è che “…fu dovuto provvisoriamente attrezzare il nuovo campo sportivo, tutt’ora in costruzione,  per la materiale impossibilità di usare il vecchio campo ormai ridotto in condizioni deplorevoli”. Il vecchio “Piaggione” era quindi stato definitivamente abbandonato e il nuovo campo era in costruzione. Ma la Delibera ci dà un’altra informazione. In conseguenza di questo saggio “…si dovette  provvedere alla costruzione di due tribune in legname, ciascuna lunga ml. 20 e larga ml. 4,50..” noleggiate dalla Ditta “Fratelli Ciardi”. Non ci è dato sapere dove queste due tribune fossero state allocate ma può essere suggestiva l’ipotesi che queste stesse tribune – a secondo della loro collocazione – possano essere state anche utilizzate (entrambe o anche una sola) per ospitare i tifosi azzurri in occasione delle partite del Campionato 1936/37, durante il quale p certo che le due trubune fossero in costruzione.

       Carta intestata (ASCE, UT, 21, 1935-1940)

A proposito del Campionato 1936/37 c’è da fare una premessa.. L’ Empoli FBC delle origini aveva cambiato denominazione già nella Stagione 1931/32: da Empoli Foot Ball Club era diventata ASF Empoli, ove ASF sta per Associazione Sportiva Fascista. Il Campionato 1935/36 vide purtroppo ritirarsi la squadra già dopo la 9° giornata, nel dicembre 1935. La causa ufficiale fu la partenza di molti giocatori per la guerra di Abissinia ma in realtà c’erano motivi finanziari alla base di tale decisione. Gli empolesi rischiarono seriamente di rimanere senza la loro squadra cittadina ma non si persero d’animo e, grazie anche ai buoni uffici politici di cui il Comune godeva nelle alte sfere del Governo e della FIGC, la squadra potette iscriversi al Campionato di Prima Divisione Toscana, ma cambiando la sua denominazione sociale in   Dopolavoro Interaziendale Empolese che ereditò i titoli sportivi della ASF Empoli.   Quello del 1936/37 fu un Campionato che gli azzurri vinsero cosa che consentì alla squadra di poter disputare di nuovo, nella Stagione 1937/38, il Campionato di Serie C.  Fu quindi nel Campionato 1936/37 che la squadra del Dopolavoro Empolese giocò con ogni probabilità la sua prima gara al nuovo Stadio: fu il il 22 novembre 1936: Dopolavoro Empolese – Siena,  3 – 0 per gli azzurri. Pensiamo che il Dopolavoro Empolese abbia disputato tutto il Campionato 1936/37 in uno Stadio praticamente in costruzione, nel quale c’era ovviamente il terreno di gioco ma poco altro.

Lettera Ing. Torrini: si parla di Stadio “Martelli” (ASCE, UT. 21, 1935-1940)

imane da capire se il nuovo Stadio avesse un nome. In realtà in nessun documento ufficiale c’è un’indicazione in tal senso. Atti che attestino la denominazione dello Stadio non ne abbiamo trovati se non nella Delibera del Podestà, la numero 295 del 28.11.1936, laddove si eroga un contributo a favore dell’Opera Nazionale Balilla per le spese sostenute per la sistemazione dello Stadio “DUX” in occasione di un precampo (una sorta di eservitazione paramilitare). Tale nome si trova scritto anche sul muro di  recinzione dello Stadio, come si vede nella foto di copertina, sicuramente posteriore al maggio 1937, data di ultimazione delle due tribune. Ma si tratta di un nome fittizio, e non certifiato da alcun atto ufficiale da parte del Comune. E, per rimanere sul nome, anche la denominazione dello Stadio in  Stadio “Martelli” (dal nome del tenente Franco Martelli, figlio dell’ex ministro dell’economia di Mussolini, morto nel dicembre del 1935 in Africa Orientale) non ha trovato da parte nostra riscontro in alcun documento ufficiale del Comune. Troviamo tale nome, per la prima ed unica volta, in una lettera che l’ Ing. Torrini del Comune di Empoli scrive al Comando del Distaccamento del 3° Reggimento Artiglieria Contraerei del 28.04.1941. Qui, nel comunicare il nulla osta del Comune all’utilizzo dello Stadio per le “istruzioni di ginnastica”, si fa espresso riferimento allo Stadio “Martelli” . Ma niente altro, né prima né dopo tale data, il che ci fa supporre che la denominazione di “Martelli” allo Stadio sia stata frutto di un passa parola popolare o comunque di una volontà politica che però non abbiamo mai trovata espressa in atti ufficiali. Un po’ come la storia del nuovo ”Castellani” quello attuale, come vedremo dopo. Putroppo non abbiamo potuto disporre di quotidiani del’epoca che avrebbero potuto riportare la notizia spiegandone motivazioni e tempi. Come pure, lo abbiamo detto, niente abbiamo trovato che fornisse indicazioni sulla data di inaugurazione e delle eventuali modalità in cui si sia svolta. E ciò né per l’anno 1396 né per gli anni successivi.

In merito al nome “Castellani” – del quale conosciamo l’origine e le motivazioni – come abbiamo scritto a suo tempo in un nostro articolo del 19.08.2019 pensiamo che, per rimanere al vecchio Stadio, il nome sia stato espressione di una volontà popolare di dare –  dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale –  il nome di un giocatore di grande fama e valore della storia dell’Empoli FC nonché vittima del nazi-fascismo allo Stadio che comunque rappresenta il luogo di incontro e parte dell’identità di una comunità. E anche l’attuale Stadio “Castellani” vedremo, ha rappresnetato per anni una sorta di continuità con questa tradizione popolare, tanto che il primo documento nel quale si ufficializza il nome di Stadio “Castellani” è una Deliberazione della Giunta Comunale di Empoli (la n. 886 del 6.09.1983) con la quale si dispone l’acquisto della targa di intitolazione dello Stadio a “Carlo Castellani”. Tra l’altro, una targa posta in luogo interno allo Stadio, non accessibile e quindi non visibile dai tifosi: sarebbe il momento di portare la targa all’esterno!

       Esterno Tribuna Coperta, costruzione   fogna  (ASCE, AF)

Ma torniamo al vecchio “Castellani”. Lo abbiamo lasciato al novembre 1936. Le partite si giocano, gli spettatori ci sono. Mancano le tribune,  che comunque sono in costruzione, sottoposte a varianti causa gli elevati costi (specie per il cemento ed il ferro), mancano alcuni spazi esterni, e la costruzione nei sottotribuna dei lavori previsti per rendere lo spazio che c’è disponibile a vari usi: palestre e spogliatoi, magazzino ed altro.

Con Delibera del Podestà n. 183 del 23.06.1937 si prende atto che i lavori per la Tribuna Coperta e per la Gradinata Scoperta sono stati ultimati il 26.03.1937, a Campionato finito. Quello che non sappiamo è se tali tribune siano state utilizzate dagli spettatori perché il loro collaudo viene effettuato solo il 12 maggio 1938, come sappiamo dalla Delibera del Podestà n. 292 del 3.12.1938.

Per quanto riguarda gli altri lavori c’è una lettera dell’Ing. Torrini, del 19.06.1937 nella quale il capo dell’UT scrive al Sindaco sollecitandolo ad un aumento delle somme disponibili per ultimare i lavori sul campo. L’Ingegnere segnala che, affinché il campo possa dirsi definitivamente ultimato, mancano i lavori consistenti “….nella costruzione del passaggio in cemento armato per il giuocatori, nella sistemazione con polvere di laterizio della pista, nella costruzione stabile della linea elettrica e nella sistemazione e costruzione di tutti i giuochi per l’atletica leggera nonché nella costruzione di un campo da tennis”.

Anche il campo ed annessi vengono però ultimati, tanto che con Delibera del Podestà n. 205 del 20.8.1938 si prende atto dell’avvenuto positivo collaudo del campo sportivo e si provvede alla liquidazione del saldo alla Ditta “Cerbioni” che ha eseguito i lavori.

Relazione (ASCE)

Quella che sarà fino al 1962 la conformazione definitiva del vecchio “Castellani” lo sappiamo da un inventario datato 17 maggio 1942 che pensiamo redatto dal Capo dell’UT del Comune di Empoli, l’ormai da noi più volte citato Ing. Alfredo Torrini   e da una relazione, non datata e non firmata, che pensiamo sia dello stesso autore ma anteriore all’inventario del 1942. Pensiamo sia del 1940.

Unendo le informazioni contenute in questi due documenti sappiamo come fosse lo Stadio, quanto meno prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

L’area all’interno della quale c’era lo Stadio si estendeva su una superficie di 30.000 mq. ed aveva un  perimetro rettangolare di m. 230,75 x 130 delimitato da un muro di cinta alto m. 3.00. Il campo di gioco era di m. 110 x 75. Intorno al campo c’è una pista battuta di m. 489,50. Erano stati inoltre costruiti un campo di palla a canestro , la piazzola per il lancio del disco, la buca per il salto, due campi di palla al volo, il lancio del giavellotto.

Tribuna Coperta vecchio Stadio Castellani (ASCE, AF)
Sottotribuna coperta vecchio Stadio Castellani (ASCE, AF)
Gradoni Tribuna Coperta vecchio Stadio Castellani (ASCE, AF)

La TRIBUNA COPERTA, in cemento armato, era lunga m. 27,30 e larga m. 6,50, con 10 gradoni, il primo dei quali superiore al terreno di m. 3,20. La parte centrale è definita Tribuna d’Onore e riservata alle Autorità. La Tribuna può contenere 625 spettatori. Sotto questa sono stati costruiti gli spogliatoi, i “bagni e le latrine per le due squadre e una stanzetta, il bagno e la latrina tanto per l’arbitro quanto per segna linee.. Da questo locali, in corrispondenza della tribuna delle autorità a mezzo di una galleria in cemento armato i giuocatori entrano in campo al di là della rete. Dal lato di mezzogiorno della detta gradinata sono state costruite le latrine alla turca per le donne e gli uomini…. Sotto la Tribuna Coperta esistono inoltre, muniti di ingresso proprio, altri 3 gabinetti alla turca per spettatori (signore) con antilatrina ed orinatoi a 4 posti, pure per spettatori (uomini) costruiti in marmo e muniti di acqua corrente…”

Gradinata Scoperta vecchio Stadio Castellani (ASCE, AF)

Il campo è inoltre dotato di una GRADINATA SCOPERTA in cemento armato, lunga m. 45 e larga m. 8,10 alta m.6. Detta gradinata consta di n. 10 gradoni ai quali si accede da 4 scale. La gradinata “…..è capace di contenere 1200 spettatori.  Sotto detta gradinata sono stati costruiti i seguenti locali:pronto soccorso, palestra ginnastica lunga m. 20.10 e larga m. 5.13, stanza per la direzione, spogliatoi, camerini con doccia n. 3 e due latrine alla turca.

Dalla parte di tramontana si accede da ingressi distinti alla latrine perle donne con due vasi alla turca e agli orinatoie due latrine alla turca  per gli uomini…… Di fronte alla gradinata scoperta rimane un parterre che può contenere complessivamente 2000 persone”

Nel campo è eretto infine, nei pressi del cancello principale d’ingresso, un casotto in legno….addossato al muro di conta…per uso biglietteria.

Alcune dscrizioni possono anche far sorridere ma se pensiamo che si parla dei primissimi anni ’40 e che il campo era stato costruito nella seconda metà degli anni ’30, va detto che il vecchio “Castellani” era davvero un gioiellino.

Elenco OO.PP. 1922-1939 – Stadio al n. 44 (ASCE, UT, Corrispondenza 1926-1940 ter)

In un elenco delle Opere Pubbliche realizzate dal Comune di Empoli dal 28.10.1936 al 13.06.1939  si apprende che il costo del campo sportivo è stato di lire 636.383, 60 e che ha visto coinvolti 23 operai.

Mi verrebbe facile lasciarmi andare ai ricordi che molti empolesi della mia età o anche più anziani condivideranno magari rileggendo queste righe. Quel campo è stati per me e per molti della mia generazione il luogo dove è scoccata la prima scintilla d’amore per una maglia dello stesso colore del cielo. Il vecchio “Castellani” era un luogo dove si sono svolte anche altre manifestazioni oltre il Campionato di calcio. Elencarle sarebbe magari noioso e ci porterenne fuori dal racconto ma non posso tacere il Torneo Notturno che lì si svolgeva in estate dalla fine degli anni ’50. Era un Torneo che vedeva coinvolti Bar e Circoli di Empoli, quasi un Palio. Il Bar Cristallo e il Bar Leontina, Il K2, la Casa del Popolo di Pontorme, il CRAL…e via dicendo. Erano sfide ad alta tensione, lo stadio era gremito di gente all’inverosimile, le squadre facevano di tutto per vincere, prendevano in prestito anche giocatori di Serie A e Serie B. A volte scazzottate, molte le prese in giro: famosa quella in cui i tifosi del Bar Leontina portarono un leone vero in una gabbia a fare il giro d’Empoli.

Lo Stadio, che aveva aperto i battenti il 22 novembre 1936, li chiuse definitivamente il 3 giugno 1962: Campionato di Serie C girone B, Empoli – Sarom Ravenna 1-0, risultato che non bastò all’Empoli ad evitare la retrocessione in Serie D. L’Empoli aveva giocato al “Castellani” 24 Campionati, vi avrebbe conosciuto la prima volta la Serie B, avrebbe cambiato 7 volte denominazione sociale.

Una gara al vecchio Castellani (Archivio FOTOCINE Empoli)

Si chiuse con tristezza una pagina della storia dell’Empoli e di Empoli, ma già era pronta la nuova Zona Sportiva. Quel campo che poi, anche questo nel racconto collettivo, sarà battezzato “Sussidiario” aspettava già la squadra del futuro, quella che nel 1962/63 avrebbe vinto lo spareggio di Genova con il Tempio Pausania e sarebbe tornata in Serie C. Da lì comincia un’altra storia.

NOTE

Tutti i documenti di Archivio sono stati consultati presso l’Archvio Storico Comunale di Empoli (ASCE)

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8 Commenti

  1. Ciao grande Fabrizio grazie. Pero’ a proposito del leone del bar Leontina c’e’ una nota “foto 2” che non capisco a cosa rimandi..sarebbe bello vederlo

  2. La scritta “foto 2” è un refuso e me ne scuso. Purtroppo da nessuna parte ho trovato foto che documentassero quelle serate… specie quella del leone. Se qualcuno avesse nei cassetti qualche vecchia foto di quegli eventi e ce ne volesse consegnare una copia farebbe un bel regalo a tutti i tifosi e cittadini empolesi.

  3. Una scazzottata colossale me la ricordo anch’io al termine di un Bar Pallino – Bar Leontina. Ma s’era già nel nuovo stadio. Vi parlo del 1972 o 73.

  4. Fabrizio speriamo di avere a breve uno stadio decente e moderno, la storia di questo club, i traguardi raggiunti lo meritano, non possiamo avere nel 2020 uno stadio fatiscente con una pista indecente e le curve in ferro, uno scempio… Lo stadio del 1937 era più bello, speriamo che lo capiscono, per rimanere nel calcio che conta abbiamo bisogno anche di strutture adeguate e moderne

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