Umberto Calcagno, vicepresidente AIC, intervenuto ai microfoni di Lady Radio Firenze: “Abbiamo una posizione chiara espressa in consiglio Federale. Non si può immaginare che il mondo del calcio e dello sport siano decontestualizzati rispetto al paese. Ci è stato detto due settimane fa che dovevamo dare il buon esempio, adesso mi chiedo qual’è. Bisogna continuare gli allenamenti o mettere a rischio la propria salute? Dobbiamo avere senso di responsabilità, al di là del fatto che c’è chi va avanti a lavorare. Ma si parla di attività strategiche in cui il calcio non è incluso”.

Imposizione degli allenamenti da parte di Lotito?
“Noi non intendiamo attivare scioperi, le decisioni sono dei singoli. I ragazzi che non vorranno allenarsi lo potranno fare, anche perché non mi sembra che gli ultimi decreti approvati lo impediscano. Anche perché sfugge l’esigenza tecnico-sportiva di allenarsi, in questo momento”.

Quarantena?
““Noi vogliamo finire i campionati in maniera regolare, ma la scelta di non allenarsi è propedeutica per far ricominciare tutto prima: il fatto di non allenarsi e mantenere le distanze è propedeutico proprio a questo”.

Sinergia con l’Europa?
C’è un nostro comunicato congiunto di qualche giorno fa in cui si richiedeva il rinvio delle competizioni internazionali, che infatti si è verificato. Gli algoritmi esteri, ad esempio spagnoli, sono quelli nostri di dieci giorni fa”.

Negligenza pregressa?
Ovviamente se ci fossimo fermati due settimane fa non avremo squadre in quarantena, però adesso guardiamo in positivo. Oggi ci siamo fermati, e quello degli allenamenti mi sembra davvero un falso problema. Poi noi come sistema sportivo ci prenderemo la responsabilità di riprendere tutto al meglio, perché al momento, continuare, non avrebbe molto senso”.

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