Dire che dal giorno della fusione fra Venezia e Mestre (26 Giugno 1987) sia iniziata una storia tribolata è forse riduttivo. Negli alti e bassi seguiti ai cambi di proprietà, ai fallimenti e alle successive rinascite, si può comunque individuare una costante: la difficoltà di far coesistere le due anime, quella arancionera e quella neroverde, specie parlando di maglie. Nike pare essere riuscita a trovare la formula (applicando il semplice buonsenso) per mettere tutti d’accordo. Ne abbiamo parlato con il più importante collezionista della squadra veneta: Marco Bevilacqua.

Dettagli che non sono dettagli

Accostare determinati colori, o dare più importanza ad un tono piuttosto che ad un altro, può incendiare polemiche e creare problemi a produttori e società. L’esempio più recente è quello della divisa della Russia per Euro 2020 di cui si parla su Jersey Vice, ma restando sul nostro tema principale, la storia del Venezia post-Unione Venezia-Mestre è ricca di casi particolari. A volte surreali.

C’è stato per esempio conflitto per la sequenza dei colori: da una parte quella suggerita dalla denominazione post-fusione (Venezia-Mestre) nero-verde-arancio, dall’altra quella (decisamente meno cacofonica) diffusa nel “parlar comune”, ovvero arancio-nero-verde.

Di maggior rilievo ancora la questione della maggiore o minore presenza di verde o arancio, interpretato di volta in volta come una sorta di indice di maggiore o minore rilevanza di una identità sull’altra. Di seguito alcune delle maglie da trasferta più o meno discusse della storia recente, estratte da www.lemiemaglie.com.

Problemi superati

La proprietà americana ha confermato il percorso virtuoso avviato da altri nel 2009, quando il Venezia rinacque come FBC Unione Venezia. Lo stemma odierno cristallizza come ufficiale la sequenza di colori normalmente utilizzata da chi si riferisce alla squadra lagunare: arancio-nero-verde. Per disinnescare qualsiasi ulteriore polemica è poi stato sufficiente usare il buonsenso e dosare in parti uguali arancio e verde, come nei kit di questo campionato che sono stati particolarme apprezzati dai tifosi. Da notare che ormai da diversi anni il Venezia non ha una terza maglia.

Il Venezia fra l’altro può vantare un rapporto diretto con Nike per la fornitura del materiale: questo garantisce ai veneti un design personalizzato e la miglior qualità del prodotto possibile, elementi che riscuotono immediato apprezzamento in chi ha occhi per vedere.

Magari chi osserva “da fuori” come noi però non si straccerà esattamente le vesti per l’originalità della soluzione grafica, che in sostanza ripropone schemi del recentissimo passato arancioneroverde.

Ben riuscito invece l’inserimento degli sponsor che, tutto sommato, non fanno scempio della divisa a differenza di quanto avviene altrove. Positivo infine anche il giudizio sulle personalizzazioni: chiare, ben rifinite ed in armonia con il carattere minimale della maglia.

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La scintilla azzurra la accendono il Subbuteo e la prima volta al Castellani per Empoli-Como in un grigio pomeriggio dell'Inverno 1993. Memoria storica delle divise dell'Empoli, la sua collezione privata conta di circa 200 maglie indossate che vanno dagli anni '80 ad oggi, ha lavorato al restyling dello stemma societario e alla creazione dei completi gara utilizzati dagli azzurri dalla stagione 2009/10 alla stagione 2014/15. Nello stesso periodo è stato fotografo ufficiale della prima squadra, occupandosi successivamente del settore giovanile fino alla chiusura del rapporto con la società azzurra al termine della stagione 2017/18.

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